UNICREDIT-NOMISMA, IL BIOLOGICO COME FATTORE DI COMPETITIVITÀ DEL VINO

Nello scoring presentato nella prima giornata di Vinitaly emergono i fattori di forza delle diverse regioni vitivinicole. Marche e Calabria hanno la maggiore incidenza di vigneto biologico.

Apre la 54a  edizione di Vinitaly ed è subito nel segno del vino biologico. Un’analisi dell’osservatorio Nomisma-Unicredit presentata nel giorno di apertura della kermesse veronese ha infatti analizzato oltre 60 indicatori (produttivi, strutturali, economici e di mercato) di competitività mettendo in luce la vocazione e le specificità delle regioni vinicole italiane. Uno dei fattori che fa più la differenza risulta proprio l’estensione del vigneto bio.

Sei Regioni fuori media

La ricerca presentata davanti a Niccolò Ubertalli, responsabile Unicredit Italia, ai governatori di Emilia Romagna e Veneto, Stefano Bonaccini e Luca Zaia, e a Paolo De Castro, europarlamentare e presidente Comitato Scientifico di Nomisma, ha proseguito il percorso di analisi sul posizionamento competitivo delle filiere agroalimentari avviato da Unicredit e Nomisma, con l’elaborazione del super-indice Agri4Index illustrato nel corso del Vinitaly Special Edition di ottobre 2021.

Dalla declinazione territoriale di questo indice è emerso un indice di competitività medio della filiera vitivinicola italiana pari a 68, e una classifica di di competitività in cui si evidenziano in particolare  sei regioni fuori media: Veneto (89), Toscana e Trentino Alto Adige (77), Piemonte (72), Sicilia (69) ed Emilia Romagna (68).

Gli exploit del Veneto

Il Veneto in particolare primeggia nelle dimensioni strutturali e produttive (prima regione per estensione del vigneto, produzione di vino, numero di viticoltori) oltre che nel contributo al fatturato complessivo del settore (36%), la Toscana presenta la percentuale di valore aggiunto su fatturato più alta (31%), l’Emilia Romagna esprime il fatturato medio per cooperativa vinicola più elevato (circa 37 milioni di euro per cooperativa).

Le regioni più green

Va alle Marche il primato per le aziende viticole specializzate con l’estensione media più rilevante (17 ettari di vigneto) e assieme alla Calabria presenta l’incidenza più elevata del vigneto “bio” su quello regionale (rispettivamente 39% e 36%). Anche la Toscana si avvicina ai due battistrada con una quota bio prossima a un terzo dei vigneti (32%).

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