Suolo e Salute

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LA BBC SUL BIOLOGICO

LA BBC SUL BIOLOGICO

Meno residui di pesticidi, miglior composizione nutrizionale di carne e latticini, risultati non definitivi sulla superiorità delle produzioni vegetali.

Mai benefici ambientali valgono la spesa.

Il programma della BBC “Morning live” di lunedì 6 ottobre ha mandato in onda il servizio “Is Organic Food Better for You?”.

Alcuni punti sostenuti dal dr. Xand (un famoso medico abituale ospite di programmi TV):

 

Nel Regno Unito, il cibo e le bevande possono essere etichettati come biologici solo se soddisfano rigorosi standard di produzione e benessere.

Gli alimenti biologici devono essere prodotti con:

  • Soltanto pochi prodotti fitosanitari autorizzati, di derivazione naturale, e solo come ultima risorsa.
  • Niente fertilizzanti di sintesi
  • Niente coloranti o conservanti di sintesi
  • Nessuna modificazione genetica
  • Nessun uso di routine di antibiotici negli allevamenti
  • Standard più elevati di benessere degli animali, compresi i sistemi free range per il pollame.

 

Il cibo biologico è meglio per te?

È allettante pensarlo, ma le prove non sono chiare. Quel che sappiamo è che frutta e verdura biologiche tendono ad avere meno residui di pesticidi, e molte persone le preferiscono per tranquillità.

Alcuni studi indicano che le produzioni biologiche contengono livelli leggermente più elevati di alcuni nutrienti, come la vitamina C, il ferro, il magnesio e composti utili come gli antociani presenti nella frutta e nella verdura colorati, ma i risultati non sono definitivi: le differenze possono dipendere da fattori come la salute del suolo e i metodi di agricoltura, ma anche dal tempo che passa tra raccolta e consumo.

È diverso il caso della carne e dei latticini: qui la ricerca mostra che il latte e la carne biologici in genere contengono più acidi grassi omega-3, a volte fino al 50% in più rispetto ai prodotti convenzionali, e questo grazie alla dieta del bestiame, che si basa sul pascolo, su erba e trifoglio. Gli studi dimostrano anche che è meno probabile che i batteri nella carne biologica siano resistenti agli antibiotici, il che è un vantaggio per la salute pubblica.

Ci sono anche prime evidenze che i latticini biologici potrebbero ridurre il rischio di allergie cutanee come la dermatite.

Se dal punto di vista nutrizionale è difficile tirare conclusioni definitive, la questione cambia se esaminiamo le prestazioni ambientali.

L’agricoltura biologica sostiene la biodiversità, riduce le emissioni di gas serra ed evita l’uso di fertilizzanti sintetici che danneggiano i suoli. I sistemi di produzione si basano su compost, letame e colture di copertura, si riduce il consumo di energia e l’inquinamento da azoto. Le restrizioni sulla fertilizzazione aiutano a proteggere le riserve di carbonio e gli habitat della fauna selvatica.

Per molti, questi benefici ambientali da soli giustificano una spesa maggiore.

 

Potete leggere qui il servizio: https://www.bbc.com/articles/c24rm0d3993o

L’AGENZIA EUROPEA DELL’AMBIENTE CHIEDE INTERVENTI STRATEGICI E MIRATI A FAVORE DELLA PRODUZIONE BIOLOGICA

L’AGENZIA EUROPEA DELL’AMBIENTE CHIEDE INTERVENTI STRATEGICI E MIRATI A FAVORE DELLA PRODUZIONE BIOLOGICA

La superficie agricola biologica nell’Unione europea continua ad aumentare, ma il ritmo di crescita è troppo lento per centrare l’obiettivo del 25% entro il 2030 fissato dal Green Deal europeo

L’Agenzia europea dell’Ambiente rileva che la quota di terreni biologici nell’Ue è passata dal 5,9% del 2012 al 10,8% nel 2023, per circa 17,4 milioni di ettari.

Tra i Paesi membri, l’Austria è l’unica ad aver già superato l’obiettivo del 25%, passando dal 18,6% al 27% nello stesso periodo. Seguono l’Estonia (dal 14,9% al 22,8%), il Portogallo (dal 5,5% al 22,5%) e l’Italia (dal 9,3% al 18,8%). All’estremo opposto si collocano Malta (dallo 0,3% allo 0,8%), la Bulgaria (dallo 0,8% al 3%), l’Irlanda (dall’1,2% al 4,3%) e la Polonia, che registra un calo dal 4,5% al 4,3%, pur mostrando segnali di ripresa dopo il 2020.

Anche la Norvegia, Paese non Ue ma che adotta il regolamento, ha visto una riduzione della quota, dal 5,6% al 4,6%.

 

Secondo l’agenzia, l’espansione del biologico è legata sia all’aumento della domanda di prodotti sostenibili sia al sostegno politico (in primis premi PAC), ma questi fattori non bastano più: nel 2023, dieci Stati membri hanno registrato un calo rispetto all’anno precedente, il numero più alto dal 2012.

 

L’ Aea avverte che, per rispettare le strategie del Green Deal, la crescita dovrà più che raddoppiare nei prossimi anni: il tasso medio annuo dal 2012 al 2023 è stato del 5,7%, ma servirebbe un incremento del 12,7% annuo tra il 2023 e il 2030, equivalente alla conversione di circa 3,26 milioni di ettari all’anno (22,8 milioni in totale).

In conclusione, l’agenzia ritiene “altamente probabile” che l’obiettivo del 25% non venga raggiunto, poiché la domanda di prodotti biologici è diventata più instabile dal 2022 e le attuali politiche di sostegno non sembrano sufficienti a garantire l’accelerazione necessaria.

 

Secondo l’Agenzia, “l’agricoltura biologica offre vantaggi significativi per la biodiversità, la salute del suolo e la qualità delle acque, contribuendo a una “transizione verde” più inclusiva nel settore agricolo e favorendo il ricambio generazionale”. Nel 2020, infatti, nell’Unione europea circa il 21% delle aziende agricole biologiche aveva un responsabile sotto i 40 anni, contro appena il 12% delle aziende convenzionali.

Oltre alle iniziative del Green Deal – in particolare le strategie “Dal produttore al consumatore” e “Biodiversità UE per il 2030” e la “Visione per l’Agricoltura e l’Alimentazione” – l’agenzia ribadisce l’importanza di un sostegno costante all’agricoltura biologica.

Invece anche la Corte dei conti europea ha evidenziato nel 2024 alcune carenze nelle politiche sia europee che nazionali dedicate al settore.

Per questo motivo, l’Aea sottolinea che, per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030, servono interventi più strategici e mirati: è necessario accelerare l’elaborazione e l’attuazione di politiche più chiare e ambiziose, capaci di promuovere una trasformazione profonda nei modelli di produzione e consumo alimentare.

Leggi di più: https://www.eea.europa.eu/en/analysis/indicators/agricultural-area-used-for-organic

https://www.eunews.it/2025/02/19/agricoltura-ue-commissione-visione/

È MORTO IL FONDATORE DI DENNREE

È MORTO IL FONDATORE DI DENNREE

Pioniere del biologico tedesco, partito distribuendo quattro latticini di piccoli allevamenti, ha portato Dennree a 400 negozi, 6.000 ettari a gestione diretta e un fatturato di 1.5 miliardi

 

Thomas Greim, fondatore e proprietario di Dennree (il maggior gruppo tedesco in ambito biologico, più di 8.200 collaboratori e un fatturato annuo di 1,5 miliardi) è scomparso il 21 ottobre all’età di 73 anni.

Greim era stato fino a poco fa amministratore delegato del gruppo, nella cui direzione, dopo una quindicina d’anni in azienda, l’avevano raggiunto due degli otto figli, Mareike (che gestisce l’attività di Denn’s in Austria) e Joseph Nossol (amministratore delegato della divisione retail Denn’s Biomarket).

Greim si può a ragione considerare tra i pionieri del settore biologico, nel quale è stato attivo per oltre cinquant’anni. Nel 1974 aveva affiancato alla piccola azienda agricola l’attività di distribuzione locale di quattro latticini di altre aziende biologiche, nel tempo ha ampiato la gamma all’ingrosso, fino a inaugurare nel 2003 il primo negozio al dettaglio Denns BioMarkt (attualmente il gruppo ha circa 400 negozi di proprietà), sempre mantenendo la distribuzione ai negozi indipendenti, con una logistica propria e con un catalogo che ora conta circa 14mila referenze.

Nel 2015 il gruppo ha accelerato sull’integrazione verticale rilevando e avviando la conversione di Hofgut Eichigt, che ora comprende un allevamento bovino da latte su 6.000 ettari in Sassonia (linea vacca-vitello con 1400 vacche nutrici, 160 dipendenti).

Mareike e Joseph hanno dichiarato che la famiglia manterrà l’impegno nel gruppo, che proseguiirà nel percorso della responsabilità, della sostenibilità e della crescita disegnato dal padre.

Il sito del gruppo: https://www.dennree.de/

THE LANCET: IL SISTEMA ALIMENTARE? TUTTO SBAGLIATO, TUTTO DA RIFARE

THE LANCET: IL SISTEMA ALIMENTARE? TUTTO SBAGLIATO, TUTTO DA RIFARE

Per salute delle persone e del pianeta, clima e giustizia non si può più rinviare un cambiamento profondo dei metodi produttivi

Nel decennio scorso The Lancet (una tra le più prestigiose riviste scientifiche di ambito medico, pubblicata dal 1823) aveva dato vita a una commissione di alto livello composta da 37 scienziati provenienti da 16 Paesi, chiamata a delineare una dieta salubre e sostenibile.

 

Da una revisione completa della letteratura scientifica, già il primo rapporto della Commissione indicava come sostenere e accelerare la trasformazione del sistema alimentare: per la salute del pianeta e dei suoi abitanti è necessario un raddoppio del consumo di ortaggi, frutta, frutta a guscio e legumi, con un contestuale dimezzamento di zuccheri e carni rosse entro il 2050.

 

Ora la commissione ha presentato il nuovo rapporto 2025, aggiornando la proposta della planetary health diet (la dieta planetaria della salute), che con approccio rigoroso misura e valuta l’impatto che i sistemi alimentari hanno nel determinare il superamento dei limiti planetari, esplora le questioni complesse legate alla giustizia alimentare, propone nuove ricerche e approfondimenti, e formula raccomandazioni sulle azioni da intraprendere, con tanto di tabelle di marcia.

Tra i punti salienti del documento:

  • I sistemi alimentari sono il principale fattore di superamento dei limiti planetari e sono responsabili di circa il 30% delle emissioni di gas serra dovute all’uomo
  • Il 30% dei consumatori più ricchi è responsabile di quasi il 70% della pressione ambientale legata all’alimentazione, mentre 3,7 miliardi di persone non possono permettersi una dieta sana.
  • Il passaggio a diete più sane e ricche di vegetali potrebbe prevenire 15 milioni di morti premature all’anno a livello mondiale
  • La trasformazione dei sistemi alimentari richiede un’azione coordinata: diete più sane, dimezzamento delle perdite e degli sprechi alimentari, aumento della produttività e pratiche di produzione sostenibili.

 

Non si tratta solo di cibo, si tratta di clima, salute e giustizia. In Europa abbiamo già una strada da seguire, che è quella dell’agricoltura biologica, uno standard rigoroso e trasparente, un sistema che combina salute, ambiente ed equità e uno strumento pronto per essere implementato su larga scala per ridurre le emissioni, ripristinare gli ecosistemi e dare ai cittadini accesso a diete più sane.

 

Per leggere il rapporto e saperne di più: https://www.thelancet.com/commissions-do/EAT-2025

L’AMBIENTE IN EUROPA È IN PERICOLO: IL NUOVO RAPPORTO EEA LANCIA L’ALLARME PER IL 2025

L’AMBIENTE IN EUROPA È IN PERICOLO: IL NUOVO RAPPORTO EEA LANCIA L’ALLARME PER IL 2025

Bruxelles, 2 ottobre 2025 – Nonostante i significativi progressi nella riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico, lo stato generale dell’ambiente in Europa continua a peggiorare. A rivelarlo è il nuovo rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), intitolato “L’Ambiente in Europa 2025”, pubblicato oggi. Il documento, frutto di un’analisi dettagliata basata su dati provenienti da 38 Paesi, lancia un chiaro segnale d’allarme: la natura europea è in crisi.

Secondo il rapporto, i principali problemi ambientali sono il degrado degli ecosistemi, la perdita di biodiversità e la perdita di fertilità dei suoli e, più in generale, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. A questi si aggiunge l’accelerazione del cambiamento climatico, che aggrava ulteriormente la situazione e minaccia direttamente la qualità della vita, la sicurezza e la prosperità economica dei cittadini europei.

“È urgente ripensare il nostro rapporto con la natura. Solo attraverso il ripristino degli ecosistemi e una gestione sostenibile delle risorse naturali sarà possibile garantire un futuro prospero e sicuro per l’Europa” – ha dichiarato Leena Ylä-Mononen, direttrice esecutiva dell’EEA, durante la conferenza stampa di presentazione tenutasi oggi a Bruxelles insieme alla Commissione Europea.

Il rapporto rappresenta la più ampia valutazione ambientale mai realizzata dall’EEA e offre una panoramica dettagliata dello stato e delle tendenze ambientali nel continente. Realizzato in collaborazione con la rete Eionet – che coinvolge esperti ambientali di 32 Paesi membri dell’EEA e sei Paesi cooperanti – il documento sarà una risorsa chiave per la definizione delle politiche ambientali dell’UE nei prossimi cinque anni.

Le previsioni non sono incoraggianti: la maggior parte delle tendenze ambientali mostra segnali preoccupanti e richiede interventi urgenti da parte delle istituzioni e della società civile.

Il rapporto sarà al centro della conferenza “L’Ambiente dell’UE per la prosperità e la resilienza”, in programma domani, 3 ottobre, a Bruxelles. L’evento, promosso dalla Presidenza danese del Consiglio dell’Unione Europea e dal Segretariato generale del Consiglio, vedrà la partecipazione di rappresentanti di alto livello delle istituzioni europee, del mondo industriale e del terzo settore. Tra gli interventi previsti vi sarà anche quello del presidente dell’ISPRA, Stefano Laporta.

In Italia, la diffusione del rapporto sarà accompagnata da un evento nazionale il prossimo 28 ottobre, durante il quale verranno presentati anche due documenti complementari:

  • il rapporto “Lo Stato dell’Ambiente in Italia 2025: Indicatori e Analisi” a cura dell’ISPRA

  • il “Rapporto Ambientale SNPA”, elaborato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente

Entrambi i rapporti nazionali si basano sul medesimo quadro informativo del rapporto europeo e contribuiranno a fornire strumenti operativi e conoscitivi per la pianificazione ambientale italiana.

Il messaggio del rapporto è chiaro: l’Europa non può più permettersi di ignorare lo stato critico del proprio ambiente. Serve un cambio di rotta immediato e ambizioso, che coinvolga governi, imprese e cittadini affinché la transizione ecologica diventi una realtà concreta, non soltanto uno slogan politico.

È da qui che bisogna ripartire: individuando tecniche e processi realmente sostenibili, capaci di tutelare il nostro ecosistema. Non c’è più tempo per rimandare decisioni, né per cedere all’influenza di chi ancora nega l’emergenza climatica.

Tra le alternative virtuose, l’agricoltura biologica rappresenta un valido alleato dell’ambiente, perché si fonda su un modello produttivo che riduce l’impatto negativo sull’agroecosistema. Pratiche come l’eliminazione dei pesticidi chimici, la rotazione delle colture e la tutela della biodiversità dimostrano come sia possibile coltivare rispettando la natura — senza sfruttarla.

Per approfondimenti: https://www.isprambiente.gov.it/en/news/published-the-report-on-the-environment-in-europe-2025

A POMPEI RINASCE LA VITICOLTURA: UNA VIGNA BIOLOGICA PER VALORIZZARE L’ANTICO PATRIMONIO AGRICOLO

A POMPEI RINASCE LA VITICOLTURA: UNA VIGNA BIOLOGICA PER VALORIZZARE L’ANTICO PATRIMONIO AGRICOLO

Nel Parco Archeologico prende forma un progetto di sviluppo vitivinicolo bio ispirato alle tecniche in uso al momento dell’eruzione del Vesuvio

Tra le rovine di Pompei prende vita una vigna biologica che coniuga ricerca scientifica, valorizzazione culturale e sostenibilità agricola. Il progetto, frutto della collaborazione tra il Parco Archeologico e il Gruppo Capaldo (Feudi di San Gregorio e Basilisco), prevede la realizzazione di una vera e propria azienda vitivinicola a ciclo completo all’interno del sito, su una superficie complessiva di sei ettari.

La vigna sarà coltivata secondo metodi biologici e pratiche agronomiche ispirate all’antichità, in linea con la vocazione agricola dell’area documentata da numerosi reperti storici, tra cui anfore vinarie e affreschi.

Il progetto prevede che tutte le fasi produttive – dalla coltivazione alla vinificazione – avvengano internamente al Parco, in strutture dedicate e con personale specializzato.

L’iniziativa si inserisce in un ampio programma di tutela del paesaggio e del patrimonio agro-culturale dell’area vesuviana, restituendo centralità all’identità produttiva storica di Pompei attraverso una visione innovativa e sostenibile.

 

Per approfondimenti:

https://greenplanet.net/pompei-nasce-una-vigna-biologica-nel-cuore-de/