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Grano e riso, origine in etichetta: dopo l’Italia, si muove anche l’Ue

I decreti del governo italiano sull’origine obbligatoria in etichetta per riso e grano per la pasta hanno scatenato ampio dibattito sul tema, a livello comunitario.

FoodDrinkEurope, associazione che rappresenta gli operatori dell’industria alimentare europea, ha dichiarato l’illegittimità dei provvedimenti. Facendo poi appello alla Commissione Europea affinché agisca contro le nuove norme.

Una scossa che potrebbe portare l’Ue all’adozione di regolamenti simili. Ecco le ultime novità.

Origine obbligatoria: le proteste di FoodDrinkEurope

Secondo l’associazione, i decreti sull’origine obbligatoria metterebbero a rischio il mercato unico europeo. I provvedimenti, lo ricordiamo, sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale ad agosto e diventeranno definitivamente operativi a fine febbraio.

I due decreti riguardano le nuove regole per l’etichettatura del riso e della pasta, con particolare riferimento al grano utilizzato per produrla. Entrambi prevedono che siano indicati con chiarezza i Paesi di coltivazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti.

L’intervento si era reso necessario a causa della crisi attraversata dai due settori, provocata presumibilmente dalle eccessive quantità di prodotto importate dai paesi extra-Ue a dazio zero. Non solo. Il governo italiano sottolinea come esista da tempo un regolamento UE sul tema, mai attuato. Si tratta del 1169/2011, che prevede appunto l’inserimento obbligatorio dell’origine in etichetta. Una norma disattesa: per l’applicazione si attendono ancora gli atti di esecuzione della Commissione Europea.

Ragioni che hanno spinto i ministri Maurizio Martina (agricoltura) e Carlo Calenda (Sviluppo Economico) a forzare la mano. I due decreti, approvati a maggio, infatti, attendevano ancora l’ok di Bruxelles, che sarebbe arrivato entro tre mesi dall’invio alle autorità europee. Timing che il governo italiano ha deciso di ignorare. Martina e Calenda hanno quindi firmato i provvedimenti, rendendo probabile una procedura d’infrazione europea nei confronti dell’Italia.

Tempi e modalità che non sono piaciuti a FoodDrkinkEurope:

«Al di là del fatto che sono state ignorate le procedure dell’Ue, [i decreti] avranno un effetto negativo sulla competitività del settore food, minando il funzionamento regolare del mercato unico e ostacolando il commercio internazionale e tra Paesi Ue», ha dichiarato un portavoce dell’associazione.

Origine in etichetta, Martina: “Pronti ad affrontare la Commissione”

Il ministro Martina ha rincarato la dose. I due decreti, dice, sono stati adottati per “spronare la Commissione a dare piena attuazione al regolamento Ue”:

«Siamo pronti ad affrontare la Commissione, come è già noto a Bruxelles. Ma, per essere chiari, è stata una scelta dell’Ue non procedere tempestivamente con la piena attuazione del regolamento 1169 sull’etichettatura. Per troppo tempo, Bruxelles ha evitato di scegliere su questo punto strategico. Rispettiamo le scelte europee e siamo pronti a dare il nostro contributo utile, ma non abbiamo intenzione di farci fermare ulteriormente».

Un atteggiamento che, pare, abbia in qualche modo spronato la Commissione Europea ad agire. Secondo un portavoce dell’istituzione, infatti, “le regole di implementazione saranno adottate dalla Commissione nella seconda metà del 2017”.

Sulla scelta dell’Italia di adottare i decreti, il portavoce di Bruxelles ha inoltre affermato:

«I servizi della Commissione stanno raccogliendo tutti i fatti e le informazioni rilevanti dalle autorità italiane riguardo l’adozione della legislazione nazionale».

Una volta acquisiti tutti gli elementi, le autorità europee decideranno “i prossimi step.

FONTI:

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3440

https://www.euractiv.com/section/agriculture-food/news/food-industry-upset-with-rome-over-obligatory-labelling-of-origin-of-pasta-and-rice/

http://www.suoloesalute.it/pasta-riso-origine-obbligatoria-etichetta-ai-produttori-6-mesi-adeguarsi/

Pasta e riso, origine obbligatoria in etichetta: ai produttori 6 mesi per adeguarsi

pasta

Pasta e riso: l’indicazione di origine in etichetta diventa obbligatoria.

Il Ministero per le politiche agricole rende nota l’approvazione e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di due decreti sui prodotti cerealicoli e risicoli. Al centro dei provvedimenti, la tutela degli alimenti Made in Italy.

L’approvazione è arrivata dopo una lunga crisi che ha interessato i due settori in Italia. Una crisi provocata soprattutto dal crollo dei prezzi, causato a sua volta dall’importazione massiccia di prodotti a dazio zero dai Paesi extra Ue, soprattutto nel comparto del riso.

Ma i provvedimenti hanno l’obiettivo di lanciare un messaggio chiaro anche ai consumatori. Un messaggio che punta su trasparenza e sicurezza delle materie prime utilizzate, fattori sempre più importanti nelle scelte di acquisto degli italiani. Come informa lo stesso Mipaaf, infatti, secondo una consultazione pubblica online svolta dallo stesso ministero, l’85% dei nostri connazionali “considera importante conoscere l’origine delle materie prime per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare”. All’indagine hanno partecipato 26mila cittadini.

Ecco cosa prevedono le nuove norme e come rispondono al bisogno di trasparenza emerso dal sondaggio.

Pasta e riso Made in Italy: 180 giorni per adeguarsi

I decreti pubblicati in Gazzetta Ufficiale, sono stati firmati da Maurizio Martina, Ministro dell’agricoltura, e da Carlo Calenda, Ministro dello sviluppo economico. Come accennato, i provvedimenti interministeriali introducono l’obbligo di indicazione dell’origine di riso e grano per la pasta in etichetta.

Dal momento della pubblicazione, avvenuta il 20 e 21 agosto, le aziende hanno 180 giorni di tempo per adeguarsi al nuovo sistema e smaltire etichette e confezioni già prodotto. Nello specifico, gli obblighi definitivi scatteranno quindi il 16 febbraio (riso) e il 17 febbraio (pasta).

Un periodo di transizione previsto anche per una normativa simile, applicata alle etichette dei prodotti lattiero-caseari ed entrata in vigore il 19 aprile scorso.

Sempre imitando la norma relativa al latte, la sperimentazione andrà avanti per due anni. Oppure, fin quando non vedrà piena attuazione l’articolo 26, paragrafo 3 del regolamento UE 1169/2011, che prevede l’indicazione del paese d’origine o del luogo di provenienza dell’ingrediente primario utilizzato negli alimenti. La normativa comunitaria risulta però disattesa: l’applicazione è infatti subordinata all’adozione di atti di esecuzione da parte della Commissione Europea. Atti che, ad oggi, non sono stati emanati.

Pasta e Riso: i due decreti in dettaglio

Entrambi i decreti prevedono che le indicazioni di origine vadano apposte in etichetta “in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili”.

Esistono poi delle regole specifiche che contraddistinguono i due tipi di prodotti.

Grano e Pasta

Il decreto su grano e pasta Made in Italy prevede l’obbligo in etichetta delle seguenti diciture:

  • Paese di coltivazione del grano
  • Paese di molitura (macinazione del grano)

A seconda della provenienza, se le due fasi avvengono in più Paesi, potranno essere applicate le diciture:

  • Paesi UE
  • Paesi NON UE
  • Paesi UE E NON UE

Se il grano duro utilizzato per la produzione di pasta è coltivato almeno per metà in un solo Paese – per esempio l’Italia – si potrà ricorrere alla dicitura “Italia e altri Paesi UE e/o non UE”.

Riso

Sono 3 invece le indicazioni di origine obbligatorie per le etichette del riso:

  • Paese di coltivazione del riso
  • Paese di lavorazione
  • Paese di confezionamento

Nel caso in cui le 3 fasi avvengano in uno stesso Paese – ad esempio l’Italia – sarà possibile utilizzare la dicitura “Origine del riso: Italia”. In caso contrario, vanno applicate le 3 diciture previste anche per la pasta: UE, NON UE, UE E NON UE.

Martina: “Obiettivo: massima trasparenza”

A commentare la pubblicazione dei decreti, il ministro Martina:

«Da metà febbraio avremo finalmente etichette più trasparenti sull’origine di riso e grano per la pasta. È una scelta decisa compiuta insieme al Ministro Calenda, che anticipa la piena attuazione del regolamento europeo 1169 del 2011. Il nostro obiettivo è dare massima trasparenza delle informazioni al consumatore, rafforzando così la tutela dei produttori e dei rapporti di due filiere fondamentali per l’agroalimentare Made in Italy. Non rinunceremo a spingere ancora in Europa perché questi provvedimenti vengano presi per tutta l’Ue».

FONTI:

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11589

http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-08-16&atto.codiceRedazionale=17A05698&elenco30giorni=true

http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-08-17&atto.codiceRedazionale=17A05704&elenco30giorni=true

http://www.suoloesalute.it/riso-italiano-decreto-del-mipaaf-la-salvaguardia-del-comparto/

http://www.suoloesalute.it/latte-formaggio-origine-certa-le-nuove-etichette/