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PIÙ RISORSE PER LE IMPRESE BIO RIUNITE IN FILIERA

PIÙ RISORSE PER LE IMPRESE BIO RIUNITE IN FILIERA

L’appello di Francesco Torriani, Coordinatore del settore biologico di Alleanza cooperative Agroalimentari, per aumentare il posizionamento degli agricoltori bio nella catena del valore

«Le risorse finanziarie previste per l’agricoltura biologica in seno al Pnrr, ai Piani di Sviluppo regionali e ai Fondi nazionali dedicati al biologico siano messi a disposizione delle filiere, che costituiscono il modello più efficace di reale integrazione tra produzione, trasformazione e commercializzazione».

È l’appello lanciato da Francesco Torriani, Coordinatore del settore biologico di Alleanza cooperative Agroalimentari in occasione della Giornata europea del biologico dello scorso 23 settembre.

Gli obiettivi della Pac

«La programmazione della politica agricola 2023/2027 – argomenta Torriani – ha due obiettivi fondamentali: l’aumento della competitività delle imprese attraverso un maggior orientamento al mercato e il miglioramento della posizione degli agricoltori nella catena del valore».

Filiere più efficienti

«Obiettivi che possono essere perseguiti solo attraverso scelte politiche che tendano con determinazione a costruire filiere “efficienti” in grado di portare sul mercato prodotti biologici di qualità a costi competitivi». Ad Alleanza cooperative agroalimentari aderiscono oltre 5.000 cooperative agroalimentari, 800.000 soci produttori, 93.000 addetti, per un fatturato di 34,5 miliardi di euro, pari al 25% del valore della produzione agroalimentare italiana.

FILIERA DELLE UOVA BIO, UN PROGETTO PER MIGLIORARNE LE PERFORMANCE

FILIERA DELLE UOVA BIO, UN PROGETTO PER MIGLIORARNE LE PERFORMANCE

L’avicoltura bio parte dalla coltivazione sostenibile delle colture proteiche che costituiscono l’alimentazione delle ovaiole, passa dalla messa a punto di un allevamento che curi il benessere animale e arriva a portare sulle tavole dei consumatori prodotti con elevate caratteristiche organolettiche. I risultati del progetto  Pro.Fil.A.  finanziato dal ministero delle Politiche agricole sono stati presentati in anteprima a Portonova (Ancona)

Tre anni per migliorare le performance della filiera delle uova bio. Dalle prove agronomiche delle colture proteiche in sperimentazione per la filiera avicola alle analisi delle caratteristiche organolettiche dei prodotti in fase di test negli allevamenti, dallo studio della dieta e del comportamento delle ovaiole bio alla verifica degli strumenti per la valutazione della sostenibilità.

Tre anni di ricerche in 4 regioni

Sono i diversi settori di studio di Pro.Fil.A. (Proteine Filiera Avicola) il progetto finanziato dal Mipaaf di cui è partner principale l’Associazione Agricoltura è Vita di Cia-Agricoltori Italiani che a Portonovo, in provincia di Ancona, insieme a tutti i partner e ad Anabio-Cia, ha messo a segno la prima azione divulgativa facendo il punto sulla ricerca triennale condotta in Piemonte, Marche, Campania e Basilicata. L’appuntamento marchigiano ha costituito una sorta di prova generale in vista della consegna ufficiale dei risultati nel 2023, così come da programma condiviso tra i soggetti coinvolti: Università degli Studi di Napoli e della Basilicata, Università Politecnica delle Marche e Università Scienze Gastronomiche di Pollenzo con, appunto, l’Associazione Agricoltura è Vita-Cia per la Formazione, Ricerca e Divulgazione e Anabio-Cia per la promozione del biologico.

Il deficit proteico da colmare

Al centro il ruolo dell’attività di ricerca, e i suoi risultati, per aiutare il comparto avicolo biologico a superare l’annoso problema del deficit di mangimi proteici biologici. Rafforzare, infatti, la filiera avicola biologica italiana resta l’obiettivo del progetto Pro.Fil.A. (Proteine Filiera Avicola) attraverso la sperimentazione e la promozione di modelli produttivi sostenibili ispirati ai principi dell’agro-ecologia. «Ancor più dopo il boom del bio che in Italia – spiega Agricoltura è Vita -, leader Ue nel settore, registra ritmi di crescita importanti sia in termini di superfici che di imprese biologiche (+40% negli ultimi 5 anni)».

Boom dei costi

«Ma anche dell’aumento, a inizio 2022, del prezzo degli input produttivi del +21,1% per le carne avicola e del 50% per le uova». Un problema che rischia di condizionare un settore che, nell’ultimo biennio, ha fatto registrare un aumento dei consumi di pollo biologico (+30%), mentre nel 2020, durante il lockdown, le vendite di uova bio hanno fatto un balzo del 9,6%.

GRANO BIOLOGICO ITALIANO, VIA A UN NUOVO PROGETTO DI FILIERA

GRANO BIOLOGICO ITALIANO, VIA A UN NUOVO PROGETTO DI FILIERA

Un’iniziativa di Cia-Agricoltori italiani insieme ad Alleanza Cooperative e a Italmopa

Al via il progetto di “Filiera del grano biologico italiano” per iniziativa di Cia-Agricoltori Italiani con Alleanza delle Cooperative e Italmopa.

Origine italiana interamente tracciata

L’impegno delle associazioni dei produttori e di quella dei trasformatori è quella di garantire l’approvvigionamento delle materie prime italiane e la loro tracciabilità a tutela dei cittadini-consumatori, consentendo loro di risalire alle diverse fasi della filiera produttiva, dalla coltivazione alla prima trasformazione del prodotto finale per la sua commercializzazione.

Contratti triennali

Numerosi i punti sul tavolo del confronto che sono alla base del progetto in fase di sviluppo. Le tre associazioni sono infatti concordi sulla necessità di sottoscrivere veri contratti di filiera con almeno durata triennale e contenenti gli strumenti e le modalità per determinare il prezzo, la programmazione delle semine e la definizione degli standard di qualità dei prodotti e, inoltre, di intervenire sui prezzi per una giusta remunerazione dei produttori agricoli e fidelizzare i clienti.

I sostegni del Pnrr

Strategico all’intesa anche il riconoscimento nel PNRR del sostegno in favore dei patti di filiera, riconosciuto dalle organizzazioni uno strumento utile a elevare gli standard qualitativi del frumento biologico. Il progetto, avviato da Cia con Alleanza Cooperative e Italmopa, è aperto al coinvolgimento anche di altri partner interessati a valorizzare le produzioni destinate alla mangimistica e agli oli vegetali.

(ANSA).