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«IL RUOLO DEI TECNICI PROFESSIONISTI PER FAR EVOLVERE IL COMPARTO AGRICOLO»

«IL RUOLO DEI TECNICI PROFESSIONISTI PER FAR EVOLVERE IL COMPARTO AGRICOLO»

Il presidente di Aiab (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) Giuseppe Romano ribadisce il valore della competenza all’assemblea dei Periti Agrari di Roma.

Aiab ritiene essenziale il confronto con le professioni tecniche. Il momento secondo il presidente Giuseppe Romano è infatti strategico per il settore biologico, chiamato dal Green deal a fare evolvere tutto il sistema agroalimentare nella direzione della transizione ecologica.

Il ruolo dei professionisti

«Un passaggio importante per il bio – ha ribadito Romano all’Assemblea dei Periti agrari a Roma – è quello della necessità di dare sviluppo all’idea delle organizzazioni interprofessionali, realtà in cui i tecnici giocano un ruolo decisivo al fine di garantire anche attraverso queste strutture l’assistenza tecnica alle aziende, per produrre un prodotto biologico ancora più di qualità e in grado di competere sui mercati nazionali ed esteri».

Le sfide della Pac

«Queste ed altre sfide legate alla nuova Pac e al Piano d’azione nazionale per il bio attendono il comparto, ed è necessario oggi più che mai fare sistema tra Istituzioni, produttori bio, associazioni, cittadini e tecnici».

PROMOZIONE DEL BIO E MENSE SCOLASTICHE, LE PRIORITÀ DI AIAB

PROMOZIONE DEL BIO E MENSE SCOLASTICHE, LE PRIORITÀ DI AIAB

L’associazione, presente al Tavolo sul bio convocato dal sottosegretario D’Eramo, ha anche ribadito un secco no all’apertura alle nuove tecniche di manipolazione genetica nell’agricoltura biologica

«I temi che riguardano il settore del biologico sono tanti e tutti molto importanti, a cominciare dalla promozione del marchio Made in Italy per la qualificazione e la valorizzazione del prodotto italiano nel nostro Paese e all’estero».

Menù bilanciati nelle scuole

«Fondamentale, da questo punto di vista, anche condividere dei programmi di comunicazione coordinati, come possono essere ad esempio quelli nelle scuole per l’adozione di menu con frutta e verdura biologici». Aiab è stata tra i protagonisti della prima convocazione del tavolo politico di settore presso il Ministero di via XX Settembre e il presidente Giuseppe Romano spiega le priorità messe in fila dall’Associazione.

Tracciamento delle transazioni

«Abbiamo sollecitato – afferma – anche la creazione e la messa online di una banca dati delle transazioni, elemento fondamentale per riuscire a sburocratizzare e tracciare le movimentazioni del prodotto biologico».

No alle Nbt

«Abbiamo inoltre ribadito, trovando unanimità sul tavolo, il nostro secco no all’utilizzo di materiale propagativo proveniente da tecniche di evoluzione assistita (Nbt)».

La valorizzazione delle aree interne

«Al Sottosegretario – fa sapere ancora Aiab – abbiamo chiesto anche un tavolo di concertazione e di confronto con altri dipartimenti del Ministero che si occupano in particolare di Politiche Agricole perché c’è bisogno di un coordinamento che dal Piano di azione del Bio, di prossima pubblicazione, riesca a sostenere il lavoro delle Regioni, potendo così affrontare anche il temi come l’assistenza tecnica per le aziende agricole e la sburocratizzazione dei processi, che creano ad oggi un costo per tutta la filiera del bio». «Sosteniamo infine l’idea del sottosegretario D’Eramo di dare al bio un ruolo importante – conclude Romano – per il recupero, la valorizzazione e il miglioramento delle aree rurali e di montagna».

AIAB: «IL BIO È IL VERO MODELLO VINCENTE DI SOSTENIBILITÀ»

AIAB: «IL BIO È IL VERO MODELLO VINCENTE DI SOSTENIBILITÀ»

Lo dichiara il Presidente Giuseppe Romano che propone una convergenza di interessi per fare diventare il biologico come modello riferimento per il nostro sistema produttivo

«Parlare di agricoltura biologica oggi significa parlare di futuro e di sostenibilità, perciò i riflettori sono sempre più puntati verso questo tipo di attività che ha fatto tanta strada».

Una rete virtuosa

È quanto ha dichiarato Giuseppe Romano, presidente di Aiab (Associazione Italiana Agricoltura Biologica), intervenuto all’evento “C’era una volta il BIO”, promosso da Slow Food Roma, presso il Mercato Centrale. «Aiab – ha aggiunto Romano – ha fatto la storia del biologico italiano, mettendo in rete le tante realtà bio d’Italia e promuovendone gli interessi».

Un modello di riferimento

«Sicuramente – ha continuato – siamo soddisfatti della strada che abbiamo percorso e di dove siamo arrivati, ma sappiamo bene che ora come ora non possiamo fermarci, dobbiamo far sentire sempre di più la voce dei produttori biologici affinché questo modello di agricoltura che rispetta l’ambiente in modo certificato e garantito possa affermarsi sempre di più come modello principale di produzione agricola».

LE DRITTE PER LA SPESA BIO

LE DRITTE PER LA SPESA BIO

Un borsino digitale organizzato da Aiab punta a proporre ogni settimana i prodotti biologici più convenienti e di stagione

In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2022, celebrata domenica 16 ottobre, Aiab ha lanciato la sua iniziativa “La Spesa Bio”.  L’Associazione Italiana Agricoltura Biologica punta così a mettere in evidenza ogni settimana i prodotti ortofrutticoli biologici più convenienti.

Un borsino online

«Si tratta di una vera e propria borsa della spesa – sottolineano i promotori – per aiutare i consumatori a spendere meno e a mangiare bene puntando sul rapporto qualità/prezzo e sulla stagionalità dei prodotti».

Le rilevazioni settimanali vengono effettuate grazie alla collaborazione con Biosolidale, società specializzata nella vendita digitale di referenze bio.

Il servizio avrà la cadenza settimanale e verrà lanciato ogni venerdì sul sito di Aiab e sulla pagina facebook dell’associazione. «Abbiamo pensato – spiega Giuseppe Romano, presidente di Aiab – che in un momento così difficile per il nostro Paese dovevamo fare qualcosa di più per essere accanto alle famiglie, proponendo ogni settimana i prodotti biologici più convenienti e salutari».

I vantaggi del bio

«Un vero e proprio servizio che abbiamo voluto ideare per proporre i prodotti biologici in base alla stagionalità, promuovendo la produzione locale. Un binomio che garantisce qualità ad un minore costo». «Acquistare prodotti biologici – aggiunge Romano – significa contribuire a mantenere un alto livello di biodiversità. Inoltre, l’agricoltura bio permette di risparmiare anche a livello energetico, poiché consuma un terzo in meno dell’energia rispetto all’agricoltura convenzionale».

BIO-DISTRETTI, L’IDENTIKIT IDEALE ATTRAVERSO GLI OCCHI DEL COORDINATORE DELLA RETE AIAB

BIO-DISTRETTI, L’IDENTIKIT IDEALE ATTRAVERSO GLI OCCHI DEL COORDINATORE DELLA RETE AIAB

“Più che saldare e incollare, il filo unisce. È la traccia di un’intenzione comune, che cucita insieme diventa comune azione”, scriveva l’artista Maria Lai, molto vicina all’arte tessile.

Sebbene non è di arte tessile che ci andiamo a occupare, l’identikit del Bio-distretto, tracciato da Alessandro Triantafyllidis, coordinatore rete Aiab e Presidente del Bio-distretto Val di Vara, sembra esplicitare le linee guida di un progetto non troppo distante dall’immagine restituita da Maria Lai.

All’interno di questo progetto forte, infatti – come lui lo definisce – il bio sembra essere il forte fil rouge che tiene insieme i diversi attori di un territorio.

Agricoltori biologici, amministrazioni e associazioni locali, abitanti, sono tutti uniti da un patto, che genera lo sviluppo di una vera e propria economia verde.

Il bio è ciò che lega chi amministra il territorio con chi lo gestisce in senso pratico, a chi infine, lo abita.

L’unione avviene secondo le linee guida dello sviluppo ecologico, si costruisce a partire dal basso e in un’ottica di inclusività. È la stessa agricoltura a metodo bio a risultare inclusiva, perché attraverso questo processo, impara a legarsi al turismo come all’artigianato, quindi a differenti settori economici.

Il delinearsi di questa struttura si è generato da una vera e propria esigenza, racconta Triantafyllidis, questo spiega il nascere dei numerosi bio-distretti: 23 dei quali, hanno fatto proprie le linee guida Aiab – impegnata dal 2000 nello sviluppo di una rete in merito -; un’altra quindicina sono nati invece in autonomia o nell’ambito di altre associazioni.

Il coordinatore della rete continua l’identikit dal punto di vista della gestione del progetto.

Quasi sempre il bio-distretto è un’associazione non a scopo di lucro, per questo ricade nell’ambito del codice del Terzo Settore.

Aiab prevede che la maggioranza del consiglio direttivo di un bio-distretto, sia in mano al settore privato e agli operatori biologici, lo stesso vale per il presidente. Questa linea guida, garantisce che i produttori rimangano i veri protagonisti.

Molto lavoro di gestione dei distretti biologici, aggiunge, si basa sul volontariato, ma il passaggio a una gestione professionale delle attività è fondamentale per una buona efficienza del sistema.

Punto di arrivo ottimale per un progetto di questo tipo infatti, sarebbe il 100% di superficie coltivata a metodo biologico, ciò significa un territorio privo di pesticidi di sintesi.

La Val di Vara, fiore all’occhiello tra i bio-distretti Aiab, procede in questa direzione, con il 60% di superficie bio realizzata.

In origine l’agricoltura di questa zona non solo era poco impattante, ma si basava sul pascolo. Il Biologico, a partire dagli anni ’90 ha mantenuto il tessuto produttivo, fatto desistere dall’abbondono delle campagne alcuni giovani e ha permesso alle due grosse cooperative regionali presenti, di espandere il fatturato. Ciò ha favorito la fioritura di nuove realtà produttive.

Suolo e Salute, fin dal 1998, ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo del biologico in Val di Vara. Infatti, da oltre vent’anni ha istituito la sede regionale Liguria proprio a Varese Ligure, il Comune più importante della valle, e da allora ha avviato una stretta collaborazione con l’amministrazione locale, in particolare con il compianto Maurizio Caranza, l’allora sindaco, vero ideatore del progetto, e un presidio continuo delle attività. Oggi Suolo e Salute certifica quasi l’80% degli operatori biologici afferenti al Bio-distretto della Val di Vara.

Differente è il caso del bio-distretto Grecanico (Reggio Calabria), dove l’azione di Aiab si concretizza nel fare formazione affinché le famiglie presenti sul territorio si dedichino all’autoproduzione, seguendo il metodo biologico.

Non esiste ancora un bio-distretto a chiara tradizione biodinamica, aggiunge l’esperto, sebbene nei distretti biologici, le aziende biodinamiche ci siano, anche se non in vasto numero.

In termini di tutela legislativa dei bio-distretti, molto è stato aggiunto nella nuova e tanto attesa legge sul biologico, ora ferma alla Camera, racconta Triantafyllidis. Molto altro andrà definito nei decreti attuativi dove verranno fissati i criteri per il riconoscimento di un bio-distretto. È importante che venga riconosciuto, al fine di poter accedere a finanziamenti come i piani di sviluppo rurale.

A conclusione di questo viaggio, il coordinatore di Aiab ne cita un paio, da non perdere assolutamente per decifrare a occhio nudo il fenomeno nelle sue varianti: il Bio-distretto sociale di Bergamo, per la bellezza cittadina e le tante attività che vi si svolgono all’interno; e quello dei Colli Euganei, in provincia di Padova. Dove è possibile seguire gli itinerari dei vini biologici nel complesso termale locale.

Fonte: Il Manifesto