Suolo e Salute

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“ANTEPRIMA TERRA MADRE E FESTA DEL BIO”,  ACCOPPIATA VINCENTE AL MAXXI DI ROMA

“ANTEPRIMA TERRA MADRE E FESTA DEL BIO”, ACCOPPIATA VINCENTE AL MAXXI DI ROMA

Dal 24 al 26 maggio a Roma Slow Food e FederBio insieme con laboratori e Mercati della Terra

Una tre giorni per sensibilizzare i cittadini sul biologico, sulle pratiche agronomiche rispettose del suolo, delle risorse naturali e della biodiversità, ma anche sulla crisi climatica. È l’obiettivo di “Anteprima Terra Madre e Festa del Bio”, ospitata dal 24 al 26 maggio 2024 al Maxxi di Roma con incontri, conferenze, laboratori per famiglie e una mostra mercato con i produttori dei Mercati della Terra, dei presìdi Slow Food e del biologico del Lazio.

Sinergie nel nome dell’agroecologia

Voluta da Slow Food Italia, Regione Lazio, Arsial e FederBio, l’iniziativa unisce il messaggio e le attività rivolte al pubblico di queste due manifestazioni iconiche. «Quest’anno – dichiara all’agenzia Ansa Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio – la nostra Festa del Bio si unisce, nella tappa di Roma, ad Anteprima Terra Madre, consolidando la sinergia con Slow Food Italia e amplificando il comune impegno nella sensibilizzazione verso pratiche agroecologiche che rispettino l’ambiente e promuovano un’alimentazione consapevole». «L’area dedicata ai produttori con i “Mercati della Terra e del biologico del Lazio -aggiunge – è la rappresentazione concreta che agroecologia e sovranità alimentare sono due facce della stessa medaglia strettamente coerenti con il biologico e il biodinamico».

Educazione alimentare nelle scuole

Per l’evento, sono attesi 200 giovani attivisti di 30 organizzazioni per confrontarsi su cibo, clima e bellezza. «La Madre Terra – osserva Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia – ci sta chiedendo il conto per come l’abbiamo trattata negli ultimi decenni inseguendo il falso mito dello sviluppo infinito».

Slow Food lancia a Roma anche l’iniziativa “Col cibo si educa, col cibo si cambia”. Una raccolta firme voluta dal fondatore di Slow Food Carlo Petrini per chiedere al Governo di introdurre l’educazione alimentare nelle scuole di ogni ordine e grado.

L’AGROECOLOGIA PRODUCE EFFETTI POSITIVI SUL FRONTE SOCIO-ECONOMICO

L’AGROECOLOGIA PRODUCE EFFETTI POSITIVI SUL FRONTE SOCIO-ECONOMICO

Non solo tutela dell’ambiente: le pratiche agricole virtuose rinsaldano le economie dei territori interni. La conferma da uno studio della Sant’Anna di Pisa

L’agroecologia non fa bene solo all’ambiente ma anche all’economia e alla coesione sociale dei territori interni. La conferma viene da una recente review realizzata da Paolo Barberi e colleghi dell’Istituto Sant’Anna di Pisa appena pubblicata su Agronomy for Sustainable Development (clicca per accedere allo studio).

Al vaglio 13mila lavori scientifici

Grazie all’analisi di oltre 13.000 lavori scientifici, la metanalisi  dimostra chiaramente che le pratiche agroecologiche hanno anche effetti positivi dal punto di vista socio-economico, aspetto che finora era stato un trascurato da altri lavori scientifici.

AGROECOLOGIA, AGRICOLTURA RIGENERATIVA, NATURALE E BIOLOGICA: COMPETIZIONE O ARMONIA?

AGROECOLOGIA, AGRICOLTURA RIGENERATIVA, NATURALE E BIOLOGICA: COMPETIZIONE O ARMONIA?

Un dibattito controverso al centro dell’edizione 2024 di Biofach

Il biologico non è più solo: vari movimenti hanno principi e strategie simili. L’edizione 2024 del Biofach apre il confronto tra percorsi di sostenibilità spesso convergenti, talvolta discordanti discutendone le prospettive scientifiche (nell’evento organizzato da FiBL il 14 febbraio sala 3A) e politiche (nella giornata del 13 febbraio nel Focus organizzato da IFOAM Organics International, Regeneration International e Agroecology Europe/FAO).

Le differenze non balzano agli occhi

Il sito BioEcoActual anticipa il dibattito in un articolo che descrive pregi e difetti di ognuno di questi modelli produttivi.

Markus Arbenz del Fibl, autore del pezzo, evidenzia che la filosofia e i principi del biologico e dell’agroecologia si sovrappongono nella loro natura e che spesso le differenze sono maggiori all’interno dei movimenti che tra di loro. «Il successo del bio – conclude- è legato soprattutto alla sua riconoscibilità».

Sinergie vincenti

«La sua affinità con il mercato e la sua rigidità (ad esempio, nessun input sintetico o nessu OGM in ogni caso) non lo rendono però altrettanto attraente per la politica internazionale, pronta a tradirlo alla prima occasione». Il termine “Agroecologia” sarebbe quello più corretto per descrivere obiettivi e strategie, ma non ha un adeguato appeal sul mercato. «Insieme al bio può però avere successo». «Cerchiamo quindi di essere intelligenti, di utilizzare una varietà di termini e concetti e di seguire strategie sinergiche per raggiungere il nostro obiettivo generale di un’agricoltura e di sistemi alimentari veramente sostenibili».

AGROECOLOGIA A STELLE E STRISCE

AGROECOLOGIA A STELLE E STRISCE

Un milione di euro per il progetto di ricerca della Penn State University che mira ad individuare le corrette rotazioni del mais in grado di ridurre le malerbe senza eccedere nelle lavorazioni meccaniche e rispettando così la salute del suolo

Produrre cibo nel rispetto dell’ecosistema, del territorio e del contesto sociale delle comunità rurali. Una filosofia zen che sembra lontana dal pragmatismo economico degli Stati Uniti. Invece l’agricoltura biologica è in crescita negli States e sdogana i precetti dell’agroecologia anche nel corn belt. Fino a spingere il potente Usda, il dipartimento federale dell’agricoltura, a guardare al futuro stanziando cospicui fondi per le ricerche sulla salute e la fertilità organica del suolo attraverso l’ Organic Transitions Program (Org). Un milione di dollari è ad esempio destinato alla Penn State University (Università statale della Pennsylvania) per trovare il giusto equilibrio tra la salvaguardia del suolo e l’eliminazione meccanica delle erbe infestanti nell’agricoltura biologica.

Meno lavorazioni, please

«La lavorazione del terreno – spiega Jason Kaye, professore di biochimica del suolo alla Penn State e coordinatore del progetto- è uno strumento comune per il controllo delle erbe infestanti, soprattutto nei sistemi biologici, ma disturba anche il suolo, degradandone la fertilità a lungo termine». «Il nostro obiettivo è informare gli agricoltori sul rischio di selezione di specie perenni e sulle rotazioni che sopprimono tali infestanti, migliorando la salute del suolo».

Sovesci e erbai perenni

La ricerca prevede il confronto di miscele di specie da sovescio per valutarne l’influenza sulla crescita delle erbe infestanti, valutando al contempo la salute fisica e biologica del suolo. Un altro aspetto in valutazione riguarda la redditività della rotazione del mais con erbai perenni e cover crop rispetto a due anni di colture annuali da reddito come soia e grano.

L’AGRICOLTURA SOSTENIBILE CREA VALORE: UN LIBRO LO RACCONTA

L’AGRICOLTURA SOSTENIBILE CREA VALORE: UN LIBRO LO RACCONTA

L’agroecologia è ormai un’esperienza diffusa, capace di creare reddito, legami e collaborazioni. Per questa ragione Legambiente ha scelto di dedicare all’argomento il rapporto “Ambiente Italia 2021”: all’interno, dati e alcune storie, approfondite poi in un libro.

Se esisteva un’epoca in cui l’agricoltura sostenibile, rispettosa dell’ambiente circostante, era un sogno di alcuni, ben poco raggiungibile; nella contemporaneità la situazione è cambiata. Si tratta di una realtà diffusa, di un settore in crescita e funzionante.

Le testimonianze di chi è andato fino in fondo a questo tipo di progetto, raccontano come, chi investe  in agricoltura sostenibile, riesce a mangiarci e a trasformare la qualità dei prodotti, avendo cura della natura dalla quale provengono.

L’iniziativa di Legambiente

Per questa ragione, Legambiente, ha deciso di dedicare il rapporto “Ambiente Italia 2021” proprio al tema dell’agroecologia; trasformandolo in una pubblicazione intitolata: “Agroecologia circolare – Dal campo alla tavola. Coltivare biodiversità e innovazione.

Il testo, a cura di Angelo Gentili e Giorgio Zampetti, esamina l’urgenza di una normativa che stabilizzi, a livello nazionale ed europeo, un modo di praticare l’agricoltura generatore di valore.

L’agricoltura sostenibile crea lavoro, attira giovani appassionati e qualificati e li riunisce perché accomunati da valori simili. Lo stesso vale per le aziende, i comuni, le reti e i consorzi. Si aggregano, diventando così più efficaci e potendo rivendicare un maggiore potere contrattuale. È il caso dei bio-distretti.

I contenuti del testo

Il libro analizza la realtà attuale e propone percorsi possibili. Passa in rassegna le politiche attualmente in atto nel settore e il ruolo dell’agricoltura, nell’affrontare e determinare soluzioni, nei confronti della crisi climatica.

Scorrendo le pagine inoltre, scopriamo il susseguirsi di storie: di chi ha investito e continua a farlocon aziende piccole o grandi -, nell’agricoltura biologica e sostenibile.

Vi è la vicenda di Valentina Capone, apicultrice originaria di Amatrice. Quella dell’azienda Canetti, nella provincia di Ferrara, dove crescono rigogliose le barbabietole. Vi è il racconto dell’olio dei fratelli Franci, in Val d’Orcia e quello dei melograni della Kore, in Sicilia, unito a tantissimi altri.

Numerose e differenti sono le realtà che hanno dato fiducia a questa modalità di produzione e che, a parer nostro, hanno fatto bene.

 

Fonte: Repubblica

AGROFORESTAZIONE: UNA TAPPA IMPORTANTE NEL PERCORSO ALLA “CARBON FARMING”

AGROFORESTAZIONE: UNA TAPPA IMPORTANTE NEL PERCORSO ALLA “CARBON FARMING”

Il CIB – Consorzio italiano Biogas, ha presentato alcuni giorni fa, nell’ambito dell’Eco Futuro Festival di Padova: Farming for Future, progetto per la riconversione agroecologica dell’agricoltura italiana, che consta nei suoi principali interventi d’azione di dieci buone pratiche.

Tra le dieci, a una in particolare è stato dato risalto all’interno del Festival: l’agroforestazione.

Tale pratica consiste nell’integrazione di alberi e colture agricole su una stessa superficie. Questa concentrazione, permette un incremento della cattura di CO2 dall’atmosfera molto più stabile, oltre a un maggiore stoccaggio di carbonio nel suolo che ne aumenta la fertilità.

La biodiversità del terreno, beneficia così dell’arricchimento dei nutrienti fornito in profondità dagli apparati radicali degli alberi, una vera e propria rigenerazione e una tappa tanto proficua quanto significativa, nel percorso della “Carbon farming”.

Per le aziende agricole, sottolinea CIB, adottare questa buona pratica, rappresenta una scelta fortemente innovativa, oltre che sostenibile, perché agevola e favorisce il ripristino della biodiversità, laddove i terreni possono essere stati danneggiati; limita la loro erosione e ne aiuta la conservazione, oltre ad offrire un sostanziale apporto alla mitigazione del cambiamento climatico.

I sistemi silvoarabili ovvero l’impianto di alberi in filari consociati con colture agrarie, fanno parte della progettazione dell’agroforestazione e riducono le problematiche ambientali, massimizzando il sequestro di carbonio nei suoli.

La presenza degli alberi
, riduce inoltre l’evapotraspirazione; migliora la difesa delle falde e preserva la tutela del paesaggio.

Vantaggiose per il pianeta e per gli agricoltori, le pratiche agroforestali risultano competitive, poiché riescono ad immagazzinare maggiore quantità di carbonio rispetto alle pratiche convenzionali, magari meno complesse da gestire, ma certamente non altrettanto proficue e salutari nel lungo periodo.

 

Fonte: Green report