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Corso di perfezionamento in conversione al bio: scadenza iscrizioni 15 luglio

Il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche dà il via al corso di perfezionamento in “Esperto in gestione della conversione alle produzioni biologiche”.

Il corso, attivo a partire dall’Anno accademico 2016-17 ha lo scopo di formare tecnici in grado di fornire servizi alle aziende desiderose di attuare e mantenere la conversione al bio.

Obiettivi del Corso di perfezionamento

Il Corso di perfezionamento sarà finalizzato a creare tecnici esperti, in grado di supportare le aziende agricole e agroalimentari in materia di gestione, conversione e mantenimento della certificazione prevista dal regolamento CE834/07, relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e biodinamici.

Il corso si svolgerà presso le strutture del dipartimento D3A. La durata è di circa 6 mesi e le lezioni saranno distribuite in 20 fine settimana (formula weekend), in un periodo che va dal 1 settembre 2017 al 17 febbraio 2018.

L’attività didattica complessiva consta di 440 ore di formazione. Di queste, 160 saranno di didattica frontale e 20 di tirocinio pratico presso aziende agricole.

Il Corso di perfezionamento è suddiviso in tre moduli. Il primo modulo sarà finalizzato a fornire gli strumenti generali necessari a formare la figura del professionista che opera nel contesto delle produzioni agroalimentari biologiche e biodinamiche (durata 40 ore).Il secondo modulo verterà sulla produzione vegetale secondo il metodo biologico e biodinamico (durata 80 ore).Infine, il terzo modulo riguarderà l’integrazione della filiera (40 ore).

Al termine del corso saranno previsti un esame scritto e una prova pratica.

A chi si rivolge?

Possono partecipare al bando di ammissione: imprenditori agricoli e dipendenti di aziende agricole; dipendenti di aziende agroalimentari; laureandi o laureati in discipline scientifiche inerenti al settore, come ad esempio Tecnologie Alimentari, Scienze e Tecnologie agrarie; Scienze delle produzioni animali…; periti agrari e consulenti.

Le iscrizioni si chiuderanno il 15 luglio 2017.

FONTI:

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1182

http://www.univpm.it/Entra/Corsi_di_perfezionamento_1

Agricoltura bio: il Consiglio europeo rimanda l’approvazione delle nuove norme

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 12 e il 13 dicembre si è riunito il Consiglio europeo “Agricoltura e Pesca” con diversi punti all’ordine del giorno: dai limiti di cattura per i pescherecci, passando per il rafforzamento degli agricoltori nella filiera alimentare e nella lotta al commercio sleale, per finire con i cambiamenti climatici e lo sfruttamento del suolo.

Tra i temi in discussione, gli operatori del comparto agroalimentare italiano attendevano soprattutto la definizione delle nuove norme sul biologico. Norme che però non sono state approvate e la cui discussione si rimanda al prossimo semestre europeo, a presidenza maltese.

Consiglio europeo: “Nessun accordo sul bio nel 2016”

Il semestre di presidenza slovacca, che si concluderà alla fine di quest’anno, aveva tra le proprie priorità quella di arrivare all’approvazione delle nuove norme sull’agricoltura biologica, come previsto nell’ordine del giorno Consiglio europeo del 12/13 dicembre. Ciò non è stato possibile.

Troppo diverse le posizioni in campo. Non è stato possibile trovare una soluzione di compromesso che appianasse le divergenze su questioni come la coltivazione in serra, le deroghe attive per il settore e la contaminazione accidentale da agrofarmaci, tema particolarmente sentito dagli operatori di settore.

La bozza sul nuovo regolamento Ue per il bio è stata presentata quasi tre anni fa, nel marzo 2014, dall’allora commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Dacian Cioloș. La situazione è in stallo da allora.

«Nonostante i considerevoli progressi fatti negli ultimi triloghi, nessun accordo potrà essere raggiunto entro la fine dell’anno. Questo a causa dell’impossibilità di trovare un compromesso relativamente a emissioni, deroghe alla raccolta dei dati, sementi e sostanze non autorizzate», si legge nella nota ufficiale di Bruxelles, rilasciata a margine dell’incontro.

Le preoccupazioni della vigilia

Nel mondo dell’agricoltura biologica e negli ambienti istituzionali italiani, c’era un diffuso timore sulle possibili nuove regole in corso di approvazione presso il Consiglio europeo. Si sospettava una riforma poco incisiva, ‘annacquata’ secondo alcuni, che avrebbe minacciato il settore invece di favorirlo.

Così si è espresso per esempio Paolo De Castro, coordinatore del gruppo S&D della Commissione Ue presso il Parlamento europeo:

«Se il risultato del processo di riforma dovesse finire per peggiorare lo staus quo, meglio sarebbe non approvare il nuovo regolamento. Al momento sembra che, invece di sostenere il settore bio in Europa, il processo di revisione lo stia minando».

Preoccupazioni che riecheggiavano anche nel giudizio di Vincenzo Vizioli, presidente Aiab (Associazione italiana agricoltura biologica):

«Il settore biologico non può permettersi di scendere a compromessi con le logiche di mercato. Se devono passare posizioni peggiorative e che non garantiscono a pieno i consumatori e i produttori seri, l’opzione del nulla di fatto è la mena dolorosa». Secondo Vizioli, la discussione dovrebbe partire dalle debolezze da correggere nel settore, «invece di convalidare un sistema ‘quasi’ biologico».

Paolo Parisini, presidente della Federazione nazionale dell’agricoltura biologica di Confagricoltura, denunciava il rischio «di approvare regole che annacquerebbero la qualità della produzione agricola biologica italiana ed europea». Scelte che avrebbero quindi messo «in pericolo un settore in forte espansione».

Consiglio europeo Agricoltura e Pesca, le altre decisioni

Non sono mancate le novità sul fronte del comparto agroalimentare nel corso del consiglio europeo di lunedì e martedì.

La più importante, l’adozione da parte dell’organo comunitario di una conclusione sul rafforzamento della posizione degli agricoltori nella filiera alimentare e sulla lotta contro le pratiche commerciali sleali.

Nel provvedimento, il Consiglio suggerisce a Commissione Ue e Stati membri alcuni provvedimenti da adottare per ripartire più equamente i rischi lungo tutta la filiera agroalimentare. Si suggerisce in particolare di rafforzare la stipula dei contratti e migliorare la trasparenza del mercato.

I ministri dell’agricoltura dei diversi Stati membri hanno poi espresso apprezzamento per le recenti decisioni della Commissione sulla creazione di un regolamento sull’uso del suolo, i cambiamenti di uso del suolo e la silvicoltura (regolamento LULUCF).

I ministri hanno infine concordato sul contributo che l’agricoltura può dare alla mitigazione dei cambiamenti climatici e si dichiarano pronti a intervenire sulla gestione sostenibile delle foreste.

FONTI:

http://www.consilium.europa.eu/it/meetings/agrifish/2016/12/12-13/

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3115

http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/37435/dallestero/biologico-leuropa-decide-di-non-decidere

http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/37426/in-primo-piano/bruxelles-fari-puntati-sulla-riforma-bio-italia-preoccupata

Filiera agroalimentare: in arrivo piano Ue contro pratiche sleali

filiera-agroalimentareFiliera agroalimentare: stop a pratiche sleali.

L’Unione Europea implementerà nei prossimi mesi un quadro normativo che si occupi della riduzione delle pratiche sleali nella filiera agroalimentare.

È quanto emerge da un lancio dell’agenzia ANSA, che ha potuto consultare in anticipo il piano europeo. I dettagli del progetto sono stati presentati ai ministri dell’agricoltura dei 28 Paesi membri dal commissario europeo all’agricoltura, Phil Hogan, il 15 novembre.

Un lavoro che ha impiegato quasi un anno. A partire da gennaio 2016, un gruppo di 12 esperti ha lavorato alla realizzazione di un documento contenente delle raccomandazioni per i mercati agricoli. Quella presentata dalla Task force nei giorni scorsi è solo una bozza del rapporto complessivo. I dettagli del piano andranno affrontati punto per punto nel quadro delle procedure legislative ordinarie del Parlamento Europeo.

All’interno della bozza presentata, si raccomanda di creare norme specifiche per mettere un freno alle pratiche sleali nella filiera agroalimentare.

I 12 esperti hanno infatti invitato le istituzioni europee a fissare un quadro di riferimento, cosiddetto baseline, per individuare il numero e la definizione di tutte le pratiche sleali riconosciute a livello europeo. La Task force ha inoltre raccomandato di istituire un “organismo pubblico indipendente” che sia in grado assicurare un’efficace azione di contrasto a tali pratiche scorrette. In particolare, saranno inserite norme relative ai ritardi dei pagamenti, nonché alle modifiche unilaterali e retroattive dei contratti in corso.

Gli altri punti toccati dal rapporto sono stati: trasparenza sulla formazione dei prezzi nella filiera agroalimentare; riconoscimento di deroghe al principio di concorrenza in favore delle organizzazioni di agricoltori; maggiore sostegno della gestione del rischio con assicurazioni e fondi mutualistici ad hoc.

Hogan: “Gli agricoltori saranno più forti”

Soddisfazione negli ambienti istituzionali europei per la presentazione del piano.

Secondo le parole di Hogan, dopo le numerose crisi subite dal comparto agroalimentare europeo, è necessario oggi “rafforzare gli agricoltori nella catena alimentare, perché abbiano la giusta remunerazione per i loro prodotti. Esamineremo la relazione e le sue raccomandazioni per fornire risposte politiche adeguate”.

Sul lavoro della Task force è intervenuto anche Paolo De Castro, europarlamentare e coordinatore del Gruppo S&D in commissione agricoltura del Parlamento europeo, che ha sottolineato come quelli posti non siano “temi nuovi. A essere nuova, però, sembra essere la determinazione del commissario a dare seguito alle iniziative richieste. Dalla creazione di un quadro legislativo Ue sulle pratiche commerciali sleali fino ai richiami sulla necessità di chiarire il rapporto tra politica agricola e norme sulle concorrenza, si tratta di raccomandazioni in sintonia con il lavoro della commissione agricoltura del Parlamento europeo e ci rallegriamo del fatto che il commissario Hogan voglia farle proprie”.

FONTI:

http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2016/11/14/agricoltura-de-castro-sintonia-tra-esperti-e-pe-su-filiera_904889e0-3687-4cfe-b452-e4ae769b6f71.html http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2016/11/14/agricoltura-de-castro-sintonia-tra-esperti-e-pe-su-filiera_904889e0-3687-4cfe-b452-e4ae769b6f71.html

Brevetti: novità UE sui prodotti agroalimentari

La notizia arriva da No Patents On Seeds!, coalizione di organizzazioni e associazioni preoccupate dall’impatto che i brevetti posti su piante, semi e animali da allevamento possono avere su allevatori, coltivatori e biodiversità.

La Commissione europea prende posizione sui brevetti nel settore agroalimentare.

Lo fa attraverso una nota esplicativa in cui si spiega che le piante e gli animali ottenuti attraverso tecniche di allevamento e coltivazione “essenzialmente biologiche” non possono essere sottoposti a brevetti.

Secondo la coalizione, la nota della Commissione UE si pone “in forte contraddizione con la pratica attuale dell’European Patent Office (EPO), che ha già concesso più di 100 brevetti sulla coltivazione convenzionale, come per esempio sui pomodori e sui broccoli”.

Brevetti su piante e animali: interpretazione inaccettabile

Stando ai rappresentanti di No Patents On Seeds!, l’EPO, l’ufficio dei brevetti europei, già nel marzo del 2015, confermava una “interpretazione inaccettabile” dell’attuale legge sull’esclusiva nei prodotti agricoli e da allevamento.

Mentre i processi di allevamento [e coltivazione] non possono essere brevettati, le piante e gli animai derivanti da tali processi sono brevettabili”, scrivevano Cristoph Then e Ruth Tippe, membri dell’associazione, in un report sull’argomento.

La dichiarazione della Commissione europea rappresenta quindi un passo in avanti importante. “È un successo enorme per le organizzazioni della società civile e le migliaia di persone che lottano contro i brevetti su piante e animali”, dichiara Christoph Then.

Gemse auf einem rustikalem Tisch aufgeschnitten“In ogni caso, la dichiarazione della Commissione non è legalmente vincolante e avrà bisogno di ulteriori definizioni per diventare efficace. Il compito dei governi europei è ora quello di riportare l’EPO sotto il controllo politico”.

La decisione, secondo gli attivisti, rispecchia le richieste del Parlamento europeo sull’argomento, nonché le posizioni ufficiali assunte dai governi di Austria, Germania, Olanda e Francia. In questi Paesi, la legge ha già proibito la registrazione di marchi su piante e animali.

Nel giugno di quest’anno, No Patents On Seeds! ha raccolto e consegnato all’EPO 800mila firme per mettere un freno alla sua politica sul brevetto dei prodotti agroalimentari.

Nuove richieste

La coalizione ha richiesto inoltre un’altra serie di chiarificazioni da parte della Commissione europea sul tema.

Richiedono in particolare che la definizione di “essenzialmente biologico”, includa tutti i metodi e i materiali bio utilizzati nella coltivazione tradizionale. Nuove misure legali, inoltre, sono necessarie “per assicurarci che le proibizioni non possano essere eluse”.

FONTI:

http://ec.europa.eu/DocsRoom/documents/19622?locale=it

http://no-patents-on-seeds.org/en/information/news/eu-commission-says-plants-and-animals-derived-conventional-breeding-should-be-regar

http://no-patents-on-seeds.org/sites/default/files/news/report_patents_on_seeds_time_to_act_2016.pdf

Continua a crescere l’export dei prodotti europei

Diffusi i dati dell’ultimo rapporto mensile sul commercio agroalimentare dell’Ue. Secondo il documento, l’export di prodotti agroalimentari da parte dell’Ue, verso Paesi terzi, ha raggiunto nel marzo 2016 un valore pari a 11,3 miliardi di euro, circa un miliardo in più rispetto a febbraio 2016.

Il settore che ha fatto registrare la percentuale di crescita più alta dei valori mensili riguarda le spedizioni effettuate verso la Cina (+11,8% rispetto all’anno precedente).

Nel corso degli ultimi 12 mesi, le esportazioni verso questo Paese hanno toccato un valore pari a 10,7 miliardi di euro. Bene anche quelle dirette verso l’Ucraina, la Giordania e la Cambogia.

Infine, anche il valore delle esportazioni verso La Russia ha subito un incremento a marzo 2016, registrando una crescita del 5,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

prodotti biologici

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma quali sono i prodotti più richiesti?

Per valori mensili di esportazione, è la carne di maiale ad aggiudicarsi il primato, seguita da semi oleosi, preparati alimentari e vino. Quest’ultimo, si è aggiudicato un più 8% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore di mercato di ben 783 milioni di euro.

In calo invece, rispetto al 2015, l’andamento del grano e di altri cereali.

Per quanto riguarda le importazioni agroalimentari provenienti da Paesi terzi, nel periodo che va da aprile 2015 a marzo 2016, il loro valore ha raggiunto i 113 miliardi di euro,  pari a un aumento del 6,4% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. La crescita maggiore ha riguardato in questo caso i prodotti provenienti da Usa e Argentina.

Fonti:

http://ec.europa.eu/agriculture/newsroom/278_en.htm

http://ec.europa.eu/agriculture/trade-analysis/monitoring-agri-food-trade/2016-03_en.pdf

 

Giornata nazionale della qualità agroalimentare

Si terrà a Roma, il 17 febbraio ore 9.15 presso l’Hotel Quirinale, la “Giornata nazionale della qualità agroalimentare”, un’iniziativa promossa dal Ministero delle Politiche Agricole e realizzata da Ismea, con l’obiettivo di coinvolgere gli operatori del comparto DOP IGP italiano sui fattori strategici di sviluppo. All’incontro è stato invitato a partecipare anche Suolo e Salute. Durante la giornata saranno organizzati sette gruppi di lavoro sui temi specifici del settore delle Indicazioni geografiche e partecipati dai principali stakeholder, con lo scopo di individuare alcune delle direttrici di sviluppo del settore in un’ottica bottom-up. Ogni gruppo sarà coordinato da un esperto qualificato che, sulla base degli stimoli dei partecipanti al tavolo, realizzerà un documento sintetico di proposta che, integrato a quelli provenienti dagli altri tavoli, vada costituire l’agenda delle attività strategiche della qualità agroalimentare italiana.

giornata qualità agroalimentare

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il programma della giornata:

Ore 09.10 – Accredito partecipanti Luca Sani – Presidente Comagri Camera dei deputati Roberto Formigoni – Presidente Comagri Senato

Ore 09.30 – Relazioni introduttive Ferdinando Ferrara – Capo Gabinetto Ministero delle politiche agricole Raffaele Borriello – Direttore Generale Ismea

Ore 10.00 – Presentazione del Rapporto Ismea Qualivita 2015 Fabio del Bravo – Dirigente Ismea Alberto Mattiacci – Prof. Sapienza Università – Comitato scientifico Qualivita

Ore 10.30 – Riunione Gruppi di lavoro

Ore 12.00 – Interventi dei coordinatori dei gruppi di lavoro

Ore 12.30 – Linee per una strategia italiana per la qualità dell’agroalimentare Luca Bianchi – Capo dipartimento Ministero delle politiche agricole Stefano Vaccari – Capo dipartimento Ministero delle politiche agricole Giuseppe Blasi – Capo dipartimento Ministero delle politiche agricole Giuseppe Liberatore – Presidente Aicig Francesco Liantonio – Vice Presidente Federdoc Paolo De Castro – Comagri Parlamento europeo

Ore 13.30 – Conclusioni

Per iscriversi è necessario accreditarsi sul sito www.qualivita.it

Fonte: www.qualivita.it