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AIAB: URGENTE MODIFICARE IL DECRETO 148/2023

AIAB: URGENTE MODIFICARE IL DECRETO 148/2023

Basta alle sanzioni sproporzionate per l’agricoltura biologica

Il Decreto 148/2023 limita la crescita del settore. L’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB) denuncia una significativa sproporzione nel regime sanzionatorio applicato al settore dell’agricoltura biologica rispetto ad altri comparti del sistema agroalimentare nazionale. “Se l’obiettivo del Governo è quello di penalizzare il comparto che più rappresenta l’eccellenza agroecologica italiana, allora possiamo dire che è tristemente centrato” – dichiara Giuseppe Romano, presidente di AIAB – “Il biologico rappresenta una realtà economica che conta oltre 94.000 operatori, oltre 80.000 aziende agricole, che contribuisce in maniera significativa all’export del Made in Italy, tutela i suoli e rappresenta una delle principali strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici. Eppure, oggi è sottoposto a un impianto normativo e sanzionatorio tra i più gravosi dell’intero settore primario.”

Continuando così non facciamo gli interessi delle imprese bio italiane fortemente in deficit competitivo rispetto agli altri Paesi UE. Infatti le sanzioni amministrative, al momento, esistono solo in Italia.

I dati ICQRF 2024, parlano chiaro: il settore biologico ha subìto una media per sanzione di oltre € 6.000  contro gli scarsi € 1.300 per sanzione di altri comparti dell’agroalimentare regolamentato.

“Ciò che risulta allarmante – prosegue Romano – è che il biologico, settore strutturalmente soggetto a controlli più frequenti e onerosi, venga trattato con un accanimento normativo che, se non riformato, rischia di svuotare il comparto di operatori, scoraggiando l’adesione e mettendo a rischio una parte strategica della transizione agroecologica italiana.”

Appello al Ministero per una revisione del decreto

AIAB lancia un appello al Sottosegretario Luigi D’Eramo e al ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) Francesco Lollobrigida per avviare con urgenza una revisione del Decreto Legislativo n. 148/2023, ritenuto eccessivamente penalizzante per le aziende biologiche e per tutto il comparto.

“Tale impianto normativo – aggiunge Romano – seppure nato con l’intento di armonizzare i controlli, si è trasformato in uno strumento sproporzionatamente repressivo. Non si può chiedere agli operatori del bio di essere pionieri della sostenibilità e contemporaneamente sottoporli a un regime sanzionatorio più severo di quello applicato ad altri settori che contribuiscono meno alla tutela dell’ambiente e alla sicurezza alimentare.”

AIAB invita infine tutti gli attori del biologico: occorre compattezza per ottenere una normativa più equa e sostenibile. Senza una risposta collettiva, rischiamo di assistere al progressivo smantellamento di uno dei settori più innovativi e virtuosi del nostro sistema agroalimentare.

Fonte: AIAB denuncia sanzioni sproporzionate per l’agricoltura biologica: “Urge revisione del Decreto 148/2023” – Green Planet

AGRICOLTURA SOCIALE IN UMBRIA: SEI BIO AS, IL PROGETTO AIAB PER L’INCLUSIONE E LA FORMAZIONE NEI CAMPI BIOLOGICI

AGRICOLTURA SOCIALE IN UMBRIA: SEI BIO AS, IL PROGETTO AIAB PER L’INCLUSIONE E LA FORMAZIONE NEI CAMPI BIOLOGICI

La Scuola Esperienziale Itinerante di Bio Agricoltura Sociale accompagna persone fragili in un percorso formativo tra aziende agricole biologiche umbre, promuovendo inclusione, autonomia e nuove opportunità lavorative

 

Il progetto SEI Bio AS – Scuola Esperienziale Itinerante di Bio Agricoltura Sociale, promosso da AIAB Umbria, è ripartito per la terza annualità, offrendo un’esperienza concreta di agricoltura sociale in Umbria rivolta a persone con fragilità e a rischio di emarginazione.

L’iniziativa rappresenta un esempio virtuoso di integrazione tra agricoltura biologica, inclusione sociale e formazione sul campo, coinvolgendo aziende agricole, famiglie, servizi territoriali e Comuni.

 

SEI Bio AS: una scuola esperienziale tra campi e persone

Il progetto si articola come un vero e proprio percorso didattico diffuso: le persone selezionate dai servizi sociali e dalle comunità di riferimento vengono affiancate da operatori sociali AIAB e inserite in aziende agricole biologiche umbre, dove partecipano attivamente al lavoro agricolo.

 

Il metodo: imparare facendo, accanto agli agricoltori

L’approccio educativo si basa sul principio del “fare per conoscere”. Gli agricoltori diventano tutor e il campo agricolo si trasforma in aula formativa. Ogni partecipante segue un calendario prestabilito che prevede attività stagionali in aziende a diverso indirizzo produttivo, offrendo una formazione agricola pratica, immersiva e rispettosa dei tempi della natura e della persona.

I prodotti bio sociali nel gruppo d’acquisto G.O.D.O.

I frutti del lavoro nelle aziende aderenti al progetto – tutte socie di AIAB Umbria – sono disponibili per i consumatori attraverso il G.O.D.O. – Gruppo Organizzato di Domanda e Offerta. I prodotti riportano il marchio AIAB Bio Agricoltura Sociale, sinonimo di sostenibilità, inclusione e qualità.

Questo modello dimostra come il biologico possa coniugare attenzione per l’ambiente, qualità nutrizionale e valore sociale, proteggendo la biodiversità e valorizzando le persone coinvolte nei processi produttivi.

 

Obiettivi sociali e formativi del progetto

Lanciato nel 2022 grazie al sostegno della Fondazione HHS di Stoccarda e alle Opere Pie Riunite di Perugia, il progetto mira a:

  • Sperimentare un modello di welfare partecipato utile ai Comuni
  • Realizzare laboratori formativi per persone fragili, trasmettendo competenze in agricoltura biologica
  • Favorire occasioni di relazione, socializzazione e sviluppo personale
  • Fornire sbocchi occupazionali concreti o esperienze professionalizzanti

Conoscenze agricole, socializzazione e opportunità di lavoro

Le attività in azienda si svolgono da maggio a novembre. Al termine del percorso, una parte dei fondi viene utilizzata per sostenere l’assunzione – anche temporanea – dei partecipanti, come riconoscimento del lavoro svolto e completamento del progetto educativo.

Cucina, competenze e inclusione: novità della terza edizione

A dicembre, durante il periodo di minore attività agricola, è previsto un corso di cucina accessibile, tenuto da uno chef specializzato nella didattica rivolta a persone con spettro autistico. Questo modulo amplia le competenze acquisite e promuove nuove possibilità di inserimento lavorativo nel settore della ristorazione sociale o solidale.

Un welfare partecipato: i Comuni sostengono SEI Bio AS

Il progetto gode del sostegno crescente delle amministrazioni locali. Oltre al Comune di Bevagna, che ha partecipato al bando PSR, anche il Comune di Perugia ha aderito ufficialmente al progetto con la delibera di Giunta N. 382 del 13/11/2024, riconoscendo il valore del modello come strumento concreto di welfare territoriale.

https://sinab.it/bionovita/umbria-riparte-la-scuola-esperienziale-itinerante-di-bio-agricoltura-sociale/

NASCE LA BIO-ALLIANZ: ALLEANZA EUROPEA PER RAFFORZARE L’AGRICOLTURA BIOLOGICA TRANSFRONTALIERA

NASCE LA BIO-ALLIANZ: ALLEANZA EUROPEA PER RAFFORZARE L’AGRICOLTURA BIOLOGICA TRANSFRONTALIERA

Sette organizzazioni leader del biologico in Austria, Germania e Alto Adige lanciano la Bio-Allianz e.V., una nuova piattaforma strategica per promuovere la cooperazione europea nel settore dell’agricoltura biologica

Il18 giugno 2025, in occasione delle giornate dedicate all’agricoltura biologica presso il Wassergut Canitz in Sassonia (Germania), è stata ufficialmente presentata la Bio-Allianz e.V., una nuova alleanza transfrontaliera che mira a rafforzare il settore biologico europeo attraverso la cooperazione strategica tra associazioni di diversi Paesi.

L’iniziativa coinvolge sette importanti organizzazioni:

  • BIO AUSTRIA
  • Bioland
  • Biokreis
  • Bioland Südtirol
  • Biolandwirtschaft Ennstal
  • Gäa
  • Demeter Austria

Un’alleanza transnazionale per affrontare le sfide comuni del biologico

La fondazione formale della Bio-Allianz è avvenuta ad Augusta il 10 giugno, con un obiettivo chiaro: affrontare insieme le grandi sfide del biologico europeo, superando il tradizionale approccio nazionale o regionale. Le principali aree di intervento riguarderanno:

  • rappresentanza politica unitaria,
  • armonizzazione degli standard qualitativi,
  • promozione dei valori del biologico,
  • formazione tecnica e cooperazione nel marketing.

Una piattaforma strategica per la crescita e la visibilità del biologico europeo

La nuova Bio-Allianz intende operare come una piattaforma strategica per rafforzare la voce dell’agricoltura biologica nell’Europa centrale. Secondo Reinhard Verdorfer, direttore di Bioland Südtirol, “si tratta di un vero cambio di paradigma per il movimento bio”.

Per i produttori biologici dell’Alto Adige, che esportano la maggior parte della frutta e dei latticini al di fuori della regione, questa alleanza rappresenta un’importante opportunità di crescita e valorizzazione del lavoro agricolo sostenibile.

Cooperazione internazionale, marketing condiviso e sinergie operative

La Bio-Allianz risponde anche alle esigenze dei soci delle singole organizzazioni, che da tempo chiedono:

  • una maggiore cooperazione politica e tecnica,
  • strumenti comuni per la promozione del biologico,
  • modelli condivisi di marketing e comunicazione.

Nei prossimi mesi la rete entrerà nella fase operativa, avviando progetti congiunti e promuovendo sinergie tra le strutture delle organizzazioni aderenti.

 

Per approfondimenti:

https://greenplanet.net/nasce-la-bio-allianz-le-grandi-associazioni-biologiche-di-germania-austria-e-sudtirol-uniscono-le-forze/

AVOCADO BIOLOGICO IN SICILIA: POTENZIALITÀ, LIMITI E INNOVAZIONI DEL PROGETTO SUPERAVOCADO

AVOCADO BIOLOGICO IN SICILIA: POTENZIALITÀ, LIMITI E INNOVAZIONI DEL PROGETTO SUPERAVOCADO

Avocado in Sicilia: guida alla coltivazione biologica tra cambiamenti climatici, nuove varietà e tecniche ecocompatibili

 

Coltivare avocado bio in Sicilia è possibile, ma solo nelle aree davvero idonee. Il crescente interesse per l’avocado biologico siciliano, spinto dai consumi in costante aumento e dalle caratteristiche nutrizionali del frutto, sta portando molti agricoltori a guardare con attenzione a questa coltura tropicale. Tuttavia, gli esperti invitano alla prudenza: l’avocado è una specie molto esigente, che richiede un microclima specifico, molta acqua di buona qualità e temperature stabili.

Clima e suoli: dove coltivare avocado in Sicilia

SecondoAlberto Continella, docente di Arboricoltura all’Università di Catania e responsabile scientifico del progetto SuperAvocado, è fondamentale scegliere con cura i terreni e le zone vocate. L’avocado soffre il freddo più degli agrumi, non tollera escursioni termiche elevate e richiede una disponibilità idrica superiore rispetto a quella necessaria per limoni e arance.

Ad oggi, in Sicilia si contano circa 1.000 ettari coltivati ad avocado, localizzati prevalentemente lungo le coste ioniche tra Catania e Messina, con estensioni fino alle pendici dell’Etna (entro i 300 metri s.l.m.). Tuttavia, questa superficie copre appena il 5% del fabbisogno nazionale, stimato in continua crescita. Le proiezioni di mercato e le condizioni climatiche spingono molti produttori a investire, ma solo le aree costiere ioniche e tirreniche offrono un potenziale di espansione stimato in circa 5.000 ettari, utili anche al recupero di terreni agricoli abbandonati.

 

SuperAvocado: ricerca, sostenibilità e valorizzazione del territorio

Il progetto SuperAvocado – Avocado biologico siciliano: superfood per la valorizzazione delle aree ionico-tirreniche, finanziato nell’ambito della Misura 16.2 del PSR Sicilia, mira a trasferire i risultati della ricerca alle aziende. Coordinato dal Di3A dell’Università di Catania, il progetto coinvolge i docenti Continella e Giancarlo Polizzi, l’innovation broker Antonino Azzaro, e nove aziende agricole e partner tecnologici, tra cui la cooperativa “Dal Tropico” (capofila), Green Life, Agriunitech e la logistica DI.COMM.

 

Tra i principali obiettivi del progetto:

  • individuare sistemi per mitigare i danni da stress termico, tra cui antitraspiranti e trattamenti fogliari biologici;
  • valutare l’efficacia di micorrize per migliorare l’assorbimento dei nutrienti e aumentare le rese;
  • testare nuove varietà per estendere il calendario di raccolta.

E sul fronte della difesa il team ha sperimentato:

  • potature di risanamento;
  • utilizzo di mastici protettivi innovativi;
  • impiego di corroboranti e antagonisti biologici (es. Bacillus spp. E Trichoderma spp.).

I risultati preliminari sono positivi: le piante reagiscono bene alle cure, e le strategie adottate permettono di contenere le infezioni senza ricorrere a prodotti chimici, in linea con le norme europee sull’agricoltura sostenibile. Tuttavia, si attende l’ampliamento delle registrazioni ufficiali per l’uso di questi prodotti in agricoltura biologica su avocado.

 

Nasce l’olio di avocado siciliano: valorizzazione dei frutti fuori calibro

Il progetto ha anche portato alla prima produzione di olio di avocado bio siciliano, ottenuto da frutti non idonei alla vendita per calibro o imperfezioni estetiche. Si è ottenuto un prodotto ricco di antiossidanti, acidi grassi essenziali e vitamine A, D, E, come confermato da Laura Siracusa, ricercatrice dell’Istituto di Chimica Biomolecolare del CNR.

Un risultato che apre alla diversificazione produttiva, aggiungendo valore economico e nutrizionale a una coltura ancora giovane ma dalle enormi potenzialità.

 

Conclusioni: avocado bio sì, ma solo in aree vocate e con tecniche sostenibili

L’avocado biologico siciliano rappresenta un’opportunità concreta per l’agricoltura dell’Isola, ma solo se affrontata con consapevolezza agronomica, innovazione e rispetto dei limiti ambientali. Il progetto SuperAvocado dimostra che la filiera dell’avocado in Sicilia può crescere, ma servono investimenti mirati, ricerca continua e tecniche di coltivazione avanzate.

 

 

https://greenplanet.net/avocado-bio-made-in-sicily-si-va-bene-ma/

https://www.superavocado.it/#

BROCCOLI SICILIANI IN AGRICOLTURA BIOLOGICA: LE VARIETÀ LOCALI SUPERANO GLI IBRIDI PER RESA E SOSTENIBILITÀ

BROCCOLI SICILIANI IN AGRICOLTURA BIOLOGICA: LE VARIETÀ LOCALI SUPERANO GLI IBRIDI PER RESA E SOSTENIBILITÀ

Uno studio dell’Università di Catania dimostra che le varietà tradizionali di broccoli, come il Broccolo nero e lo Sparaceddi, garantiscono una maggiore produzione di semi e un uso più efficiente dell’azoto rispetto agli ibridi commerciali, offrendo nuove opportunità per la filiera biologica e la sostenibilità agricola in Sicilia

Nell’ambito del progetto europeo H2020 BRESOV, i ricercatori hanno valutato otto genotipi di broccoli biologici su un campo certificato ad Adrano, in provincia di Catania. Le piante sono state sottoposte a tre diversi protocolli nutrizionali:

  • NP0: nessun fertilizzante (controllo)
  • NP1: applicazione di biostimolanti organici a base di amminoacidi e funghi del genere Trichoderma
  • NP2: stesso trattamento di NP1 con aggiunta di microelementi

 

Il trattamento NP1 si è rivelato il più efficace, portando a una maggiore efficienza d’uso dell’azoto (NUE) e a un aumento significativo della produzione di semi, in particolare nel Broccolo nero. 

 

Per approfondimenti:

https://www.mdpi.com/2311-7524/11/3/253#

PRODOTTI BIOLOGICI: ITALIANI SEMPRE PIÙ CONSUMATORI MA POCO INFORMATI

PRODOTTI BIOLOGICI: ITALIANI SEMPRE PIÙ CONSUMATORI MA POCO INFORMATI

Una ricerca Carrefour–Human Highway rivela che solo 1 italiano su 4 riconosce correttamente i prodotti bio, nonostante oltre la metà li acquisti abitualmente. I falsi miti più diffusi, le categorie più acquistate e le strategie per rendere il bio più accessibile

In occasione della Festa del Bio, lanciata in Francia e promossa anche in Italia da Carrefour, sono stati diffusi i risultati di una nuova ricerca condotta insieme all’istituto Human Highway per analizzare il livello di consapevolezza dei consumatori italiani sui prodotti biologici.

I dati evidenziano un paradosso: il 57,5% degli italiani acquista prodotti bio almeno due o tre volte al mese, ma solo l’11,6% conosce in modo corretto e approfondito i requisiti che definiscono un alimento biologico. Il 30,9% si dichiara informato ma confuso, mentre un ulteriore 33% è molto confuso. Il 24,5% della popolazione non possiede alcuna conoscenza del settore.

Generazione Z: i più giovani, i più disinformati

Il livello di disinformazione è più elevato tra i giovani della Generazione Z, che risultano i più esposti ai falsi miti e alla comunicazione non corretta sul biologico.

I principali falsi miti sul biologico: “Bio senza pesticidi” l’errore più comune

L’80% degli italiani crede erroneamente che nei prodotti bio non si usino mai pesticidi, fertilizzanti o erbicidi, mentre la normativa consente l’uso di sostanze naturali autorizzate.

Altri falsi miti emersi:

  • Il 79,1% pensa che agli animali bio non possano essere somministrati farmaci, nemmeno in caso di necessità.
  • Il 25% associa il biologico al chilometro zero.
  • Il 20% è convinto che i prodotti bio siano realizzati solo da piccole imprese.

 

Valori nutrizionali: bio non vuol dire “più vitamine”

Un italiano su due crede che gli alimenti biologici abbiano più vitamine o nutrienti rispetto a quelli convenzionali, ma non esistono evidenze scientifiche univoche a supporto.

 

Come i consumatori riconoscono un prodotto biologico

Solo 1 su 4 è un “consumatore consapevole” che riconosce correttamente un prodotto biologico. Il 60% si affida alla scritta “Bio” sulla confezione, il 28,7% alla eurofoglia (logo europeo), e il 27,3% al simbolo dell’ente certificatore.

 

I prodotti bio più comprati: frutta, verdura, uova e latticini

I prodotti bio più acquistati sono:

  • Frutta e verdura fresche: il 63% le compra almeno una volta a settimana;
  • Uova biologiche: scelte dal 56%;
  • Latticini bio: acquistati regolarmente dal 45%.

 

Prezzo e fiducia: le principali barriere all’acquisto

Il prezzo è il primo ostacolo per i non acquirenti (70%), seguito da sfiducia nei confronti della certificazione. Elementi come estetica e gusto influenzano poco le scelte d’acquisto.

 

L’impegno di Carrefour Italia per un biologico più accessibile

Con il programma Act for Food, Carrefour Italia punta a rendere il biologico accessibile a tutte le fasce di popolazione. L’azienda propone 50 referenze Carrefour Bio a meno di 1 euro, per coniugare sostenibilità, qualità e convenienza.

Il marchio si impegna a sostenere produttori italiani nella conversione al biologico, costruendo una filiera corta e trasparente, rispettosa dell’ambiente e del benessere animale.

 

 

GLI ITALIANI ACQUISTANO PRODOTTI BIO MA NON SANNO IDENTIFICARLI CORRETTAMENTE