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La Xylella arriva in Corsica: si teme anche per la Sardegna

XYLELLANon sono bastate le misure adottate dall’isola francese per ostacolare l’arrivo della Xylella fastidiosa: il batterio che ha devastato gli ulivi pugliesi è arrivato recentemente anche in Corsica, dove sarebbe stato individuato su una pianta di mirto.

La presenza del batterio è stata comprovata dalla Prefettura dell’isola il 22 luglio scorso, come riporta Le Monde. La conferma ufficiale della rilevazione è arrivata con un comunicato del ministero dell’agricoltura francese: “La presenza del batterio killer degli ulivi in Italia è stata rilevata in un cespuglio di mirto ai margini di una zona artigianale della città di Propriano (sud della Corsica). Le autorità sanitarie dell’isola hanno in programma di definire un piano di lotta fitopatologica”.

A temere, oggi, sono soprattutto gli agricoltori corsi impegnati nella coltivazione di ulivi, clementine e castagne. Il prefetto dell’isola, Christophe Mirmand, ha già annunciato le prime misure per ostacolare la diffusione del batterio: sradicamento delle piante colpite, disinfestazione dell’area e indagine epidemiologica. È ancora presto per dire quanto sia diffusa l’epidemia, ma si teme per la salute di tutto il comparto dell’agricoltura biologica isolana.

Le attività preventive non sarebbero state dunque sufficienti. Non solo il blocco di tutte le importazioni dalla Puglia, decise lo scorso aprile, ma anche le misure di contrasto del contrabbando: la Fredon, Federazione regionale di difesa contro i parassiti, avrebbe operato la distruzione di decine di piante che sarebbero arrivate in Corsica in maniera illegale.

Secondo le ricostruzioni giornalistiche degli ultimi giorni, gli arbusti infetti rilevati nell’isola sarebbero stati piantati nel 2010. Se confermata, questa notizia potrebbe ulteriormente aggravare le preoccupazioni degli agricoltori locali. Secondo Le Monde, infatti, questo potrebbe significare che la pianta, probabilmente di importazione, trasporta i suoi batteri da 5 anni a questa parte. Ma lo scenario peggiore sarebbe un altro: e cioè che la pianta si sia infettata direttamente sul suolo della Corsica.

Al momento, a rasserenare gli animi c’è la consapevolezza che la pianta infettata sarebbe semplicemente di natura ornamentale e che il mirto utilizzato per la produzione del celebre liquore non sarebbe ancora soggetto all’attacco della Xylella.

A tremar, però, per la diffusione del batterio, non è solo la Francia: Propriano si trova a un passo dalla Sardegna e c’è un servizio marittimo di linea che collega il comune francese con Porto Torres. A rischio potrebbero essere anche le piantagioni di ulivo e mirto presenti sull’isola italiana.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2015/07/27/xylella-primo-caso-in-corsica/45172

http://www.lettera43.it/cronaca/xylella-trovate-piante-infette-in-corsica-e-ora-parigi-ha-i-nostri-stessi-problemi_43675180514.htm

http://www.lemonde.fr/biodiversite/article/2015/07/23/la-bacterie-tueuse-d-oliviers-est-arrivee-en-corse_4694616_1652692.html

http://www.ansa.it/puglia/notizie/europa/2015/05/05/xylella-ue-esamineremo-misure-corsica_0a88881a-fd88-4107-a2be-cb97dfe3ee37.html

Diminuiscono i rischi per le api europee, perdita delle colonie meno grave del previsto

apicoltura europaLa salute e la diffusione delle api in Europa restano critiche, ma gli ultimi dati scientifici svelano un cauto ottimismo: la situazione è meno drammatica di quanto possiamo sospettare. A confermarlo una lunga ricerca, finanziata dall’Unione Europea, che per due anni ha indagato il grado e le ragioni della mortalità delle colonie di api da miele in tutto il continente.

Lo studio, che prende il nome di EPILOBEE, ha analizzato 32mila colonie in 17 diversi Paesi tra l’inverno 2012/2013 e quello 2013/2014, impiegando 1.350 ispettori per una serie di almeno 96mila analisi. E i risultati hanno sorpreso i ricercatori. La differenza nel grado di mortalità tra le due stagioni prese in considerazione è stata rilevante: mentre nel primo periodo il range era compreso tra il 5,5 e il 29,3%, nell’anno successivo è stato registrato un meno drammatico 2,4%-15,4%.

Ma i ricercatori invitano in ogni caso alla prudenza: “Il decremento del grado di mortalità invernale nelle colonie è notevole, nei due anni considerati. In ogni caso, questi dati vanno interpretati con cautela. Per questo, il decremento osservato durante il periodo 2013-2014 sarà attentamente analizzato, interpretato prudentemente e messo in prospettiva grazie alla collaborazione dell’EFSA, European Food Safety Authority”.

Nel dettaglio, l’Italia è stata la nazione ad aver visto il minor grado di mortalità nel primo periodo considerato, anche se i risultati successivi sono risultati meno ottimisti rispetto a quelli di altri Paesi: 5,5 nel 2013; 4,8% nel 2014. Il livello maggiore di distruzione delle colonie, nel primo anno di rilevamento, è stato sperimentato in Belgio: 32,4%. Nell’anno successivo è andata decisamente meglio, con un 14,8%. Il Paese meno colpito nel 2014 è stato invece la Lituania, con una percentuale del 2,4%.

I ricercatori hanno anche sottolineato il tipo e il grado di diffusione dei distruttori di colonie. La varroa, in particolare, acaro parassita che infesta le colonie di Apis Mellifera e Apis Cerana, risulta particolarmente infestante ed è presente in quasi tutti i Paesi europei. Notizie più confortanti per quanto riguarda l’American Foulbrood, anche detta peste americana, e il Bacilluslarvae: molto diffusi in Nord America e Australia, questi batteri sarebbero invece presenti solo in percentuali minime negli alveari europei.

L’intenzione dei ricercatori per il prossimo futuro è quella di proseguire con l’analisi dei diversi fattori di rischio per le colonie di api europee. In particolar modo, verranno indagati gli effetti dei neonicotinoidi, insetticidi a base aficida.Sono dati, quelli sul grado di mortalità, che in qualche modo confortano dopo il recente allarme lanciato dallo IUCN (International Union for Conservation of Nature), che nella scorsa primavera aveva mappato le specie di insetti impollinatori presenti in Europa, sottolineando i rischi di estinzione delle diverse specie. In quell’occasione, scoprivamo che quasi un’ape selvatica su dieci è a rischio estinzione (il 9,2%, per l’esattezza), mentre il 5,2% ha un’elevata probabilità di scomparire nel prossimo futuro. Allo stesso tempo, il 25,8% della popolazione dei bombi è minacciata. D’altronde, le percentuali potrebbero essere anche più elevate: l’istituto, infatti, non è riuscito a raccogliere dati sufficienti per comprendere la “salute” di circa il 57% delle specie presenti in Europa. Informazioni non di poco conto, visto che anche le specie selvatiche danno un grande contributo all’impollinazione

Agricoltura biologica e insetti vivono in un rapporto simbiotico: se la prima preserva api e bombi da sostanze nocive come i pesticidi chimici, i secondi contribuiscono fattivamente alla crescita e alla riproduzione di numerosi vegetali di cui ci alimentiamo ogni giorno.

Fonti:

http://www.ilfattoalimentare.it/api-peste-europa-varroa.html

http://www.iucn.org/?14612/Bad-news-for-Europes-bumblebees

http://ec.europa.eu/food/animals/live_animals/bees/study_on_mortality/index_en.htm

http://www.repubblica.it/ambiente/2015/03/22/news/api_selvatiche_una_su_dieci_in_europa_rischia_l_estinzione-110198264/

http://www.agi.it/il-punto-su/notizie/letologo-celli-estinzione-api-sarebbe-carestia-mondiale

Xylella: “L’UE indaghi sull’uso massiccio di pesticidi in Puglia”

L’Efsa, l’autorità europea deputata alla sicurezza alimentare nel continente, dovrà redigere un report sui rischi per salute e ambiente derivanti dall’utilizzo su vasta scala di pesticidi in Puglia: è questa la richiesta formalizzata e sottoscritta da diversi parlamentari europei, su iniziativa dell’eurodeputata Rosa D’Amato del Movimento 5 Stelle. L’assemblea ha richiesto l’intervento dell’autorità in seguito all’utilizzo di pesticidi chimici per combattere la Xylella, il batterio responsabile del disseccamento di numerosi ulivi in Puglia. La notizia è stata diffusa dalla stessa D’Amato.

L’obiettivo – ha spiegato l’eurodeputata – è di avere una volta per tutte e in modo chiaro una dichiarazione ufficiale dell’Efsa sugli effetti che può comportare l’utilizzo di erbicidi e insetticidi chimici su larga scala. Ringrazio tutti i colleghi, tra cui gli eurodeputati italiani, che hanno sostenuto la nostra richiesta. La difesa del futuro dell’agroalimentare pugliese non ammette divisioni, e sono lieta che in questo caso si siano evitati inutili e dannose contrapposizioni d’interessi di parte, per far prevalere l’interesse generale della nostra Regione”. La richiesta ha carattere di urgenza e prevede un intervento di assistenza tecnica da parte dell’Efsa. Prima di diventare operativa, la domanda dovrà passare al vaglio della Commissione europea.

Secondo i richiedenti, il ricorso a prodotti chimici dannosi non è l’unica strada per combattere la Xylella: nella richiesta si fa riferimento a metodi alternativi, come ad esempio tecniche di agricoltura biologica. “Ci sono già studi scientifici e casi concreti in Puglia – ha spiegato ancora la D’Amato – che dimostrano la validità dell’uso di metodi e sostanze dell’agricoltura biologica per contrastare fenomeni come il disseccamento degli ulivi. Quello che non è dimostrato, invece, è l’efficacia delle misure estreme, secondo la logica dell’eradicazione del batterio, decise dal governo e dall’Ue”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 20 luglio è stata poi l’occasione per una delegazione del Movimento di incontrare Vytenis Andriukaitis, commissario Ue alla Sicurezza alimentare, in visita in Puglia. La D’Amato ha sottoposto al commissario “la validità, oltre alla convenienza economica, ambientale e sociale, per combattere il disseccamento degli ulivi attraverso pratiche alternative”.

A inizio luglio, l’eurodeputata del Movimento aveva già inviato una richiesta di chiarimento sui risultati delle indagini europee sull’estensione dell’epidemia di Xylella nella regione: “Nonostante il grande clamore mediatico, a oggi c’è ancora scarsa chiarezza sul disseccamento degli ulivi in Puglia. Per questa ragione, bho chiesto alla Commissione europea di rendere noti i dati sul numero stimato di ulivi infetti e in particolare sul numero e la posizione geografica delle piante testate, sui risultati dei singoli test diagnostici e sui metodi statistici utilizzati per quantificare l’estensione dell’epidemia, oltre che sul trend dell’epidemia e sui protocolli che vengono correntemente utilizzati per la diagnosi delle infezioni”.

Fonti:

http://www.giornaledipuglia.com/2015/07/xylella-damato-parlamento-ue-chiede.html

http://damatorosa.eu/xylella-damato-m5s-domani-con-il-commissario-ue-andriukaitis-in-puglia-per-dimostrare-alternative-ad-eradicazioni-di-massa-e-pesticidi-su-larga-scala/

http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2015/07/02/xylelladamatom5scommissione-ue-renda-noti-dati-epidemia_fc4ffef7-0395-477b-bfa7-68848e195425.html

http://www.regione.vda.it/notizieansa/details_i.asp?id=220678

 

Riso Biologico: la II Conferenza internazionale va in scena a Pavia

La seconda Conferenza internazionale sul riso biologico si terrà tra Milano e Pavia, dall’1 al 4 settembre prossimi. Il primo giorno di appuntamenti si svolgerà presso l’Expo di Milano, nel Parco della Biodiversità Auditorium “Il Centro della Terra”, mentre i successivi avranno come scenario l’Azienda Erbatici – Chateauform in Mezzana Bigli (PV).

Il programma(consultabile liberamente a questo link: http://www.orpconference.eu/file/PROGRAMMA_it.pdf) prevede convegni scientifici, dibattiti, esperienze concrete di chi segue la strada dell’agricoltura biologica per la coltivazione di questo cereale, il più consumato al mondo. Sono previste anche visite guidate nelle aziende agricole circostanti.

Obiettivo principale dell’appuntamento, è quello di permettere e facilitare lo scambio di informazioni, conoscenze ed esperienze sul campo, soprattutto tra chi (ricercatori e produttori in primis), lavora attivamente nel mondo della risicoltura biologica. Alle attività sono invitati a partecipare anche le organizzazioni di categoria, le associazioni dei commercianti e dei consumatori, gli enti territoriali e le autorità locali.

Quella di Pavia non è una scelta casuale. Come ha dichiarato di recente in un’intervista Maria Gabriella Di Calì, esperta agro-ambientale della provincia di Pavia, in quest’area ci sono 82mila ettari coltivati a riso, di cui 5-6mila sono biologici: “Una quota di tutto rispetto, considerando che il discorso del biologico è partito solo 7-8 anni fa e ha comunque visto buoni tassi di crescita. L’interesse per il riso biologico è evidente, il prodotto dà una remunerazione maggiore ed è per questo che i risicoltori guardano con fiducia a questa prospettiva”. Sono 300 gli operatori della zona che si affidano all’agricoltura biologica e si prospetta una crescita sostenuta per il prossimo futuro.

riso biologico

 

 

 

 

 

 

 

 

La Conferenza sarà occasione per uno scambio scientifico, ma anche culturale, che ha lo scopo di mettere in rete competenze e conoscenze nel settore.In particolare, sul sito ufficiale della Conferenza, sono elencati gli obiettivi specifici dell’incontro:

  • stabilire lo stato delle conoscenze e delle competenze scientifiche e operative del settore, soprattutto per quel che riguarda la produzione di riso biologico, del suo apporto all’ambiente, al paesaggio e alle tradizioni;
  • conoscere le principali innovazioni agro-ecologiche operate nelle diverse piantagioni sparse per il pianeta;
  • analizzare gli apporti del riso biologico sull’alimentazione e la salute dei consumatori, identificando anche il contributo di questa coltivazione per uno sviluppo sostenibile;
  • indagare le conseguenze delle politiche pubbliche nel settore, fornendo precise linee guida per il futuro;
  • condividere i risultati dei lavori con il pubblico di massa, attraverso il coinvolgimento dei diversi media, per raggiungere soprattutto i consumatori finali.

Per partecipare alla Conferenza è necessario premunirsi di biglietto d’ingresso. Sono previste agevolazioni per chi effettua l’acquisto entro il 25 luglio. Maggiori dettagli, al link: http://www.orpconference.eu/it/iscrizione/

 

Fonti:

http://www.orpconference.eu/file/PROGRAMMA_it.pdf

http://www.orpconference.eu/it/iscrizione/

http://www.orpconference.eu/it/informazioni/

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2015/07/09/riso-biologico-pavia-teatro-della-seconda-conferenza-internazionale/44873

 

Expo 2015: il padiglione dell’Azerbaigian punta tutto su biologico e biodiversità

L’Azerbaigian come crocevia geografico e delle diversità. L’Azerbaigian come punto di incontro e occasione per valorizzare la biodiversità, culturale, umana, agricola. Sono queste le linee guida che hanno ispirato il padiglione Expo milanese di questo Paese caucasico a cavallo tra culture e tradizioni: il Medio Oriente, l’Europa, l’Asia.

La sua ricchezza naturalistica”, scrivono gli organizzatori del padiglione azero“lo rende un modello di biodiversità unico al mondo: sono presenti 9 delle 11 aree climatiche conosciute, oltre 4000 specie di piante e più di 20 mila specie animali. Natura, storia, cultura, tradizioni, innovazione: tutto questo è l’Azerbaigian”.

Soprattutto, il padiglione dell’Azerbaigian ha puntato su ciò che veramente conta nelle odierne sfide globali: agricoltura biologica e modelli di vita sostenibili.

Nella personale elaborazione del Tema di Expo Milano 2015, proposta dall’Azerbaigian”, si legge sul sito della manifestazione milanese,“gli itinerari tematici hanno lo scopo educativo di proporre il Paese come grande produttore ed esportatore di prodotti alimentari biologici sani e genuini, per promuovere le sue grandi tradizioni storiche e culturali in ambito alimentare e favorire l’introduzione di una nuova visione politica incentrata su sviluppo sostenibile, biodiversità e salute delle generazioni future”.

I prodotti biologici, in quest’ottica, diventano il punto da cui partire per costruire un presente sostenibile, ma con un occhio di riguardo al futuro delle generazioni più giovani.La ricchezza naturalistica di questo Paese si coniuga alla diversità nei campi dell’agricoltura e della cucina. Il popolo azero, aperto alle contaminazioni e alle connessioni internazionali, non rinuncia a difendere il proprio territorio, con tutto il suo patrimonio di risorse naturali.
azerbaijan

 

 

 

 

 

 

 

Dal punto di vista dell’innovazione tecnologica, il padiglione dell’Azerbaigian offre un colpo d’occhio unico,costruito com’è su tre sfere di vetro, che rappresentano a loro volta tre biosfere: i paesaggi, le nove zone climatiche caratteristiche dello Stato asiatico e, l’ultima, dedicata alle categorie di tradizione e innovazione, termini solo in apparente contraddizione tra loro. In realtà si fondono insieme: unione testimoniata anche dal tipo di materiali utilizzati per la realizzazione della struttura, dove legno e pietra sono la base per costruzioni architettoniche dal respiro contemporaneo.

Ai visitatori, il padiglione azero offre degustazione di prodotti biologici tradizionali, specialità culinarie, ma anche spettacoli musicali e composizioni floreali particolari.

Fonti:

http://www.ecologiae.com/expo2015-padiglione-azerbaigian-alimenti-biologici-biodiversita/73981/

http://www.expo2015.org/it/partecipanti/paesi/azerbaigian

http://www.azerpavilion2015.com/it/

Agricoltura sociale: il Senato approva il ddl. Tutte le novità

A quasi un anno di distanza dall’approvazione della Camera, il disegno di legge sull’agricoltura sociale passa anche al Senato seppur con qualche ritardo: quando l’estate scorsa il testo ha superato il primo passaggio parlamentare, si prevedeva un’approvazione definitiva entro l’autunno. Solo l’8 luglio, invece, è stato approvato in Senato, ed è ancora necessaria una rilettura da parte dei deputati.

Il ddl punta all’unione di progetti di inclusione sociale con i concetti di agricoltura biologica e sostenibile, e sembra aver incontrato il favore di operatori del settore e associazioni, anche se non è mancato qualche parere discordante.

La normativa prevede l’introduzione nell’ordinamento della definizione di agricoltura sociale, in cui rientra tutta una serie di attività, tra cui:

  • il reinserimento, sociale e lavorativo, di persone con disabilità, persone svantaggiate e minori in età lavorativa;
  • le prestazioni sociali e di servizio alle comunità locali, che prevedono l’utilizzo di risorse materiali e immateriali dell’agricoltura;
  • l’ausilio di animali e la coltivazione delle piante come base per offrire prestazioni terapeutiche;
  • eventi e iniziative (come fattorie sociali e didattiche) di educazione ambientale e alimentare, per la salvaguardia della biodiversità.

La legge offre, tra le altre cose, l’opportunità agli enti regionali di promuovere degli specifici programmi per implementare la multifunzionalità delle imprese agricole, all’interno dei propri Psr (Piani di sviluppo rurale).
agricoltura sociale
L’obiettivo è proprio quello di dar impulso allo sviluppo dell’agricoltura sociale e rafforzare le pratiche di progettazione integrata territoriale.

Inoltre, la nuova norma prevede la possibilità, per le istituzioni pubbliche, di dare priorità agli operatori di agricoltura sociale, per quanto riguarda la fornitura di prodotti agroalimentari e per l’assegnazione di terreni pubblici agricoli. Su quest’ultimo punto, si prevede anche la possibilità per le istituzioni di assegnare gratuitamente alle imprese operanti nel settore beni immobili confiscati alle mafie.

In ultimo, è istituito presso il Mipaaf l’Osservatorio sull’agricoltura sociale, che definirà le linee guida in materia, assumendo funzioni di monitoraggio e coordinamento delle politiche rurali e comunicative.

Il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, ha sottolineato che l’approvazione in Senato “è un passo importante e credo sia fondamentale arrivare al via libero definitivo entro il semestre di Expo” aggiungendo:“Inclusione e sostenibilità, temi centrali anche della Carta di Milano, sono due parole chiave per capire il valore dell’agricoltura sociale, intesa non solo come opportunità economica. Principi, questi, praticati ogni giorno da quasi mille esperienze su tutto il territorio nazionale, con oltre 200 milioni di euro di fatturato e un valore che va ben oltre quello economico”.

Anche Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, ha espresso soddisfazione:”Con l’approvazione in Senato del ddl sull’agricoltura sociale si è fatto un passo in avanti verso il riconoscimento del ruolo che l’agricoltura deve ricoprire nella modernizzazione del paese, valorizzando il ruolo delle realtà rurali nella costruzione di una nuova partecipazione sociale, sostenendo la diffusione un’economica circolare e solidale. Ora auspichiamo che la Camera dei Deputati approvi in via definitiva e prima della pausa estiva il testo, dando avvio ad un’applicazione concreta nei PSR 2014-2020 i cui bandi sono in fase di pubblicazione a livello regionale“.

L’Alleanza delle Cooperative Sociali, per bocca del portavoce Giuseppe Guerini, si è detta invece perplessa in merito alla normativa. Soprattutto per quanto riguardail comma 4 dell’articolo 2, cassato nel corso della discussione parlamentare, che prevedevadei criteri più stringenti per riconoscere le attività come effettivamente agricole: in particolare, si inseriva un limite minimo di fatturato del 30% nel settore.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2015/07/10/agricoltura-sociale-il-senato-approva/44632

http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/464877/La-Camera-da-l-ok-ecco-la-legge-sull-Agricoltura-sociale-Ora-filiera-e-marchio

http://www.vita.it/it/article/2015/07/09/agricoltura-sociale-la-delusione-delle-cooperative-sociali/135845/

http://www.greenbiz.it/panorama/opinioni/14036-agricoltura-sociale-decreto-senato

https://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/44693.htm