Suolo e Salute

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Il vice ministro Olivero in visita all’Inea

Il Vice Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Senatore Andrea Olivero ha visitato il 30 prile scorso la sede dell’Inea, l’Istituto nazionale di economia agraria, dove ha incontrato il Commissario Straordinario Giovanni Cannata, il Direttore Generale Laura Proietti e i Responsabili dei Servizi e di alcune funzioni dell’Istituto. Durante l’incontro il Commissario Straordinario ha fatto il punto sull’attuale situazione dell’attività di ricerca condotta dall’Istituto e sulle prospettive future. Sono state affrontate le più importanti questioni legate del comparto agroalimentare, in particolare nell’ottica del contributo che l’INEA può fornire in relazione alle deleghe assegnate al Vice Ministro Andrea Olivero sulle materie di competenza del Ministero. Tra gli argomenti principali, il supporto del sistema agroalimentare all’economia del Paese, grazie alla rete territoriale di aziende agricole produttrici di beni di qualità, e il Made in Italy agroalimentare, punto di forza delle esportazioni italiane. È stato poi evidenziato il contributo che l’INEA può offrire sui temi della sostenibilità dell’agricoltura, l’agricoltura sociale e i conseguenti punti di convergenza con i temi della salute, della sicurezza e della giustizia, la vitalità delle aree rurali, la governance del settore agricolo, lo sviluppo locale. In aggiunta è stata presentata al Viceministro l’attività di supporto e l’attività di ricerca che l’INEA sta fornendo all’ICQRF per migliorare ulteriormente l’efficacia del sistema dei controlli di qualità delle filiere agroalimentari. Il Vice Ministro Sen. Andrea Olivero ha sottolineato l’esigenza da parte del Ministero di sciogliere alcuni nodi relativi alla riorganizzazione degli enti vigilati nell’ottica di una maggiore efficienza nel sistema ricerca agraria e della valorizzazione delle competenze. In tal senso ha sottolineato la necessità di non disperdere il patrimonio di conoscenze presenti in Istituto, di cui si avvarrà per espletare le funzioni del suo mandato.
Fonte: INEA

Verso una strada del vino biologico in Alsazia – Mosella

 I coltivatori biologici dell’Alsazia e l’Opaba , l’organizzazione professionale di agricoltura biologica d’Alsazia , si sono dati appuntamento il primo maggio per una degustazione e tre conferenze tematiche . “L’idea è quella di creare il prossimo anno una nuova strada del vino , bio . Non è una via alternativa o un collegamento , ma un vero e proprio circuito che potrebbe incoraggiare la gente ad orientarsi verso il vino biologico”. Il progetto è stato proposto da Bruno Altmayer alla rivista “la Semaine”, alla quale ha spiegato che l’obiettivo è quello di dar vita ad una strada dei vini “etica e artistica”: per farlo ha riunito tre artisti francesi della zona della Mosella, tre tedeschi, un belga e un austriaco che si sono mobilitati per dare vita a questo progetto ambizioso e innovativo. Ulteriori informazioni possono essere reperite sul sito dell’Opaba www.opaba.org
Fonte : Organic Market

Al via il progetto Eatalian bio

E’ stato avviato nei giorni scorsi il progetto “Eatalian bio – promozione del bioalimentare italiano in Australia e Giappone”, promosso e finanziato dal Ministero dello sviluppo economico e realizzato da Assocamerestero in collaborazione con la Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia (CCIE di Sydney), che per questo scopo si coordinerà con le CCIE di Adelaide, Brisbane, Melbourne e Perth – e la Italian Chamber of Commerce in Japan (CCIE di Tokyo). Scopo del progetto quello di promuovere i prodotti biologici italiani su due mercati dinamici e in forte sviluppo per il settore quali l’Australia e il Giappone. I punti salienti del progetto sono stati discussi anche nel corso di un incontro svoltosi ieri mercoledì 7 maggio presso Fierediparma.
Fonte: Agrapress

IFOAM EU : il mondo del bio boccia la proposta di regolamento UE

Il mondo del bio ha discusso la proposta di un nuovo regolamento del biologico UE nel corso di una conferenza organizzata congiuntamente da IFOAM UE e dalla rappresentanza dello Stato del Baden- Württemberg presso l’UE il 29 aprile u.s.. La stragrande maggioranza dei 140 partecipanti provenienti dal settore  del biologico, da numerose ONG e da diversi Stati membri ha convenuto che la proposta, nella forma attuale, è sostanzialmente inadeguata in quanto non riesce a garantire una visione sufficientemente strutturata e di ampio respiro per il futuro del comparto. Ad analoghe conclusioni erano giunti i membri del Consiglio di IFOAM EU, riunitisi il giorno prima per discutere autonomamente la proposta della Commissione. I partecipanti hanno condiviso l’obiettivo della Commissione di sostenere attivamente la sviluppo dell’agricoltura e dell’alimentazione bio in Europa, ma al tempo stesso si sono dimostrati preoccupati delle potenziali conseguenze della proposta così com’è attualmente formulata. Secondo gli addetti ai lavori infatti il rischio è quello, paradossalmente, di una diminuzione dei prodotti biologici nei territori dell’Unione, soprattutto perché potrebbero essere penalizzate le piccole aziende agricole e le regioni meno sviluppate. Mettendo in questo modo a rischio uno dei pochi settori attualmente in crescita nell’intera Unione Europa. In particolare, nel corso della riunione di fine aprile sono state evidenziati una serie di punti deboli su cui lavorare. Innanzitutto, una serie di carenze sia tecniche che concettuali in alcuni aspetti giuridici della proposta; in secondo luogo problemi nel modo in cui si intende riformare il regime delle importazioni, che non assicurerebbe regole coerenti e comporterebbe il rischio di impossibilità di di approvvigionamento di prodotti biologici dai paesi terzi. Secondo i delegati inoltre manca nella proposta la capacità di mettere a fuoco le diverse caratteristiche del settore biologico nei diversi Stati Membri dell’Unione. La proposta inoltre rischia di non tutelare adeguatamente gli agricoltori rispetto alle possibili contaminazioni da pesticidi provenienti da coltivazione convenzionali. Su una scala più ampia, si ritiene irrealistico il lasso di tempo indicato dalla proposta per raggiungere gli obiettivi di produzione indicati, cui si aggiungerebbero nuovi ostacoli e oneri amministrativi e una Balutazione d’Impatto incompleta, che in parte ignorerebbe le conclusioni della Commissione di Valutazione Scientifica svolte per conto della Commissione stessa. IFOAM UE riconosce che la proposta contiene alcuni spunti preziosi e innovativi, ma nel sottolinearne i limiti la ritiene insoddisfacente a meno di importanti modifiche. Er queste ragioni, IFOAM UE rilancia la proposta di un ulteriore sviluppo dell’attuale quadro normativo attraverso un processo graduale step – by- step capace di una chiara visione capace di integrare e far propri le differenze tra Stati Membri, Regioni e attori del biologico.
Fonte: Gruppo IFOAM UE

Studio Greenpeace: residui di pesticidi nel 67% dei campioni

Su 107 campioni di polline analizzati, ben 72 presentano residui di composti chimici di sintesi. Questa la conclusione di uno studio condotto da Greenpeace, che ha riscontrato la presenza di 53 diversi composti chimici: 22 insetticidi/acaricidi, 29 fungicidi e due erbicidi. Quello condotto dalla celebre associazione ambientalista è uno dei più importanti ed estesi studi riguardanti i residui di pesticidi nel polline raccolto dalle api bottinatrici, e i risultati sono indubbiamente preoccupanti. Spiccano tra l’altro le differenze di concentrazioni e sostanze nei diversi ambiti territoriali analizzati: in Italia per esempio, in prossimità dei vigneti, sono particolarmente presenti i fungicidi, mentre in Spagna è stato trovato il DDE, derivante dalla degradazione del DDT, in Germania i l thiacloprid, un neonicotinoide, e in Polonia numerosi insetticidi particolarmente dannosi per le api. A destare preoccupazione in particolare la possibile interazione fra diverse sostanze chimiche, in grado di scatenare un  “effetto cocktail” particolarmente nocivo per le api e gli altri insetti impollinatori. Un problema che, oltre che l’ambiente, coinvolge direttamente l’agricoltura e l’economia: le api sono responsabili dell’impollinazione di circa un terzo dei prodotti che finiscono abitualmente sula nostra tavola, un servizio invisibile ma fondamentale che, in termini economici, “vale” circa 265 miliardi di euro l’anno.
Fonte: Il Fatto Alimentare