OLIO E CEREALI BIO, LA PRODUZIONE ITALIANA È INSUFFICIENTE

Uno dei dati più controversi messi in evidenza dal Bioreport 2020 riguarda l’andamento delle importazioni. Nel 2020 l’Italia è infatti risultata in controtendenza rispetto al resto d’Europa, con un forte aumento dell’import dell’olio e dei cereali

La produzione non tiene il ritmo dei consumi di bio. Soprattutto nel comparto dell’olio di oliva e dei cereali. È uno dei dati più controversi che emergono dal Bioreport 2020 della Rete Rurale nazionale (vedi articolo precedente).

Olio e cereali, cresce l’import

Secondo il documento messo a punto dal Mipaaf le importazioni di prodotti bio da Paesi extra-Ue, nel 2020, sono infatti diminuite dell’1,9% in tutta Europa ma non in Italia, in controtendenza. Tra gli incrementi registrati in questo anno spicca il +41% relativo all’importazione di oli e grassi vegetali, monopolizzata dalla Tunisia, a cui segue il +25% dei cereali, rilevante in termini assoluti, dato che questa categoria rappresenta oltre un terzo del prodotto bio importato nel 2020 (34%).

Redditività, punto di forza del bio

Le aziende agricole biologiche italiane mostrano performance economiche migliori rispetto a quelle convenzionali, secondo uno studio del Crea basato sui dati RICA (Rete di informazione contabile agricola) che conferma gli esiti di analoghe ricerche condotte in Francia e in Svezia.

Nonostante i maggiori costi per il lavoro e il minor numero di capi in zootecnia, le imprese bio registrano infatti ricavi mediamente più elevati (+13%). E le attività integrative (trasformazione e vendita dei prodotti, attività agrituristica, etc.) incidono sui ricavi in misura doppia rispetto alle aziende non biologiche (8% vs. 4%).

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