L’ISAAA pubblica il rapporto 2013 sugli OGM

Cattive notizie per il nutrito popolo anti OGM (a cominciare, ovviamente, dall’intero comparto del biologico), stando almeno ai dati più aggiornati. E’ stato infatti pubblicato il 13 febbraio scorso il rapporto “Condizione globale delle colture GM: 2013”, a cura dell’ISAAA, l’International Service of the Acquisition of Agri-biotech applications. Obiettivo della pubblicazione quello di fornire alla comunità scientifica e alla società informazioni e conoscenze riguardo le biotecnologie e le colture GM. Secondo quanto riportato dalla ricerca, nell’anno appena concluso gli OGM sono stati utilizzati da oltre 18 milioni di agricoltori in 27 paesi, 19 in via di sviluppo e 8 industrializzati. Per quanto riguarda in particolare  l’Unione Europea, nei cinque stati in cui vengono coltivati organismi geneticamente modificati, ovvero Spagna, Portogallo, Rep. Ceca, Slovacchia e Romania, si è assistito ad un incremento del 15% negli ettari coltivati con il mais Mon810, per un totale aggiornato a 148 mila ettari. Su scala globale, il trend è analogo, essendo aumentata di ben 5 milioni di ettari la superficie complessivamente coltivata con OGM, pari al 3% in più rispetto al 2012, interessando una superficie di 175,2 milioni di errati. In testa a questa opinabile classifica gli Stati Uniti, con 70,1 milioni di ettari, seguiti dal Brasile (40,3 milioni di ettari) e Argentina (24,4 milioni di ettari). Tra i primi dieci maggiori coltivatori, 2 sono paesi industrializzati, mentre 8 sono paesi in via di sviluppo che per il secondo anno di seguito hanno seminato più colture GM rispetto ai paesi industrializzati, detenendo ad oggi ben il 54% dell’intera produzione mondiale. E le prospettive 2014 sembrano confermare questo trend, particolarmente nei paesi in via di sviluppo. A questo punto è lecita la domanda: siamo proprio sicuri che sia questa la strada giusta nella direzione di un’agricoltura veramente sostenibile?
Fonte: ISAAA, AIOL

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