LA STARTUP 3BEE E LA DIGITALIZZAZIONE DEGLI ALVEARI

La stratup 3Bee ha messo appunto una struttura composta da sensori per monitorare le arnie e il benessere delle api.
L’idea di un alveare digitale sembra fantascientifica, ma la 3Bee ci è riuscita.

A causa dei cambiamenti climatici in atto, l’imperativo urgente ed improrogabile è: salvare le api. Grazie alla 3Bee con il display dello smartphone un apicoltore può controllare dati essenziali come:

  • Peso delle api
  • Temperatura dell’arnia
  • Umidità
  • Suoni

Una rete di sensori IoT, posizionati all’interno dell’alveare, va a monitorare tutti i parametri sopra citati. Il risultato porta al miglioramento della vita delle api e all’apicoltore di ridurre i trattamenti e diminuire le visite all’apiario, con un conseguente risparmio di Co2.

Per ora hanno aderito al progetto circa 2000 apicoltori distribuiti in tutt’Italia, che hanno dato vita all’iniziativa “Adotta un Alveare” dedicato a imprese e privati, dove si può addirittura arrivare a ricevere il miele delle api adottate.

A fronte dei dati italiani, che vantano 56.665 proprietari di alveari, con 1.835.776 colonie (1.579.776 alveari e 256.000 sciami, 2 milioni di api regine e 80 miliardi di api operaie), la strada è ancora lunga ma il co-fondatore di 3Bee Riccardo Balzaretti spiega bene il loro intento «I cambiamenti climatici, che rendono imprevedibile il susseguirsi delle stagioni, sono tra le prime cause che hanno determinato l’attuale drammatica situazione delle api. Le api spinte da primavere anticipate, iniziano a lavorare prima, a febbraio, rischiando di essere colte da improvvise gelate».

Gli fa eco il CEO di 3Bee Niccolò Calandri «Da Nord a Sud il grido di allarme è unanime a causa dei cambiamenti climatici e dell’utilizzo massiccio di pesticidi in agricoltura, che hanno un impatto negativo sulle capacità riproduttive, cognitive e di memorizzazione delle api. I sistemi intelligenti di monitoraggio sviluppati da 3Bee – prosegue Balzaretti – permettono di elaborare dati utili come variazioni di peso, temperatura, umidità e suoni all’interno dell’alveare, facendo sì che l’apicoltore possa intervenire tempestivamente sulla base di quello che sta realmente succedendo in alveare».

«Crediamo molto nell’efficacia dell’adozione di un alveare, come strumento per sostenere il lavoro degli apicoltori e proteggere la salute delle api di cui si prendono cura – conclude Calandri -. Grazie alla tecnologia e a un controllo più efficace dell’alveare si incrementa inoltre la produzione di miele artigianale italiano, che vanta oltre 50 varietà, di cui alcune molto rare, favorite dalla diversità climatica e ambientale delle nostre Regioni».

Fonte: ilsole24ore.com

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