G20, LA CARTA DI FIRENZE DIMENTICA LA PAROLA “BIOLOGICO”

Un documento pieno di buoni propositi sul fronte della sostenibilità da raggiungere soprattutto attraverso l’innovazione conclude il vertice presieduto dal nostro Paese che ha messo a confronto le 20 agricolture più sviluppate al mondo.

«Chiederò che si sottoscriva una vera carta della sostenibilità in agricoltura da parte di tutti i Paesi membri, e di tutte le organizzazioni». Il ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli lo aveva promesso alla vigilia del G20 dell’agricoltura e sabato 18 settembre (evitando così per un giorno la scaramanzia del venerdì 17) è stato di parola.

Impegni sul fronte climatico

Al termine dei 4 giorni del vertice presieduto dal nostro Paese le 20 agricolture più sviluppate del pianeta hanno infatti sottoscritto assieme la “Carta di Firenze”.

Un documento lungo cinque pagine e diviso in 21 punti per definire la direzione delle azioni da intraprendere sul fronte dell’agricoltura e dell’alimentazione per raggiungere la sicurezza alimentare e la nutrizione per tutti e a garantire sistemi alimentari sostenibili e resilienti, «senza lasciare indietro nessuno».

«Il G20 – ha affermato Patuanelli – non può essere solo un momento in cui si parla, ma un prezioso appuntamento in cui ci si impegna».

«Da parte nostra – ha aggiunto – c’è una grande volontà d’impegno nel proseguire nel percorso di sostenibilità».

Secondo il ministro: «l’innovazione, la meccanizzazione, l’agricoltura di precisione sono strumenti che i nostri agricoltori stanno già utilizzando ma che occorre diffondere ulteriormente».

Una crescita che deve caratterizzare l’agricoltura mondiale, perché la transizione ecologica e la neutralità climatica sono obiettivi che si possono raggiungere solo se c’è comunione d’intenti. «L’Italia può fungere da battistrada».

Patuanelli: «In Italia Possiamo arrivare al 30% di bio»

Alla vigilia del vertice il ministro Patuanelli aveva anche portato come esempio positivo i record italiani nel  biologico. «L’agricoltura italiana è pronta ad essere sostenibile: in Italia abbiamo già il 15% di superficie biologica che potrà essere implementato con le risorse della nuova Pac fino al 30%, ben oltre quindi agli obiettivi della strategia Farm to Fork».

Nella carta di Firenze, scritta in inglese, la parola organic (biologico) però non è stata inserita. L’obiettivo dichiarato dal documento è quello di sviluppare «un’agricoltura moderna, economicamente sostenibile che generi un reddito stabile e gratificante e crei lavoro dignitoso e di qualità e opportunità per imprenditori e lavoratori agricoli, per le loro famiglie e le comunità rurali».

Più ricerca e formazione

Nel comunicato finale del G20 i Ministri si impegnano a promuovere la ricerca e l’innovazione per aumentare la resilienza e la sostenibilità dei sistemi agricoli e alimentari e per mitigare e adattarsi ai cambiamenti climatici e arrestare e invertire la perdita di biodiversità migliorando la resistenza di piante e animali a malattie, parassiti e stress abiotici.

«Sosterremo lo sviluppo delle competenze nella produzione sostenibile attraverso la formazione e i servizi di consulenza per i produttori».

«Sottolineiamo l’importanza della trasformazione digitale in agricoltura, promuoveremo investimenti in ricerca e sviluppo e trasferimento di conoscenze agli agricoltori».

I ministri dei 20 Stati che rappresentano i due terzi del commercio e della popolazione mondiale si affidano perciò soprattutto alle tecnologie innovative per ottenere l’aumento della produttività in modo sostenibile, aiutando i Paesi a produrre cibo sotto gli effetti dei cambiamenti climatici».

Noi invece continuiamo a pensare che il modo migliore per affrontare e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici sia quello di cambiare paradigma nel modo di produrre in agricoltura, sostenendo la crescita del biologico e investendo sì in ricerca e formazione, ma soprattutto nel bio.

Fonte: Ruminantia

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