FRUMENTO, UNA FILIERA BIO E EQUA DAL CAMPO ALLO SCAFFALE

Cia-Agricoltori Italiani e ItalMopa siglano un protocollo d’intenti per sviluppare progetti dedicati che garantiscano qualità, sostenibilità e giusto prezzo per tutti gli operatori coinvolti delle filiere del grano tenero e duro biologici

Collaborare per sviluppare e promuovere insieme progetti di filiera del grano 100% biologico italiano, con l’obiettivo di soddisfare i requisiti di qualità e sostenibilità e di garantire il giusto prezzo a tutti i soggetti coinvolti. È il senso del protocollo d’intenti siglato da Cia-Agricoltori Italiani e Italmopa.

Gdo da coinvolgere

Lo scopo delle due organizzazioni è di costruire una “filiera bio equa italiana”, partendo dai primi anelli, vale a dire produttori agricoli e industria molitoria, per poi allargarlo agli altri attori, fino alla Gdo.

 

Alla base del protocollo, la consapevolezza della centralità del settore biologico, sia per i consumatori, sia per le nuove politiche comunitarie e nazionali, dalla Pac al Green Deal al Pnrr, in un’ottica di maggiore sostenibilità ambientale, economica e sociale.

 

«D’altra parte – ricorda Dino Scanavino, presidente di Cia – in Italia l’agricoltura biologica conta 2 milioni di ettari coltivati, il 16% circa (330.284 ettari) destinato ai cereali, di cui il 34% al grano duro e il 10% al frumento tenero; oltre a impegnare 80.000 operatori per un valore alla produzione di 3,5 miliardi di euro». «Anche nella sfida europea, ovvero arrivare entro il 2030 a destinare il 25% dei terreni agricoli al bio, l’Italia risulta in vantaggio, con una percentuale di coltivazioni dedicate al 16% contro l’8% della media Ue».

La ricerca del giusto prezzo

Nasce con questi obiettivi il protocollo d’intenti di Cia e Italmopa, per promuovere equi accordi commerciali fra i soggetti coinvolti, improntati al giusto prezzo, con l’impegno a collaborare per la definizione dell’opportuno meccanismo di definizione dei prezzi, della tipologia di contratti e della loro durata.

 

Inoltre, le due organizzazioni vogliono condividere gli obiettivi di qualità, dai requisiti della materia prima agli sfarinati al prodotto finito, nonché valorizzare la trasparenza e la tracciabilità delle filiere, l’origine italiana del grano biologico ovvero le specifiche aree territoriali regionali vocate del Paese.

 

L’obiettivo finale resta quello di comprendere, in tali accordi di filiera, tutti i soggetti coinvolti, dai produttori agli stoccatori, dai primi e secondi trasformatori alla Gdo. Con due considerazioni sullo sfondo: pagare il giusto prezzo ad agricoltori e molini è indispensabile per permettere la programmazione della produzione di grano, mentre oggi il ruolo della Grande distribuzione è sempre più centrale per poter valorizzare i prodotti biologici sul mercato.

Contratti di filiera e di coltivazione

In particolare, Cia e Italmopa si impegnano a favorire, tra le proprie strutture, modalità quali Contratti di Filiera e Contratti di Coltivazione, con dettagliati disciplinari di produzione tracciati, particolarmente avanzati dal punto di vista ambientale e sociale, promuovendo al contempo la ricerca e i processi innovativi, per esempio l’utilizzazione di strumenti digitali come la Blockchain.

 

«Questo protocollo d’intenti – conclude Nicola De Vita, presidente della Commissione Prodotti biologici di Italmop a- è un contributo importante per consolidare e rafforzare i rapporti nella filiera del grano bio Made in Italy e costruire percorsi sempre più green e di qualità, riconoscendo contemporaneamente il giusto reddito a tutte le componenti della catena produttiva, dal campo allo scaffale».

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