FederBio sull’indagine di GdF e ICQRF

In un comunicato emesso all’indomani degli esiti dell’indagine di Guardia di Finanza e ICQRF, FederBio rimarca la continuità dell’operazione rispetto al passato: “l’operazione – si legge nel comunicato della Federazione – appare come l’esito dell’ulteriore sviluppo investigativo seguito all’analoga operazione condotta a febbraio 2013 sulle medesime aziende pugliesi, escluse da tempo dal sistema di certificazione del biologico e i cui prodotti sono stati rintracciati e declassati dagli organismi di certificazione autorizzati come convenzionali, secondo le indicazioni al tempo ricevute dallo stesso ispettorato repressione frodi”. “Gli ulteriori sviluppi investigativi, che paiono coinvolgere ulteriori imprese e riguardare anche la falsificazione dell’origine del prodotto – ha dichiarato il presidente Paolo Carnemolla – ci rassicurano sul fatto che l’attenzione delle autorità giudiziarie e inquirenti rimane alta e in tal senso FederBio è, come sempre pronta a collaborare e a costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario”. “Dall’epoca dei fatti del 2013 la Federazione, in collaborazione con Accredia, l’ente unico nazionale di accreditamento degli organismi di certificazione ha avviato un progetto per la tracciabilità informatica delle transazioni che riguarda anche la filiera dell’olio d’oliva e sul quale e’ stata chiesta anche la collaborazione da parte dell’ispettorato repressione frodi e del ministero politiche agricole”. Secondo Carnemolla “solo facendo sistema e mettendo in comune i dati e le informazioni sulle produzioni e sulle transazioni commerciali nell’ambito del sistema di certificazione saremo in grado di tutelare i produttori onesti e i consumatori”. “È ora di fare qualcosa di concreto e di utile tutti assieme, altrimenti – questo l’allarme lanciato dal presidente FederBio – il solo rimbalzare sulla stampa di notizie non del tutto nuove reca danno anche a chi lavora per la tutela del biologico italiano autentico”.

Fonte:  Agrapress

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