Etichettatura carni: il PE si oppone alla proposta della Commissione Europea

Il Parlamento Europeo si esprime in merito alle modifiche proposte dalla Commissione Europea riguardanti l’etichettatura di carni fresche e surgelate. La Commissione infatti aveva avanzato la proposta di riportare in etichetta unicamente l’indicazione dei Paesi in cui gli animali erano stati allevati e macellati, con l’eventualità che le carni suine fossero etichettate come allevate in un determinato Stato membro con una permanenza di soli 4 mesi, che scendevano ad uno solo nel caso del pollame. Escludendo l’etichettatura obbligatoria che riportasse anche il luogo di nascita dell’animale. I parlamentari europei  hanno giudicato insufficienti queste misure a tutela dei consumatori, già allarmati dai numerosi scandali recenti nel settore, ritenendo fondamentale la presenza di regolamenti più restrittivi in materia di tracciabilità dei prodotti. “Vogliamo un’etichettatura obbligatoria per il luogo di nascita, d’allevamento e di macellazione per ogni tipo di carne, come già avviene per i bovini. Ciò permetterà ai consumatori di sapere quanto l’animale avrà viaggiato e se avrà sostato in Paesi che mantengono buoni standard per il benessere animale” – ha dichiarato Glenis Willmott, responsabile della stesura della risoluzione,  adottata con 34 voti a favore, 21 contrari e 3 astensioni. La risoluzione richiede alla Commissione Europea il ritiro del regolamento e la riformulazione dello stesso con l’indicazione obbligatoria dell’origine delle carni (suina, ovina e pollame) dalla nascita dell’animale fino alla macellazione, come già adottato nel caso della carne bovina. LA risoluzione sarà votata durante la prossima sessione plenaria a Strasburgo, prevista dal 3 al 6 febbraio.

Fonte: Greenbiz

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