Crisi, è boom dei farmer market

Cambia l’abitudine agli acquisti degli italiani, complice soprattutto la morsa della crisi che, malgrado molte dichiarazioni di facciata, sembra al momento non attenuarsi. E così gli italiani, secondo quanto rivela un’analisi Coldiretti elaborata a partire dal rapporto della fondazione Campagna Amica, a fronte di una contrazione del 4% dei consumi alimentari, hanno aumentato del 67% i loro acquisti presso i mercati degli agricoltori, i cosiddetti “farmer market”, dove è possibile acquistare direttamente dal produttore senza intermediazioni. Nel corso del 2013, sottolinea Coldiretti, hanno acquistato ben 15 milioni di italiani (il 25% in più rispetto all’anno precedente), con una crescita molto significativa anche nel valore medio degli acquisti. Un settore, quello dei mercati degli agricoltori, che oggi vanta un fatturato complessivo stimato in circa 1,5 miliardi di euro, grazie anche alla fondazione Campagna Amica promossa di Coldiretti che ha incentivato molto la presenza sul territorio con oltre 1.200 mercati in tutta Italia.
Nell’anno appena trascorso, ben 28mila agricoltori hanno portato agli italiani il meglio di quanto coltivato su circa 280mila ettari, con una crescita del 40% rispetto all’anno precedente.
Come spiega una nota Coldiretti, nei mercati di Campagna Amica “si trovano prodotti locali del territorio, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo. I mercati degli agricoltori promuovono la conoscenza della stagionalità dei prodotti, ma anche la filosofia del km zero, con i cibi in vendita che non devono percorrere lunghe distanze, riducendo le emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio. Gli effetti si fanno sentire anche sugli sprechi che vengono ridotti per la maggiore freschezza della frutta e verdura in vendita che dura anche una settimana in più, non dovendo rimanere per tanto tempo in viaggio. Oltre a cio’, svolgono una importante azione di recupero di varietà a rischio di estinzione”. Secondo Coldiretti infatti, “almeno 100 varietà vegetali definite minori, tra frutta, verdura, legumi, erbe selvatiche e prodotti ottenuti da almeno 30 diverse razze di bovini, maiali, pecore e capre allevati su scala ridotta trovino sbocco nell’attuale rete di mercati e delle botteghe degli agricoltori”.
In cima alle preferenze di acquisto frutta e verdura, ma anche formaggi, salumi, vino, latte e pane, ma anche dolci, biscotti, conserve e agricosmetici. A ribadire l’importanza dell’iniziativa e il valore, anche sociale, che sta assumendo nel nostro paese questo ritrovato rapporto tra produttore e acquirente il presidente Coldiretti Moncalvo: “I nostri mercati degli agricoltori stanno creando nuove economie e nuova occupazione rappresentando nel contempo un formidabile strumento di coesione sociale, animazione sociale ed educazione alimentare, perché ricreano un legame profondo tra consumatore e produttore, tra il luogo di consumo e il luogo di produzione, tra città e campagna”. “Oltre all’ottimo rapporto prezzo/qualità – prosegue Moncalvo –  il segreto del successo sta nella sincera volontà di un numero crescente di cittadini di aiutare con i propri atti di acquisto il lavoro e l’economia nazionale e di comportarsi in modo sostenibile per la società e l’ambiente”.
Fonte: Agrapress, Coldiretti

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