CON L’AVVIO DEL GREEN DEAL IL PROGETTO CORE ORGANIC ENTRA IN UNA NUOVA FASE

Core Organic è un sistema di ricerca transnazionale attivo da 18 anni e sostenuto dall’Unione europea in favore del biologico. Appena terminato il progetto CORE Organic Cofund coordinato dall’Università di Aarhus in Danimarca, è partita a fine settembre la nuova esperienza di CORE Organic Pleiades che coinvolge 33 istituzioni europee tra cui i nostri ministeri dell’Università e dell’agricoltura.  Obiettivi: favorire i target bio del Green Deal e dare il via ad un partenariato europeo sull’agroecologia

Coltivare la ricerca transnazionale in agricoltura biologica. È l’obiettivo di CORE Organic (Coordination of European Transnational Research in Organic Food and Farming Systems) un consorzio di istituzioni e centri di ricerca nazionali europei che si è formato nel 2004.

«L’agricoltura biologica – spiega Ivana Trkulja, coordinatore biologico presso l’International Center for Research in Organic Food Systems (Icrofs) dell’Università danese di Aarhus – è uno dei percorsi meglio definiti di produzione alimentare sostenibile». «Ma per usufruire in pieno dei benefici di questo modello virtuoso di produzione, occorre implementarlo su larga scala. Quello a cui mira CORE Organic è quindi la costruzione, assieme alle realtà aziendali, di un vero e proprio ecosistema di agricoltura biologica di dimensione continentale». Il progetto è passato attraverso diverse fasi di programmazione: CORE Organic I (2004-2007), CORE Organic II (2010-2013), CORE Organic Plus (2013-2018) e CORE organic Cofund (2016-2022), concluso lo scorso maggio e CORE Organic Pleiades, partito in settembre e che arriverà fino al 2026.

Una rete virtuosa di collaborazioni

«Unendo le forze – continua Trkulja – tra organizzazioni e Stati membri, siamo in grado di sostenere meglio i progetti di ricerca transnazionali che affrontano alcune delle sfide più importanti lungo la catena del valore del biologico». Negli ultimi 18 anni il programma ha infatti lanciato otto bandi transnazionali di ricerca e ha fornito finanziamenti per 61,9 milioni di euro a 62 progetti di ricerca. Questi inviti hanno coinvolto ricercatori di tutti i paesi partner toccando argomenti di agroecologia per migliorare i sistemi di coltivazione e di allevamento degli animali, sviluppando filiere di economia circolare e a zero rifiuti.  «Progetti che hanno dimostrato come il bio sia un fattore chiave per un sistema alimentare sostenibile, resiliente ai cambiamenti climatici e circolare».

I 29 progetti del bando appena concluso

Nel corso della fase CORE Organic Cofund appena conclusa, la rete ha lanciato tre bandi di ricerca transnazionali. Da una collaborazione con SUSFOOD2 Cofund sono stati sviluppati nel 2019 e nel 2021 due ulteriori bando sui sistemi alimentari sostenibili e biologici. Questa fase di cofinanziamento ha coinvolto 29 organizzazioni finanziatrici di 21 Paesi membri che hanno sostenuto 29 progetti.

Tra giugno e novembre si sono tenuti i seminari conclusivi che hanno presentato i risultati su 18 progetti focalizzati su: mutualismo tra rizobia e legumi; Sottoprodotti di semi oleosi come potenziale fonte di antiossidanti e acidi grassi essenziali; Benefici dell’integrazione alimentare di larve vive sul microbiota intestinale dei polli biologici; Prodotti biologici freschi pronti da mangiare (un nuovo metodo di pastorizzazione degli alimenti bio freschi ready to eat); ottimizzazione dei prodotti a base di frutta bio minimamente trasformati; sviluppo di “living lab” per rendere i sistemi alimentari più diversificati e sostenibili; Servizi ecosistemici della produzione di alimenti biologici; l’aggiornamento del database Organic eprints.

La sfida del Green Deal

«Nonostante l’ormai raggiunta maggiore età – evidenzia Trkulja  – siamo ancora solo all’inizio».

Ci sono infatti ancora sfide decisive da affrontare, in particolare con l’ambizioso obiettivo del Green Deal europeo di rendere biologico il 25 % dei terreni agricoli dell’UE entro il 2030.«Per raggiungere questo obiettivo, CORE Organic Pleiades , la fase del programma lanciata nel settembre 2022 nell’ambito del progetto OrganicTargets4EU finanziato dall’UE si concentra completamente sulla comprensione delle implicazioni degli obiettivi di agricoltura biologica del Green Deal». Un nuovo progetto arrivato a interessare 33 unità di ricerca (per l’Italia il ministero dell’Università e quello della sovranità alimentare).

Il pregio della continuità

Nel frattempo, CORE Organic mantiene la sua missione di coordinare gli investimenti di ricerca necessari per facilitare l’ulteriore innovazione nel settore dell’agricoltura biologica. «Il pregio maggiore della rete CORE Organic – conclude la ricercatrice – è stata la continuità. Un elemento che sta garantendo un impatto duraturo e che la comunità della ricerca nel bio sia ben posizionata per affrontare le sfide attuali e quelle emergenti».

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