Suolo e Salute

Category: Vino biologioco

De Girolamo: la storia del vino italiano sia parabola per l’Italia e la politica

“Dobbiamo fare della storia recente del vino italiano una parabola per il Paese e per la politica. Siamo partiti dallo scandalo del metanolo, che ci ha fatto toccare il punto più basso con danni gravissimi sia in termini economici che di immagine, ma siamo riusciti a ribaltare il dato, a capovolgere la situazione sino a far diventare il vino una eccellenza assoluta del Made in Italy”. A dichiararlo il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, intervenuta alla conferenza stampa di presentazione della prima edizione dell’Atlante dei territori del vino italiano”, svoltasi il 29 ottobre, presso la Sala Cavour del Palazzo dell’Agricoltura a Roma.

“Sono certa – ha detto il Ministro – che questo Atlante avrà un grande successo. Si tratta di un lavoro straordinario, utile anche in vista dell’Expo 2015. Quando parliamo di vino non possiamo non fare riferimento alla passione e all’apporto umano dei nostri agricoltori che, anche in momenti difficili, hanno saputo tenere la schiena dritta. Noi dobbiamo aiutarli a svolgere al meglio il loro lavoro, utilizzando correttamente le risorse dell’Ocm vino e puntando alla semplificazione delle norme. Non è possibile – ha proseguito De Girolamo – che i nostri produttori debbano sottrarre preziose ore al loro lavoro per occuparsi di questioni burocratiche. Un altro grande tema da affrontare è quello dell’internazionalizzazione: il nostro vino è più buono di quello francese, ne sono convinta. Loro sono stati più bravi dal punto di vista commerciale ed è quello il gap che dovremo colmare, entrando nei mercati in cui siamo poco presenti”.

“Il nostro  è un territorio straordinario, è la nostra vera forza. Puntando sulla terra possiamo trovare le vie di uscita dalla crisi, che ancora c’è e ancora morde. Guardiamo sotto i nostri piedi, è lì il vero tesoro. Dovremmo introdurre una nuova norma, quella della ‘consapevolezza’, ricordandoci sempre di come siamo bravi a coniugare le nostre capacità con le materie prime che abbiamo a disposizione e il legame che queste hanno con i territori. Se, insieme a questo, ci renderemo conto dell’importanza di fare squadra potremo davvero dare un grande contributo allo sviluppo del nostro Paese”.

Fonte: AIOL

On line il Registro nazionale delle varietà di viti

Il Cra, il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, ha messo on line il Registro nazionale delle varietà di viti. Si tratta di uno strumento istituito nel 1969 con apposito Decreto (D.P.R. 24.12.1969 n.1164) per dare seguito alla Direttiva comunitaria 68/193/CEE del 1968, che obbligava ogni Stato membro a dotarsi di un Registro delle varietà di viti ammesse ufficialmente alla certificazione. La gestione del registro fu affidata al’Istituto Sperimentale per la Viticoltura, oggi CRA-VIT, Centro di ricerca per la Viticoltura. Il Registro è suddiviso in cinque sezioni, varietà da vino, varietà da tavola, portinnesti, varietà a destinazione particolare e varietà per la moltiplicazione. L’intero catalogo, consultabile all’indirizzo http://catalogoviti.politicheagricole.it/home.php, può essere scaricato anche in formato Excel e riporta un ampio ed esaustivo quadro di riferimento normativo. Attualmente, sono iscritte 469 varietà ad uve da vino con 1.140 cloni, 120 ad uve da tavola con 98 cloni, 2 varietà a destinazione particolare, 39 per portinnesto con 162 cloni e 7 destinate alla produzione di materiale di moltiplicazione con 10 cloni. Il Registro è stato realizzato dal Servizio Nazionale Certificazione Vite (SNCV) del CRA-VIT, che ne cura anche l’aggiornamento. Oltre all’elenco delle varietà, un’ampia iconografia di oltre 9.000 immagini consente una rapida consultazione ed un utile confronto per il riconoscimento delle varietà. Inoltre, il catalogo on line mette a disposizioni dati riguardanti la classificazione delle varietà di viti e il loro utilizzo in DO e IG, oltre a schede descrittive dei cloni e dati statistici sulla produzione di barbatelle (viti posizionate su portainnesti americani, resistenti alla filossera a differenza di quelli europei) dal 1989 al 2012.

Fonte: AIOL

Nasce Vinitalybio. On line i moduli per partecipare

A partire dalla prossima edizione di Vinitaly, prevista dal 6 al 9 aprile 2014, l’Ente Fiera veronese darà vita in collaborazione con FederBio ad un nuovo spazio espositivo dedicato ai vini biologici. Vinitalybio rappresenterà pertanto il nuovo appuntamento per tutti i buyer e i consumatori interessati alla produzione enologica specializzata. “Il progetto – secondo le parole del Presidente Veronafiere Ettore Riello – risponde alla logica dell’Ente di innovare continuamente i propri prodotti per adeguarli ai cambiamenti del mercato. Vinitalybio è una grande occasione di visibilità per le cantine biologiche italiane che rappresentano il 6,5% del vigneto nazionale con 53 mila ettari coltivati, ponendo l’Italia al secondo posto per estensione a livello mondiale. L’Italia, inoltre, con una quota del 13% rappresenta il terzo esportatore di vini bio negli Stati Uniti”. Secondo il presidente FederBio Paolo Carnemolla  Vinitalybio offrirà  l’opportunità di avere visibilità e voce al vino bio, la cui forza “ è quindi proprio nella certificazione, affidata a partire dalla coltivazione delle uve e fino all’imbottigliamento a organismi terzi, espressamente autorizzati dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Questo è l’unico requisito indispensabile per partecipare alla manifestazione e sul rispetto del quale FederBio supporterà Veronafiere con apposito personale e verifiche mirate. La certificazione biologica è del resto ormai riconosciuta a livello internazionale pure fuori dall’UE, dunque è un’opportunità straordinaria anche per il vino italiano per migliorare ulteriormente il proprio posizionamento sui mercati”. Vinitalybio sarà costituito da uno spazio espositivo di 1.000 mq all’interno del padiglione 11, che ospiterà produttori italiani ed esteri. Oltre agli stand, nell’area  verrà allestita un’enoteca, che metterà in degustazione tutti i vini biologici presenti a Vinitaly. Tutti coloro che fossero interessati a partecipare alla prima edizione di Vinitalybio possono scegliere la modalità di partecipazione più consona alle loro esigenze: dalla partecipazione con area espositiva allestita (per un totale di 70 postazioni disponibili) alla partecipazione dei vini all’Enoteca di Vinitalybio. In calce al presente articolo è disponibile la modulistica necessaria per formalizzare la partecipazione alla prossima edizione, che andrà rinviata debitamente compilata in ogni sua parte via fax (al numero 045 8298161) oppure via e-mail all’indirizzo maimeri@veronafiere.it. Si ricorda che l’accettazione delle aziende partecipanti seguirà l’ordine cronologico di ricevimento delle richieste.

Per eventuali ulteriori chiarimenti, è possibile contattare Margherita Maimeri dell’Area Commerciale Wine & Food di Veronafiere ai seguenti recapiti: tel. 045 8298109 – fax 045 8298161 e-mail maimeri@veronafiere.it). Ulteriori dettagli sulla prossima edizione di Vinitaly all’indirizzo web www.vinitaly.com.

Fonte: FederBio, Veronafiere

Scheda Allestimento Vinitaly Bio

Vinitalybio – Partecipazione con area allestita

Vinitalybio – Partecipazione presso l’Enoteca

Bio in Cifre 2012: il biologico continua la sua crescita in controtendenza

Tra le tante anteprime del Sana 2013, il rapporto “Bio in Cifre 2012”, presentato durante il convengo “I numeri che raccontano il biologico”, svoltosi lunedì scorso 9 settembre. Secondo i dati presentati nel corso dell’incontro, torna a crescere la superficie coltivata a biologico e di pari passo aumentano gli operatori certificati, sia agricoltori che trasformatori ed importatori. Ad oggi il settore del biologico “pesa” per circa il 9% sull’intero sistema agricolo italiano, valori questo che collocano il nostro paese tra i primi al mondo per importanza del bio. Non a caso, l’Italia è la sesta nazione in termini assoluti per superficie destinata a biologico, ed ottava per numero di aziende biologiche. Un andamento che si riflette anche sui consumi, in importante crescita pur in un periodo di crisi come quello attuale: secondo le ultime rilevazioni, riferite alla prima metà del 2013, la spesa delle famiglie per prodotti biologici è aumentata dell’8,8%, in evidente controtendenza rispetto all’andamento medio degli altri comparti. E, stando agli ultimi aggiornamenti del Panel Ismea Gfk-Eurisko, il secondo semestre dell’anno sembra in ulteriore aumento rispetto a questi valori. Al punto che la spesa per prodotti provenienti da agricoltura biologica è cresciuta del 9,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il rapporto completo è consultabile a questo link

Fonte: Sinab

Vino bio, il Wine monitor Nomisma fa un primo bilancio

A quasi un anno dalla normativa sul vino biologico, l’Osservatorio Wine monitor Nomisma fa il punto sulla situazione del comparto. Stando alle rilevazioni, nel nostro paese si è assistito ad un vero e proprio boom del vino bio: ad oggi ben il 6,5% di tutti gli ettari coltivati a vite è biologico, contro una media mondiale del 2%. In questa speciale graduatoria, l’Italia è seconda solo all’Australia, leader con l’8,6% della superficie destinata alle coltivazioni di viti biologiche. Anche considerando la superficie assoluta l’Italia dimostra una grande vitalità del settore con una superficie totale destinata alle uve biologiche di circa 53.000 ettari, seconda solo alla Spagna con 57.000. Un dato che si è tradotto in un aumento percentuale del 67% nel periodo 2003-2001. Performances che trovano riscontro anche nelle vendite: in un contesto di forte contrazione dei consumi, il biologico resta uno dei pochi settori in controtendenza, con un segno positivo del 7,3% nella GDO. Ad un anno dall’uscita della normativa che regolamenta il vino biologico, è presto per fare bilanci, ma è indubbio che, come tutto il comparto del biologico, anche il vino sembra ritagliarsi crescenti spazi di mercato. Se oggi oltre una famiglia su due compra biologico, già il 5% ha scelto almeno una volta nel corso dell’anno di acquistare un vino etichettato come biologico. Non a caso dal 2014 Vinitaly, il tradizionale e importantissimo appuntamento di settore, avrà un padiglione specifico dedicato all’enologia biologica, grazie all’accordo tra FederBio e Verona Fiere che ha suggellato la nascita di Vinitaly bio. E proprio il mercato internazionale sembra rappresentare la frontiera più promettente: secondo i dati di Wine monitor, negli Stati Uniti il vino italiano nella sola vendita al dettaglio rappresenta il 25% dell’importazione (secondo solo al 35% dei vini australiani). Nel caso sepcifico dei vini biologici, la quota di mercato dei vini italiani costituisce ad oggi il 13% del totale, dopo il Cile (45%) e l’Argentina (19%). Ma gli accordi di equivalenza UE-USA che consentono dal giugno del 2012 la vendita di vino biologico senza la necessità di una seconda certificazione americana, sembrano preparare il terreno ad una crescita importante nel prossimo futuro.

Fonte: AIOL

Tempo di crisi? Non per il vino bio

Con una crescita del 67% dal 2003 al 2011, quello del vino biologico rappresenta uno dei pochi settori che fa registrare un segno positivo in quest’epoca di crisi. E’ questo il quadro rivelato in una nota dall’Osservatorio Wine Monitor di Nomisma secondo cui le superfici investite a vite bio hanno avuto aumenti record, in controtendenza rispetto alla diffusa crisi del settore agroalimentare. Negli Stati Uniti, in particolare, il nostro paese rappresenta il terzo per importazioni grazie ad una quota del 13% sul totale dei vini importati.

Sempre secondo quanto riporta il report Nomisma, in Italia il 6,5% degli ettari coltivati a vite  è biologico, dato quest’ultimo secondo solo all’8,6% dell’Australia. Due valori nettamente superiori alla media mondiale, attualmente ferma al 2% della superficie totale coltivata a vite Secondo i dati di Wine Monitor oggi in Italia “il 53% delle famiglie acquista un prodotto alimentare biologico e il 5% di queste compra vino bio e questo significa che sul 2% delle tavole delle famiglie italiane è presente il vino biologico in almeno una occasione”.

Non solo: secondo i dati, quasi un terzo dei vini venduti al dettaglio oltreoceano è d’importazione (i 27%, per la precisione), e il nostro paese è secondo nuovamente solo all’Australia in questo settore (con una quota del 25%, contro il 35% dell’Australia).

Un trend confermato in parte anche nello specifico ambito del vini bio, dove sono il Cile e l’Argentina a farla da padroni (con un market share del 45% e del 19% rispettivamente, ma il nostro paese ottiene comunque un lusinghiero terzo posto, con una quota del 13%,

Fonte: Con i piedi per terra, Sinab, FederBio