Suolo e Salute

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Carnemolla a Repubblica: i controlli del bio funzionano bene

“La scorsa settimana il bio è di nuovo finito, malamente, all’attenzione dei media per le tonnellate di masi e soia contaminate da un prodotto chimico provenienti dall’estero e poi con la notizia di una maxitruffa di falsi prodotti bio. L’irregolarità è stata segnalata proprio da parte di uno degli organismi nazionali di controllo del settore biologico. Quanto alla “maxitruffa” è bene sapere che si tratta della “Coda” sarda delle indagini sul grave caso emerso alla fine del 2011 e relativo al 2007/2008. Nel processo in corso a Verona FederBio è parte civile”.

Con queste parole Paolo Carnemolla, Presidente FederBio, ha voluto precisare alcuni aspetti relativi ai recenti fatti che hanno coinvolto il mondo del biologico, con una lettera aperta a Repubblica pubblicata nell’edizione del 15 giugno u.s. con il titolo “Bio nella bufera, i controlli funzionano”.

Fonte: La Repubblica, FederBio

Confagri sottolinea l’importanza delle nuove norme sulla tracciabilità

Commentando l’entrata in vigore del codice addizionale del DAU per le operazioni di importazione relative alle più importanti materie prime biologiche, Confagricoltura sottolinea l’importanza del provvedimento:  “si tratta di una norma attesa, che l’organizzazione – si legge in un comunicato dell’Associazione – aveva richiesto da tempo a difesa degli imprenditori agricoli e dei consumatori. I più importanti scandali del falso bio degli ultimi tempi sono stati causati proprio dalle carenze di tracciabilità delle importazioni di materie prime e mangimi biologici. L’obbligo di indicare con un codice addizionale doganale specifico le importazioni biologiche semplificherà i controlli, diminuirà il rischio d’importazione di falso bio e tutelerà tutto il settore biologico italiano in maniera più efficace”.

Fonte: Agrapress

SCOF di Bruxelles, la nota del Mipaaf

Il 28 maggio u.s. si è svolto a Bruxelles il 113° SCOF (Standing Committee on Organic Farming, Comitato Permanente “Legislazione Agricoltura Biologica” (SCOF)), in merito al quale il Ministero delle politiche agricole ha pubblicato unanota informativa riguardante gli argomenti più importanti discussi nel corso del Comitato.
In primo luogo, la Commissione ha sottoposto al parere dello SCOF la proposta di modifica del Reg. (CE) n. 1235/2008. Tale proposta è stata approvata a maggioranza, con l’astensione dell’Italia, motivata dal fatto che non sono state estese anche ai Paesi terzi le nuove misure di controllo introdotte nell’UE oltre che dal continuo allargamento dei Paesi terzi da cui è possibile importare in equivalenza.
La Commissione ha anche relazionato riguardo l’attività dell’Egtop (il Gruppo di esperti in agricoltura biologica istituito nel settembre 2010): nel corso del mese di giugno è prevista l’approvazione del report relativo alle produzioni in serra, mentre è in corso di definizione il mandato relativo agli alimenti (che dovrebbe comprendere alcune richieste avanzate dall’Italia). La Commissione ha comunicato inoltre di voler prevedere un mandato aggiuntivo sull’acquacoltura biologica (anch’esso contemplante diverse problematiche sollevate dal nostro Paese).
Circa il delicato capitolo dei Paesi terzi, la Commissione ha aggiornato le delegazioni lo stato dell’arte degli accordi di equivalenza con i Paesi terzi, tra cui la Cina, con l’intenzione da parte della Commissione terza di riprendere in mano l’argomento e muoversi nella direzione della semplificazione per favorire l’export verso questo Paese. Per quanto riguarda il Giappone, la Commissione ha chiesto un riscontro dagli operatori e dagli organismi di controllo sul funzionamento del nuovo accordo di reciproca equivalenza in vigore dal 1° aprile 2013. A partire dal mese di ottobre inoltre dovrebbe iniziare il negoziato per il reciproco riconoscimento dell’equivalenza con la Corea del Sud.
Tra i Paesi candidati all’equivalenza anche la Turchia, che attende le visite della Commissione a giugno e in autunno.
Infine, sono state prese in esame tre richieste di chiarimento avanzate dall’Italia, a proposito della carenza sul mercato di lievito biologico, della possibilità di etichettare come biologici alcuni dolcificanti, classificati come additivi alimentari nella normativa orizzontale ( glicosidi steviolici, eritritolo e xilitolo) e della possibilità di etichettare un prodotto destinato UE utilizzando la dicitura “100% biologico”.
Riguardo il primo punto, la Commissione non ha fornito risposte puntuali, per cui nella nota il Mipaaf annuncia di voler avanzare richiesta scritta di parere. Sul secondo punto, la Commissione, data la complessità del tema, ha preannunciato risposta scritta, mentre sul terzo punto è stato espresso parere negativo, in quanto la possibilità di utilizzare due tipi di etichettatura andrebbe a scapito della trasparenza del mercato del prodotto biologico, lasciando intendere in maniera non corretta che ci siano due livelli di qualità diversa del prodotto biologico.
Fonte: Sinab, Mipaaf

UK verso l’uso di OGM?

Secondo quanto afferma il quotidiano inglese “The Indipendent”, la Gran Bretagna si appresterebbe a chiedere all’Unione Europea un allentamento delle restrizioni in merito all’utilizzo di colture geneticamente modificate per il consumo umano. Secondo The Indipendent, la prossima settimana il Ministro dell’Ambiente Owen Paterson terrà un discorso per sostenere la scelta del governo a favore dell’utilizzo di OGM. La scelta all’indomani di un sondaggio secondo il quale il 61% degli agricoltori inglesi si dichiara favorevole all’uso di OGM.
Fonte: Agrapress

Perclorato nelle derrate alimentari, alcuni chiarimenti

 

Una nota circolare di QS (http://www.q-s.de/) affronta il tema della presenza di perclorato in alcune derrate alimentari riscontrate negli ultimi tempi. La presenza era stata riscontrata soprattutto su campioni di frutta e verdura provenienti sia da agricoltura tradizionale che biologica. Stando alle informazionidi QS, allo stato attuale sono e effettuate verifiche su un totale di circa 1200 campionamenti, con risultati positivi in 159 casi, negativi in 660, e con tracce inferiori ai 0,01 mg per Kg nei restanti 422 campioni. In particolare la presenza del perclorato è stata rilevata con particolare frequenza nei pomodori, peperoni, cetrioli, zucchini, lattuga, prezzemolo, fagioli, fragole e arance
Le analisi non hanno riguardato solamente frutta e ortaggi ma anche campioni del suolo, delle acque e del substrato di coltivazione, oltre a fertilizzanti NPK e monopotassici e fuselöl (o borlande), residui di alcuni processi che prevedono la fermentazione e che costituiscono fertilizzanti ammessi nell’agricoltura biologica.
Stando alla nota di QS, al momento la presenza di perclorato è riconducibile non solo all’utilizzo di fertilizzanti, ma all’acqua presente nel terreno e quella superficiale: nell’acqua potabile utilizzata a fini irrigui infatti il perclorato potrebbe derivare dall’utilizzo del cloro per la disinfezione delle acque potabili stesse. Altro elemento di possibile contaminazione ambientale, infine, potrebbe essere riconducibile all’utilizzo di disinfettanti di superficie a base di ipoclorito di sodio. Da ciò consegue che la sola presenza di perclorato non può essere di per se stessa indice di violazione delle norme di coltivazione biologiche, anche se l’individuazione di questi residui necessiterà di ulteriori analisi per comprenderne l’origine ultima.

Crisi, agricoltura in controtendenza

Agricoltura in controtendenza rispetto alla crisi che continua ad affliggere gli altri settori produttivi. Questo ciò che emerge dagli ultimi dati diffusi dall’Istat e relativi al primo trimestre 2013: malgrado la crisi, il maltempo che ha a lungo flagellato la penisola ed una situazione di sostanziale recessione, il comparto agricolo sembra costituire un’eccezione: “L’unica nota positiva, in un quadro recessivo sia per l’industria che per servizi e costruzioni, arriva dall’agricoltura- conferma il presidente della Cia (Confederazione italiana agricoltori), Giuseppe Politi-  il valore aggiunto del settore primario, infatti, cresce sia a livello congiunturale (+4,7 per cento) che tendenziale (+0,1 per cento). Questo vuol dire che, nonostante tutti i problemi che condizionano il comparto, dai costi produttivi record ai danni del maltempo sulle campagne, l’agricoltura riesce a svolgere una funzione “anticiclica” e a garantire, in assoluta controtendenza rispetto all’andamento generale, produttività e occupazione”.

Nel trimestre gennaio-marzo l’export è aumentato del 6,6% in valore (dato scaturito dal +6,9% dei prodotti agroalimentari e del +5,4 dei prodotti agricoli.), mentre salgono seppur di poco anche le assunzioni (+0,7%, con un notevole +12% al Centro e un + 2% al Nord Italia).

Giovani e donne riescono a trovare sbocchi altrove preclusi proprio nel comparto agricolo se, come rivelano i dati e conferma Politi, “oggi sono 44.128 le aziende agricole con a capo una donna di età compresa tra i 18 e i 40 anni, pari al 15,4 per cento, e percentuali più alte della media si riscontrano proprio al Sud (17 per cento), dove si trova quasi la metà delle imprese (20.369) condotte da donne ‘under 40’. Anche a livello di manodopera femminile, su un totale di 406 mila occupate nel settore, il 70 per cento è rappresentato proprio dalle lavoratrici della terra in Puglia, Calabria, Campania e Basilicata».

Stanti questi “chiediamo alla politica di investire sul serio sull’agricoltura, dopo averla lasciata nell’angolo per anni, perché può rappresentare davvero un volano per la ripresa dell’economia. E un segnale importante di fiducia che il governo può darci riguarda l’Imu, annunciando, dopo la sospensione della rata di giugno, la sua cancellazione per terreni agricoli e fabbricati rurali. Perché non si possono tassare strumenti e luoghi di lavoro come fossero patrimoni improduttivi, tanto più in un momento in cui l’agricoltura è l’unico settore che riesce a produrre lavoro e ricchezza”.

Fonte: Greenreport