Suolo e Salute

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Gli OGM al centro del dibattito Europeo: i commenti

In conclusione del Consiglio Ambiente dell’Unione Europea, tenutosi lunedì 3 marzo a Bruxelles, un commento arriva dal Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, secondo il quale  “il tema OGM è delicato e controverso”. Per Galletti “è necessario un quadro legislativo chiaro che soddisfi pienamente l’Italia e tutti gli stati membri dell’Unione Europea. Siamo dunque favorevoli alla riapertura della discussione che permetta di trovare un equilibrio tra il mantenimento del sistema di autorizzazione UE, basato su valutazione scientifica di rischi sanitari e ambientali e l’esigenza di garantire agli stati la possibilità di vietare la coltivazione di OGM alla luce delle specifiche caratteristiche sul territorio”.
Interviene sul tema anche il Miistro delle Politiche Agricole Martina, ricordando che  “sul tema c’è un pronunciamento molto chiaro del parlamento italiano, che fissa quella che e’ la posizione dell’Italia”. L’auspicio di Martina è “che ci sia quanto prima un’intesa in sede comunitaria per dare libertà di scelta ai singoli stati membri e credo che la proposta elaborata dalla presidenza greca dell’UE sia una buona base di partenza”.  Il Ministro auspica  che sia possibile “lavorare a un’intesa che faccia superare le controversie degli scorsi anni. in questo modo si potranno rispettare meglio le esigenze e le caratteristiche delle agricolture dei vari paesi”.
Fonte: Agrapress

Etichettatura a semaforo, continua il braccio di ferro

Continua la querelle in merito alla cosiddetta “etichettatura a semaforo” voluta dal governo inglese, e che già aveva provocato dure reazioni da parte di molti Stati Membri, Italia in testa. Dopo i due ricorsi recapitati a Bruxelles da parte dell’industria agroalimentare italiana, è adesso l’Atla, l’Associazione francese dei trasformatori e delle industrie lattiero casearie, che insieme all’Ania, Associazione delle industrie agroalimentari francesi, a far sentire la propria voce. Parimenti Copa e Cogeca, le organizzazioni agricole e cooperative dell’UE, puntano il dito contro un sistema di etichettatura considerato penalizzante nei confronti del criterio anglosassone, che classificando i prodotti in base al contenuto in grassi, penalizzano prodotti di eccellenza gastronomica favorendo magari prodotti ben meno salubri e di provenienza non altrettanto genuina. Già nei giorni scorsi la Commissione europea ha preso in esame la risposta di Londra alla lettera di richiesta d’informazioni inviata dal vicepresidente all’industria Antonio Tajani, lettera che precede l’apertura eventuale di una procedura di infrazione. Ciò che viene contestato al governo britannico è il fatto che l’indicazione di un bollino verde, arancione o rosso sull’imballaggio dei prodotti rischia di discriminare determinati prodotti ostacolando la libera circolazione delle merci, uno dei pilastri su cui si fonda l’UE stessa. Secondo fonti vicine all’Esecutivo UE “l’etichettatura volontaria inglese non può in nessun modo interferire con l’unicità del mercato interno. Si tratta quindi di verificare se, in termini concreti, la presenza dell’etichetta detta “a semaforo” ha o meno un impatto in termini di mercato interno, circolazione dei prodotti e altri elementi”. A rischio, perché classificati con il bollino rosso, prodotti agroalimentari di assoluta qualità, quali il Parmigiano Reggiano o il Prosciutto di San Daniele. Una situazione che continua ad essere in evoluzione e lascia intravedere ulteriori sviluppi, dato che nel frattempo la quasi totalità della GDO britannica ha adottato il sistema. Una situazione sottolineata anche dalla Ueapme, l’Associazione delle Piccole e Medie Imprese Europee, ferma nel denunciare “la grande pressione che nel Regno Unito il nuovo sistema di etichettatura sta mettendo sugli operatori alimentari, in particolare le piccole ditte con basso potere negoziale”.
Fonte: Ansa, Winenews

USA, Michelle Obama alla guerra contro le etichette alimentari

Prosegue la battaglia per far cambiare le abitudini alimentari agli americani, fortissimamente voluta da Michelle Obama, che da sempre ha scelto di associare la propria immagine e attività ad una “guerra” incruenta contro l’obesità. È stato annunciato nei giorni scorsi infatti dalla first lady un piano che prevede l’indicazione delle calorie per porzione sulle etichette alimentari, oltre ad una rimodulazione della cosiddetta “serving size”, ovvero della dimensione delle porzioni. E’ la prima vera modifica che la Fda, la Food and Drug Administration mericana (l’ente governativo che norma i prodotti alimentari e farmaceutici) affronta da moli anni a questa parte, dato che le etichette, obbligatorie degli USA a partitr dagli anni ’90, erano ancora basate su abitudini alimentari vecchie oramai di 30 a 40 anni e mai aggiornate. “Si tratta di una trasformazione incredibile” ha dichiarato al New York Times il  Commissario dell’FDA Margaret Hamburg: “per esempio le dimensioni di un muffin sono cambiate enormemente. E’ importante che le informazioni nutrizionali sulle etichette riflettano la realtà”. Ora insomma le aziende non potranno più riportare indicazioni riferite a porzioni troppo piccole, scelte per non allarmare i consumatori circa il vero contenuto calorico degli alimenti commercializzati.
Fonte: TMNews

I siti .bio presto online

 Il 13 febbraio  L’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers Internet) ha, assegnato a Starting Dot, il , nuovo ufficio di registrazione fondato nel 2011 che vede Ifoam come partner, l’estensione “.bio” per i domini web. I siti “punto bio” pertanto saranno presto online e costituiranno un’interessante alternativa alle estensioni classiche come .com e .net, consentendo una più specifica identificazione delle aziende sul web con il settore del biologico. L’IFOAM avrà il compito di presiedere il Policy Advisory Committee, il comitato consultivo di Starting Dot per tutte le questioni relative al nuovo dominio .bio, con lo scopo di far si che si traduca in un’effettiva possibilità di crescita e visibilità per l’intero movimento biologico. IFOAM intende registrare nelle prossime settimane IFOAM.bio e incoraggia ognuno dei movimenti del biologico ad adottare questa estensione.
Fonte: IFOAM

Corto e Mangiato, l’edizione 2014 dedicata alle energie rinnovabili

Saranno le energie rinnovabili e il loro ruolo nella difesa del territorio il tema al centro dell’ottava edizione di “Corto & Mangiato”, il Festival del cortometraggio sul cibo da agricoltura biologica. L’evento è promosso dalla Cooperativa Agricola Gino Girolomoni insieme all’Istituto Alberghiero Santa Marta, al Comune di Isola del Piano, all’associazione culturale Ambasciatore Territoriale dell’Enogastronomia, a Pascucci Torrefazione e alla Fondazione Girolomoni e gode del  patrocinio del Consiglio Regionale delle Marche e della Provincia di Pesaro e Urbino. Il concorso è aperto ai giovani di tutta Italia, che possono partecipare inviando cortometraggi dedicati ai temi della cultura del territorio, dell’identità del cibo e delle aziende e/o dei produttori o che illustrino con il loro contributo pratiche di corretta e sana alimentazione. In particolare, come detto, l’edizione 2014 intende premiare quei corti che hanno come tema centrale la difesa e la cura del proprio territorio, attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili. Le opere verranno selezionate da una giuria di studenti dell’Istituto Alberghiero Santa Marta, che sceglieranno i lavori migliori. Il pool di finalisti verrà quindi giudicato da una commissione di esperti che si riunirà giovedì 3 aprile per premiare i tre vincitori (uno per ognuna delle tre categorie del concorso). I vincitori si aggiudicheranno la targa Montebello d’Oro e un assegno di €500 ciascuno offerto dalle aziende bio Rapunzel, Ki e Naturasì. La premiazione avverrà venerdì 4 Aprile, in occasione di una serata di gala che si terrà presso l’Istituto Santa Marta di Pesaro.
Fonte: Greenews

Un nuovo rapporto sul biologico serbo

E’ stato pubblicato nelle settimane scorse un documentato report riguardante la situazione del biologico in Serbia. La ricerca è stata realizzata da  GIZ – Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit, Serbia Organica e dal Ministero dell’Agricoltura della Serbia. Il documento descrive le produzioni biologiche serbe, costituite prevalentemente da frutta, verdura, cereali, miele e semi di soia, oltre ai dati riferiti ai trasformatori e agli Organismi di Controllo del paese dell’ex Jugoslavia. Stando ai dati dello studio, al settembre 2013 erano circa 7.500 gli ettari di terreno coltivati secondo il metodo, di cui 3.500 ettari in conversione. Per quanto riguarda l’allevamento,  sono stati censiti 3.500 capi di bestiame, bufali, cavalli, asini, 4.000 piccoli animali (capre, pecore, animali da cortile) e 2.000 colonie di api. Attualmente sono sei gli OdC autorizzati per il biologico in Serbia, e Suolo e Salute Balcani è uno di essi.
All’interno del documento inoltre vengono illustrate le strategie nazionali a favore dell’agricoltura biologica e della biodiversità, a partire dal Piano d’azione nazionale.
Fonte: Sinab, Oneco, Suolo e Salute