Suolo e Salute

Category: Suolo e Salute News

PIACENZA, CONFERENZA INTERNAZIONALE SUL VINO BIOLOGICO

PIACENZA, CONFERENZA INTERNAZIONALE SUL VINO BIOLOGICO

Le novità per la difesa del vigneto biologico: ricerca e esperienze pratiche

 

Dal 24 al 26 ottobre si tiene a Piacenza il salone Tecnovitis, mostra convegno sull’innovazione tecnologica in viticoltura, che comprende anche la conferenza internazionale Enoforum Bio 2025, che mira a diffondere le conoscenze più aggiornate sulle pratiche di produzione di uva e vino secondo i principi dell’agricoltura biologica.

Nel contesto europeo, il vino biologico ha ormai superato la soglia delle nicchie di mercato, con aree di vigneto biologico che raggiungono il 22% in Italia, il 14% in Francia e percentuali analoghe in Spagna e Germania; tra le difficoltà legate ai cambiamenti climatici e le sfide del mercato, il comparto dimostra resilienza e offre soluzioni tecniche anche ai produttori non biologici.

Nella mattinata di venerdì 24 si terrà la conferenza internazionale con relatori e pubblico collegati online e presenti in sala.

Tra i relatori  Johanna Döring (HochSchule Geisenheim University), Franco Meggio (dipartimento di Agronomia animali alimenti risorse naturali e ambiente dell’università di Padova), Fabrizio Battista (R&D Lallemand Oenology), Tiziana Nardi (ricercatrice CREA), Benedetta Del Rosso (Stazione sperimentale per la viticoltura SPEVIS) e Stéphane Becquet (Vignerons Bio Nouvelle Aquitaine & Institut Technique de l’Agriculture Biologique), che presenterà quanto c’è di nuovo nella difesa del vigneto biologico in Francia.

 

La partecipazione è gratuita.

La conferenza è valida come riconoscimento di crediti formativi professionali per gli iscritti al Collegio nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati e come riconoscimento di quattro crediti formativi per i soci Assoenologi.

 

Per saperne di più:

https://enoforum.eu/enoforumbio-2025/

https://www.vigneto.bio/

AAA NEOLAUREATI OFFRESI

AAA NEOLAUREATI OFFRESI

Si sta chiudendo il master sull’agricoltura biologica e l’agroecologia dell’università di Bologna: quindici nuovi specialisti arrivano sul mercato del lavoro

Si sta concludendo il Master di primo livello “Produzioni biologiche e agroecologia” organizzato da Alma mater studiorum – Università di Bologna con il patrocinio dell’Ordine dei Tecnologi Alimentari dell’Emilia Romagna, Toscana, Marche e Umbria, Ordine dei biologi dell’Emilia Romagna e delle Marche, Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Palermo e FIRAB, Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica.

I partecipanti al master sono 15 giovani laureate e laureati di diversa formazione:
Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali,
Scienze e tecnologie alimentari,
Scienze economico-aziendali,
Economia e marketing nel sistema agro-industriale,
Produzioni animali,

Giurisprudenza,
Scienze internazionali e diplomatiche.

Qualcuno dei partecipanti metterà a frutto nella libera professione o nelle aziende in cui già opera le nuove competenze acquisite.

Qualcun altro, invece, è alla ricerca di un’impresa presso la quale svolgere il tirocinio facoltativo, oppure è alla ricerca di un inserimento in un’azienda.

Se siete interessati a valutare curriculum e/o siete disponibili a ospitare un tirocinio offrendo opportunità di apprendimento e di sviluppo professionale ai nuovi masterizzati potete rivolgervi alla coordinatrice presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari, E-mail: margherita.gianotti3@unibo.it.

Per saperne di più sul master: https://master.unibo.it/produzione-biologica/it

BULGARI APRE LE PORTE ALLE REGINE DEL VINO BIOLOGICO

BULGARI APRE LE PORTE ALLE REGINE DEL VINO BIOLOGICO

Le donne del vino bio promosse dalla catena internazionale di alberghi e resort di lusso

 

Dal 4 al 12 ottobre si è tenuta l’ottava edizione di Milano Wine Week, una manifestazione non fieristica diffusa con numerose masterclass, degustazioni, eventi ed esperienze immersive che coinvolge tantissimi locali in città.

Bvlgari Hotels & Resorts ha presentato una nuova carta dei vini dedicata a “Le Donne Eroiche del Vino Biologico”, per offrire agli ospiti un viaggio autentico attraverso la ricchezza, la varietà e il carattere della viticoltura biologica italiana con protagoniste 22 straordinarie produttrici.

L’iniziativa ha colto l’ispirazione dalla settimana milanese, ma si estesa in tutti i ristoranti dei lussuosi hotel Bvlgari nel mondo: oltre che a Milano la carta è stata presentata a Roma, Pechino, Dubai, Shanghai, Parigi e Tokyo.

La selezione proposta agli ospiti consente di compiere un vero e proprio viaggio alla scoperta di vigneti biologici prestigiosi dal Trentino alla Sicilia.

Silvio Ursini, executive vice presidente di Bvlgari ha commentato «Con questa iniziativa vogliamo celebrare il talento, la visione e l’impegno di donne che stanno contribuendo a trasformare un settore tradizionalmente segnato da dinamiche patriarcali, protagoniste di un cambiamento autentico, sostenibile e all’avanguardia – offrendo agli ospiti un viaggio autentico attraverso la ricchezza, la varietà e il carattere della viticoltura biologica italiana».

Alla serata di inaugurazione della carta erano presenti personalmente alcune delle protagoniste della selezione: Francesca Balestrieri (Azienda Agricola San Lorenzo); Maria Ernesta Berucci; Elisabetta Foradori (Azienda Agricola Foradori); Arianna Occhipinti (Azienda Agricola Occhipinti); Ilaria Salvetti (Vignaiola in Caluso); Gigliola Giannetti (Le Potazzine); Antonella Pacchiarotti; Helena Lageder (Alois Lageder); Caterina Sofia Mastella Allegrini (San Polo); Elena Pantaleoni (La Stoppa); Chiara Boschis (Azienda Agricola Pira).

 

Per saperne di più:

https://milanowineweek.com/

https://www.bulgarihotels.com/it_IT/

L’AMBIENTE IN EUROPA È IN PERICOLO: IL NUOVO RAPPORTO EEA LANCIA L’ALLARME PER IL 2025

L’AMBIENTE IN EUROPA È IN PERICOLO: IL NUOVO RAPPORTO EEA LANCIA L’ALLARME PER IL 2025

Bruxelles, 2 ottobre 2025 – Nonostante i significativi progressi nella riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico, lo stato generale dell’ambiente in Europa continua a peggiorare. A rivelarlo è il nuovo rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), intitolato “L’Ambiente in Europa 2025”, pubblicato oggi. Il documento, frutto di un’analisi dettagliata basata su dati provenienti da 38 Paesi, lancia un chiaro segnale d’allarme: la natura europea è in crisi.

Secondo il rapporto, i principali problemi ambientali sono il degrado degli ecosistemi, la perdita di biodiversità e la perdita di fertilità dei suoli e, più in generale, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. A questi si aggiunge l’accelerazione del cambiamento climatico, che aggrava ulteriormente la situazione e minaccia direttamente la qualità della vita, la sicurezza e la prosperità economica dei cittadini europei.

“È urgente ripensare il nostro rapporto con la natura. Solo attraverso il ripristino degli ecosistemi e una gestione sostenibile delle risorse naturali sarà possibile garantire un futuro prospero e sicuro per l’Europa” – ha dichiarato Leena Ylä-Mononen, direttrice esecutiva dell’EEA, durante la conferenza stampa di presentazione tenutasi oggi a Bruxelles insieme alla Commissione Europea.

Il rapporto rappresenta la più ampia valutazione ambientale mai realizzata dall’EEA e offre una panoramica dettagliata dello stato e delle tendenze ambientali nel continente. Realizzato in collaborazione con la rete Eionet – che coinvolge esperti ambientali di 32 Paesi membri dell’EEA e sei Paesi cooperanti – il documento sarà una risorsa chiave per la definizione delle politiche ambientali dell’UE nei prossimi cinque anni.

Le previsioni non sono incoraggianti: la maggior parte delle tendenze ambientali mostra segnali preoccupanti e richiede interventi urgenti da parte delle istituzioni e della società civile.

Il rapporto sarà al centro della conferenza “L’Ambiente dell’UE per la prosperità e la resilienza”, in programma domani, 3 ottobre, a Bruxelles. L’evento, promosso dalla Presidenza danese del Consiglio dell’Unione Europea e dal Segretariato generale del Consiglio, vedrà la partecipazione di rappresentanti di alto livello delle istituzioni europee, del mondo industriale e del terzo settore. Tra gli interventi previsti vi sarà anche quello del presidente dell’ISPRA, Stefano Laporta.

In Italia, la diffusione del rapporto sarà accompagnata da un evento nazionale il prossimo 28 ottobre, durante il quale verranno presentati anche due documenti complementari:

  • il rapporto “Lo Stato dell’Ambiente in Italia 2025: Indicatori e Analisi” a cura dell’ISPRA

  • il “Rapporto Ambientale SNPA”, elaborato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente

Entrambi i rapporti nazionali si basano sul medesimo quadro informativo del rapporto europeo e contribuiranno a fornire strumenti operativi e conoscitivi per la pianificazione ambientale italiana.

Il messaggio del rapporto è chiaro: l’Europa non può più permettersi di ignorare lo stato critico del proprio ambiente. Serve un cambio di rotta immediato e ambizioso, che coinvolga governi, imprese e cittadini affinché la transizione ecologica diventi una realtà concreta, non soltanto uno slogan politico.

È da qui che bisogna ripartire: individuando tecniche e processi realmente sostenibili, capaci di tutelare il nostro ecosistema. Non c’è più tempo per rimandare decisioni, né per cedere all’influenza di chi ancora nega l’emergenza climatica.

Tra le alternative virtuose, l’agricoltura biologica rappresenta un valido alleato dell’ambiente, perché si fonda su un modello produttivo che riduce l’impatto negativo sull’agroecosistema. Pratiche come l’eliminazione dei pesticidi chimici, la rotazione delle colture e la tutela della biodiversità dimostrano come sia possibile coltivare rispettando la natura — senza sfruttarla.

Per approfondimenti: https://www.isprambiente.gov.it/en/news/published-the-report-on-the-environment-in-europe-2025

BIO, CRESCONO SAU. NUMERO DI OPERATORI E PESO SUL TOTALE DELLE SUPERFICI

BIO, CRESCONO SAU. NUMERO DI OPERATORI E PESO SUL TOTALE DELLE SUPERFICI

Le anticipazioni del ministero: superati i due milioni e mezzo di ettari, sfiorati i 100mila operatori

Con sei anni di anticipo rispetto al 2030, in sette regioni (Toscana, Calabria, Sicilia, Marche, Basilicata, Valle D’Aosta e Campania), ma anche nella provincia autonoma di Bolzano si è già superato l’obiettivo europeo di portare al 25% la quota di biologico nella Superficie agricola.

 

Ma anche Lazio e Puglia, rispettivamente con il 23,4% e il 24,5%, sono molto vicine al traguardo.

I dati emergono dall’anticipazione del rapporto “Bio in cifre” che ISMEA ha presentato in occasione della “Giornata europea del Biologico” al ministero dell’Agricoltura (la versione definitiva del rapporto sarà pubblicata a dicembre).

 

Dal rapporto (relativo al 2024) emerge che la superficie biologica incide su quella totale nella misura del 20,2% (sostanzialmente stabile rispetto al 2023, l’aumento è dello +0,4%).

Gli ettari coltivati con metodo biologico sono in tutto 2.514.596 (comprese le superfici in conversione); qui la crescita è del +2,4% rispetto all’anno precedente, mentre è di un più robusto +68% su dieci anni.

In parallelo alle superfici aumenta anche il numero degli operatori biologici, che alla fine del 2024 erano complessivamente 97.170 (+2,9% sul 2023 e + 62% nell’ultimo decennio), di cui più dell’89% (esattamente 87.042) erano aziende agricole (+3,4% sul 2023).

 

Anche la domanda di prodotti biologici da parte dei consumatori italiani si conferma robusta e in continua espansione.

 

Potete leggere l’intera anticipazione del rapporto a pagina https://sinab.it/bionovita/giornata-europea-del-biologico-a-roma/

AGRICOLTURA RIGENERATIVA E RISCHIO GREENWASHING

AGRICOLTURA RIGENERATIVA E RISCHIO GREENWASHING

Slogan di marketing o vera sostenibilità?

 

Da qualche tempo, per aggiungere confusione al consumatore, al residuo zero, al prodotto locale (km zero), alla non meglio determinata “agricoltura sostenibile” si è affiancata l’”agricoltura rigenerativa”.

Parafrasando il Così fan tutte di Mozart, “Che vi sia, ciascun lo dice; cosa sia, nessun lo sa”: dovrebbe trattarsi di un approccio agricolo che mira a ripristinare e migliorare la salute del suolo, la biodiversità e l’ecosistema, ma l’analisi della Food and Land Use Coalition “Aligning regenerative agricultural practices with outcomes to deliver for people, nature and climate” sulla letteratura scientifica (centinaia di pubblicazioni) e sui documenti di alcune multinazionali agroalimentari già nel 2023 aveva identificato la bellezza di 44 “agricolture rigenerative”, tutte diverse: Bayer ha la sua, Cargill ha la sua, Syngenta ha la sua.  Hanno la loro anche Nestlè, Barilla, Illy, tutte diverse, tutte tagliate su misura.

L’agricoltura no-tillage e le minime lavorazioni sono eccellenti tecniche agronomiche, ma se si affiancano all’uso di erbicidi han poco di eco-sostenibile e di rigenerativo.

Prima sarebbe necessario stabilire di cosa parliamo: naturalmente senza nulla togliere a chi è impegnato davvero nella transizione verso sistemi agricoli realmente sostenibili, ora come ora la massima parte delle autodefinite agriculture rigenerative non fornisce informazioni trasparenti, pertinenti e affidabili ed è grande il rischio che si tratti solo di claim autoreferenziali di marketing.
In ambito ISO è stato istituito un gruppo di lavoro che dovrebbe stabilire una volta per tutte cosa sia davvero “agricoltura rigenerativa”.

Paolo Bàrberi, professore ordinario di Agronomia e coltivazioni erbacee presso l’Istituto di Scienze della vita della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, e tra i fondatori di Agroecology Europe, in un acuto editoriale su Terra e Vita n. 17/2025 mette in guardia sul rischio di scrivere regole per l’agricoltura rigenerativa che strizzino l’occhio al marketing più che alla vera sostenibilità.

 

Leggi qui l’editoriale: https://terraevita.edagricole.it/agricoltura-conservativa/lagricoltura-rigenerativa-eviti-il-rischio-greenwashing/

Qui il sito di Agroecology Europe: www.agroecology-europe.org.