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Numero record di aziende francesi convertite a biologico

Numero record di aziende francesi convertite a biologico

Il rapporto annuale di Agence Bio conferma che in Francia, il Paese più importante dell’UE per produzione agricola, lo scorso anno ha aggiunto quota 5.000 aziende biologiche, superando anche i già importanti risultati del 2016 e 2017.

Il numero di aziende bio è aumentato del 13%, raggiungendo quota 41.600, pari al 9,5% di tutte le aziende agricole francesi. La superficie agricola è aumentata del 17% raggiungendo i 2 milioni di ettari, pari al 7,5% del dato nazionale.  “Abbiamo compiuto un passo avanti “, ha affermato Philippe Henry, agricoltore e presidente della Agence Bio. “Prima non era consuetudine convertire al biologico, ora è diventato normale”.

Il motore della crescita sono: i prezzi bassi per il grano convenzionale, i premi comunitari agli agricoltori bio e investimenti nella filiera sempre più importanti.

Tuttavia Reuters.com spiega che la quota di terreni agricoli biologici in Francia, rappresenta ancora solo la metà dell’obiettivo del 15% che il governo aveva fissato di raggiungere entro il 2022.

 

Fonte: https://www.freshplaza.it/article/9111941/francia-numero-record-di-aziende-agricole-convertite-alla-produzione-biologica/

Agricoltura biologica: il freno della crisi climatica

Agricoltura biologica: il freno della crisi climatica

L’agricoltura di tipo intensivo e convenzionale, oltre a incentivare l’emissione dei gas serra, ha aumentato nel tempo la perdita di carbonio dal suolo in valori stimati tra il 25 e il 75%.

Invece, diversi studi confermano che l’agricoltura biologica può vantare un forte potenziale nella mitigazione dei cambiamenti climatici poiché è in grado di sequestrare importanti quantità di carbonio nei terreni e, quindi, ridurre le emissioni dei gas serra. In particolare questo è dovuto all’uso ottimale di pratiche agronomiche quali: sovesci, rotazioni, colture di copertura e tutto ciò che tende a salvaguardare la sostanza organica nel terreno. Inoltre, il biologico – oltre a non permettere l’utilizzo di agrofarmaci di sintesi e concimi minerali – riduce in media il consumo di energia del 30% e produce il 40% in meno di gas serra.

Secondo i calcoli del World Meteorological Organization (WMO), occorre convertire circa il 20% della superficie agricola in biologico per far si che le emissioni di gas si riducano di 92 milioni di tonnellate di CO2.

L’agricoltura convenzionale è depauperatrice di risorse e non riesce più ad essere sostenibile verso il Pianeta, pertanto, la diffusione dell’agricoltura biologica è considerata una promettente strategia per la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.

 

Fonte: https://www.teatronaturale.it/tracce/mondo/27525-l-agricoltura-biologica-e-un-freno-alla-crisi-climatica.htm

SANA 2019: le prime anticipazioni

SANA 2019: le prime anticipazioni

A BolognaFiere, dal 6 al 9 settembre 2019, si terrà la 31° edizione del SANA, la manifestazione di riferimento in Italia per il biologico e il naturale.

SANA segue il settore e presenta i prodotti di tendenza in anteprima, oltre a organizzare corsi di formazione di alta qualità, tenuti da SANA ACADEMY. Una manifestazione che registra ogni anno successi importanti.

Quest’anno la manifestazione rappresenterà la diversità del settore con tre aree concepite per offrire una risposta alle diverse esigenze di aziende, operatori professionali e visitatori:

  • SANA FOOD, padiglioni 20 e 30, presenterà una vasta gamma di alimenti bio e naturali presenti sul mercato, le ultime innovazioni e le tendenze naturali in evoluzione;
  • SANA CARE&BEAUTY, padiglioni 25 e 26, sarà la vetrina per il settore cosmetico, prodotti per la cura del corpo naturale e bio, integratori naturali, erbe e piante officinali, erboristeria e parafarmacia.
  • SANA GREEN LIFESTYLE, padiglione 28, metterà in mostra una grande selezione di tecnologie, servizi e prodotti naturali, sostenibili ed eco-compatibili per adottare uno stile di vita responsabile.

 

Fonte: http://www.sana.it/media/sana/press_release/2019/CS1_SANA2019_presentazione.pdf

Anabio-Cia realizzano la Carta dei Valori a tutela del settore bio

Anabio-Cia realizzano la Carta dei Valori a tutela del settore bio

Anabio, l’Associazione per il biologico di Cia-Agricoltori Italiani, ha realizzato una Carta dei Valori per tutelare il settore e le produzioni bio Made in Italy.

Il documento, redatto e siglato a Roma, contiene principi etici e di comportamento per lo sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica.

La carta nasce per rafforzare il ruolo delle produzioni certificate bio a livello europeo e il contributo del settore alle richieste globali, tra le quali la sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Raggiungere entro i prossimi 10 anni almeno il 30% di superficie agricola coltivata a biologico, tutelare il suolo e proteggere la biosfera, far crescere le aziende agro-ecologiche, promuovere la sostenibilità, l’innovazione e la qualità sono alcuni dei punti-obiettivi trascritti nel documento.

La Carta si rivolge, poi, alle istituzioni perché adottino politiche di governo che siano in grado di garantire autosufficienza alle aziende, un lavoro dignitoso senza discriminazioni, cooperazione e formazione. Mentre, per quanto riguarda le relazioni tra cittadini e organizzazioni, la Carta tende a sottolineare la necessità di superare la concezione che il biologico è un settore dell’élite e che il consumo dei prodotti bio deve essere accessibile a tutti.

“La Carta dei Valori rappresenta il documento da cui partire per lavorare in modo proficuo, insieme anche a tutte quelle associazioni attive nell’ambito del bio che vorranno aderire, alla definizione di un testo unico per il biologico italiano”, dichiara il presidente di Anabio, Federico Marchini.

 

Fonte: https://www.ciatoscana.eu/home/biologico-anabio-cia-arriva-la-carta-dei-valori-a-tutela-del-settore/

B/Open: da aprile 2020 una nuova fiera sul biologico

B/Open: da aprile 2020 una nuova fiera sul biologico

Lo scorso aprile, durante la 53° edizione del Vinitaly è stata ufficializzata la nascita di una nuova fiera del biologico a VeronaFiere: B/Open, che si terrà il prossimo aprile 2020, da mercoledì 1 a venerdì 3 aprile.

B/Open è uno spazio riservato alle aziende più significative del settore biologico. Nasce per rispondere alle esigenze degli operatori professionali e per soddisfare le loro necessità: è la prima fiera italiana b2b aperta solo alle figure professionali dell’agricoltura e dell’alimentazione bio.

Sarà incentrata soprattutto sul food certificato bio, ma non mancheranno aree dedicate alle materie prime, packaging sostenibile e prodotti naturali con diversa finalità.

“Riteniamo che oggi si senta la necessità di discutere queste tematiche, alla vigilia del trentennale del Regolamento Europeo che introdusse il biologico, attraverso un approccio serio e scientifico che consenta di sfatare una serie di falsi miti sul settore. Questo anche per dare una risposta a un consumatore che, sempre di più, oggi vuole sapere che cosa c’è dietro a un prodotto, anche relativamente agli aspetti legati all’ambiente, alla salute e al benessere. Il biologico ha ancora ampie prospettive di sviluppo nel nostro Paese, dove rappresenta ancora solo il 5% del mercato”, spiega Flavio Innocenzi, direttore commerciale di VeronaFiere.

Suolo e Salute ha recentemente incontrato gli organizzatori di B/Open e vede positivamente questo nuovo evento in quanto creerà nuove opportunità d’incontro della domanda e dell’offerta dei prodotti biologici e quindi maggiore visibilità ed opportunità per le imprese bio. Per maggiori informazioni: https://www.b-opentrade.com/

 

Fonte: https://www.iltempo.it/italpress/2019/06/04/news/agricoltura-bio-ad-aprile-2020-la-prima-edizione-della-fiera-b-open-1167121/

Biologico, alla filiera servono OP più forti

Biologico, alla filiera servono OP più forti

Secondo Anabio, l’Associazione per il biologico di Cia-Agricoltori Italiani, per far crescere ancora di più le filiere biologiche occorrono Organizzazioni di Produttori (OP) più forti.

Il settore del biologico in Italia ha un peso consistente: 76mila aziende per una superficie coltivata che sfiora 2 milioni di ettari, incidendo per più del 15% sulla SAU totale, ed un mercato che vale quasi 5 miliardi euro.

Le filiere e le Organizzazioni devono imparare a camminare di pari passo. In questo modo si ottiene un sistema che vede da una parte la centralità delle aziende agricole che promuovono la sostenibilità ambientale e sociale, garantiscono la qualità delle produzioni, integrano l’innovazione tecnologica e tutelano la tracciabilità delle materie prime; dall’altra ci sono i nuovi margini di incertezza cui i produttori bio sono esposti, con il rischio di riduzione del reddito che induce alla cooperazione tra agricoltori in una logica di filiere produttive.

Per ottenere la completa tutela del biologico occorre quindi concentrarsi sul rafforzare le OP in organizzazioni più affidabili, efficaci nei servizi e in grado di garantire la giusta ricompensa agli agricoltori associati. Inoltre, va rafforzato anche il ruolo economico di queste organizzazioni, in maniera da garantire aggregazione e creare condizioni più solide di accesso ai mercati.

“Il processo di sviluppo del settore come delle Op rende responsabili tutti i protagonisti della filiera, dai produttori alle istituzioni che in primo luogo devono intervenire con norme adeguate. Resta però ancora fermo in Senato – ha ricordato Marchini – il disegno di legge sul biologico di cui chiediamo rapida approvazione. Va nella giusta direzione, fornisce importanti strumenti organizzativi e interviene puntualmente anche sulle Op”, ha commentato il presidente di Anabio-Cia, Federico Marchini.

 

Fonte: http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/49789/mercati-e-imprese/biologico-anabio-cia-alla-filiera-servono-op-piu-forti