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Category: Bio News

Psr Trento: in arrivo 301 milioni per agricoltura e sviluppo rurale

La Commissione Europea ha dato il via libera definitivo al Psr 2014-2020 della Provincia autonoma di Trento.

Il nuovo programma di sviluppo rurale, elaborato a partire dal coinvolgimento di oltre 300 stakeholders (filiere produttive, organizzazioni professionali di categoria, lavoratori agricoli e forestali, enti territoriali, portatori di interesse della società civile per temi ambientali e sociali, principali enti di ricerca) e notificato alla Commissione in data 12 giugno per la fase di negoziazione, è stato approvato definitivamente il 3 agosto scorso.

Il programma contiene le misure necessarie per far fronte alle esigenze del sistema produttivo trentino e del territorio, per un valore di 301 milioni di euro messi a disposizione fino al 2020 per ecosistemi, competitività e sviluppo economico nelle aree rurali

La quota è così ripartita: 129,5 milioni di euro provenienti dal bilancio Ue e 171,5 milioni di euro di cofinanziamento nazionale.

Le tre priorità evidenziate nel piano d’interventi della Provincia di Trento sono: la valorizzazione degli ecosistemi, la competitività del settore agricolo-forestale, la promozione dell’inclusione sociale e sviluppo economico nelle aree rurali.

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Come spiegato dall’assessore all’agricoltura Michele Dallapiccola: “Nel complesso  il piano prevede investimenti per oltre 301 milioni di euro prevalentemente dedicati al settore agricolo ma con un’importante ruolo sia del settore forestale che di quello spiccatamente ambientale. Particolare rilevanza viene inoltre riservata agli interventi trasversali relativi alle misure per la conoscenza e l’innovazione“.

E già si snocciolano numeri: per raggiungere gli obiettivi, è stata proposta l’attivazione di 11 Misure; quasi il 41% della superficie agricola provinciale sarà interessata da interventi per una migliore gestione del suolo e alla prevenzione dell’erosione, mentre per il 38% per il sostegno alla biodiversità.

Le aziende che otterranno un sostegno per interventi di ristrutturazione e ammodernamento saranno 1100, mentre 300 giovani agricoltori riceveranno il contributo per il primo insediamento e quindi l’avviamento di una nuova attività.

Un buon inizio, volto a potenziare la redditività e la competitività del settore agricolo, preservando e valorizzando gli ecosistemi.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2015/09/01/provincia-di-trento-ok-dall-ue-al-nuovo-psr/45245

http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/sviluppo-rurale-2014-provincia-Trento-301-mln/03-08-2015/1-A_018876805.shtml

http://www.trentinoagricoltura.it/Trentino-Agricoltura/Sviluppo-Rurale-2014-2020/Programma

 

Umbria: 34 milioni con la Misura 11 del nuovo Psr

Il bando della Misura 11 del nuovo Psr in Umbria, rivolto agli operatori del biologico, è stato pubblicato il 12 giugno e scadeva già dopo 3 giorni, il 15 giugno. Fortunatamente per chi non avesse avuto il tempo necessario per fare domanda il bando verrà riaperto anche il prossimo anno e si presume anche per il periodo 2014-2020. Per avere un idea più chiara di come si articola, Cia Umbria ha approfondito l’argomento con uno “Speciale Psr biologico”.

Sono disponibili 34 milioni di euro di incentivi che verranno erogati in cinque anni. Ma quali sono i requisiti richiesti per accedere a questi fondi?

Gli agricoltori in attività che possiedano Partita iva agricola e che  introducono o adottano il metodo di produzione biologica su superfici agricole nell’ambito territoriale della regione dell’Umbria, possono accedere ai fondi, solo  se il possesso/detenzione dei terreni da assoggettare agli impegni è disponibile a titolo legittimo ed esclusivo, fin dall’assunzione degli impegni, che sia proprietà affitto o usufrutto.

La superficie minima richiesta per accedere alla misura è di almeno un ettaro e i contratti di affitto devono essere registrati già dalla domanda di presentazione e protocollati nel Fascicolo Sian.

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Per accedere alle necessarie competenze professionali richieste dalla Misura 11 del Psr, durante il primo anno in cui verrà erogato il contributo, il beneficiario deve  frequentare un corso di formazione professionale della durata di 15 ore che verrà testimoniato con relativo attestato.

Per ulteriori approfondimenti la fonte è

Agricoltura biologica, pronti 34milioni con la Misura 11 del nuovo Psr

 

Umbria: 34 milioni con la Misura 11 del nuovo Psr

Il bando della Misura 11 del nuovo Psr in Umbria, rivolto agli operatori del biologico, è stato pubblicato il 12 giugno e scadeva già dopo 3 giorni, il 15 giugno. Fortunatamente per chi non avesse avuto il tempo necessario per fare domanda il bando verrà riaperto anche il prossimo anno e si presume anche per il periodo 2014-2020. Per avere un idea più chiara di come si articola, Cia Umbria ha approfondito l’argomento con uno “Speciale Psr biologico”.

Sono disponibili 34 milioni di euro di incentivi che verranno erogati in cinque anni. Ma quali sono i requisiti richiesti per accedere a questi fondi?

Gli agricoltori in attività che possiedano Partita iva agricola e che  introducono o adottano il metodo di produzione biologica su superfici agricole nell’ambito territoriale della regione dell’Umbria, possono accedere ai fondi, solo  se il possesso/detenzione dei terreni da assoggettare agli impegni è disponibile a titolo legittimo ed esclusivo, fin dall’assunzione degli impegni, che sia proprietà affitto o usufrutto.

La superficie minima richiesta per accedere alla misura è di almeno un ettaro e i contratti di affitto devono essere registrati già dalla domanda di presentazione e protocollati nel Fascicolo Sian.

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Per accedere alle necessarie competenze professionali richieste dalla Misura 11 del Psr, durante il primo anno in cui verrà erogato il contributo, il beneficiario deve  frequentare un corso di formazione professionale della durata di 15 ore che verrà testimoniato con relativo attestato.

Per ulteriori approfondimenti la fonte è

Agricoltura biologica, pronti 34milioni con la Misura 11 del nuovo Psr

 

Embargo russo prolungato di un anno: l’export agroalimentare si dimezza

Embargo russo prolungato di un anno: l’export agroalimentare si dimezza

La Russia decide di prolungare di un anno l’embargo sui prodotti europei, scattato il 6 agosto 2014 su carne di manzo, carne suina e avicola, frutta e verdura, latte e formaggi provenienti dai Paesi dell’Ue, dagli Usa, ma anche da Australia, Canada e Norvegia. La decisione arriva in risposta al provvedimento dei ministri degli Esteri europei di estendere per altri sei mesi le sanzioni alla Russia, a causa dei continui scontri nell’Est dell’Ucraina.

L’embargo russo ha già causato perdite per cento miliardi all’economia europea, non risparmiando, ovviamente, il mercato italiano.

Secondo uno studio effettuato dalla Coldiretti, la decisione di prorogare di un anno l’embargo russo dimezzerà le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani.

Stando a quanto affermato dall’Associazione, nel primo trimestre del 2015 le esportazioni agroalimentari italiane hanno subito un duro colpo (-51,1%). Del tutto azzerate per quanto riguarda l’ortofrutta, i formaggi, la carne e i derivati.

Un fattore che, evidenzia Coldiretti, avrà ripercussioni ben peggiori: “L’impossibilità di esportare sul mercato russo provoca per molti prodotti alimentari una situazione di eccesso di offerta sul mercato europeo con ricadute negative sui prezzi riconosciuti agli agricoltori. Il danno maggiore che rischia di durare negli anni è determinato però dal fatto che lo stop alle importazioni ha provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati”.

 

 

 

 

 

 

Secondo l’eurodeputato Paolo De Castro, coordinatore S&D della Comagri, “questo ping-pong di sanzioni tra Russia ed Europa fa più danni agli europei che ai russi”. De Castro suggerisce, infatti, di lavorare maggiormente sul piano diplomatico, invece che su scontri di forza, prestando attenzione alle richieste di un settore che potrebbe subire danni ancora più ingenti rispetto a quelli a cui è già andato incontro.

Stando a quanto affermato da Maja Kocijancic, portavoce del Servizio di azione esterna della Commissione europea, invece, il braccio di ferro tra Ue e Russia danneggerebbe maggiormente Mosca, visto che “i produttori europei hanno trovato altri mercati ai quali rivolgersi, dal momento che gli export europei verso i Paesi terzi sono aumentati del 5 per cento in questi nove mesi di embargo”.

Ai danni dovuti al blocco di alimenti specifici, secondo Coldiretti, si aggiungono però anche quelli relativi ad altri prodotti non inseriti all’interno delle restrizioni e facenti parte di settori diversi da quello alimentare.

Fonti:

http://www.ilvelino.it/it/article/2015/06/25/russia-e-immediata-lestensione-dellembargo-su-prodotti-alimentari/ac64fe20-633a-4c72-b14d-9cadeba1227a/

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2015/06/26/agroalimentare-la-russia-proroga-l-embargo-di-un-anno/42777

http://www.coldiretti.it/news/Pagine/436—24-Giugno-2015.aspx

 

Dal 3 al 5 settembre Expo punta i riflettori sul biologico con l’OrganicWeek

Dal 3 al 5 settembre, Expo punta i riflettori sul biologico con Organic Week, una tre giorni durante la quale si parlerà di Alimentazione globale, Anno del Suolo delle Nazioni Unite, futuro dell’industria mondiale degli alimenti biologici all’insegna di “Organic 3.0”.

L’evento si svolgerà all’interno del Teatro della Terra, nel Parco della Biodiversità.

L’Organik Week è stata presentata da BolognaFiere e NürnbergMesse, gli organizzatori dei due più importanti appuntamenti fieristici internazionali del biologico (Sana a Bologna e Biofach a Norimberga).

I contenuti dell’evento saranno curati da Ifoam – Organics International, la Federazione Internazionale dei Movimenti per l’Agricoltura Biologica, che riunisce le diverse associazioni del settore.

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Il calendario sarà ricco di incontri, iniziative, dibattiti e proposte incentrate sul mondo dell’agricoltura biologica, sull’alimentazione sostenibile, sul futuro del settore e la tutela della biodiversità in agricoltura. L’obiettivo è quello di costruire una piattaforma di lavoro che dia a questo modello agricolo un ruolo di primo piano nell’elaborazione di una risposta sostenibile alle grandi sfide per nutrire il pianeta negli anni futuri.

Duccio Campagnoli, presidente di BolognaFiere, ha così espresso il suo parere favorevole: “Siamo molto soddisfatti della collaborazione con Fiera di Norimberga ed Ifoam perché assieme abbiamo l’opportunità di offrire un contributo importante in Expo, nella grande vetrina mondiale dedicata a mettere in luce le pratiche agricole e alimentari in grado di nutrire il Pianeta”. L’evento, quindi, rappresenta “un forte segnale per far ulteriormente comprendere quanto un’agricoltura innovativa, che tutela la biodiversità, l’ambiente, i territori e il benessere dell’uomo sia una risposta al grande tema dibattuto in questi mesi”.

Gli interventi dei relatori internazionali, i convegni, gli incontri e i dibattiti che si terranno all’interno dell’Organic Week saranno aperti a tutti.

Il Teatro della Terra, l’auditorium del Parco della Biodiversità che ospiterà l’evento, è il luogo in cui il dibattito dedicato al bio è partito con la nascita del Forum Internazionale del Biologico promosso da FederBio. Il percorso di sostenibilità troverà un’ulteriore tappa importante a Sana, nei quattro giorni durante i quali si terranno gli Stati Generali del Bio.

BolognaFiere ha progettato e realizzato il Parco della Biodiversità e il Padiglione del Biologico di Expo.

Il Parco della Biodiversità è una grande area verde di 8.500 metri quadrati dove sono presenti alberi e campi che mostrano i diversi esempi di coltivazione nella “agrobiodiversità” italiana.

Nel Parco, si trovano tre padiglioni: Mostra della Biodiversità, che ospita anche le aree di presenza dei ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura; il Padiglione del Biologico italiano e il Teatro della Terra, centro convegni che ospita gli appuntamenti dedicati o organizzati da agricoltori, associazioni e imprese.

Fonte:

http://www.adnkronos.com/sostenibilita/appuntamenti/2015/06/24/futuro-del-biologico-expo-arriva-organic-week_0ZxXaVHJhXQtUt7olCw8iN.html?refresh_ce

Scarafaggio del cetriolo: danni e soluzioni per proteggere le colture biologiche

Scarafaggio del cetriolo: danni e soluzioni per proteggere le colture biologiche

Scientificamente si chiamano Acylymmavittatum e Diabroticaundecimpunctata, ma in genere sono noti ad agricoltori e aziende biologiche con il nome di scarafaggi del cetriolo, dall’ortaggio di cui si nutrono. Questi insetti fitofagi si distinguono dal tipo di guscio: entrambi hanno uno sfondo giallo o verde, ma il primo ha delle strisce scure, mentre il secondo ha delle macchie nere.

Gli scarafaggi del cetriolo possono provocare ingenti danni alle piantagioni almeno in tre modi diversi. Innanzitutto, si alimentano direttamente delle piante di cetriolo in crescita e in fioritura: un’attività che riduce il numero di ortaggi maturi prodotti. In secondo luogo, gli insetti possono trasmettere dei batteri che provocano una malattia delle piante nota come Erwiniatracheiphila (avvizzimento batterico). Infine, si nutrono direttamente dei cetrioli, provocando deformazioni e “cicatrici” superficiali che ne riducono il valore di mercato.

Diversi studi scientifici e le pratiche agricole di alcune importanti aziende biologiche suggeriscono una serie di metodi naturali utili per risolvere questo problema.

La prima strada è di inserire nell’habitat dello scarafaggio del cetriolo alcuni predatori naturali.

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L’Acylymmae Diabrotica da adulte possono raggiungere dimensioni relativamente grandi e inoltre possiedono una corazza particolarmente resistente. Occorrono quindi dei predatori di grossa taglia per combatterne la proliferazione, come ad esempio i ragni lupo. Questi aracnidi si nutrono avidamente degli scarafaggi del cetriolo e, soprattutto, ne scoraggiano la diffusione, dal momento che li portano ad allontanarsi dal campo. Distribuire pacciame e paglia secca nelle piantagioni infestate favorirà inoltre la crescita, la difesa e la proliferazione dei ragni lupo. Non solo: la paglia ostacolerà i movimenti dell’insetto fitofago, impedendogli di passare da un cetriolo all’altro. Anche il pacciame di altro tipo può essere un’arma efficace contro l’infestazione, dal momento che un suolo ricco di materia organica rafforza le piante, attivandone le difese interne naturali.

Altre ricerche sul campo hanno rivelato l’efficacia dell’introduzione dei pipistrelli e di alcune specie di coleotteri carabidi. In ogni caso, gli esperti consigliano di creare una vera e propria comunità di predatori, piuttosto che sceglierne una sola specie, in modo da tenere sotto controllo la popolazione di scarafaggi.

Oltre ai predatori naturali, le pratiche di controllo delle colture si sono rivelate le migliori scelte per combattere questo insetto. Particolarmente efficaci sono risultate la rotazione dei raccolti e la scelta di varietà di ortaggi più resistenti agli attacchi o meno attraenti per gli insetti fitofagi. Anche la consociazione dei cetrioli con mais e broccoli ha prodotto buoni risultati.

La rotazione delle coltivazioni è uno degli strumenti più utilizzati, anche se non risolve interamente il problema. Gli scarafaggi del cetriolo trascorrono in genere tutto l’inverno nascondendosi nei paraggi delle coltivazioni dell’anno precedente. Spostare questi ortaggi il più lontano possibile dall’ultima coltura, installando barriere e ostacoli lungo il percorso, può aiutare a evitare l’infestazione.

Secondo gli esperti, però, nessuna di queste buone pratiche contribuisce a eliminare definitivamente il problema. Ecco che spesso le aziende biologiche sommano, a quelle sinora descritte, ulteriori tecniche colturali.

Alcuni agricoltori hanno trovato particolarmente efficace la sostituzione della semina con il trapianto delle piante: germogli e semi, infatti, sono molto più vulnerabili agli attacchi.

Le ricerche hanno infine dimostrato l’importanza di impiantare colture trappola sul perimetro della piantagione, per distogliere gli insetti: da questo punto di vista, zucchine e zucche gialle si sono rivelate particolarmente attraenti per gli scarafaggi.

Per appezzamenti di piccole dimensioni, alcuni coltivatori hanno trovato utile anche la rimozione degli scarafaggi attraverso l’utilizzo di particolari dispositivi di aspirazione. Se si ricorre al sistema delle colture trappola è possibile provare l’aspirazione anche in queste aree limitrofe.

Fonte:

http://www.extension.org/pages/64274/managing-cucumber-beetles-in-organic-farming-systems#.VY1sdRvtmkp