BALZO DEL 25% DEL BIO IN TOSCANA

La crescita delle superfici spinge questa regione ai vertici nazionali. Filippi (Coldiretti Toscana) «Da alternativa di nicchia questo metodo di produzione è oggi diventato un modello per il comparto primario nazionale»

Il biologico cresce a doppie cifre in Toscana. Con il 25% di superfici destinate alle colture bio in più in appena un anno, seconda miglior performance nazionale (meglio ha fatto solo la Campania), la Toscana si conferma la prima regione per incidenza di aziende biologiche (13,8%), la seconda per incidenza di superfici (34,1%) e la terza per estensioni complessive con 225.295 ettari. In aumento, come diretta conseguenza anche gli operatori che sono 6.974 (+16,5%), quasi mille in più (987 per la precisione). Lo rileva Coldiretti Toscana sulla base del rapporto “Bio in Cifre 2021” elaborato da Sinab presentato da Ismea.

Due le cause

La spinta alla crescita dell’agricoltura biologica in questa regione è frutto principalmente di due fattori:

  • le ingenti risorse che la Regione Toscana, attraverso il Piano di Sviluppo Rurale ha investito in questi anni per favorire le conversioni dal convenzionale al biologico alla luce degli obiettivi della strategia Farm to Fork;
  • l’aumento dei consumi che sono più che raddoppiati nell’ultimo decennio

«Sono anche cresciute -ricorda Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – le aziende bio che partecipano ai nostri mercati di Campagna Amica». «Da alternativa di nicchia -continua-, l’agricoltura biologica è così diventata un modello per il sistema nazionale e per i consumatori, suggellato dalla recente approvazione della legge sul biologico da noi fortemente sostenuta».

La svolta della legge sul bio

Tra gli elementi della legge nazionale sul bio ritenuti più positivi:

  • l’introduzione di un marchio per contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale;
  • l’impiego di piattaforme digitali per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti;
  • la definizione dei biodistretti.

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