Suolo e Salute

Autore: admin

NASCE IL BIODISTRETTO DECUMANO MAXIMO D’ABRUZZO: UNA SCUOLA AL CENTRO DELLA RINASCITA BIO

NASCE IL BIODISTRETTO DECUMANO MAXIMO D’ABRUZZO: UNA SCUOLA AL CENTRO DELLA RINASCITA BIO

Promosso dall’Istituto Agrario “Arrigo Serpieri”, il primo biodistretto abruzzese coinvolge 62 aziende, 34 Comuni e punta su giovani, territorio e innovazione 

A Pratola Peligna, in provincia dell’Aquila, è stato inaugurato il primo Distretto Biologico d’Abruzzo, un’iniziativa unica in Europa perché promossa da una scuola: l’Istituto tecnico agrario “Arrigo Serpieri”.

Il Biodistretto Decumano Maximo d’Abruzzo riunisce 62 aziende biologiche, di cui molte certificate da Suolo e Salute, 34 Comuni, due associazioni di produttori, il Parco Regionale Sirente Velino e ha come obiettivo lo sviluppo di un’agricoltura biologica sostenibile in connessione con il territorio.

L’idea nasce dalla volontà di offrire opportunità concrete ai giovani in un’area segnata dallo spopolamento. Grazie a filiera corta, marchio territoriale e innovazione tecnologica, il distretto mira a valorizzare le eccellenze agroalimentari locali e a creare percorsi formativi e occupazionali per gli studenti, che potranno entrare in contatto diretto con le imprese.

Tra le prime iniziative, il progetto prevede la realizzazione di 10 “Smart stores” automatizzati per la vendita diretta dei prodotti bio, rivolti anche ai turisti, e lo sviluppo di filiere per la trasformazione alimentare e cosmetica con ingredienti biologici locali.

Sostenuto da fondi MASAF e UE, il Biodistretto si propone come modello replicabile di integrazione tra scuola, imprese e comunità locali, con l’ambizione di rilanciare le aree interne attraverso l’agricoltura biologica, l’educazione e l’innovazione.

 

Per approfondimenti:

https://greenplanet.net/nasce-in-abruzzo-il-primo-distretto-biologico-guidato-da-una-scuola/

PRODOTTI E SOSTANZE AUTORIZZATE PER LA PULIZIA E DISINFEZIONE DAL REPORT DI EGTOP

PRODOTTI E SOSTANZE AUTORIZZATE PER LA PULIZIA E DISINFEZIONE DAL REPORT DI EGTOP

L’Expert Group for Technical Advice on Organic Farming relaziona sui prodotti e le sostanze autorizzate in agricoltura biologica per la pulizia e la disinfezione

L’EGTOP (Expert Group for Technical Advice on Organic Farming) ha pubblicato la relazione tecnica finale sui prodotti e le sostanze autorizzate dalla Commissione ai sensi dell’articolo 24 del Regolamento (UE) 2018/848, per l’uso nella produzione biologica, in particolare per la pulizia e la disinfezione.

Il documento è disponibile anche al link: EGTOP Reports on Organic Production.

 

Per approfondimenti:

https://sinab.it/bionovita/cleaning-disinfection-lultimo-report-pubblicato-dallegtop/

IL RILANCIO DEL BIOLOGICO PASSA DALL’INFORMAZIONE AL CONSUMATORE E DALLE SINERGIE IN FILIERA

IL RILANCIO DEL BIOLOGICO PASSA DALL’INFORMAZIONE AL CONSUMATORE E DALLE SINERGIE IN FILIERA

“Come il bio può tornare protagonista” è un ciclo di seminari di GreenPlanet per riflettere su come sostenere il settore

Durante il webinar “Distribuzione, un ruolo da recuperare”, parte del ciclo “Come il bio può tornare protagonista” promosso da GreenPlanet, è emersa la necessità di rilanciare il consumo di prodotti biologici attraverso un approccio integrato che coinvolga tutta la filiera, non solo la GDO. Come evidenziato da G. Bellini (Coop) e Fabrizio Piva, serve una strategia distributiva condivisa, basata su una maggiore sinergia tra produzione, distribuzione e comunicazione.

Nonostante l’ampliamento dell’offerta e l’uso di promozioni, i responsabili ortofrutta di Coop Italia (Ancarani) e Multicedi (Medici) hanno evidenziato che i risultati nelle vendite bio restano deludenti. La concorrenza di categorie emergenti come “residuo zero” e “nickel free” ha eroso parte della quota del biologico, rivelando una debolezza nella comunicazione del suo valore distintivo.

Secondo Nicoletta Maffini (Assobio), la quota reale del biologico sul mercato è superiore al 3% stimato, anche grazie ai canali alternativi come vendita diretta e negozi specializzati. Tuttavia, persistono diffidenza e confusione tra i consumatori, alimentate da green claims poco chiari.

Sul fronte produttivo, Ernesto Fornari (Apofruit) ha criticato l’idea, espressa dal ministro Lollobrigida, di aumentare l’offerta abbassando i prezzi, avvertendo che ciò potrebbe compromettere la sostenibilità economica delle aziende bio. Ha invece ribadito l’importanza di una comunicazione mirata e di un assortimento stagionale ben strutturato.

Fabrizio Piva ha sottolineato la necessità di comunicare meglio i valori ambientali del bio, mentre Silvia Schmidt (IFOAM Organics Europe) ha affrontato la questione dei dazi, riferendo le preoccupazioni condivise da produttori UE e USA per l’impatto negativo sulle relazioni commerciali e sui consumatori.

Il rilancio del biologico passa, quindi, per una maggiore chiarezza informativa, una proposta commerciale coerente e la collaborazione tra tutti gli attori della filiera, al fine di rafforzare la fiducia dei consumatori e valorizzare il ruolo distintivo dell’agricoltura bio.

Per approfondimenti:

Greenplanet.net

IL BIOLOGICO COME SOLUZIONE ALLA CRISI IDRICA

IL BIOLOGICO COME SOLUZIONE ALLA CRISI IDRICA

IFOAM Organics Europe chiede il riconoscimento del biologico tra le misure strategiche per la tutela delle risorse idriche

L’agricoltura biologica può giocare un ruolo chiave nel contrastare la crisi idrica in Europa. A sostenerlo è IFOAM Organics Europe, che invita la Commissione europea a includere esplicitamente il biologico nella futura Strategia di resilienza idrica.

Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, il 63% dei corpi idrici superficiali dell’UE non è ancora in buone condizioni ecologiche, con l’agricoltura tra le principali fonti di pressione. Il biologico, però, offre soluzioni efficaci: migliora la qualità dell’acqua, aumenta la disponibilità idrica e rafforza la resilienza agli eventi climatici estremi, grazie all’assenza di fertilizzanti e pesticidi di sintesi.

Per questo, IFOAM chiede che il biologico sia riconosciuto tra le misure strategiche per la tutela delle risorse idriche, la biodiversità e la riduzione dei costi ambientali.

 

Per approfondimenti:

IFOAM Organics Europe

PIZZAGRICOLA: LA PIZZA BIOLOGICA E BIODINAMICA A FILIERA CORTA

PIZZAGRICOLA: LA PIZZA BIOLOGICA E BIODINAMICA A FILIERA CORTA

Un modello di economia circolare: la filiera regionale biologica e biodinamica toscana per una pizza locale, ecologica, digeribile e salutare

 

Nasce PizzAgricola, un progetto innovativo che unisce agricoltura biologica, biodinamica e artigianato per creare una pizza nutriente, sostenibile e a basso impatto ambientale. Finanziato dalla Regione Toscana tramite il Programma di Sviluppo Rurale (PSR), il progetto è realizzato da Apab in collaborazione con l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, il Dipartimento DiSIA dell’Università di Firenze, le aziende agricole Buonamici e Fattoria La Vialla e la start-up innovativa Bioadhoc.

L’obiettivo di PizzAgricola è creare una filiera regionale per una pizza locale, ecologica, digeribile e salutare, valorizzando le materie prime toscane. Gli impasti sono arricchiti con farine non raffinate e ingredienti funzionali ricavati dagli scarti agricoli, come la sansa d’oliva, un sottoprodotto della produzione di olio EVO, ricco di polifenoli dalle proprietà antiossidanti e benefiche per la salute.

Grazie a questo approccio, PizzAgricola promuove un modello di economia circolare, trasformando scarti vegetali in risorse alimentari di alto valore. Inoltre, tutti gli ingredienti utilizzati – farina, pomodoro, olio EVO e sansa micronizzata – sono tracciati e registrati in blockchain, offrendo ai consumatori trasparenza sulla provenienza, i processi produttivi e le caratteristiche nutrizionali della pizza.

Secondo Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, questo progetto dimostra che è possibile creare prodotti gastronomici innovativi senza rinunciare alla qualità, alla territorialità e alla sostenibilità.

 

 

https://terraevita.edagricole.it/biologico/dalla-terra-al-piatto-arriva-la-pizza-biologica-e-biodinamica/

CONSUMI DI ORTOFRUTTA: COSA PENSA DAVVERO IL CONSUMATORE? I RISULTATI DELLA NUOVA RICERCA CSO ITALY

CONSUMI DI ORTOFRUTTA: COSA PENSA DAVVERO IL CONSUMATORE? I RISULTATI DELLA NUOVA RICERCA CSO ITALY

Il 70% degli intervistati non conosce il significato di biologico. Bisogna puntare su una comunicazione più efficace

 

Nel corso dell’assemblea dei soci di CSO Italy è stata presentata la ricerca “Frutta e Verdura tra percezione e realtà”, con l’obiettivo di analizzare il rapporto tra i consumatori italiani e il consumo di ortofrutta. Lo studio, illustrato dal direttore Elisa Macchi, parte da un dato preoccupante: tra il 2021 e il 2023 il comparto ha registrato un calo dei consumi del 14%, pari a oltre 800.000 tonnellate. Il 2024, pur mostrando una lieve frenata del trend negativo, non evidenzia segnali concreti di ripresa.

Secondo il presidente Paolo Bruni, per invertire questa tendenza è fondamentale conoscere meglio le percezioni e le motivazioni dei consumatori. La ricerca evidenzia che l’ortofrutta è consumata principalmente per motivi salutistici e di gusto, ma anche per abitudine familiare, segno dell’importanza dell’educazione alimentare.

Il prezzo resta un fattore cruciale: il 60% degli intervistati sceglie i punti vendita in base al rapporto qualità-prezzo, mentre oltre il 50% ritiene l’ortofrutta costosa. Tuttavia, la percezione della spesa è distorta: sebbene molti la considerino onerosa, in realtà rappresenta solo il 4% della spesa familiare.

La ricerca segnala anche un consumo insufficiente tra i più giovani, che costituiscono gran parte di quel 20% della popolazione che consuma ortofrutta in modo saltuario o nullo. Il 19% mangia meno di un frutto al giorno e il 17% meno di un ortaggio, mentre aumenta l’adozione di diete iperproteiche.

Non mancano però segnali positivi: il consumatore riconosce all’ortofrutta italiana valori come gusto, qualità e salubrità, mostrando attenzione alla stagionalità. Quando la qualità è percepita come alta, il prezzo perde centralità. Le donne sono le maggiori consumatrici, con il 23% che consuma frutta più di tre volte al giorno, e risultano anche le più inclini a regimi alimentari vegetariani o vegani.

Un altro dato rilevante riguarda la comunicazione: solo il 20% degli intervistati si dichiara soddisfatto delle informazioni disponibili nei punti vendita. C’è una forte richiesta di indicazioni più chiare su maturazione, caratteristiche organolettiche, benefici nutrizionali e modalità d’uso. Inoltre, il 70% non conosce il significato di “biologico” e il 60% ignora la varietà dei prodotti DOP e IGP italiani.

In sintesi, la ricerca fornisce spunti concreti per rilanciare il consumo di ortofrutta, puntando su una comunicazione più efficace, su azioni educative e su una valorizzazione dell’eccellenza produttiva italiana.

 

 

Per approfondimenti:

https://www.corriereortofrutticolo.it/cosa-pensa-il-consumatore-di-frutta-e-ortaggi-a-svelarlo-una-ricerca-del-cso/