Suolo e Salute

Autore: admin

L’agricoltura a portata di clic

I tempi cambiano, e con essi le possibilità che abbiamo a disposizione nel quotidiano, grazie soprattutto alla tecnologia. Non fa eccezione il mondo agricolo, tradizionalmente forse meno aperto rispetto ad altre realtà alle innovazioni portate dall’informatica. Ma anche i “puristi” devono arrendersi all’evidenza che oramai neanche la spesa si fa più come una volta. Stanno nascendo infatti, sull’onda dell’enorme popolarità raggiunta in ogni campo di applicazione, anche le app per acquistare direttamente presso le fattorie: dal produttore al consumatore….attraverso un clic… E’ questo il caso, ad esempio, di “L’Orto in tasca”, applicazione nata dall’intraprendenza e dalla creatività di Eva De Marco, ingegnere di Udine, che ha pensato di far incontrare due mondi apparentemente lontanissimi quali lo smartphone e la fattoria: “La app ha pochi mesi, ma è già stata scaricata da 4.000 utenti, abbiamo censito circa 800 aziende agricole e il lavoro non è affatto concluso, ogni giorno se ne aggiungono di nuove”, ha dichiarato in un articolo apparso nei giorni scorsi su “La Repubblica”. Non è l’unica app di questo genere, dato che Quicibo e Goodmarkers hanno scopi e funzioni non dissimili. Di fatto, oltre ad acquistare, gli utenti possono confrontare i prezzi dei vari prodotti e scrivere una breve recensione su quanto acquistato, sul servizio, sul tipo di scelta disponibile. Del resto il premio Farmer’s Friend 2013, di cui abbiamo dato notizia su questa stessa NL poche settimane fa, era andato recentemente proprio ad un agricoltore (Guy Watson, quasi una celebrità nel suo paese d’origine, l’Inghilterra) capace di mettere in collegamento produttori e consumatorie attraverso un sito internet in grado di evadere gli ordini presi direttamente dal sito dell’azienda.

L’agricoltura 2.0 è iniziata ed è per tutti a portata “di un clic”.

Fonte: Sinab, La Repubblica

Viene dalle Filippine l’”Agricoltore-modello dell’anno”

Si chiama Myrna Conigo Asor Rosa, è madre di sei figli, vive nelle Filippine e dal 2002 ha deciso di convertire la propria produzione al biologico. E’ questo il profilo sintetico della donna che si è aggiudicata il premio “Farmer Model of the Year” (Agricoltore-modello dell’anno), riconoscimento che la FAO ha deciso di attribuirle assegnandolo anche ad altri tre agricoltori dell’area Asia-Pacifico (una donna di Tonga e due uomini, uno della Thailandia e l’altro del Buthan). Il premio è stato annunciato dalla stessa FAO in occasione della recente Giornata Mondiale dell’Alimentazione del 16 ottobre scorso.

La vicenda di Myrna è particolarmente interessante: grazie al sostegno delle autorità filippine, che hanno incoraggiato la conversione al biologico per garantire la produzione di alimenti sicuri e sostenibili, la signora Asor Rosa ha ricevuto una specifica formazione da una ONG che ha fornito a lei e ad altri agricoltori della zona il know-how necessario per coltivar ei propri terreni secondo il metodo bioloico. Grazie al supporto del Ministero dell’Agricoltura, la signora Asor Rosa ha imparato a produrre compost organico, a seminare e a combattere i parassiti secondo i dettami del bio. Oggi sui suoi terreni crescono oltre cinquanta diverse varietà di riso e la signora Asor è oggi a capo di un’associazione di piccoli agricoltori nella municipalità di Goa. Oltre al riso, i suoi terreni producono frutta e verdura e vi vengono allevati bovini, ovini e pesce. Un movimento, quello del biologico asiatico, in forte crescita, come testimonia la partecipazione di oltre 2.500 persone al Decimo congresso di Agricoltura Biologica delle Filippine, tenutosi recentemente a Pasay City.

Fonte: www.business.inquirer.net, oneco

Dossier della Commissione Europea sulle frodi alimentari

E’ stata presentata nei giorni scorsi dalla Commissione europea per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare un report sulle frodi alimentari in cui viene dato particolare rilievo al problema delle etichette ingannevoli. A parte i casi più eclatanti e conclamati di frode, come nel caso delle finte uova bio, della carne equina fino all’antigelo negli alimenti, dalla relazione emerge chiaramente il punto debole principale dell’attuale sistema anti frode europeo, la mancanza di una chiara e univoca definizione di frose alimentare. A differenza degli Stati Uniti infatti, l’UE come unico riferimento in materia ha il regolamento 178/2002, in cui viene specificato che etichettatura, pubblicità, presentazione e confezionamento dei prodotti “non devono fuorviare i consumatori”. Dato l’enorme campo di applicazione di una norma di questo tipo, la prima conseguenza è che il numero dei controlli è ampiamente inferiore al necessario, col risultato che non di rado le frodi riescono a penetrare le falle del sistema e ad arrivare sugli scaffali dei negozi.
E’ evidentemente giunto il momento di fare qualcosa se, come chiarisce il rapporto, il numero di frodi è in costante aumento. E che proprio i prodotti biologici sono tra quelli a maggior rischio frode. In questa speciale (e preoccupante classifica), infatti, in cima alla classifica troviamo l’olio d’oliva (con i molteplici casi di oli deodorati e venduti come oli extra vergine), seguito dal pesce e, appunto, dai prodotti bio. A seguire il latte, i cereali, il miele, il caffè ed il tè.
Ora, dopo il dossier, che auspica un raddoppio delle sanzioni da parte degli Stati Membri, si attendono passi più concreti dell’UE nella direzione di una maggiore tutela dei produttori, dei prodotti di qualità e, in ultimo, dei consumatori europei.
Fonte: Il Fatto Alimentare

Gli Emirati Arabi aprono al bio

Secondo un rapporto recentemente diffuse dal Ministero dell’Ambiente e dell’Acqua degli Emirati Arabi, sono attualmente oltre 40 le aziende agricole biologiche che operano nello stato della penisola araba, coprendo un’area di quasi 4.000 ha e coltivando una gamma di oltre 60 prodotti. La maggior parte delle coltivazioni riguarda le palme da dattero, i pomodori e i fagiolini, insieme ad altre varietà di frutta e verdura. Il crescente interesse verso il biologico negli Emirati Arabi è sostenuto dal ministero, che sta attivamente incoraggiando i produttori agricoli a convertirsi al biologico. Per questi scopi infatti sono stati distribuiti oltre 600.000 sacchi di fertilizzanti biologici a oltre 10.000 agricoltori. Inoltre, è stato promosso un programma di formazione sull’agricoltura biologica rivolto ad agricoltori e operatori del settore, con lo scopo di implementare una strategia complessiva sul bio negli Emirati Arabi. In ultimo, lo stesso ministero ha aperto due centri commerciali a Dubai specializzati nel bio.

 Fonte: khaleejtimes.com, Agra Press, Bioagricoltura Notizie

L’UE lancia la campagna “Taking care of our roots”

E’ stata lanciata dalla Commissione Europea una campagna di comunicazione con lo scopo di aumentare la consapevolezza circa l’importanza dell’agricoltura nella vita quotidiana e il ruolo giocato dalla Politica Agricola Comunitaria nel sostenerla. La campagna, dal titolo “Taking care of our roots” (prendersi curaa delle nostre radici, con un riuscito gioco di parole) è stata decisa in seguito ad una serie di ricerche che hanno messo in evidenza la grande lontananza, fisica, culturale ed emotiva, dei giovani rispetto alla vita rurale. Secondo il Commissario Europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos la campagna servirà a far meglio comprendere l’importanza nella vita di tutti i giorni del lavoro degli agricoltori e il ruolo insostituibile che l’agricoltura svolge per tutti noi.  La campagna sarà diffusa e sostenuta in tutti gli Stati Membri dellUnione nel biennio 2013-2014 tramite la pubblicazione di materiali di comunicazione, audiovisivi, organizzazione di eventi e pubblicazioni on-line. Ulteriori informazioni sul progetto possono essere ottenuti a questo link.

Fonte: AIOL

De Girolamo: la storia del vino italiano sia parabola per l’Italia e la politica

“Dobbiamo fare della storia recente del vino italiano una parabola per il Paese e per la politica. Siamo partiti dallo scandalo del metanolo, che ci ha fatto toccare il punto più basso con danni gravissimi sia in termini economici che di immagine, ma siamo riusciti a ribaltare il dato, a capovolgere la situazione sino a far diventare il vino una eccellenza assoluta del Made in Italy”. A dichiararlo il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, intervenuta alla conferenza stampa di presentazione della prima edizione dell’Atlante dei territori del vino italiano”, svoltasi il 29 ottobre, presso la Sala Cavour del Palazzo dell’Agricoltura a Roma.

“Sono certa – ha detto il Ministro – che questo Atlante avrà un grande successo. Si tratta di un lavoro straordinario, utile anche in vista dell’Expo 2015. Quando parliamo di vino non possiamo non fare riferimento alla passione e all’apporto umano dei nostri agricoltori che, anche in momenti difficili, hanno saputo tenere la schiena dritta. Noi dobbiamo aiutarli a svolgere al meglio il loro lavoro, utilizzando correttamente le risorse dell’Ocm vino e puntando alla semplificazione delle norme. Non è possibile – ha proseguito De Girolamo – che i nostri produttori debbano sottrarre preziose ore al loro lavoro per occuparsi di questioni burocratiche. Un altro grande tema da affrontare è quello dell’internazionalizzazione: il nostro vino è più buono di quello francese, ne sono convinta. Loro sono stati più bravi dal punto di vista commerciale ed è quello il gap che dovremo colmare, entrando nei mercati in cui siamo poco presenti”.

“Il nostro  è un territorio straordinario, è la nostra vera forza. Puntando sulla terra possiamo trovare le vie di uscita dalla crisi, che ancora c’è e ancora morde. Guardiamo sotto i nostri piedi, è lì il vero tesoro. Dovremmo introdurre una nuova norma, quella della ‘consapevolezza’, ricordandoci sempre di come siamo bravi a coniugare le nostre capacità con le materie prime che abbiamo a disposizione e il legame che queste hanno con i territori. Se, insieme a questo, ci renderemo conto dell’importanza di fare squadra potremo davvero dare un grande contributo allo sviluppo del nostro Paese”.

Fonte: AIOL