LE MARCHE, UNA REGIONE CHE AMA IL BIOLOGICO

I dati ufficiali sul settore bio confermano la forte propensione della Regione Marche per le produzioni bio; di fatto possiamo definirla la culla dell’agricoltura biologica per le diverse realtà regionali che hanno operato sul territorio e che hanno avuto un ruolo pioneristico nello sviluppo e nella promozione del biologico, sia a livello nazionale che internazionale. Tra queste spiccano sicuramente Suolo e Salute, con i suoi oltre cinquant’anni di storia, che da decenni ha sede legale e amministrativa nelle Marche, Alce Nero fondata dal compianto Gino Girolomoni, la Cooperativa Campo e la Terra e il Cielo fondata nel 1980.

“Suolo e Salute è il primo organismo di controllo e certificazione del biologico in Italia. Nelle Marche, dove operiamo da tempo e dove abbiamo eletto il nostro quartier generale, certifichiamo oltre il 50% delle aziende biologiche – commenta Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute – ben oltre 2000 operatori bio su un totale regionale di circa 4000 aziende biologiche. Degli operatori da noi certificati più di 350 effettuano attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti bio del territorio. Il biologico italiano e in particolare delle Marche, per aumentare ancora di più la crescita, dovrà essere distintivo e legato al territorio per conferire unicità alle produzioni. In questo bisogno di riconoscibilità sarà di grande aiuto l’utilizzo in etichetta del logo del bio nazionale, che finalmente la politica sta sdoganando.”  La superficie bio regionale è di oltre 104 mila ettari, il 22% del totale con un’incidenza elevata rispetto al dato nazionale. Oltre alla crescita della produzione crescono anche i consumi; infatti, in Regione sono localizzati il 5% dei negozi alimentari biologici e il 7% dei ristoranti bio. Una realtà regionale che ama il biologico”.

Altra punta di diamante della Regione è la Biocosmesi. Infatti sono diversi i laboratori di produzione con un altissimo numero di prodotti certificati.

Di recente si è costituito anche il distretto biologico nella provincia di Pesaro-Urbino. Un territorio dove stanno incrementando notevolmente le aziende biologiche di cui diverse anche ad attività agrituristica. Come sottolinea la presidente del distretto Sara Tomassini: “il distretto biologico è uno strumento innovativo di organizzazione territoriale, volto sia ad incrementare il ruolo multifunzionale del settore primario, sia a migliorare le prestazioni agro-ambientali in chiave sostenibile. Superando il concetto di azienda biologica come unità produttiva isolata. I distretti rappresentano ‘luoghi’ di addensamento e di intreccio delle filiere agroalimentari biologiche, di valorizzazione delle tipicità locali e della qualità ambientale, di sperimentazione di politiche e strumenti efficaci di sviluppo economico e sociale.”

La costituzione del nuovo distretto biologico sarà lo strumento per partecipare ai bandi europei ed intercettare i finanziamenti del Psr 2021-2027 finalizzati all’incentivazione delle attività legate all’agricoltura biologica, alla ricettività di tipo agrituristico, alla trasformazione, valorizzazione, promozione e commercializzazione dei prodotti dell’enogastronomia locale. Sicuramente sarà uno strumento che potrà risultare determinante dal punto di vista economico e turistico per una vasta area che vuole imporsi sempre più per la qualità dei prodotti del territorio e per un turismo in zone che hanno tanto da raccontare.

 

Fonte: Suolo e Salute news

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