Suolo e Salute

Mese: Luglio 2020

A rischio la competitività del biologico italiano

A rischio la competitività del biologico italiano

A fronte di un aumento dei consumi nei prodotti biologici da parte degli italiani, la governance italiana non sta rispondendo con i dovuti strumenti.

Davanti ad un aumento delle vendite nel comparto pari al 20% (fra il 9 marzo e Pasqua), si assiste a un aumento delle superfici agricole convertite a biologico del solo 0,57%. Questi dati spostano subito il discorso sui pochi investimenti del governo italiano in materia bio, nonostante l’asticella dei consumi sia in forte rialzo, portando i consumatori a dirigersi verso i prodotti importati dall’estero.

In merito il presidente di AssoBio (Associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici) Roberto Zanoni sostiene:
Ecco dunque l’opportunità che stiamo perdendo. Invece di rispondere alla crescente domanda interna con nuovi terreni coltivati con metodo biologico e nuovi posti di lavoro ci troviamo a dover aumentare le importazioni”.

L’Italia, grazie alla sua forte biodiversità e ai suoi molti settori d’eccellenza, dovrebbe far sua la strategia europea e divenire capofila di uno sviluppo dell’agricoltura sempre più votato al biologico.

Di seguito le parole del presidente di AssoBio che raccontano questa situazione: “La nuova legge che riconoscerebbe il ruolo ambientale e sociale dell’agricoltura biologica in Italia è coerente con l’obiettivo strategico della Commissione europea, ovvero fare del settore agroalimentare europeo una eccellenza assoluta anche in termini di sostenibilità socio-ambientale, esprimendo un nuovo riferimento di valore a livello globale. L’auspicio di AssoBio è che l’Italia sappia cogliere questa grande occasione, mettendo a sistema le esperienze che il settore biologico ha maturato negli anni

Fonte: http://www.corriereortofrutticolo.it/2020/07/09/legge-sul-bio-leuropa-accelera-litalia-ferma-al-palo/

Foto di Anna Shvets da Pexels
Come sono cambiati i consumi dopo il lockdown

Come sono cambiati i consumi dopo il lockdown

Con il lockdown causato dall’emergenza Covid-19, molti stakeholder hanno monitorato il mercato alimentare e assistito a un forte cambiamento delle abitudini dei consumatori. La quarantena ha portato gli italiani verso una richiesta di prodotti alimentari con maggiore sicurezza, sostenibilità e salubrità.

Il focus di Nomisma “The World after lockdown” sottoposto a 1000 italiani nella fascia d’età 18 – 65 anni ha portato a dei dati inaspettati. Durante il lockdown la popolazione italiana ha concentrato i suoi acquisti su prodotti Made in Italy e Km 0 (+22%) e la popolazione che si è avvicinata a queste categorie di prodotto è aumentata del 28%.

Riguardo al biologico  e  il basso impatto ambientale il campione  dichiara una forte propensione d’acquisto verso queste due categorie (20%), il 12% verso packaging più sostenibili e il 30% ha sperimentato i prodotti bio per la prima volta.

Ormai questi prodotti stanno prendendo sempre più spazio sugli scaffali portando a:

  • +76% di superfice agricola coltivata in biologico
  • +66% di operatori impegnati nella filiera
  • Aumento dell’export dei prodotti bio

*aumenti riferiti dal 2008 al 2018

 

Nella GDO (rispetto al 2014) i dati sono ancora più incoraggianti, grazie ad un aumento della richiesta di prodotti bio del 83%, raddoppiando così il peso del biologico nella spesa degli italiani (dati Nielsen).

Fonte: https://www.cronachemarche.it/studio-nomisma-il-lockdown-ha-cambiato-i-consumi-alimentari/

Regolamento Covid-19 in alcune deroghe sui controlli

Regolamento Covid-19 in alcune deroghe sui controlli

Nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea dell’8 Luglio 2020 è stato pubblicato il Reg. (UE) 2020/977 che prevede diposizioni e deroghe dei regolamenti (CE) n. 1235/2008 a causa dell’emergenza Covid-19 e dalle conseguenti forti restrizioni imposte negli stati membri e nei paesi terzi.

 

Il regolamento è entrato in vigore dal giorno seguente la sua pubblicazione:

Reg. (UE) 2020/977 – ITA

Reg. (UE) 2020/977 – EN

Fonte: http://www.sinab.it/bionovita/covid-19-il-regolamento-relativo-ad-alcune-deroghe-sui-controlli

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I finanziamenti e l’accesso al credito:  i temi del webinar di B/Open

I finanziamenti e l’accesso al credito: i temi del webinar di B/Open

Il prossimo 16 luglio si terrà il secondo webinar organizzato da B/OPEN in cui si tratterà il tema dei finanziamenti e dell’accesso al credito per le aziende agricole.

Negli ultimi anni il mondo agricolo ha assistito a una vera e propria rivoluzione, gli operatori hanno iniziato una ricerca dei migliori investimenti, cercando di conoscere le nuove esigenze dei consumatori e applicando un’agricoltura più rispettosa del nostro tempo.

Con l’emergenza Covid-19 questi temi si sono fatti ancora più urgenti, ed è proprio per questo che B/Open  tratterà questi argomenti con la partecipazione di Giuseppe Romano di AIAB, cercando di portare i partecipanti verso le soluzioni più innovative e utili al comparto.

Suolo e Salute, partner di B/OPEN, è felice di condividere il programma di quest’evento.

Programma dettagliato:
L’agricoltura biologica nella PAC e nella strategia Farm to Fork e Biodiversity
, Paolo Torrelli, Ufficio PQAI 1 – Agricoltura Biologica e Sistemi di qualità alimentare nazionale e affari generali, Ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali
Linee di credito e finanziamenti Ismea per il biologico, Giorgio Venceslai, Direzione Servizi per le Imprese ISMEA
Finanziamenti, servizi e soluzioni innovative per migliorare il cash flow delle imprese bio, Paolo Zaggia, Servizio Prodotti Finanziari Finlombarda
Le proposte della finanza etica per il biologico, Banca Etica

La parola agli stakeholder: le nuove esigenze delle imprese bio nell’era post Covid-19.

Modera: Angelo Frigerio, Ceo e Direttore Responsabile Tespi Mediagroup

 

Fonte: Aiab

GLI ULIVI E L’AGRICOLTURA BIOLOGICA CONTRO L’INQUINAMENTO AMBIENTALE

GLI ULIVI E L’AGRICOLTURA BIOLOGICA CONTRO L’INQUINAMENTO AMBIENTALE

Ebbene si, per combattere il riscaldamento globale, l’ulivo e l’agricoltura biologica possono essere dei validi alleati.
Uno studio durato sette anni su delle coltivazioni d’olivo ha evidenziato che questa pianta riesce ad immagazzinare ben 6mila tonnellate di carbonio, che equivalgono a 22mila tonnellate di anidride carbonica.

I gas serra presenti nella nostra atmosfera sono di diversi tipi, e non tutti sono dannosi; dalla rivoluzione industriale, però, alcuni di questi gas dannosi sono sensibilmente aumentati, e inoltre si sono aggiunti numerosi elementi non presenti in natura (CFC, HFC, PFC etc..).

L’utilizzo dei combustibili fossili e il forte aumento degli allevamenti animali, sono tra le cause che hanno portato i gas serra dai 280ppm ai 415ppm. Gli scienziati sono convinti che quest’alterazione sia alla base dell’aumento della temperatura terrestre (1,2° in più nel 2019) che ha portato ai cambiamenti climatici in atto.
L’accordo di Parigi del 2015, che impegna tutti gli stati firmatari a mantenere l’aumento della temperatura sotto i 2° rispetto al periodo preindustriale, ha stilato varie ipotesi per raggiungere questo target:
• Diminuire l’utilizzo dei combustibili fossili
• Aumentare di pari passo l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili
• Miglioramento dell’efficienza produzione e consumo di energia (per ora in fase di sviluppo)
• Miglioramento degli ecosistemi e sfruttamento delle risorse naturali per la cattura dei gas serra
Proprio quest’ultimo punto, è per ora una delle strade più certe e facilmente percorribile. Basti pensare che, la creazione delle foreste, la lotta agli incendi, la conservazione della biodiversità e l’agricoltura biologica possono catturare fino a 14 miliardi di tonnellate di CO2.

L’agricoltura biologica include molte pratiche atte a salvaguardare l’agroecosistema e a sequestrare carbonio nel suolo, come: la rotazione delle colture, la riduzione e l’intensità delle lavorazioni meccaniche del terreno, l’uso del maggese e l’utilizzo di fertilizzanti organici.
E’ stato dimostrato il forte connubio della coltivazione dell’ulivo con la pratica dell’agricoltura biologica.
In generale, un miliardo e mezzo di piante di ulivo in 10 milioni di ettari rappresentano nel mondo un fantastico alleato contro il degrado ambientale. Una coltura presente in tutto il globo, con una presenza notevole nell’area del Mediterraneo (95% della produzione mondiale di olio di oliva). In Italia vengono coltivati 180 milioni di olivi su una superficie di 1,2 milioni di ettari, di cui 80% secondo il metodo convenzionale di produzione agricola e il 20% secondo il metodo (disciplinato da uno specifico Regolamento Ue) dell’agricoltura biologica.

Uno studio, durato sette anni, ha dimostrato che il terreno coltivato ad olivo riesce ad immagazzinare circa 6mila tonnellate di carbonio in più rispetto ad uno stock iniziale. Questa quantità equivale a 22mila tonnellate di anidride carbonica. Delle 6mila tonnellate di carbonio: 4mila provengono da colture convenzionali e 2mila da coltura biologica; questo significa che un 20% della superficie totale coltivata con metodi biologici contribuisce per circa il 33% del sequestro totale di carbonio. Pertanto il carbon sink della olivicoltura nazionale può aumentare in maniera significativa se, nei prossimi anni, avverrà una crescita delle coltivazioni biologiche, come richiede la strategia Ue per la biodiversità per il 2030 e la strategia Farm to Fork.

Fonte: https://www.vglobale.it/2020/06/23/ecco-come-il-biologico-aiuta-il-clima/

CLORATI NEI PRODOTTI BIOLOGICI: LA NOTA DEL MIPAAF

CLORATI NEI PRODOTTI BIOLOGICI: LA NOTA DEL MIPAAF

E’ stata predisposta una nota del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (nota n. 37766 del 6 luglio 2020) per chiarire l’applicazione del DM 309/2011 per quanto riguarda la contaminazione da clorati su prodotti biologici, in risposta alla pubblicazione del Reg. UE 020/749 che ha modificato parte del regolamento (allegato III del regolamento CE n. 396/2005 del Parlamento  e del Consiglio) in riferimento ai livelli di clorato in o su determinati prodotti.

 

fonte: http://www.sinab.it/bionovita/livelli-massimi-di-residui-di-clorati-nei-prodotti-biologici-una-nota-del-mipaaf