Suolo e Salute

Mese: Settembre 2014

Coldiretti ER: il bio salverà l’agricoltura in montagna

Sarà il biologico a salvare l’agricoltura delle zone collinari e montane in Emilia-Romagna. A sostenerlo la Coldiretti regionale che sottolinea l’incidenza del bio sulla produzione agricola di queste aree: “due aziende biologiche su tre dell’Emilia Romagna operano in collina e montagna” Ben il 65,7% delle circa 3.000 aziende agricole bio emiliano-romagnole infatti sono situate in zone svantaggiate di collina e montagna fornendo “grazie all’uso di tecniche agricole biologiche un contributo importante per la salvaguardia dell’ambiente e la difesa del suolo”. Per Coldiretti scegliere la qualità e le produzioni tipiche significa valorizzare il territorio sia da un punto di vista sociale che economico, consentendo la permanenza ad aziende che altrimenti rischierebbero l’abbandono. Un ruolo di particolare importanza è ricoperto dai giovani, come confermano i dati di Coldiretti Giovani impresa regionale: il 30 per cento delle imprese biologiche infatti è condotto da titolari al di sotto dei 40 anni e ben il 50% delle aziende bio ha almeno un giovane all’interno del nucleo familiare.

Fonte: Coldiretti, Agrapress

Il CRA dedica un talk show alla biodiversità agricola

Malgrado costituisca una delle risorse più notevoli del nostro Paese, la biodiversità agraria è troppo spesso misconosciuta nella sua importanza, non solo economica. Manca infatti una consapevolezza diffusa della ricchezza senza uguali del territorio italiano e dell’importanza che ricopre questo patrimonio. Proprio per queste ragioni il CRA, il Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura, ha deciso di organizzare un talk show pubblico invitando scienziati e giornalisti chiamati a confrontarsi sui temi della ricerca e dell’informazione. Obiettivo dell’iniziativa quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema e far comprendere ad una percentuale crescente di persone quanto sia importante tutelare e valorizzare questa ricchezza. All’incontro sono intervenuti tra gli altri il presidente del Cra Giuseppe Alonzo e il Direttore Scientifico Stefano Bisoffi. Alonzo ha ricordato in particolare che “l’Italia ha una biodiversità olivicola eccezionale che la rende unica, ma ancora non siamo riusciti a metterla a frutto”, auspicando un’operazione di valorizzazione analoga a quella compiuta per il settore vitivinicolo.

Fonte: Agrapress

Contro la crisi la ricetta è bio & km0

La crisi che sta attraversando il paese ha colpito duramente anche il settore agroalimentare, che ha fatto registrare un calo ulteriore dei consumi mai così bassi da 33 anni a questa parte. In questo scenario è ancor più significativo e in controtendenza il dato ascrivibile all’agricoltura “verde e di qualità”: secondo quanto riporta un dossier Coldiretti presentato nei giorni scorsi al Sana, infatti,  “dal biologico al chilometro zero, dai prodotti sfusi fino alle denominazioni di origine, vola la spesa ‘green’ che raggiungerà complessivamente per la prima volta i 20 miliardi di fatturato nel 2014”.

Un dato in assoluta controtendenza  che conferma le radici sempre più solide e profonde di questo vero e proprio cambiamento culturale: “se gli acquisti di prodotti biologici confezionati fanno registrare un incremento record del 17,3 per cento nei primi cinque mesi del 2014, quindici milioni di persone – riferisce la nota Coldiretti – mettono nel carrello prodotti locali a chilometri zero, mentre solo per i prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) si stima una spesa di 13 miliardi di euro, nonostante le difficoltà economiche”.

Dello stesso tenore il commento della Cia, che rimarca il fatto che, oltre ai consumi,  “aumentano anche gli ettari dedicati e le imprese coinvolte, soprattutto al sud”. Per la Confederazione “il biologico non è più un fenomeno circoscritto o una moda ma e’ diventato un’abitudine di spesa tendenzialmente di massa a cui non si rinuncia nemmeno con la crisi, complici le vendite di ‘bio’ anche nei discount (+25 per cento in un anno)”.  “Ma la vera novità – prosegue la confederazione – sta nella gamma di offerta raggiunta ormai dai prodotti biologici nel largo consumo: se e’ vero che ortofrutta e uova rappresentano ancora le merci più acquistate, con un’incidenza sulla spesa complessiva di ‘bio’ rispettivamente del 30 per cento e del 10 per cento circa, ad aver trascinato così in alto il settore nella prima parte del 2014 sono le nuove categorie di ‘pasta, riso e sostituti del pane’ (a base di kamut, farro o grano saraceno) con un aumento record del 73 per cento, seguiti dalle voci ‘zucchero, caffè e the” (+37,2 per cento) e dagli omogeneizzati (+21,3 per cento). una linea completa – chiarisce la Cia – che e’ frutto anche dello sviluppo di uno stile alimentare ‘etico’ ed ecosostenibile che interessa soprattutto i giovani e coinvolge sempre più spesso i neo-genitori”.

Tutto questo si traduce nel fatto che quasi un italiano su due (il 45%, secondo le stime del’indagine Coldiretti / Ixè) scelgono di mettere nel carrello almeno qualche volta un prodotto bio, per il quale si prevede un fatturato a fine 2014 pari a 3,5 miliardi di euro. Analogamente positivi i risultati dei prodotti a chilometro zero delle aziende agricole o dei mercati degli agricoltori, superiore secondo le stime ai 3 miliardi di euro.

Fonte: Coldiretti, Agrapress

 

Sana, tavola rotonda sulla riforma del bio

Si è svolta lunedì 8 settembre scorso nell’ambito del Sana la tavola rotonda “La revisione del regolamento europeo biologico. Il ruolo dei controlli nella nuova proposta”. L’incontro, organizzato dal Mipaaf, a visto tra gli altri gli interventi del viceministro alle Politiche Agricole Oliviero e il Direttore generale per la promozione della qualità agroalimentare Emilio Gatto. Olivero ha sottolineato la crescente importanza del settore biologico sul mercato agroalimentare: un settore che è oramai uscito da una dimensione di nicchia per diventare “uno degli ambiti di traino dell’agricoltura italiana”. “I dati parlano chiaro – ha proseguito Olivero –  e siamo orgogliosi di sottolineare che la crescita riguarda i consumi ed ha anche risvolti positivi per l’occupazione”. Secondo il viceministro “la revisione del regolamento sul biologico ostituisce una straordinaria occasione per sostenere al meglio il settore, soprattutto nella stagione di riavvio della politica di sviluppo rurale”. Ed è proprio per quesrto che la presidenza italiana dell’unione – ha voluto rimarcare Olivero – e’ fortemente impegnata a mettere a punto la revisione del regolamento”. “Soprattutto per garantire un’equa competizione, la garanzia per i consumatori e al contempo la semplificazione del sistema”, tra i punti nodali della riforma. Gatto ha invece voluto sottolineare “il positivo andamento del settore, che e’ frutto della fiducia del consumatore nei prodotti biologici” e che proprio per questo “va sostenuto attraverso un sistema di controllo sempre più efficiente ed efficace”.

Ed è anche per questo motivo, ha proseguito Gatto, che il Mipaaf “sta seguendo con grande attenzione la proposta di riforma della commissione europea, per far sì che l’esperienza acquisita in tutti questi anni, in tema di controlli, sia messa pienamente a frutto”.

Fonte: Agrapress

Martina “l’obiettivo minimo del semestre italiano è un accordo quadro sulla riforma del bio”

Intervenuto all’inaugurazione del Sana, il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ha confermato l’impegno del governo italiano nella direzione di una riforma condivisa del regolamento del biologico. “L’obiettivo del governo italiano e’ di chiudere la presidenza di turno dell’unione europea almeno con un accordo quadro sui fondamentali della riforma”, ha dichiarato il Ministro.

Fonte: Agrapress

On line BIO in cifre 2014

Nell’ambito del Sana, conclusosi martedì scorso 9 settembre, è stato presentato il rapporto “Bio in cifre 2014”. Alla presentazione è intervenuto tra gli altri il il viceministro Andrea Olivero con delega all’agricoltura biologica e biodiversità. Il documento completo è adesso scaricabile qui dal sito del Sinab a questo indirizzo.

Fonte: SINAB