Suolo e Salute

Mese: Marzo 2014

INEA: on line la Banca Dati sugli scambi agroalimentari

È on line dall’inizio di questa settimana la Banca Dati INEA sul Commercio con l’estero dei prodotti agroalimentari, basata su una aggregazione originale dei dati Istat sviluppata dall’INEA e l’Università Cattolica del Sacro Cuore. La Banca Dati, consultabile sul sito dell’Istituto, permette di ricostruire i flussi, in valore e in quantità, delle importazioni e delle esportazioni italiane dei singoli prodotti agroalimentari con riferimento a 107 Paesi partner.In dettaglio, le informazioni sono organizzate in:

Banca Dati Nazionale, che contiene i flussi agroalimentari dell’Italia dal 2000 al 2012, con un dettaglio sugli scambi di 280 voci di prodotto con i singoli Paesi partner;

Banca Dati del Made in Italy, che riporta il dettaglio degli scambi, dal 2010 al 2012, di quei prodotti agroalimentari riconosciuti all’estero come “tipici” del nostro Paese.

La Banca Dati INEA sul Commercio con l’estero dei prodotti agroalimentari è disponibile a questo link.

Fonte: INEA

On line il Rapporto Inea sul commercio con l’estero

Riflettori puntati sul mercato estero per l’agroalimentare italiano nel Rapporto sul commercio agroalimentare, giunto alla sua 21a Edizione e disponibile on line sul sito dell’INEA (o in formato cartaceo su richiesta a biblioteca@inea.it),  con un approfondimento riguardante l’analisi della competitività dei prodotti del cosiddetto Made in Italy sui principali mercati esteri. Miglioramento della performance commerciale dell’agroalimentare nel 2012 rispetto all’anno precedente, con una crescita delle esportazioni del 5%, a fronte di una flessione delle importazioni del 2,5%. Il deficit agroalimentare si è ridotto da oltre 9 miliardi (nel 2011) a poco più di 6,5 miliardi di euro. Tale miglioramento viene confermato anche nel corso dei primi 6 mesi del 2013, con una riduzione delle importazioni agroalimentari e un ulteriore incremento dell’export. L’andamento positivo del commercio estero conferma la migliore tenuta che il settore agroalimentare sta registrando rispetto al complesso dell’economia in questi anni di crisi. L’andamento favorevole delle esportazioni in termini assoluti e anche in relazione all’andamento delle importazioni, determina il miglioramento di alcuni indicatori del sistema agroalimentare, quali in particolare la propensione ad esportare e il grado di copertura commerciale. La prima, ossia il rapporto tra flusso in uscita e produzione agroindustriale, entrambi in crescita nel 2012, riporta un miglioramento dell’1,1% rispetto al 2011. Il secondo, rapporto tra esportazioni (in crescita) ed importazioni (in calo) registra una  variazione più consistente (rispetto al 2011 guadagna ben 6 punti percentuali), invertendo la tendenza dei due anni precedenti. Al contrario, si riduce dello 0,7% la propensione ad importare, a causa della già descritta flessione delle importazioni. Il grado di autoapprovvigionamento, rapporto tra produzione agroindustriale e consumo, entrambi in crescita nel 2012, registra un incremento pari al 2,9%, legato anche in questo caso alla performance positiva dei flussi in uscita rispetto a quelli in entrata e, in aggiunta, rispetto alla dinamica moderata della produzione interna.
Il Rapporto INEA completo sul Commercio con l’estero dei prodotti agroalimentari 2012 è disponibile a questo link.
Fonte: INEA

Millésime Bio, il vino biologico francese è in ottima salute

Risultati importanti per il vino biologico francese quelli scaturiti dall’ultimo “Millésime Bio”, uno degli appuntamenti più importanti a livello internazionale per l’enologia biologica, che ha visto la partecipazione di oltre 4.000 addetti ai lavori e 750 espositori provenienti da tutto il mondo. Il salone, svoltosi a Montpellier a gennaio, ha confermato lo stato di salute del vino biologico francese che ha visto triplicate le superfici coltivate dell’arco di 4 anni. Particolarmente diffusa la coltivazione di vite con il metodo biologico nella Linguadoca-Rossiglione (20.795 Ha, con una crescita del 4 % rispetto al 2012), seguita dalla Provenza-Alpi-Costa Azzurra (+8%) e dall’Aquitania(+3 %). Secondo le stime, il 2014 potrebbe riservare nuovi record per il comparto, interessando addirittura l’8% di tutta la superficie complessivamente coltivata a vigna, per un totale di 60.000 ettari, il triplo rispetto ai 20.000 ettari censiti nel 2010. Per un settore che nel 2012 ha toccato i 413 miliodi di euro di fatturato, con una crescita del 15% in un anno e ottime performances anche sul fronte esportazioni (pari al 19% del fatturato totale). Un trend che rafforza la posizione della Franca, secondo al mondo dietro la Spagna per quanto riguarda il mercato del vino biologico. Un successo confermato anche dall’orientamento ai consumi dei francesi: stando ai risultati di uno studio dell’IPSOS, infatti, nel 2013 un francese su tre ha dichiarato di consumare vino bio regolarmente o saltuariamente. Secondo Patrick Guiraud, presidente di Subvindio, l’associazione interprofessionale di produttori di vini biologici della Linguadoca Rossiglione e promotrice di Millésime Bio, la sfida per il vino biologico adesso si gioca sulla comunicazione: il settore, a suo dire, deve imparare infatti a comunicare con il consumatore, facendone crescere il numero ma soprattutto illustrando in dettaglio i benefici ambientali e sociali di una scelta biologica. Con la consapevolezzae l’ottimismo dettati dal fatto che proprio il biologico è uno dei pochissimi settori che, in quest’epoca di crisi, continua nonostante tutto a crescere.
Fonte: Tutto Green

Conto alla rovescia per Vinitaly Bio

Conto alla rovescia per la 48esima edizione di Vinitaly, la più celebre e importante manifestazione enologica italiana, prevista dal 6 al 9 aprile 2014. Quest’anno, anche il mondo del biologico ha ottimi motivi per essere interessato all’appuntamento veronese grazie all’accordo realizzato tra Veronafiere e FederBio infatti, l’edizione di quest’anno vedrà per la prima volta svolgersi anche “Vinitalybio”, il nuovo salone specializzato dedicato ai vini biologici certificati, ospitato all’interno del padiglione 11.Un progetto pensato per valorizzare la produzione enologica certificata secondo le norme del regolamento UE n. 203/2012 sulla produzione e l’etichettatura del vino biologico, entrato in vigore il 1° agosto dell’anno scorso. “Il progetto – spiega il presidente di Veronafiere Ettore Riello – risponde alla logica dell’Ente di innovare continuamente i propri prodotti per adeguarli ai cambiamenti del mercato. Vinitalybio è una grande occasione di visibilità per le cantine biologiche italiane che rappresentano il 6,5% del vigneto nazionale con 53 mila ettari coltivati, ponendo l’Italia al secondo posto per estensione a livello mondiale. L’Italia, inoltre, con una quota del 13% rappresenta il terzo esportatore di vini bio negli Stati Uniti.”
«Con l’entrata in vigore nel 2012 del regolamento sulla produzione biologica anche per il vino – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – abbiamo colto l’occasione per adeguare alla normativa europea la nostra offerta fieristica, dando uno spazio distinto alle produzioni certificate. Come tutte le iniziative che mettiamo in campo per le rassegne, anche Vinitalybio è pensato per favorire il business e per questo l’accordo con FederBio prevede anche un’attività di incoming per portare a Verona buyer provenienti dai mercati più interessanti per il consumo di vini biologici, in particolare Germania, Svizzera e Paesi Scandinavi.»
Il Presidente FederBio Paolo Carnemolla sottolinea l’importanza della certificazione anche nel caso dei vini biologici, in quanto è proprio la certificazione “ che rappresenta l’unica garanzia per chi intende acquistare un vino ottenuto secondo i principi e le rigorose normative dell’UE in materia di biologico. (…). Questo è l’unico requisito indispensabile per partecipare alla manifestazione e sul rispetto del quale FederBio supporterà Veronafiere con apposito personale e verifiche mirate. La certificazione biologica è del resto orami riconosciuta a livello internazionale pure fuori dall’UE, dunque è un’opportunità straordinaria anche per il vino italiano per migliorare ulteriormente il proprio posizionamento sui mercati”. La prima edizione conterà su 1000 mq di superficie e  oltre 100 espositori certificati. Nel corso dei 4 giorni di Vinitaly, oltre agli stand dei diversi produttori inoltre anche un’enoteca  dove apprezzare i vini biologici presentati all’appuntamento veronese. In calendario poi una serie di eventi di degustazione organizzati da FederBio e rivolti ai buyer e giornalisti che vogliono approfondire la conoscenza dei vini biologici e, a completare la proposta biologica dell’edizione 2014 di Vinitay, il convegno “Il vino biologico italiano alla sfida dei mercati”: un’occasione di confronto sulle potenzialità del mercato del vino biologico in Italia e all’estero e sulle opportunità commerciali della certificazione biologica per la filiera vitivinicola.

Il programma di dettaglio degli eventi di Vinitaly Bio è consultabile a questo link
Fonte: FederBio

Il biologico europeo verso la riforma

Appuntamento il 19 marzo prossimo per il varo, da parte della Commissione Europea, della proposta di riforma del biologico europeo. Secondo alcuni, la proposta di riforma sarà una vera e propria rivoluzione che cambierà in maniera sostanziale tutti gli aspetti principali delle regole che in Europa regolano il settore. La Commissione, del resto, si è data obiettivi precisi e senza dubbio ambiziosi: in primis, facilitare lo sviluppo e la diffusione del biologico nei territori dell’Unione. Per farlo, la Commissione intende armonizzare le norme di produzione e rendere più eque quelle sulla concorrenza. Grande attenzione verrà posta inoltre sulla trasformazione dei prodotti bio (che è regolata nel nostro paese ma non altrettanto a livello comunitario), mentre sul fronte degli standard è atteso un giro di vite che renda più severa e restrittiva la normativa di riferimento. Maggiore attenzione anche ai consumatori, grazie ad azioni specifiche che rendano pià severi i controlli, in particolare quelli riferiti a prodotti provenienti da Paesi Terzi. Vedremo a breve come sarà articolata la proposta europea, ma una cosa è certa: è questa una grande occasione per l’Italia, forse irripetibile, per rafforzare e consolidare la propria posizione che la vede tra i paesi leader del biologico sui mercati europei ed internazionali.
Fonte: ANSA, Agronotizie

USA, gli agricoltori bio dichiarano guerra agli OGM

Prosegue duro il confronto tra gli agricoltori bio statunitensi e il mondo degli OGM, rappresentato in primis dalle grandi multinazionali del settore. I “bio” americani infatti lamentano la difficoltà e i costi che sono costretti ad affrontare per evitare le sempre più frequenti contaminazioni delle loro colture da parte di organismi geneticamente modificati. Da un rapporto recentemente diffuso da Ofarm, infatti, si apprende che oltre il 30% degli agricoltori dediti al biologico hanno verificato la presenza di OGM nelle coltivazioni: un danno che rischia di essere fatale per gli agricoltori stessi, dato che molti paesi esteri sono molto severi rispetto alle contaminazioni da parte di organismi geneticamente modificati. E proprio per questi motivi ammontano già a migliaia di dollari i costi sopportati dal mondo del biologico per frenare le contaminazioni da parte degli OGM. Anche per questo motivo, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti sta lavorando ad un  piano concepito proprio per consentire la coesistenza di colture non-OGM e OGM. Obiettivo indubbiamente ambizioso e non certo facile da realizzare. Il rapporto infatti “i rischi e gli effetti della contaminazione da OGM hanno ingiustamente gravato agricoltori biologici e non-OGM con lavoro extra, più ore e l’insicurezza finanziaria”, e non è possibile proseguire su questa strada nel medio periodo. Vedremo se il piano del Dipartimento governativo riuscirà a risolvere una questione di grande rilevanza anche per i mercati europei.
Fonte: Bioagricoltura Notizie