Suolo e Salute

Category: Agricoltura

Agricoltura europea: calano le aziende, ma crescono i biologico e le agro energie

E’ uno scenario a doppia faccia quello che emerge dall’analisi di due rapporti pubblicati di recente riguardanti il comparto agricolo europeo: Rural Development in the EU – Statistical and Economic Information Report 2012 a cura della Commissione Europea  e Agriculture, fishery and forestry statistics 2010-2011 dell’ Eurostat.  Secondo il quadro che ne emerge, nei paesi dell’Unione durante il quadriennio 2007-2010 sono diminuite numericamente le aziende agricole e, conseguentemente, si è assistito ad un sensibile calo nei posti di lavoro a tempo pieno, ridottisi di circa due milioni, ma parallelamente la dimensione media delle imprese e la produzione sono aumentate e, soprattutto, in molte si sono dedicate alla produzione biologica e alle agro energie.

Il calo numericamente più consistente ha riguardato la Germania, con una flessione record del 19,3%; numeri meno negativi ma comunque importanti anche per Francia (-2,1%) e Italia (-3,5%), ma bilanciati come detto da un significativo aumento della produzione che ha coinvolto la maggior parte dei paesi europei con picchi in Slovacchia (+285%), Repubblica ceca (+85%), Polonia (+77%) e Lettonia (+68%). A crescere soprattutto la SAU coltivata a biologico, aumentata del 42% nel periodo 2005-2010, settore questo dove il nostro paese, con circa 48000 aziende biologiche, detiene saldamente il primato di “nazione bio d’Europa”. Importante anche la produzione di agro energie, ovvero energie rinnovabili da agricoltura e foreste, che hanno raggiunto rispettivamente 17,5 e 80,8 milioni di TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio).

Fonte: Fa.re.na.it – Lamiaterravale.it

Docenti giapponesi presso la sede ligure di Suolo e Salute per studiare l’esperienza della Val di Vara

Un gruppo di docenti dell’università giapponese di Kagoshima (http://www.kagoshima-u.ac.jp/) ha fatto visita nei giorni scorsi alla sede di Suolo e Salute di Varese Ligure (SP), nell’ambito di uno studio che l’ateneo nipponico sta compiendo riguardo ad alcune realtà rurali dell’Unione Europea particolarmente interessanti quale modello di sviluppo compatibile con l’ambiente e la tutela del territorio. In particolare gli scienziati giapponesi erano interessati a comprendere meglio i meccanismi di gestione delle risorse, utilizzo degli aiuti economici comunitari e di promozione delle politiche legate all’agricoltura biologica. Pur non trattandosi di una missione con dichiarate finalità politiche, non di meno l’esperienza riportata dagli accademici potrà servire alle autorità giapponesi come spunto per indirizzare al meglio successive scelte politiche e di governance su scala regionale o nazionale. In particolare, la missione giapponese si riprometteva di raccogliere elementi utili allo sviluppo delle comunità rurali del Sol Levante grazie ad un confronto e ad uno scambio di esperienze e informazioni. La Val di Vara è diventata pertanto meta del viaggio di studi degli accademici di Kagoshima grazie al report elaborato recentemente da Jetro (http://www.jetro.go.jp/italy/), un ente semi-governativo giapponese per la promozione del commercio e degli investimenti che aveva concentrato la propria attenzione proprio sulla realtà di Varese Ligure. Nell’ambito della visita, oltre alla Val di Vara la delegazione ha visitato anche la vicina Garfagnana. Della specifica realtà di  Varese Ligure ha particolarmente colpito i visitatori il fatto che la scelta del biologico abbia riguardato un intero comparto territoriale, tant’è che nel comune di Varese Ligure la SAU coltivata a bio è superiore a quella destinata a colture convenzionali, unitamente al fatto che l’iniziativa fosse derivata dall’azione delle autorità locali (nella fattispecie, il compianto sindaco Caranza) e non dall’iniziativa privata. Proprio la lungimiranza di Mauro Caranza, ex Sindaco del comune ligure, ha colpito i docenti giapponesi, unitamente alla sua perseveranza nel perseguire il suo obiettivo, che ha dato frutti di cui ancor oggi  beneficia l’intero comprensorio. Oltre all’investimento sul biologico e alla rivalutazione e rivitalizzazione del centro storico, ottenute grazie ai contributi dei Piani Organici di Intervento, la delegazione è stata favorevolmente impressionata  dalla scelta delle energie rinnovabili, grazie alla quale attualmente nel territorio di Varese Ligure viene prodotta più energia di quanta ne venga consumata).

Per quanto riguarda la specifica esperienza di Suolo e Salute, che da molti anni certifica la stragrande maggioranza delle aziende biologiche della Valle, i sei docenti hanno avuto modo di parlare in particolare con Antonio Spinelli, direttore della sede Piemonte e Liguria della società, per meglio comprendere le modalità di controllo delle aziende agricole e della filiera e per approfondire alcuni dati statistici relativi alle aziende bio certificate da Suolo e Salute. La delegazione ha inoltre incontrato l’attuale sindaco di Varese Ligure Michela Marcone che ha raccontato la storia del progetto Valle del Biologico e le attuali prospettive per il territorio, e Sergio Traverso, direttore della Cooperativa Casearia Val di Vara e direttore di ARS Food, importante stabilimento di yogurt bio insediato nella valle e più volte premiato con diversi riconoscimenti nazionali ed europei per la qualità dei propri prodotti. Tra le personalità incontrate nel corso della visita, anche il Fulvio Gotelli, presidente della Coop. Carni S. Pietro Vara.

Un’esperienza, quella del distretto del biologico della Val di Vara,  che i sei delegati giapponesi sperano di poter replicare anche in madrepatria, dove al momento non esistono esperienze paragonabili. Il Giappone da questo punto di vista è sicuramente un territorio che si può prestare a replicare l’esperienza di Varese Ligure, anche se l’estrema frammentazione della proprietà agricola costituisce un indubbio ostacolo al sorgere di progetti analoghi.  Un frazionamento eccessivo che crea non poche difficoltà alle aziende di produzione zootecnica interessate ad avvicinarsi al bio. Sette anni fa, nel 2006, è stata introdotta dal Governo di Tokio una normativa nazionale concepita per incentivare il settore del biologico, ma si tratta a detta dei docenti di un provvedimento in cui alcune lacune particolarmente evidenti rendono ancora poco “attraente” questo tipo di coltivazione. Anche a livello di contributi, la realtà giapponese è assai diversa da quelle europee, dal momento che i contributi si limitano a supportare la sola fase di transizione dal convenzionale al biologico, terminata la quale non sono previsti ulteriori finanziamenti. Né esistono situazioni assimilabili al concetto di Distretto Rurale Bio come accade invece in realtà quale quella di Varese Ligure. Ferrei invece i controlli, con ben 60 Organismi di Controllo muniti, come in Italia, di un Comitato di Certificazione che valuta le pratiche delle singole aziende agricole.

Fonte: Suolo e Salute

Aperta la seconda fase della consulta sugli effetti dei pesticidi sulle api

L’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, riguardo alla bozza di linee guida sulla valutazione d’impatto dei prodotti fitosanitari sulle apiha inaugurato una seconda fase della consultazione pubblica avviata l’anno scorso. L’obiettivo è quello di raccogliere il parere di scienziati, ricercatori e addetti ai lavori sulle linee guida proposte.

L’EFSA infatti è stata incaricata dalla Commissione europea di elaborare un documento di orientamento sulla valutazione dei rischi dei prodotti fitosanitari sulle api, con l’obiettivo di fornire una guida nell’ambito della revisione dei prodotti fitosanitari (i cosiddetti PPP, Plant Protection Products) e dei loro principi attivi ai sensi del regolamento (CE) 1107/2009. Il parere scientifico nel merito dei criteri da adottare per una corretta valutazione dei rischi dei prodotti fitosanitari sulle api (Apis mellifera, Bombus spp. E api solitarie) ha pertanto fornito la base scientifica necessaria per l’elaborazione delle linee guida sulle quali ora l’EFSA stessa chiede un confronto aperto. C’è tempo fino al 18 marzo p.v. per inviare il proprio contributo. Il testo della bozza delle linee guida è consultabile al seguente link (file pdf).

 

Fonte: AIOL

Perturbatori endocrini, un fondamentale studio Unep-Oms ne indaga gli effetti.

Il Programma Onu per l’Ambiente (Unep) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) hanno pubblicato nei giorni scorsi il rapporto “State of the Science of Endocrine Disrupting Chemicals”, il più completo lavoro mai realizzato sull’argomento. Lo studio si occupa in particolare dei rapporti tra i perturbatori endocrini chimici e diverse malattie e malformazioni che possono colpire l’uomo,  grazie agli effetti di queste sostanze sul sistema endocrino umano. Un legame ancora poco noto, ma dagli esiti potenzialmente molto preoccupanti. Il rapporto infatti afferma che molte sostanze chimiche nono sono state sufficientemente testate e potrebbero avere conseguenze anche non trascurabili sulla salute. Si tratta di composti chimici presenti in molti prodotti industriali e di uso domestico, riguardo alle quali siamo ancora troppo poco documentati. «Delle valutazioni più esaustive e migliori metodologie nei test permetterebbero di ridurre gli eventuali rischi di malattia e di realizzare importanti risparmi nella sanità pubblica. La salute dipende dal buon funzionamento del sistema endocrino, che regola la secrezione di ormoni essenziali, per esempio al metabolismo, alla  crescita, allo sviluppo, al sonno ed all’umore. Alcune sostanze, conosciute sotto il nome di perturbatori endocrini, possono perturbare una o più funzioni del sistema endocrino e così accrescere il rischio del sorgere di problemi di salute. Alcuni perturbatori endocrini sono naturali, mentre altri, presenti nei pesticidi, nelle apparecchiature elettroniche, nei prodotti per l’igiene personale e nei cosmetici, sono sintetici. Alcuni additivi alimentari o contaminanti presenti nell’alimentazione sono ugualmente in grado di perturbare il sistema endocrino».

Le modalità di contatto con queste sostanze sono potenzialmente molteplici, a cominciare dallo sversamento di rifiuti nell’ambiente. Ma anche l’inalazione di gas e particolati possono essere all’origine del contatto, unitamente all’alimentazione.

Secondo il Direttore esecutivo dell’Unep, Achim Steiner, “i prodotti chimici occupano un posto sempre più importante nella vita moderna e sono essenziali per molte economie nazionali ma la loro gestione irrazionale rimette in causa la realizzazione degli obiettivi di sviluppo essenziali e dello sviluppo sostenibile per tutti. Investire in nuove metodologie di test ed in nuove ricerche può permettere di stimare meglio i costi delle esposizioni ai perturbatori endocrini chimici e di ridurre al minimo i rischi, privilegiando scelte e soluzioni più intelligenti che vadano nel senso della green economy”. Dello stesso avviso la direttrice del dipartimento salute pubblica ed ambiente dell’Oms, María Neira, secondo cui è necessario “condurre urgentemente maggiori ricerche per conoscere meglio le conseguenze sanitarie ed ambientali dei perturbatori endocrini. I dati scientifici più recenti dimostrano che le comunità di tutto il mondo sono esposte ai perturbatori endocrini chimici ed ai rischi loro associati. L’Oms collaborerà con i suoi partner per definire delle priorità di ricerca al fine di studiare i legami tra i perturbatori endocrini chimici e la salute, così da attenuare i rischi. Spetta a noi tutti proteggere le generazioni future”.

María Neira, direttrice del dipartimento salute pubblica ed ambiente dell’Oms, è convinta che  «dobbiamo condurre urgentemente maggiori ricerche per conoscere meglio le conseguenze sanitarie ed ambientali dei perturbatori endocrini. I dati scientifici più recenti dimostrano che le comunità di tutto il mondo sono esposte ai perturbatori endocrini chimici ed ai rischi loro associati. L’Oms collaborerà con i suoi partner per definire delle priorità di ricerca al fine di studiare i legami tra i perturbatori endocrini chimici e la salute, così da attenuare i rischi. Spetta a noi tutti proteggere le generazioni future».

Uno degli estensori del rapporto, Åke Bergman dell’università di Stoccolma, sottolinea l’importanza del progresso scientifico per meglio comprendere i meccanismi sottesi alle interazioni tra perturbatori endocrini e salute, auspicando al contempo che si continui in questa direzione con test e ricerche ulteriori: “La ricerca, che ha fatto enormi progressi in questi ultimi 10 anni, ha dimostrato che le perturbazioni endocrine possono essere molto più estese e molto più complesse di quello che pensiamo. Mentre la scienza continua a progredire, è venuto il tempo di gestire meglio i perturbatori endocrini chimici e di studiare maggiormente l’esposizione a queste sostanze ed i loro effetti sulla fauna e gli esseri umani”.

Queste sostanze sono già note per il loro impatto sulla fauna: non è un caso che laddove si è ricorsi a forme di restrizione o divieto nell’uso di sostanze in grado di alterare il sistema endocrino animale, si è assistito alla ripresa delle popolazioni interessate e ad un calo delle malformazioni e dell’infecondità.

Indubbia a questo proposito l’importanza che riveste l’agricoltura biologica, nella quale come noto è vietato l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi e che, anche da questo punto di vista, fornisce una garanzia importante per la salute ed il benessere del consumatore. Una valida, importante ragione in più per scegliere biologico.

Fonte: Greenreport.it

Oggi a Roma il Workshop Inea sulla spesa pubblica in agricoltura

E’ in programma oggi 21 febbraio a partire dalle 9.15 presso l’Aditorium di Via Nomentana 41 a Roma il Workshop “Spesa pubblica in agricoltura: strumenti e metodologie per l’analisi delle politiche di settore”, organizzato dall’Inea, l’Istituto Nazionale di Economia Agraria. Il workshop si propone come occasione di confronto e aggiornamento in merito alle attività e agli strumenti che riguardano la spesa pubblica nel comparto agricolo, a cominciare dall’evoluzione normativa e dall’aggiornamento degli strumenti di analisi della spesa agricola da parte dell’Inea per le varie regioni. Aggiornamento propedeutico alla revisione della Banca dati regionale (Bdr), all’elaborazione di Linee Guida per la riclassificazione della spesa (Lg) e alla costruzione di un una Banca dati sul sostegno complessivo in agricoltura. All’incontro parteciperanno Paola D’Avena, Direttore Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Stefano Vaccari, Direttore Generale del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Cinzia Simeone, dell’Ispettorato Generale per la Finanza delle Pubbliche Amministrazioni del MEF, Antonello Turturiello, in rappresentanza delle Regioni e Pdelle Pubbliche Amministrazioni e Antonio Leoni, del Consiglio d’Amministrazione dell’INEA. Ii lavori saranno quindi chiusi dagli interventi del gruppo di lavoro INEA sulla spesa pubblica in agricoltura.

Quello della spesa pubblica in agricoltura – ha dichiarato Tiziano Zigiotto, Presidente dell’Inea – è un ambito di ricerca che l’Istituto sta sviluppando da oltre un ventennio, provvedendo ad elaborare annualmente il quadro complessivo dell’intervento pubblico in agricoltura con lo scopo di predisporre informazioni sull’entità e le caratteristiche del finanziamento erogato e delle agevolazioni fiscali di cui beneficia il settore. Questo ha consentito di quantificare e qualificare le voci che compongono, in maniera diretta o indiretta, l’ammontare del sostegno pubblico al settore e di creare, attraverso una rete di monitoraggio decentrata, la Banca dati Inea sulla spesa pubblica in agricoltura. In questo modo è stato possibile seguire i molteplici cambiamenti verificatisi nel sistema di intervento in agricoltura“.

Fonte: AIOL

Danni da neve 2012: contributi aperti fino al 29 marzo per le province di Forlì-Cesena e Rimini

Le aziende agricole e zootecniche delle province di Forlì-Cesena e Rimini avranno tempo fino al 29 marzo p.v. per presentare richiesta di accesso ai contributi regionali messi a disposizione della Regione Emilia-Romagna in conseguenza dei danni derivanti dalle forti nevicate del 2012.

Lo stanziamento è stato reso possibile da una modifica, concordata con Bruxelles, del Programma di Sviluppo Rurale, e in particolare attraverso la riallocazione nella Misura 126 di fondi inizialmente destinati ad altri impieghi.

Il contributo previsto sarà pari al 50% del danno e verrà erogato in conto capitale con una spesa ammissibile minima di 20 mila e massima di 100 mila euro. Ogni impresa potrà presentare una sola domanda e, come parametri per la stima del danno, verranno utilizzati sia il fabbisogno di spesa necessario per il ripristino del danno stesso sia i valori legati alla produzione lorda vendibile aziendale.

Si tratta – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabbonidi uno stanziamento straordinario di 4,7 milioni di euro che la Giunta regionale ha approvato lo scorso dicembre, per supplire alla carenza di aiuti da parte del Governo che a fronte di un danno inizialmente stimato in circa 70 milioni di euro, ha stanziato con il Fondo di solidarietà nazionale soltanto 2,6 milioni. In verità, le domande presentate dagli agricoltori a settembre 2012 sul Fondo nazionale hanno evidenziato un danno circostanziato di circa 20 milioni e un fabbisogno di contributi alle aziende di 17,3 milioni. Tuttavia anche in questo caso la disponibilità nazionale copre soltanto il 15% del fabbisogno: da qui l’iniziativa straordinaria e aggiuntiva della Regione“.

Le domande devono essere presentate entro la data indicata alle Province di Forlì-Cesena e di Rimini utilizzando l’apposito sistema operativo pratiche di AGREA, consultabile al seguente link.

 

Fonte: Ermes Agricoltura Regione Emilia-Romagna