Suolo e Salute

Mese: Luglio 2013

La Francia verso il raddoppio del bio

L’agricoltura francese vira verso ambiente, ecologia e biologico. Questa in sintesi l’essenza del progetto agro-ecologico presentato dal ministro dell’Agricoltura francese Stephan Le Foll, che h illustrato l’intenzione del governo transalpino di lavorare nella direzione di un’agricoltura più verde, capace di declinare gli aspetti economici con quelli ambientali, lavorando a partire dai piani operativi esistenti e introducendone di nuovi.

In particolare, si punterà nel prossimo futuro su un piano “’energia, biogas, autonomia, azoto”, al fine di giungere af una gestione ottimizzata e globale dell’azoto; in secondo luogo verrà varato un piano “proteine vegetali”, per sostenere l’autonomia delle aziende agricole goraggere; e, soprattutto, un programma nazionale dall’inequivocabile titolo “obiettivo bio 2017”, che punta a raddoppiare la superficie coltivate secondo i criteri dell’agricoltura biologica entro appunto il 2017. A questi piani se ne affiancheranno inoltre uno per sostenere e incrementare la produzione apistica ed un altro destinato a ridurre l’utilizzo di pesticidi in agricoltura.

Fonte: FederBio

Negoziati PAC, le perplessità del Commissario all’ambiente

Esprimono evidente perplessità le parole del commissario Europeo all’ambiente Janez Potocnik, all’indomani degli esiti dei negoziati sulla riforma della PAC. Secondo Potocnik sussiste il “serio rischio che le opportunità per l’ambiente siano mancate”. Il Commissario stigmatizza soprattutto il fatto che “esenzioni, cavilli e soglie [di applicazione, ndr] abbiano reso il greening complicato e ridotto il livello di ambizione [della riforma della PAC, ndr] per l’ambiente”.

Spetta agli stati membri, secondo Potocnik, il compito di assicurare un’effettiva concretizzazione del greening. Il Commissario indica chiaramente i rischi cui è esposta la riforma: “la possibilità che gli stati membri spostino risorse dallo sviluppo rurale ai pagamenti e’ reale e preoccupante perche’ se noi diamo valore a cose come biodiversità, salute del suolo, acqua pulita, riduzione del cambiamento, allora un finanziamento adeguato dello sviluppo rurale e’ essenziale”.

Per queste ragioni, prosegue il Commissario, “gli stati membri devono dimostrare con le proprie azioni che la flessibilità nel greening e’ stata voluta per ottenere un risultato più favorevole all’ambiente”.

“se gli stati membri sceglieranno di non assicurare la protezione dell’ambiente attraverso il finanziamento allo sviluppo rurale, allora – ha voluto ricordare – la sola alternativa sono altre leggi”.

Parole di elogio sono state riservate nei confronti del Commissario all’Agricoltura Dacian Ciolos che, questo il giudizio di Potocnik, “ha lavorato duramente e il suo lavoro e’ stato tutt’altro che facile”.

Fonte: Agrapress

OGM, FederBio chiede l’intervento di Stato e Regioni

Con l’approvazione da parte del Senato, lo scorso 22 maggio, della mozione per l’adozione della clausola di salvaguardia per il divieto delle coltivazioni OGM in Italia e il rafforzamento dei controlli, è stato dato un primo segnale significativo rispetto agli orientamenti del settore agricolo e agroalimentare italiano. Tuttavia, a oltre un mese da quella data, torna inaspettatamente alla ribalta la questione della semina di OGM (come nel recente caso friulano), né sembra che ulteriori input siano seguiti dopo il via libera del Senato. Una situazione vista con crescente preoccupazione da tutto il mondo del biologico, a cominciare da FederBio, che per voce del suo Presidente, Paolo Carnemolla, non fa mancare il proprio commento circa l’attuale situazione italiana: “Quello che è accaduto negli ultimi 10 anni in Italia sulla vicenda OGM ha dell’incredibile, a voler pensare bene. Il combinato disposto di conflitti di competenze fra Stato e Regioni e la solita distanza abissale fra i fatti concreti e le dichiarazioni della politica e di un certo mondo agricolo anti OGM solo nelle piazze ha infatti consentito a alcuni agricoltori di seminare OGM in pubblico ma anche in incognito, come dichiarato sui siti di note e assai agitate associazioni pro OGM come il Movimento Libertario. Mentre i tre Ministeri competenti pensano al da farsi e le Regioni tacciono nella grande maggioranza le quasi cinquantamila imprese biologiche italiane e il loro milione di ettari coltivati sono a rischio contaminazione OGM. Per questo FederBio ha inviato al Ministero delle Politiche Agricole e alle Regioni una nota con la quale chiede vengano identificati e resi pubblici i terreni dove sono già stati seminati gli OGM al fine di allertate il sistema di controllo e certificazione e mettere in condizione gli agricoltori biologici di attivare le azioni necessarie alla tutela dei loro terreni e produzioni. La Federazione unitaria del biologico e biodinamico italiano è pronta anche a attivare una vertenza legale collettiva qualora lo Stato e le Regioni non si attivino per quanto di loro competenza, oltre a assistere gli agricoltori biologici che dovessero subire contaminazioni.”

Fonte: FederBio

La Germania punta sempre di più sul bio

Malgrado la crisi economica congiunturale, continua la crescita del settore bio tedesco anche nel corso del 2012. Secondo quanto emerso dalla relazione annuale depositata presso il Ministero federale dell’alimentazione, dell’agricoltura e della protezione dei consumatori (BMELV), le aziende agricole tedesche sono cresciute del 2,2%: di poco inferiore l’aumento della superficie coltivata a biologico, con un incremento dell’1,8% rispetto al 2011. Attualmente sono oltre un milione gli ettari bio tedeschi (1.034.355, per la precisione), che coinvolgono 22.932 aziende agricole biologiche.

Confrontato con l’agricoltura convenzionale, il biologico tedesco coinvolge il 7,7% di tutte le aziende agricole, riguardando il 6,2% della SAU totale.

Significativa la crescita anche sul fronte della trasformazione ed importazione: sono oggi oltre ottomila (8.293) gli impianti di trasformazione esclusivamente bio, con un aumento del 3,3% rispetto al 2011. Analoghe le performances nel settore dell’import, cresciuto del 3,7% e contando complessivamente su 308 importatori bio operativi nel Paese nel 2012. Ancora più significativa la crescita in numero per le aziende che trasformano prodotti bio di importazione, ben 891 (corrispondenti ad un aumento di 4 punti percentuali rispetto al 2011). Assommando coltivatori, produttori, trasformatori, importatori e società commerciali, controllati e certificati,  nel settore del biologico tedesco sono impegnate complessivamente ben 34.899 unità.

Un mercato, quello del bio tedesco, in costante crescita, a riprova del grande apprezzamento dei tedeschi verso questo specifico settore dell’agroamilentare. La Germania resta infatti uno dei mercati più importanti del bio a livello europeo, un dato confermato dal raddoppio, a partire dal 2000, della superficie coltivata secondo i criteri dell’agricoltura biologica, e dall’aumento delle vendite di prodotti alimentari biologici, triplicate nello stesso periodo di tempo e passate dai 2,05 ai 6,6 miliardi di euro l’anno.

Ulteriori approfondimenti sul mercato del biologico tedesco possono essere reperiti sul sito BMELV a questo indirizzo.

http://www.oekolandbau.de/nc/service/nachrichten/detailansicht/meldung/bio-branche-bleibt-weiter-auf-wachstumskurs/

Fonte: Mipaaf, Sinab