Suolo e Salute

Tag Archives: sostenibilità alimentare

FRANCIA, CRESCE L’IMPEGNO DI CARREFOUR NEL BIOLOGICO

FRANCIA, CRESCE L’IMPEGNO DI CARREFOUR NEL BIOLOGICO

Il mercato biologico francese vede rosa, tornano fusioni e acquisizioni

Carrefour (il cui motto è «On a tous droit au meilleur», tutti abbiamo diritto al meglio) è entrata nel settore biologico nel 1992, lanciando il suo marchio Boule Bio, che nel 1997 è diventato Carrefour Bio, la prima linea biologica nella grande distribuzione francese, che conta ora su un assortimento di poco meno di 5.000 referenze vendute on line e nei punti vendita fisici.

Nel 2018 ha acquisito la piccola catena SO.bio (allora 8 punti di vendita nel Sud Ovest della Francia, ora 85), nel 2020 ha acquisito per circa 60 milioni di euro la catena di supermercati Bio c’ Bon che era sull’orlo del fallimento e che, dopo alcune cessioni su richiesta dell’autorità antitrust, conta ora circa 70 punti vendita.

Non sazia, Carrefour rafforza ora la posizione nel mercato biologico francese con l’integrazione dei 15 punti vendita della catena Le Grand Panier Bio, fondata nel 1997 a Clermont-Ferrand come rete di negozi biologici indipendenti e a gestione familiare, situati perlopiù nelle regioni dell’Alvernia e della Bretagna.

L’acquisizione è stata realizzata attraverso SO.bio, che con l’operazione aumenta del 20% la propria rete (e raddoppia il numero dei negozi in franchising): prima dell’acquisizione contava 85 negozi distribuiti su tutto il territorio nazionale, ma entro il 2025 era già prevista l’inaugurazione di altri 19.

Con questa acquisizione, Carrefour procede la sua espansione nel biologico, posizionandosi con le ora tre insegne al quarto posto nella classifica dei principali operatori del mercato francese, guidata da Biocoop, Naturalia e La Vie Claire.

Per saperne di più:

https://www.bio-c-bon.eu/

https://www.sobio.fr/

https://www.grandpanierbio.bio/

https://www.carrefour.fr/marques/carrefour-bio

PIZZAGRICOLA: LA PIZZA BIOLOGICA E BIODINAMICA A FILIERA CORTA

PIZZAGRICOLA: LA PIZZA BIOLOGICA E BIODINAMICA A FILIERA CORTA

Un modello di economia circolare: la filiera regionale biologica e biodinamica toscana per una pizza locale, ecologica, digeribile e salutare

 

Nasce PizzAgricola, un progetto innovativo che unisce agricoltura biologica, biodinamica e artigianato per creare una pizza nutriente, sostenibile e a basso impatto ambientale. Finanziato dalla Regione Toscana tramite il Programma di Sviluppo Rurale (PSR), il progetto è realizzato da Apab in collaborazione con l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, il Dipartimento DiSIA dell’Università di Firenze, le aziende agricole Buonamici e Fattoria La Vialla e la start-up innovativa Bioadhoc.

L’obiettivo di PizzAgricola è creare una filiera regionale per una pizza locale, ecologica, digeribile e salutare, valorizzando le materie prime toscane. Gli impasti sono arricchiti con farine non raffinate e ingredienti funzionali ricavati dagli scarti agricoli, come la sansa d’oliva, un sottoprodotto della produzione di olio EVO, ricco di polifenoli dalle proprietà antiossidanti e benefiche per la salute.

Grazie a questo approccio, PizzAgricola promuove un modello di economia circolare, trasformando scarti vegetali in risorse alimentari di alto valore. Inoltre, tutti gli ingredienti utilizzati – farina, pomodoro, olio EVO e sansa micronizzata – sono tracciati e registrati in blockchain, offrendo ai consumatori trasparenza sulla provenienza, i processi produttivi e le caratteristiche nutrizionali della pizza.

Secondo Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, questo progetto dimostra che è possibile creare prodotti gastronomici innovativi senza rinunciare alla qualità, alla territorialità e alla sostenibilità.

 

 

https://terraevita.edagricole.it/biologico/dalla-terra-al-piatto-arriva-la-pizza-biologica-e-biodinamica/

RICERCA SCIENTIFICA E INNOVAZIONE, PER UN AGROALIMENTARE SOSTENIBILE

RICERCA SCIENTIFICA E INNOVAZIONE, PER UN AGROALIMENTARE SOSTENIBILE

Il report Agrofarma rileva un continuo progresso verso l’agricoltura biologica

Il report dell’Osservatorio Agrofarma mette in luce il continuo progresso dell’industria italiana degli agrofarmaci, con particolare attenzione all’incremento delle superfici agricole destinate all’agricoltura biologica. La ricerca e sviluppo (R&D) si stanno evolvendo grazie a numerose collaborazioni con enti pubblici e privati e a tecnologie innovative, come l’Intelligenza Artificiale, che stanno rivoluzionando il settore, in particolare nell’agricoltura 4.0. Nonostante una leggera contrazione del mercato nel 2024, le soluzioni di agricoltura digitale continuano a riscontrare successo.

Nel settore biologico, le superfici coltivate sono aumentate, raggiungendo 2,5 milioni di ettari nel 2023, pari al 20,4% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) nazionale, ben al di sopra della media europea. La Commissione Europea ha ribadito l’importanza dell’agricoltura digitale, delle tecniche di biocontrollo e delle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), in linea con le priorità del settore.

Il report sottolinea l’importanza delle collaborazioni tra aziende, università e centri di ricerca, con quasi 1.900 partnership attivate negli ultimi 5 anni, e come l’industria stia giocando un ruolo centrale nell’innovazione e nella sostenibilità del settore agricolo. L’uso di tecnologie moderne e un contesto normativo favorevole sono essenziali per mantenere la competitività dell’industria agroalimentare italiana a livello globale.

 

Osservatorio Agrofarma: Ricerca scientifica e innovazione sono la chiave per la promozione di un sistema agroalimentare sempre più sostenibile e competitivo

‘GIUSTO PREZZO’ DEI CIBI, IL SETTORE BIO CHIEDE COSTI TRASPARENTI

‘GIUSTO PREZZO’ DEI CIBI, IL SETTORE BIO CHIEDE COSTI TRASPARENTI

Al via la campagna ‘Sosteniamo l’agricoltura’

“La corsa al ribasso dei prezzi del cibo ha conseguenze devastanti per l’agricoltura. Negli anni Settanta, in media, il 19% del prezzo del pane andava all’agricoltore; oggi è solo il 4%. Quasi cinque volte più basso. Lo stesso accade per molti altri alimenti mentre i costi di produzione continuano a salire. Occorre invertire la tendenza, ripagando il lavoro di chi produce”. E’ l’allarme e allo stesso tempo la richiesta del mondo del biologico, che chiede che venga riconosciuto il “giusto prezzo” dei cibi.

Le istanze sono ricevute e sostenute dalla campagna “Sosteniamo l’agricoltura”, iniziativa che parte dal progetto di trasparenza sui prezzi avviato da NaturaSì, una delle principali insegne del biologico in Europa .”Occorre -afferma Fabio Brescacin, presidente e fondatore di NaturaSì in un incontro a Roma – una rivoluzione del sistema. Solo in Europa, negli ultimi 15 anni, sono sparite oltre 5 milioni di aziende agricole. Tra il 2005 e il 2020, quasi il 40% delle attività ha abbandonato i campi. Per invertire questa tendenza, l’agricoltura deve tornare attrattiva soprattutto per i giovani.

Fonte: ANSA

Per approfondimenti:

https://greenplanet.net/sosteniamo-lagricoltura-naturasi-guida-la-rivoluzione-per-un-prezzo-giusto-ai-produttori/

UN CARRELLO SEMPRE PIÙ GREEN

UN CARRELLO SEMPRE PIÙ GREEN

La sostenibilità è ormai un tema comune che sta accogliendo sempre più consenso nei consumatori.

Proprio su questo argomento si affaccia lo studio dell’Osservatorio Immagino, realizzato da GS1 Italy, che in collaborazione con Nielsen, ha studiato l’evoluzione del carrello dei consumatori.
Il paniere dei prodotti con slogan collegati alla sostenibilità ha superato le 21mila referenze, con un giro d’affari totale che sfiora gli 8 miliardi di euro.

A dominare le vendite, con un fatturato di 3,6 miliardi di euro, troviamo i prodotti con claim riconducibili alla gestione sostenibile nella fase produttiva e nel packaging. Nei 12 mesi del rilevamento sono emersi questi slogan:

  • “meno plastica” (+21,0%)
  • “biodegradabile” (+11,7%)
  • “CO2 (+19,1%)
  • “riduzione impatto ambientale” (+13,5%)
  • “sustainable cleaning” (+0,4%)

 

Al secondo posto, con un fatturato di 2,4 miliardi euro, troviamo le etichette che rimandano a un’agricoltura più vicina all’ambiente:

  • biologico
  • “senza Ogm”
  • “100% ingredienti naturali”
  • “senza antibiotici”
  • “filiera/tracciabilità

 

Si aggiungono altri dati che confermano la crescita nei comparti “senza antibiotici”, “ingredienti 100% naturali” e nei prodotti attenti alla responsabilità sociale, come Fairtrade.

 

Fonte: myfruit.it

Foto di Alexas_Fotos da Pixabay 

Il bio ha un ruolo chiave per la sostenibilità alimentare globale: lo studio

Il bio ha un ruolo chiave per la sostenibilità alimentare globale: lo studio

Entro il 2050, la popolazione sulla terra crescerà fino a raggiungere i 9 miliardi di persone. Una crescita che richiederà scelte radicali, per assicurare sostenibilità alimentare e ambientale a tutta l’umanità.

Il rischio è che il sistema di produzione agroalimentare attuale finisca per diventare vittima di se stesso, con terreni sempre più sfruttati, emissioni nocive in aumento e al contempo scorte di cibo non sufficienti per tutti.

Un nuovo studio dimostra che le alternative ci sono: l’agricoltura biologica è il tassello più importante di una serie di cambiamenti necessari per assicurare ambiente pulito e un’alimentazione equilibrata per quante più persone possibili.

Ecco i risultati della ricerca.

Sostenibilità alimentare e biologico: lo studio

La ricerca è stata pubblicata di recente su Nature Communications, rivista scientifica di rilievo internazionale. Condotta dai ricercatori del FiBl (istituto di ricerche europeo specializzato in agricoltura biologica), della FAO, dell’Università di Aberdeen, della Alpen-Adria-Universität Klagenfurt e della ETH di Zurigo, il lavoro parte dal presupposto che l’agricoltura, come la conosciamo oggi, non è più sostenibile dal punto di vista ambientale.

Diverse previsioni, infatti, dimostrano che con una popolazione in crescita – arriverà a più di 9 miliardi entro il 2050 – l’impatto negativo dell’agricoltura intensiva sull’ambiente diventerà sempre più forte. Se a questo aggiungiamo un prevedibile aumento del consumo di carne – con tutto ciò che ne consegue in termini di consumo di acqua, terra ed energia – lo scenario è a tinte fosche.

I ricercatori hanno quindi provato a stabilire se la conversione all’agricoltura bio potesse essere una risposta alle sfide ambientali e umanitarie del prossimo futuro. A partire proprio dalla sostenibilità alimentare per una popolazione in crescita.

«Il nuovo studio – spiegano dal FiBL – dimostra che l’agricoltura biologica può giocare un ruolo importante per la sostenibilità della produzione alimentare, se combinata alla riduzione del consumo di prodotti animali».

Con un incremento dei terreni convertiti a bio, spiegano dall’istituto la sostenibilità alimentare “sarebbe assicurata persino con più di 9 miliardi di persone nel 2050. Un cambiamento che potrebbe inoltre portare alla riduzione delle emissioni di gas serra, così come alla diminuzione degli effetti negativi dell’eccesso di azoto e del ricorso massiccio ai pesticidi chimici. Allo stesso tempo, la superficie agricola utilizzata non aumenterebbe, se non di poco, a livello globale.

Ma l’agricoltura, da sola, non basta

Per ottenere tali importanti risultati sul fronte della sostenibilità alimentare e ambientale, non basta però ricorrere alla sola agricoltura bio. Occorre, secondo i ricercatori, prevedere una strategia complessiva, che cambi radicalmente i sistemi di produzione agroalimentare a livello globale. Anche perché, se l’agricoltura bio ha evidenti vantaggi (come abbiamo elencato), “richiede però un utilizzo di terreni maggiori”, perché generalmente si ottengono “rese minori se comparate all’agricoltura convenzionale”, spiegano dal FiBL.

Serve un cambiamento radicale anche nella produzione della carne e nell’atteggiamento dei consumatori finali.

Agli allevatori è richiesto di ridurre il consumo di mangimi concentrati da parte degli animali. L’alternativa è quella di ricorrere ai pascoli naturali. In questo modo, si ridurrà la necessità di utilizzare dei terreni agricoli per la produzione dei mangimi. Diminuendo, al contempo, le emissioni di gas serra per ogni chilogrammo di carne o latte prodotto.

I consumatori finali, invece, dovrebbero, insieme agli operatori della ristorazione, imparare a ridurre lo spreco di cibo.

«Basta che il 60% degli agricoltori – spiegano ancora i ricercatori – convertano al bio i propri terreni, che il consumo di mangimi concentrati sia ridotto del 50% e che lo spreco di cibo diminuisca della metà, per vedere un sistema di produzione alimentare con un impatto ambientale significativamente minore, con una riduzione globale delle emissioni di gas serra e un incremento appena marginale della superficie agricola globale».

Attuando i cambiamenti appena descritti, l’agricoltura biologica finirebbe per giocare un “ruolo chiave” nella sostenibilità alimentare e ambientale, sempre più necessaria per assicurare un futuro al pianeta e all’umanità intera.

FONTE:

http://www.fibl.org/en/media/media-archive/media-archive17/media-release15/article/neue-studie-belegt-bio-kann-einen-wichtigen-beitrag-zur-welternaehrung-leisten.html