Suolo e Salute

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LA SARDEGNA PUNTA A DIVENTARE TUTTA GREEN E BIO ENTRO IL 2030

LA SARDEGNA PUNTA A DIVENTARE TUTTA GREEN E BIO ENTRO IL 2030

Nasce a Ollolai (Nuoro) un comitato promotore per testimoniare la capacità di resilienza dell’agricoltura dell’Isola. Obiettivo è arrivare entro 8 anni a filiere 100% certificate bio e made in Sardegna

Trasformare la Sardegna entro il 2030 nella prima isola totalmente naturale e biologica. Il comitato promotore si è recentemente costituito a Ollolai (Nuoro), nel cuore della Barbagia.

L’associazione La Base attraverso Efisio Arbau ha dato gambe al progetto, coinvolgendo associazioni di categoria, ambientaliste e culturali, cooperative, professionisti, politici e singoli cittadini in questo grande e ambizioso progetto.

Filiere certificate per aumentare la sovranità alimentare

Si punta così ad avere intere filiere 100% certificate, non soltanto di alimenti per l’uomo ma anche per gli animali.  Produzioni bio ma anche 100% sarde.

«Sarà un incentivo – sostiene Arbau – al ritorno alla produzione anche delle materie prime rispondendo con un progetto concreto e calato sulle vocazioni tradizionali, ai grandi limiti che sta evidenziando in questi mesi la guerra in Ucraina sul fronte dell’approvvigionamento alimentare». «Allo stesso tempo si riscoprirebbe la consapevolezza del cibo sano, genuino e garantito ed al rispetto dell’ambiente».

I punti di forza dell’Isola

La Sardegna, infatti, è la prima regione nel Mediterraneo in cui si pratica l’allevamento degli ovini al pascolo. Inoltre l’Isola – secondo i dati Coldiretti – è al settimo posto nella classifica delle Regioni italiane bio con circa 120mila ettari (le aziende agricole sono circa 2mila) ed è sopra la media europea sull’incidenza della superficie biologica sulla Superficie Agricola Utilizzata (SAU) con circa il 10% rispetto ad una media UE di cerca l’8%.

Il volano del distretto bio

Da circa un anno inoltre è stato riconosciuto dalla Regione il Distretto regionale del Biologico (Sardegna Bio). «La Sardegna deve essere l’avamposto mondiale in cui si pratica la vita umana compatibile con la resilienza del pianeta – ha spiegato il promotore dell’iniziativa Efisio Arbau – Occorre un metodo di lavoro per le popolazioni che ci vivono, per riprendersi quella naturalità che garantirebbe lo sfruttamento di tutto il territorio regionale, produzioni di qualità e quantità adeguate alla popolazione residente e quella dei turisti che amano la nostra terra».

L’iniziativa è stata lanciata durante un convegno che si è tenuto nell’orto botanico di Ollolai durante il quale sono intervenuti: il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba, il Presidente di Legacoop Claudio Atzori, il docente dell’Università di Sassari Pietro Pulina e il Presidente di Confcooperative Nuoro Ogliastra Michele Ruiu.

Suolo e Salute è il primo organismo di controllo e certificazione delle Sardegna con oltre 1000 operatori bio certificati, di cui 800 allevamenti, e quasi 100.000 ettari assoggettati al controllo.

LOTTA A CAVALLETTE IN SARDEGNA, SERVE DEROGA PER IL PIRETRO

LOTTA A CAVALLETTE IN SARDEGNA, SERVE DEROGA PER IL PIRETRO

Contro l’invasione biblica che sta mettendo in ginocchio l’agricoltura sarda, le aziende biologiche di Copagri stanno utilizzando in via sperimentale prodotti autorizzati in biologico come il piretro. Ignazio Cirronis: «Abbiamo presentato richiesta di deroga al Mipaaf per potere inserire questo prodotto nei piani di lotta obbligatoria allestiti dall’Agenzia regionale Laore»

Allarme cavallette in Sardegna. La task-force messa in piedi dall’agenzia regionale sarda Laore e che si avvale della collaborazione dell’Università di Sassari e del Centro provinciale Antinsetti di Nuoro, nel tentativo di arginare l’invasione degli ortotteri, ha intensificato l’azione di contrasto utilizzando trattamenti a base di deltametrina, un insetticida non consentito in agricoltura biologica.

Sperimentazione in pieno campo

«I nostri associati – afferma il presidente di Copagri Sardegna, Ignazio Cirronis – stanno utilizzato, in via sperimentale e con l’ausilio dei ricercatori, prodotti a base di piretro naturale che si sono dimostrati efficaci e che sono consentiti in agricoltura biologica».

«Questi prodotti, però, non hanno un’indicazione specifica per la lotta alle cavallette e per poterli utilizzare a tale scopo occorre una deroga ministeriale».

Serve la deroga

«Da qui la nostra richiesta, già inoltrata alla Regione e che Anaprobio, l’Associazione Nazionale dei Produttori Biologici d Copagri ha avanzato al Mipaaf tesa ad ottenere una deroga che consenta di utilizzare questi prodotti naturali.

«In questo modo le aziende biologiche, non solo non perderanno le certificazioni di prodotto ed i premi comunitari per il biologico previsti nel PSR, ma contribuiranno, persino, ad una tutela ambientale del territorio».

UN BIO DISTRETTO IN SARDEGNA

UN BIO DISTRETTO IN SARDEGNA

Nasce il Distretto Bio Sardegna e il suo compito sarà quello di favorire la partecipazione degli operatori bio e di tutti gli attori in un obiettivo comune e primario, cercando di coniugare l’agricoltura biologica con energie rinnovabili, biodiversità e lavoro etico.

Nel comitato promotore sono presenti: l’Associazione di Produttori Sardegna Bio, Città Metropolitana di Cagliari, Comune di Cagliari, ANCI Sardegna, Coldiretti Sardegna e la Fondazione ITS Filiera Agroalimentare della Sardegna.

I primi obiettivi del Bio Distretto sono quelli di puntare alla filiera corta, cercando di incrementare la relazione tra produttore e consumatore. Anche il rapporto con le amministrazioni locali potrà fungere da volano di sviluppo del settore, , tramite le forniture e la divulgazione nelle mense scolastiche, ospedali e servizi pubblici.

«Inoltre l’auspicio è che il bio-distretto possa diventare un impulso per favorire l’export dei prodotti biologici locali a livello internazionale» – afferma il sindaco metropolitano e di Cagliari Paolo Truzzu –. La costituzione del distretto biologico ci consentirà di dialogare direttamente con i vertici ministeriali e avere accesso a molti più fondi, al fine di sostenere un’agricoltura sostenibile, sviluppare ricerca, innovazione e cultura rurale, attivare filiere corte e conciliare la tutela della biodiversità con lo sviluppo delle aree rurali e a vocazione agricola più avanzata».

 

Fonte: terraevita.edagricole.it