Rovigo: sequestrato campo di mais transgenico
Sequestrata dal Corpo forestale dello Stato una piantagione di mais transgenico nel comune di Guarda Veneta, alle porte di Rovigo.
Secondo le analisi effettuate dal laboratorio dell’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche su un campionamento delle foglie provenienti dal campo, si tratterebbe di mais ogm, probabilmente MON810.
Il terreno è stato sottoposto a sequestro preventivo e la piantagione sarà distrutta.
Ulteriori analisi saranno effettuate anche sui campi confinanti a quelli contaminati, per verificare eventuali commistioni e applicare la normativa sull’utilizzo di prodotti geneticamente modificati.
Il sequestro rientra nell’ambito di un programma di controlli avviati da parte del Corpo forestale dello Stato per verificare l’utilizzo di Ogm nell’agricoltura in Italia. I controlli sono effettuati anche mediante l’uso di test che rilevano la presenza dell’endotossina specifica per il Mon810.
L’Unione Europea ha introdotto la possibilità per ogni Stato membro, di vietare la coltivazione del Mon810. In Italia, la coltivazione di questo prodotto è bandita e il divieto è punito con multe da 25 a 50 mila euro.
Sulla vicenda si è espressa anche Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente, che ha affermato: “Quello che è accaduto in Veneto è veramente assurdo, dato che l’Italia ha richiesto e ottenuto che fosse bandita sul proprio territorio la coltivazione del Mon810. La coesistenza tra produzioni transgeniche e convenzionali è rischiosa perché non si può escludere il rischio di inquinamento genetico e, quindi, il danno economico per i produttori non ogm e la perdita di biodiversità. Casi di contaminazione sono stati rintracciati anche nell’ultima indagine del Corpo Forestale dello Stato, in Friuli Venezia Giulia, dove è stato coltivato mais Ogm in barba ai divieti della legislazione. Una coltivazione ogm che fa male all’ambiente, all’agricoltura, alla legalità e alla salute dei cittadini e che rappresenta uno schiaffo al territorio Polesine dalla vocazione agricola che, negli ultimi anni, ha fatto sforzi ingenti per la conversione del proprio modello agricolo da intensivo a produzioni di alta qualità. Oggi, più che mai, l’agricoltura di qualità e sostenibile può essere il più importante alleato per le attuali sfide ambientali e per lo sviluppo dell’economia verde, che l’Italia non può e non deve perdere“.
Fonti:
http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=2913