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CIMICE ASIATICA: LOTTA BIOLOGICA IMPANTANATA AL MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA

CIMICE ASIATICA: LOTTA BIOLOGICA IMPANTANATA AL MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA

L’Emilia-Romagna chiede al ministro Cingolani di sbloccare le autorizzazioni al lancio degli insetti antagonisti

Serve il via libera per l’utilizzo degli insetti antagonisti in grado di contrastare i gravi danni che cimice asiatica e moscerino dei piccoli frutti stanno provocando ai raccolti di frutta estiva.

Insetti utili bloccati nei laboratori

L’allarme è stato lanciato dall’Assessore all’agricoltura della Regione Emilia-Romagna Alessio Mammi, che ha scritto al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, per sollecitare il rilascio dell’autorizzazione all’immissione per il 2022 degli insetti utili, già pronti nei centri di moltiplicazione regionali.

«Il sistema agricolo – spiega Mammi – sta vivendo con grande preoccupazione i ritardi nell’ottenere i permessi per usare questi mezzi naturali e a fronte di un programma triennale di lotta biologica alla cimice asiatica, promosso nel 2020 e valido fino al 2022, ogni anno abbiamo scontato ritardi per ricevere le necessarie autorizzazioni».

Servono autorizzazioni pluriennali

«Rischiamo di mettere a repentaglio l’intero progetto di lotta biologica – aggiunge l’assessore -. È necessario uscire da questa fase sperimentale e avere autorizzazioni pluriennali che permettano agli operatori di procedere nei tempi dovuti con il rilascio degli insetti antagonisti come programmato».

Cimice asiatica: a rischio i peri italiani. Situazione attuale e soluzioni per contenere l’invasione

La cimice esotica, Halyomorpha halys, invade il territorio bolognese. Dopo la prima comparsa del fitofago registrata nel 2012 nel modenese, arrivano le prime segnalazioni di una presenza anche nelle zone in provincia di Bologna e in particolare a Crevalcore, Sant’Agata e altri luoghi al confine con Modena.

Nell’arco di tre anni, dopo la sua prima comparsa in Italia, sembra che l’Halyomorpha halys sia riuscita a diffondersi nel reggiano, nel bolognese, in Lombardia, nel basso Veneto e in Piemonte.

Innocua per gli uomini e gli animali, la cimice esotica rischia di causare ingentissimi danni alle colture da frutto. Secondo alcuni studi, sembra che questa specie alloctona possa essere arrivata in Italia attraverso veicoli merci, provenienti dall’area cinese, forse per il trasporto delle piastrelle per l’edilizia.

Halyomorpha-halys big

 

 

 

 

 

 

 

 

La cimice asiatica è una specie nuova per i nostri ambienti, in rapida diffusione sul territorio, che si nutre di piante, in particolare di alberi da frutto (soprattutto pere, pesche e mele).

In questo momento, i principali danni riguarderebbero gli alberi di pero, dove gli insetti adulti e i giovani pungono i frutti causando deformazioni e marcescenze che ne impediscono la commercializzazione. In alcune varietà (William, Santa Maria), i danni hanno superato il 50% della produzione. Più contenuto invece l’attacco all’Abate Fetel, melo e kaki.

Come dichiara Massimo Bariselli, tecnico del Servizio fitosanitario della Regione Emilia Romagna, ad Agronotizie: “La cimice asiatica è un organismo esotico che, nel nuovo ambiente, non ha limitatori naturali. Le popolazioni tendono quindi a crescere in modo esponenziale, non trovando ostacoli. Inoltre la specie è caratterizzata da una estrema polifagia: infatti è in grado di danneggiare oltre settanta specie vegetali sia di interesse agrario che ornamentale. L’estrema mobilità degli adulti, che sono buoni volatori e si spostano di frequente da una pianta all’altra, rende ancora più difficile sia il monitoraggio che la difesa“.

I danni, spiega Bariselli, potrebbero interessare anche alcune colture ortive, peperone e pomodoro in primis.

La regione Emilia Romagna ha attivato un monitoraggio diffuso che ha coinvolto tecnici e cittadini, finalizzato a delimitare l’area del fitofago.

Come spiega il tecnico del Servizio fitosanitario emiliano, bisognerà lavorare duramente nel periodo invernale per definire delle strategie di controllo sostenibile che vadano oltre la fase tampone iniziale e consentano di ridurre la pericolosità delle specie verso le principali colture frutticole della Regione.

A tal proposito, dovranno essere valutate tutte le possibili tecniche alternative e complementari che consentiranno di controllare la cimice asiatica, visto che l’esperienza ha dimostrato come questa specie non possa essere contenuta solo con la difesa chimica. Si parla dunque di “attract and kill” e colture trappola, reti anti-insetto e lotta biologica. In particolare, per favorire quest’ultima soluzione, si sta lavorando anche per superare i vincoli normativi che impediscono a priori l’introduzione di Trissolcus japonicus, un parassitoide oofago proveniente dalle zone di origine della cimice, che funge da limitatore naturale.

Fonti:

http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2015/10/08/bologna-scatta-allarme-per-invasione-della-cimice-asiatica_Q1wsQOkJZdOwx65uQXAr4M.html?refresh_ce

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/vivaismo-e-sementi/2015/11/05/cimice-asiatica-e-esotico-il-nuovo-nemico-del-pero/46136

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2015/10/08/news/nella_bassa_bolognese_scatta_l_allarme_cimice_asiatica-124611484/