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IMPRESE AGRICOLE BIO: UN REPORT ANALIZZA I FATTORI CHE NE DETERMINANO LA REDDITTIVITÀ

IMPRESE AGRICOLE BIO: UN REPORT ANALIZZA I FATTORI CHE NE DETERMINANO LA REDDITTIVITÀ

Un’accurata analisi di approfondimento sui fattori determinanti la reddittività delle aziende agricole in Italia, con una particolare attenzione per le imprese agricole biologiche, è stata effettuata da Ismea e Rete Rurale Nazionale.

L’indagine è stata condotta su un campione di 42.136 aziende collocate nel territorio italiano e attive nel periodo esaminato 2016-2019. Rispetto al campione di partenza, 7.730 erano le imprese a conduzione biologica, il restante (34.406) a gestione convenzionale.

 

Sebbene rispetto al campione analizzato, la percentuale delle aziende condotte a metodo bio sia stato del 18,3%, emerge come la dimensione media dell’azienda agricola biologica in Italia sia maggiore rispetto a quella convenzionale.

 

Dall’analisi condotta sul campione analizzato, in termini assoluti, ne deriva che la reddittività netta media di un’impresa biologica si attesti sui 57.139 euro rispetto ai 54.802 dell’alternativa convenzionale.

 

Per quanto riguarda la reddittività delle colture nelle due tipologie metodologiche: i seminativi sono favorite in agricoltura convenzionale rispetto al biologico.

In grande vantaggio sono le produzioni orticole e frutticole bio, dove si registra il 37% in più rispetto al reddito realizzato dal metodo convenzionale.

 

Un altro aspetto interessante, evidenziato all’interno del report, riguarda il sostegno finanziario fornito dalla Politica Agricola Comune ai due differenti metodi in campo agricolo.

 

Il biologico percepisce, sempre sul campione esaminato, a livello di pagamenti diretti medi, 14.406 euro contro i 13.187 del convenzionale. I pagamenti relativi al primo pilastro della Pac, ammontano al 25% per le imprese biologiche e 22,9% per le imprese di stampo tradizionale.

 

Un altro fattore di grande incidenza, rispetto alla reddittività dei terreni coltivati a bio è certamente la Misura 11, che arriva a sostenere il peso del sostegno pubblico fino al 17,5% del totale.

 

L’incidenza di quest’ultima e dei pagamenti diretti fanno senz’altro la differenza nel quadro della reddittività delle imprese, incentivando nettamente le realtà bio.

 

 

 

Fonte: Agronotizie

Fondo latte, Mipaaf: “25 milioni di euro per gli allevatori”

Il Mipaaf, il ministero per le politiche agricole alimentari, ha reso noto attraverso una nota stampa che il budget di 25 milioni di euro stanziato per il cosiddetto Fondo Latte, sarà destinato agli allevatori che hanno presentato le 5667 domande tramite Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare).

La misura prevedeva per gli allevatori un contributo sugli importi degli interessi passivi pagati sui mutui legati alla loro attività. Un contributo che è arrivato, secondo il ministero, attraverso una forte semplificazione della procedura per la nuova annualità.

Si tratta di una novità essenziale che taglia la burocrazia e va incontro alle esigenze delle aziende, anche del settore suinicolo”, scrivono dal Mipaaf.

Fondo latte: le agevolazioni del Mipaaf

I contributi del ministero potevano essere richiesti dalle imprese di allevatori con riguardo a determinati finanziamenti bancari. Imprese che prevedessero la produzione di latte bovino e che risultassero in regola con i pagamenti dei prelievi sulle eccedenze di produzione lattiera.

I finanziamenti coperti dalla misura, potevano avere una o più finalità: investimenti finanziati con prestiti a medio e lungo termine a valere sul Fondo Credito;consolidamento di passività a breve della stessa banca;consolidamento di passività a breve di banche diverse rispetto alla banca finanziatrice; pagamento dei debiti commerciali a breve.

Previsto il caso in cui, infine, il contributo fosse stato concesso al fine di coprire gli interessi passivi. In questo caso, la concessione era stata subordinata alla presentazione di un’attestazione da parte della banca erogatrice del mutuo. Un documento, cioè, che riportasse estremi del finanziamento e il dettaglio degli importi per interessi corrisposti nel biennio 2015-2016. Con riferimento a quest’ultima possibilità, il contributo era stato concesso anche ad aziende del comparto suinicolo.

Mipaaf, la soddisfazione del ministro Martina

Il titolare del Mipaaf Maurizio Martina ha espresso soddisfazione sull’erogazione dei fondi. Soprattutto perché questi sono stati utilizzati per intero:

«Siamo molto soddisfatti per l’utilizzo al 100% dei fondi che abbiamo stanziato per contribuire a tutelare il reddito degli allevatori davanti a una fase di crisi come quella dello scorso anno. Le semplificazioni introdotte nell’accesso al Fondo latte hanno consentito a oltre 5600 aziende di accedere ai 25 milioni di euro messi a disposizione. Uno strumento che fa parte della nostra strategia a favore della zootecnia con interventi coordinati come il taglio delle tasse, l’aumento delle compensazioni IVA, la sperimentazione dell’origine in etichetta per i prodotti lattiero caseari. I segnali positivi sul fronte del prezzo del latte ci dicono che la strada intrapresa è giusta, ma dobbiamo proseguire ancora per rilanciare un settore cruciale per l’economia di tanti nostri territori».

FONTE:

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11465

Italia da record nell’Export del vino: +5,4% nell’ultimo anno

Il 2015 è stato un anno importante per il settore del vino Made in Italy. Secondo i dati elaborati su base Istat da Ismea, il vino italiano ha registrato una crescita nell’export del 5,4% rispetto al 2014, per un valore di 5,4 miliardi di euro.

I vini spumanti si sono rivelati i veri protagonisti di questa crescita, con un valore di 985 milioni di euro (+17%) e un volume scambiato pari a circa 2,8 milioni di ettolitri (+15%).

A guidare la classifica, il Prosecco con un incremento del 30% a volume (oltre 1,8 milioni di ettolitri) e del 32% a valore (oltre 660 milioni di euro).

Domenico Zonin, presidente dell’Osservatorio del Vino, commenta in questo modo i risultati: “Il dato complessivo che più colpisce è il sempre maggior apprezzamento del nostro vino di qualità da parte del mercato internazionale, che evidenzia come la cultura del vino stia crescendo e, soprattutto, come il lavoro delle nostre aziende in termini di innovazione e ricerca sia ben percepito e stia finalmente portando i frutti sperati”.

Il mercato più interessante per l’export del vino made in Italy è quello Usa, che ha fatto registrare una  crescita in valore del 14% per un corrispettivo che sfiora 1,3 miliardi di euro e oltre il 7% di volume (3,2 milioni di ettolitri); segue il Regno Unito, con un export da 750 milioni di euro (+13,3%); in calo la Germania, con un -6,7% in volume e un -1,5% in valore. Positivo anche lo scambio con l’estremo Oriente, in particolare Giappone e Cina dove il vino italiano è cresciuto rispettivamente del  3,4% e del 18%.

ripe Purple Grapes

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, “questi numeri mostrano un settore vitivinicolo in continua crescita sui mercati esteri, forte di qualità e tipicità territoriali di Dop e Igp. Ora l’obiettivo indicato dal premier Renzi è traguardare 7,5 miliardi di euro di export entro il 2020. Bene, quindi, i 300 milioni di euro messi in campo dal Governo con il decreto Ocm per la promozione del nostro vino all’estero, ma, alle aziende servono anche strumenti efficaci e autorevoli come Vinitaly e il nuovo Osservatorio del vino per sviluppare a livello internazionale il proprio business”.

Oltre all’export, però, cresce anche l’Import, che tocca 2,8 milioni di ettolitri (+1%) per un corrispettivo di poco superiore a 320 milioni di euro (+7,4%).

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2016/03/29/vino-nel-2015-l-export-tocca-i-54-miliardi-di-euro/48089

http://www.winenews.it/news/41773/losservatorio-del-vino-italiano-conferma-il-record-delle-esportazioni-nel-2015-a-539-miliardi-di-euro-54-sul-2014-zonin-uiv-il-nostro-vino-sempre-pi-apprezzato-mantovani-veronafiere-obiettivo-75-miliardi-nel-2020-possibile