Suolo e Salute

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IL CONTO NASCOSTO DELL’AGRICOLTURA

IL CONTO NASCOSTO DELL’AGRICOLTURA

Un nuovo studio olandese rivela i costi reali – e le opportunità – del sistema agricolo. La nuova analisi del rapporto tra costi e benefici sociali offre una chiarezza senza precedenti sugli impatti dell’agricoltura

 

Il leader mondiale della consulenza e dei servizi professionali Deloitte, il think tank agroalimentare Transitiecoalitie Voedsel e il coordinamento delle aziende sostenibili Robin Food Coalition hanno pubblicato un rapporto i cui risultati sono difficili da ignorare.

Analizzando il sistema agroalimentare olandese, il rapporto rileva che l’attuale modello crea un valore economico pari a 13,3 miliardi di euro, ma causa anche costi sociali pari a 18,6 miliardi di euro.

In sostanza, tra emissioni di gas serra (7,9 miliardi), inquinamento da azoto (7,2 miliardi) e perdita di biodiversità (2,58 miliardi), il sistema lascia un buco a carico della società, un deficit annuale di 5,3 miliardi di euro.

Questi 5,3 miliardi di euro non si vedono sui cartellini del prezzo a scaffale, ma si pagano in ogni modo, con maggiori costi a carico della fiscalità generale, sottraendo risorse per una spesa pubblica più utile o comunque depauperando il patrimonio pubblico ambientale.

 

Ciò che colpisce di più nel rapporto non sono solo i dati, ma la direzione che indica: la via da seguire è chiara, una conversione totale al biologico dell’agricoltura olandese ridurrebbe i costi sociali del 41%.

Il biologico, combinato con le innovazioni già disponibili e una migliore efficienza delle risorse, porterebbe il bilancio in positivo per 2,7 miliardi di euro.

Un mix di produzione più spinto sulle proteine vegetali migliorerebbe ulteriormente le prestazioni del sistema.

 

La conclusione è inequivocabile: i sistemi agricoli biologici non solo riducono le pressioni ambientali, ma, con gli strumenti giusti, creano valore netto per la società.

Ciò è in linea con quanto osserviamo da anni: le pratiche biologiche rafforzano la salute del suolo, riducono le dipendenze dall’esterno, migliorano la resilienza e sostengono la competitività a lungo termine.

 

Mentre l’Europa si prepara alla prossima PAC e al quadro finanziario pluriennale, questo studio offre un promemoria tempestivo: investire nell’innovazione biologica e sostenibile non è un costo, ma migliora il ritorno anche economico alla società.

Non si tratta solo di sostenibilità; si tratta di responsabilità, pensiero sistemico e coraggio per ridefinire il futuro.

 

Il rapporto in inglese si può scaricare a pagina https://grondbeginsel.nl/wp-content/uploads/2025/11/20251016-The-Hidden-Bill-final.pdf

IL PARLAMENTO EUROPEO: PROCEDURE PIÙ SNELLE PER I MEZZI TECNICI PER IL BIOCONTROLLO

IL PARLAMENTO EUROPEO: PROCEDURE PIÙ SNELLE PER I MEZZI TECNICI PER IL BIOCONTROLLO

La stragrande maggioranza degli eurodeputati chiede di velocizzare le pratiche per l’autorizzazione dei mezzi tecnici per il biocontrollo, investimenti e finanziamenti

 

Il 5 novembre le commissioni Ambiente, Cambiamenti climatici e Sicurezza alimentare e Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo hanno adottato una relazione d’iniziativa che mira a velocizzare la registrazione degli agenti di controllo biologico. Il testo è stato adottato con 97 voti favorevoli, 8 contrari e 2 astensioni, e sarà sottoposto al voto della plenaria tra il 24 e il 27 novembre.

Secondo i deputati, l’uso di soluzioni di biocontrollo può contribuire a ridurre la dipendenza dai prodotti fitosanitari tradizionali. Per facilitarne la diffusione, la relazione propone una revisione mirata del Regolamento (CE) n. 1107/2009 sull’immissione sul mercato dei fitosanitari, introducendo una definizione giuridica chiara degli agenti di controllo biologico e procedure di approvazione più rapide.

I parlamentari sollecitano inoltre gli Stati membri a ricorrere più spesso e con maggiore efficienza alla procedura di mutuo riconoscimento per questi prodotti. L’accelerazione dei processi di valutazione e autorizzazione non deve però rallentare quelli relativi ai fitosanitari convenzionali e ovviamente gli agenti biologici devono comunque essere sottoposti a una rigorosa valutazione scientifica.

Le commissioni chiedono anche un potenziamento delle capacità di valutazione sia da parte degli Stati membri che dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, con investimenti e finanziamenti aggiuntivi per percorsi di approvazione prioritari.

La relazione evidenzia l’importanza di mantenere la produttività agricola, assicurando agli agricoltori strumenti sicuri, efficaci e accessibili per la protezione delle colture.

I relatori hanno sottolineato l’esigenza degli agricoltori di un insieme ampio e bilanciato di mezzi di difesa per ridurre la dipendenza dai pesticidi chimici, e che il potenziale del biocontrollo va sfruttato pienamente, il che sarà possibile solo garantendo procedure più rapide e finanziamenti adeguati all’Efsa e alle autorità nazionali; alla Commissione il compito di proporre un quadro normativo che favorisca l’innovazione, salvaguardando sicurezza e sostenibilità.

L’ ampio consenso politico sulla relazione dimostra la volontà del Parlamento di compiere passi concreti verso un sistema alimentare più innovativo e sostenibile.

 

Per saperne di più: https://oeil.secure.europarl.europa.eu/oeil/en/procedure-file?reference=2025/2086(INI)

AVOCADO BIOLOGICO IN SICILIA: POTENZIALITÀ, LIMITI E INNOVAZIONI DEL PROGETTO SUPERAVOCADO

AVOCADO BIOLOGICO IN SICILIA: POTENZIALITÀ, LIMITI E INNOVAZIONI DEL PROGETTO SUPERAVOCADO

Avocado in Sicilia: guida alla coltivazione biologica tra cambiamenti climatici, nuove varietà e tecniche ecocompatibili

 

Coltivare avocado bio in Sicilia è possibile, ma solo nelle aree davvero idonee. Il crescente interesse per l’avocado biologico siciliano, spinto dai consumi in costante aumento e dalle caratteristiche nutrizionali del frutto, sta portando molti agricoltori a guardare con attenzione a questa coltura tropicale. Tuttavia, gli esperti invitano alla prudenza: l’avocado è una specie molto esigente, che richiede un microclima specifico, molta acqua di buona qualità e temperature stabili.

Clima e suoli: dove coltivare avocado in Sicilia

SecondoAlberto Continella, docente di Arboricoltura all’Università di Catania e responsabile scientifico del progetto SuperAvocado, è fondamentale scegliere con cura i terreni e le zone vocate. L’avocado soffre il freddo più degli agrumi, non tollera escursioni termiche elevate e richiede una disponibilità idrica superiore rispetto a quella necessaria per limoni e arance.

Ad oggi, in Sicilia si contano circa 1.000 ettari coltivati ad avocado, localizzati prevalentemente lungo le coste ioniche tra Catania e Messina, con estensioni fino alle pendici dell’Etna (entro i 300 metri s.l.m.). Tuttavia, questa superficie copre appena il 5% del fabbisogno nazionale, stimato in continua crescita. Le proiezioni di mercato e le condizioni climatiche spingono molti produttori a investire, ma solo le aree costiere ioniche e tirreniche offrono un potenziale di espansione stimato in circa 5.000 ettari, utili anche al recupero di terreni agricoli abbandonati.

 

SuperAvocado: ricerca, sostenibilità e valorizzazione del territorio

Il progetto SuperAvocado – Avocado biologico siciliano: superfood per la valorizzazione delle aree ionico-tirreniche, finanziato nell’ambito della Misura 16.2 del PSR Sicilia, mira a trasferire i risultati della ricerca alle aziende. Coordinato dal Di3A dell’Università di Catania, il progetto coinvolge i docenti Continella e Giancarlo Polizzi, l’innovation broker Antonino Azzaro, e nove aziende agricole e partner tecnologici, tra cui la cooperativa “Dal Tropico” (capofila), Green Life, Agriunitech e la logistica DI.COMM.

 

Tra i principali obiettivi del progetto:

  • individuare sistemi per mitigare i danni da stress termico, tra cui antitraspiranti e trattamenti fogliari biologici;
  • valutare l’efficacia di micorrize per migliorare l’assorbimento dei nutrienti e aumentare le rese;
  • testare nuove varietà per estendere il calendario di raccolta.

E sul fronte della difesa il team ha sperimentato:

  • potature di risanamento;
  • utilizzo di mastici protettivi innovativi;
  • impiego di corroboranti e antagonisti biologici (es. Bacillus spp. E Trichoderma spp.).

I risultati preliminari sono positivi: le piante reagiscono bene alle cure, e le strategie adottate permettono di contenere le infezioni senza ricorrere a prodotti chimici, in linea con le norme europee sull’agricoltura sostenibile. Tuttavia, si attende l’ampliamento delle registrazioni ufficiali per l’uso di questi prodotti in agricoltura biologica su avocado.

 

Nasce l’olio di avocado siciliano: valorizzazione dei frutti fuori calibro

Il progetto ha anche portato alla prima produzione di olio di avocado bio siciliano, ottenuto da frutti non idonei alla vendita per calibro o imperfezioni estetiche. Si è ottenuto un prodotto ricco di antiossidanti, acidi grassi essenziali e vitamine A, D, E, come confermato da Laura Siracusa, ricercatrice dell’Istituto di Chimica Biomolecolare del CNR.

Un risultato che apre alla diversificazione produttiva, aggiungendo valore economico e nutrizionale a una coltura ancora giovane ma dalle enormi potenzialità.

 

Conclusioni: avocado bio sì, ma solo in aree vocate e con tecniche sostenibili

L’avocado biologico siciliano rappresenta un’opportunità concreta per l’agricoltura dell’Isola, ma solo se affrontata con consapevolezza agronomica, innovazione e rispetto dei limiti ambientali. Il progetto SuperAvocado dimostra che la filiera dell’avocado in Sicilia può crescere, ma servono investimenti mirati, ricerca continua e tecniche di coltivazione avanzate.

 

 

https://greenplanet.net/avocado-bio-made-in-sicily-si-va-bene-ma/

https://www.superavocado.it/#

COME È CAMBIATO IL SETTORE DEL BIOLOGICO NEGLI ANNI E COME EVOLVERÀ: LE RISPOSTE DAI PROTAGONISTI

COME È CAMBIATO IL SETTORE DEL BIOLOGICO NEGLI ANNI E COME EVOLVERÀ: LE RISPOSTE DAI PROTAGONISTI

Intervista ai leader del biologico in occasione dello scorso Macfrut 2025

Il settore del biologico ha conosciuto una straordinaria evoluzione negli ultimi anni, con un forte aumento delle superfici coltivate, della domanda di consumatori e delle politiche pubbliche a sostegno dell’agricoltura sostenibile. A Macfrut 2025, la principale fiera internazionale per il settore ortofrutticolo, Greenplanet ha intervistato esperti e protagonisti del mercato biologico, raccogliendo visioni e aspettative sul futuro dell’agricoltura biologica.

L’interesse crescente per i prodotti biologici è un chiaro segno che i consumatori sono sempre più orientati verso scelte alimentari sostenibili e salutari. Tuttavia, le sfide rimangono, tra cui la necessità di innovazione, la certificazione biologica e la gestione della domanda sempre crescente.

 

Il settore biologico in Italia: crescita e innovazione

Secondo gli esperti intervistati, il mercato biologico italiano ha registrato una crescita costante negli ultimi anni, con più di 2 milioni di ettari coltivati biologicamente nel 2023, confermando l’Italia come uno dei leader in Europa in termini di superficie agricola bio. Questo sviluppo è accompagnato da un aumento continuo della domanda da parte dei consumatori, particolarmente nel segmento delle produzioni ortofrutticole e delle proteine vegetali.

La trasformazione del mercato del biologico non riguarda solo l’offerta di prodotti, ma anche l’evoluzione dei modelli produttivi e delle pratiche agricole. I protagonisti del settore sono impegnati a sviluppare metodi sempre più innovativi e sostenibili, con tecnologie avanzate per il monitoraggio e la gestione delle coltivazioni, e pratiche agroecologiche per migliorare la qualità del suolo e ridurre l’impatto ambientale.

 

Le sfide future per il biologico

Nonostante il forte interesse per i prodotti biologici, le sfide non mancano. I costi di produzione rimangono elevati, e la concorrenza da parte dei prodotti convenzionali è ancora forte. Per rispondere a queste difficoltà, i protagonisti del settore puntano su innovazioni tecnologiche, come l’utilizzo di tecniche di precisione e biotecnologie sostenibili.

Un altro tema centrale emerso durante le discussioni a Macfrut è la crescente necessità di certificazioni e controlli. I consumatori, infatti, sono sempre più attenti alla qualità e alla trasparenza dei prodotti che acquistano, e le garanzie offerte dalla certificazione biologica sono diventate un elemento chiave per fidelizzare il pubblico e mantenere alto il livello di fiducia nel biologico.

 

Cosa ci aspetta nei prossimi anni?

Il futuro del biologico appare promettente. Gli interventi governativi a favore della sostenibilità e le politiche europee a supporto dell’agricoltura biologica sono destinati a rafforzare ulteriormente la crescita del settore. Le attese per il mercato globale sono altrettanto elevate, con una sempre maggiore espansione delle esportazioni, soprattutto verso i mercati emergenti.

I leader del settore concordano su un punto: il futuro del biologico si basa sull’innovazione, l’educazione dei consumatori e l’impegno collettivo per un’agricoltura più sostenibile. La domanda di cibi più salutari e prodotti più sostenibili continuerà ad aumentare, spingendo l’industria a evolversi costantemente per rispondere alle nuove sfide.

 

https://greenplanet.net/come-e-cambiato-il-settore-del-bio-negli-anni-e-come-evolvera-lo-abbiamo-chiesto-ai-protagonisti-hanno-detto-speciale-macfrut/

RICERCA SCIENTIFICA E INNOVAZIONE, PER UN AGROALIMENTARE SOSTENIBILE

RICERCA SCIENTIFICA E INNOVAZIONE, PER UN AGROALIMENTARE SOSTENIBILE

Il report Agrofarma rileva un continuo progresso verso l’agricoltura biologica

Il report dell’Osservatorio Agrofarma mette in luce il continuo progresso dell’industria italiana degli agrofarmaci, con particolare attenzione all’incremento delle superfici agricole destinate all’agricoltura biologica. La ricerca e sviluppo (R&D) si stanno evolvendo grazie a numerose collaborazioni con enti pubblici e privati e a tecnologie innovative, come l’Intelligenza Artificiale, che stanno rivoluzionando il settore, in particolare nell’agricoltura 4.0. Nonostante una leggera contrazione del mercato nel 2024, le soluzioni di agricoltura digitale continuano a riscontrare successo.

Nel settore biologico, le superfici coltivate sono aumentate, raggiungendo 2,5 milioni di ettari nel 2023, pari al 20,4% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) nazionale, ben al di sopra della media europea. La Commissione Europea ha ribadito l’importanza dell’agricoltura digitale, delle tecniche di biocontrollo e delle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), in linea con le priorità del settore.

Il report sottolinea l’importanza delle collaborazioni tra aziende, università e centri di ricerca, con quasi 1.900 partnership attivate negli ultimi 5 anni, e come l’industria stia giocando un ruolo centrale nell’innovazione e nella sostenibilità del settore agricolo. L’uso di tecnologie moderne e un contesto normativo favorevole sono essenziali per mantenere la competitività dell’industria agroalimentare italiana a livello globale.

 

Osservatorio Agrofarma: Ricerca scientifica e innovazione sono la chiave per la promozione di un sistema agroalimentare sempre più sostenibile e competitivo

LE AZIENDE AGRICOLE BIOLOGICHE DEVONO DIVERSIFICARE E COOPERARE PER AFFRONTARE LE NUOVE SFIDE

LE AZIENDE AGRICOLE BIOLOGICHE DEVONO DIVERSIFICARE E COOPERARE PER AFFRONTARE LE NUOVE SFIDE

I risultati di MB-Tool, un software dell’Università Politecnica delle Marche, che misura la sostenibilità e la digitalizzazione della filiera

MB-Tool (Marche Biologiche Tool), nato all’interno dell’Università Politecnica delle Marche, è il nuovo strumento alleato degli agricoltori per valutare la sostenibilità delle imprese e digitalizzare la filiera.

Secondo Francesco Torriani, presidente del Consorzio Marche Biologiche “è fondamentale per il nostro settore avere dati concreti sulle performance produttive perché ci permette di identificare criticità e adottare soluzioni migliorative, aumentando la professionalità delle nostre aziende agricole. Riteniamo che questo progetto sia strategico per il futuro dell’agricoltura biologica”.

Sono circa 150 aziende coinvolte nel test propedeutico, 20 selezionate per questa sperimentazione pilota. I primi risultati mostrano il settore biologico dei seminativi generalmente in salute e con una gestione virtuosa delle risorse naturali anche se si presentano difficoltà per quanto riguarda la differenziazione delle colture per affrontare meglio il rischio d’impresa e la capacità di sostenere investimenti importanti in innovazione e agricoltura di precisione.

“L’università e il mondo accademico possono dare un contributo fondamentale con strumenti innovativi, che prima erano impensabili – afferma Giovanni Battista Girolomoni, presidente della cooperativa agricola Gino Girolomoni. La cooperazione è essenziale anche per affrontare le sfide della digitalizzazione e della misurazione delle prestazioni ambientali e sociali. Per una piccola o media impresa, sarebbe difficile sostenere questi progetti da sola, ma lavorando insieme possiamo anticipare i cambiamenti e ridurre gli errori, migliorando la competitività sul mercato”.

MB-Tool rientra nel progetto “INNOVA ConMarcheBio”: Strumenti rapidi e innovativi per la valutazione della sostenibilità delle aziende agricole biologiche, nell’ambito del progetto di filiera dei seminativi biologici, ai sensi del PSR Marche, Sottomisura 16.2. – Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie”. 

Per approfondimenti:

https://www.adriaeco.eu/2025/03/18/le-aziende-agricole-devono-diversificare-ed-essere-sostenute-negli-investimenti-tecnologici/

Colture diversificate e investimenti, le spine del biologico