Suolo e Salute

Tag Archives: IFOAM EU

ETICHETTATURA, MEGLIO IL PLANET SCORE CHE IL NUTRISCORE

ETICHETTATURA, MEGLIO IL PLANET SCORE CHE IL NUTRISCORE

Al Congresso Ifoam Oganics Europe sono emersi tutti i limiti del sistema di etichettatura Nutriscore, sostenuto da Bruxelles con il Green Deal e i punti di forza, invece, del Planet Score introdotto in Francia

No al Nutriscore, si al Planet Score. Ifoam Organics Europe ha preso posizione nel corso della 16a edizione dell’European Organic Congress di Bordeaux riguardo al nuovo sistema di etichettatura degli alimenti sostenuto da Bruxelles attraverso il Green Deal. Un sistema che non considera, secondo l’associazione di riferimento dei movimenti del bio europei, l’“impronta ambientale del prodotto”. Sull’argomento, la linea proposta dalla Commissione europea di fatto favorisce secondo Ifoam l’agricoltura intensiva, perché non considera adeguatamente le esternalità positive prodotte dal biologico e non considera l’effettivo impatto degli agrofarmaci sulla biodiversità e sull’agroecosistema.

L’alternativa sostenibile

Come valida alternativa Ifoam sostiene il Planet Score, che rappresenta «l’etichetta più completa a sostegno della transizione verso sistemi alimentari più sostenibili, misurando il punteggio di un prodotto in termini di impatto degli agrofarmaci, biodiversità, impatto sul clima e benessere degli animali».

Si tratta infatti di un sistema di etichettatura che si basa sulla metodologia LCA ma tiene conto anche di questi ultimi aspetti per tenere conto dell’accresciuta sensibilità dei consumatori rispetto all’impatto ambientale dei prodotti alimentari che acquistano. Planet-Score è stato proposto dall’Institut de l’agriculture et de l’alimentation biologiques (ITAB), un ente di ricerca applicata che mira a generare e condividere conoscenze per migliorare la produzione e la lavorazione biologica; Sayari, studio di progettazione che sviluppa metriche ambientali nel campo del Food; Very Good Future, che si occupa di analisi di impatto, con particolare attenzione agli studi sui consumatori e alle scienze comportamentali al fine di massimizzare gli effetti prodotti sui cambiamenti comportamentali.

Un nuovo strumento che è stato messo a punto grazie ai 18 mesi di sperimentazione fissati dal Ministero dell’ecologia francese nel 2021 per individuare la migliore etichettatura ambientale per i prodotti alimentari.

L’analisi dell’impatto

Planet-Score, come detto, si basa sul Life Cycle Assessment (LCA), strumento utilizzato per analizzare l’impatto ambientale di un prodotto, di un’attività o di un processo lungo tutte le fasi del ciclo di vita, a partire dall’acquisizione delle materie prime sino alla gestione al termine della vita utile, includendo le fasi di fabbricazione, distribuzione e utilizzo. In aggiunta a questo, sono stati integrati una serie di indicatori aggiuntivi relativi ad elementi che secondo i creatori di questo nuovo sistema non sono sufficientemente presi in considerazione nel metodo LCA (agrofarmaci, clima, biodiversità e benessere animale).

L’effetto su clima e biodiversità

Nella creazione del Planet-Score sono quindi stati incorporati i recenti progressi scientifici sull’impatto degli input chimici sulla salute e sull’ambiente, sulla presenza di residui nei prodotti alimentari. Sono stati inoltre inclusi gli impatti di differenti pratiche agricole sul clima e sulla biodiversità (compreso lo stoccaggio del carbonio nel suolo), e i diversi metodi di allevamento, che hanno, secondo gli ideatori della proposta, un impatto sull’ambiente differenziato.

Quatto indicatori e un punteggio

Le informazioni sono fornite ai consumatori in un formato composito, con la visualizzazione di quattro indicatori oltre ad un punteggio aggregato.

Gli studi qualitativi effettuati nei negozi, nei marchi biologici e convenzionali, e lo studio quantitativo effettuato su un campione di 1000 persone rappresentative della popolazione francese hanno dimostrato che questo formato soddisfa le aspettative di trasparenza e informazione su criteri chiave per consumatori e che di conseguenza ha attivato leve potenti in termini di cambiamenti comportamentali, di gran lunga superiori a quelle di un singolo punteggio ambientale.

Il Parlamento Europeo boccia la proposta della Commissione Ue per una riforma del meccanismo di autorizzazione degli OGM

Il settore del biologico accoglie il rifiuto del Parlamento Europeo della proposta su nuove modalità di importazione di OGM e si congratula con i deputati per lo svolgimento del proprio ruolo. Il testo infatti attribuiva alle capitali dell’Unione la facoltà di limitare (o vietare) la vendita e l’uso di alimenti e mangimi Ogm approvati dall’UE sul suo territorio.

“Rifiuto totale del Parlamento di “opt-out” per l’importazione dimostra come sia viziata la proposta della Commissione “, ha commentato il Policy manager IFOAM EU Eric Gall. “I divieti nazionali sui singoli OGM per alimenti e mangimi sarebbe impossibile da attuare secondo le regole del mercato comune dell’Unione Europea. Non potrebbero correggere il deficit democratico nell’attuale processo di valutazione OGM, né avrebbero tutela dei produttori biologici e di altri non-OGM. “

parlamento europeo
parlamento europeo

L’assemblea si è espressa con 579 voti contrari, 106 a favore e 5 astenuti. Scritto dall’esecutivo di Bruxelles per superare la cronica impossibilità di far decidere gli stati a maggioranza qualificata sull’opportunità di dare il via libera o meno ad un nuovo organismo. La grande maggioranza dei deputati ha considerato che la proposta potrebbe rivelarsi impraticabile e portare alla reintroduzione dei controlli alle frontiere tra i paesi pro e anti-Ogm, affossando il mercato interno. Quindi la proposta è stata respinta.

“IFOAM UE elogia i deputati la loro opposizione all’iniziativa della Commissione per la sua promessa di rivedere il processo decisionale dell’UE in materia di OGM. Fino a quando il sistema di autorizzazione non diventera più democratico, la Commissione continuerà a trascurare gli Stati membri e le preoccupazioni dei cittadini. “, ha continuato IFOAM EU Policy manager Eric Gall.

Ogni una nuova autorizzazione alle colture OGM avrebbe minacciato le capacità degli operatori di tenere gli stessi fuori della filiera del biologico, che a causa del maggior rischio di contaminazione avrebbe visto anche l’aumento del costo delle misure preventive. Sia la coltivazione che l’importazione di OGM compromettono la capacità del settore biologico, l’attore più importante del mercato alimentare europeo, sia in termini di benefici per la crescita e l’ambiente, e l’unico capace di fornire il cibo NO-OGM che sempre più consumatori europei vogliono.