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Cresce la domanda di carne biologica

Consumatori sempre più orientati verso la carne biologica. L’attenzione del mercato si sposta dunque su allevamenti selezionati, controllati e che rispondono ai criteri del bio. Una domanda che, però, in Italia non riesce ancora a trovare piena risposta.

Ne è convinto Marco Guerrieri, responsabile carni Coop Italia che spiega: “La richiesta di carni bio, rosse e bianche in particolare, supera di gran lunga l’offerta. Tant’è che per soddisfare la domanda, puntiamo a sviluppare allevamenti biologici strutturati selezionando i nostri migliori produttori: sono già partiti alcuni progetti pilota».

Sono oltre un migliaio i produttori zootecnici italiani e circa 200 le aziende dedite alla trasformazione e vendita del proprio prodotto. Il settore è in crescita, ma si potrebbe far di più per aiutare gli allevamenti biologici.

Paolo Carnemolla,presidente di FederBio, afferma: “Purtroppo si è fatto poco per sviluppare la filiera. I piani di sviluppo rurale non premiano la zootecnia e persino la Pac (Politica agricola comune) ha tolto il premio “qualità” per i capi bovini bio. Adesso stiamo portando avanti un progetto in regione che mira alla produzione di carne bovina bio, commercializzata con il marchio Bioalleva“.

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Uno dei problemi più grossi che arresta l’avanzamento del settore è la mancanza di strutture idonee con terreni adibiti alla coltura di cereali biologici. È infatti proprio il costo del mangime bio a incidere maggiormente sulla quota di produzione di carne biologica.

Nonostante questo, la crescita del settore sembra in arrestabile e si può intuire dai dati suggeriti da Guerrieri al Corriere di Bologna: In Emilia-Romagna, e su scala nazionale, la richiesta di carni bio nella grande distribuzione è incrementata mediamente del 5% da ottobre-novembre 2015. Una percentuale che in due anni arriverà a sfiorare il 30%“. Secondo i dati di Coop Italia, “attualmente l’avicolo bio conta su un giro d’affari pari a 11.000.000 euro annui (il 3% dell’avicunicolo complessivo)“.

Chi acquista è sempre più interessato sulla provenienza del prodotto, vuole garanzie sulla sua bontà, tenerezza e sapidità e, in alcuni casi, preferisce alimenti confezionati con un packaging innovativo .

La scelta di carne biologica rivela dunque che i consumatori sono sempre più attenti alla sostenibilità dei prodotti, ma anche alla propria salute.

Secondo un recente studio effettuato dall’università di Newcastle e pubblicato dal British Journal of Nutrition, i prodotti biologici hanno il 50% in più di acidi grassi omega3, ritenuti benefici per la salute, mentre il contenuto dei grassi nocivi è nettamente minore. A determinare la differenza,  il tipo di alimentazione degli animali negli allevamenti biologici.

Fonti:

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/economia/2016/11-febbraio-2016/dopo-l-allarme-oms-boom-carne-bio-24038109581.shtml

http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/alimentazione/2016/02/16/in-carne-e-latte-biologici-piu-omega-3meno-grassi-cattivi_b8e1ee0d-25db-41b4-b330-d11d9a66b844.html

FederBio, AIAB e WWF: agricoltura biologica è l’unica soluzione per fermare Xylella


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, AIAB e WWF hanno espresso nei giorni scorsi piena soddisfazione per il provvedimento della Procura di Lecce che ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza di tutte le piante di ulivo interessate dalle operazioni di rimozione immediata, così come previsto dal Piano Silletti.

Il provvedimento aveva avuto il sigillo dell’urgenza poiché la magistratura riteneva necessario fermare gli abbattimenti imminenti, considerando errati i presupposti scientifici alla base dell’individuazione della Xylella come unica causa del disseccamento degli ulivi.

Nei giorni scorsi, inoltre, il Tar del Lazio, accogliendo il ricorso di diciannove aziende biologiche della provincia di Lecce, ha ordinato al ministero delle Politiche agricole di esibire gli atti con cui nel 2010 autorizzò l’Istituto agronomico mediterraneo (Iam) di Valenzano a introdurre la xylella fastidiosa in Puglia per ragioni di studio.

L’azione, però, continua a non essere sufficiente a fermare l’avanzata della malattia e garantire la conservazione degli olivi secolari della Puglia.

WWF, FederBio e AIAB hanno infatti sottolineato con forza la necessità di affrontare le emergenze agricole (tra cui appunto il problema della Xylella Fastidiosa), con un approccio agroecologico, fatto di tecniche agronomiche idonee ai territori e in grado di tutelare ambiente e biodiversità.

Le più recenti vicende, infatti, hanno dimostrato come gli interventi basati sull’utilizzo di chimica di sintesi si siano rivelati in realtà inefficaci. Secondo i magistrati pugliesi, chiamati a intervenire in merito al caso, il Piano di contenimento della malattia avrebbe privilegiato solo le ipotesi che portavano alle eradicazioni e all’autorizzazione straordinaria di pesticidi  chimici, anche vietati da tempo per la loro nocività. Interventi che sarebbero stati utilizzati in modo spregiudicato, con un conseguente pericolo per la salute pubblica.

Come afferma Franco Ferroni, Responsabile Agricoltura del WWF Italia, il Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo (CoDiRO) non può però essere risolto con provvedimenti giudiziari. È necessario che  il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e la Regione Puglia incentivino immediatamente tutte le attività basate sull’agroecologia, alternative all’uso massiccio di pesticidi e all’eradicazione delle piante.

Appena si è presentata l’emergenza, FederBio ha subito attivato un gruppo di lavoro tecnico scientifico che ha messo a punto una proposta per la gestione con metodo biologico dei territori colpiti dal batterio. Alla proposta hanno aderito tutte le organizzazioni del settore e il WWF Italia.

Purtroppo, però, il documento, come evidenzia Paolo Carnemolla, presidente di FederBio, non è stato ancora preso in considerazione. Una cosa che ha comportato “come ipotizza la Procura di Lecce, danni ambientali e alla salute per gli agricoltori e per tutte le persone che vivono nel Salento che avrebbero potuto essere evitati“.

Per questo, FederBio, AIAB e WWF Italia chiedono dunque ai Ministeri interessati e alla Regione  una scelta netta a favore di un nuovo approccio alternativo che tenga conto delle proposte di interevento ampiamente sostenute dagli agricoltori e cittadini dell’area interessata.

Fonti:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=972

http://bari.repubblica.it/cronaca/2016/01/06/news/xylella-130701453/

http://bari.repubblica.it/cronaca/2015/12/28/news/xylella-130274088/

 

FEDERBIO: Approvata la nuova struttura di federazione di sistema dell’agricoltura biologica e biodinamica italiane

Sì è tenuta il 1° dicembre l’assemblea dei soci di FederBio, che ha definito il nuovo assetto statutario e organizzativo della Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica quale organizzazione interprofessionale di riferimento per il settore biologico e biodinamico italiani e ha confermato Paolo Carnemolla come Presidente alla guida di un nuovo Ufficio di Presidenza composta da Matteo Bartolini (CIA), Andrea Bertoldi (coordinatore sezione bio di Alleanza Cooperative Italiana) e Carlo Triarico (Associazione per l’agricoltura biodinamica) come Vicepresidenti e quattro consiglieri con specifiche deleghe (Marco Lamonica,  Roberto Pinton, Maria Grazia Mammuccini e Paolo Frigati).

federbio comunicatoLa federazione “ombrello” a federazione “sistema”, che rappresenti in modo strutturato tutte le componenti della filiera, dei servizi e culturali dell’agricoltura biologica e biodinamica e avvii la costruzione di un sistema nazionale integrato di servizi, in uno scenario in cui il bio ha sempre più consenso sia sul piano di valori e di ideali che di mercato, come confermato dal trend di forte crescita degli acquisti di prodotti a marchio bio.  La sinergia tra le diverse categorie di soci diventa l’elemento centrale per rafforzare il ruolo interprofessionale della federazione e le relazioni di filiera del biologico e del biodinamico Made in Italy.
“Con l’assemblea di oggi diamo seguito e concretezza all’esperienza unitaria del forum del biologico in EXPO nato al Parco della Biodiversità dell’esposizione universale, per cogliere fino in fondo la sfida di rappresentare il biologico come modello innovativo di agricoltura e alimentazione che si candida a diventare protagonista del futuro di tutta l’agricoltura italiana –  ha sottolineato Paolo Carnemolla – Il mio impegno come Presidente per i prossimi tre anni è quello di coordinare una squadra dinamica e motivata che si compone di un mix di esperienze e storie anche molto diverse per realizzare una nuova struttura di rappresentanza e di servizi che si rivolge a un sistema d’imprese in forte evoluzione e che dovrà gestire una transizione epocale per un settore economico che vuole dare un contributo rilevante alla ripresa economica del Paese e all’occupazione, nel contempo contribuendo alla lotta al cambiamento climatico, alla salute dei cittadini e alla valorizzazione de
ll’ambiente. Ci candidiamo per questo a rappresentare il meglio che l’Italia può offrire anche a livello internazionale come modello di economia in grado di valorizzazione del ruolo dell’agricoltura e il Made in Italy.”

AL SANA 2015 UN PANORAMA RICCO DI CONVEGNI SUL BIOLOGICO

Si da il via alla lunga striscia degli incontri e dibattiti il giorno di apertura, Sabato 12 settembre. Vi segnaliamo dalle ore 09.30 alle 14.00 -INFODESK QuiCibo: Il biologico ha scelto QuiCibo per la vendita diretta on line –presso lo Stand FederBio: pad 32 – stand C1 – C11. La stessa mattina alle ore 11.30 sarà possibile assistere al convegno “Verso una nuova strategia nazionale per l’agricoltura biologica”, organizzato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali in collaborazione con il Forum Internazionale del Biologico, un tavolo tecnico che coinvolge le istituzioni, i soggetti e le associazioni di riferimento per formulare valutazioni e proposte sull’agricoltura biologica. Nel pomeriggio, alle ore 15, Tutti i numeri del bio italiano, l’indagine Nomisma, condotta per l’Osservatorio SANA e con il supporto di ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, che quest’anno verterà sull’export di prodotti agroalimentari italiani a marchio biologico.

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Domenica 13 settembre alle ore 10 si svolgerà il convegno “Agroecologia Per L’agricoltura Biologica Del Mediterraneo”, a cura di IFOAM AgriBioMediterraneo, al centro del quale saranno i quattro temi di IFOAM: sostenibilità ecologica dell’agricoltura biologica; networking; salute in piante, animali e alimenti; strumenti di ricerca e apprendimento; sementi locali, le sfide, oltre ai contributi alla conferenza forum internazionale di Expo Milano 2015 “Organic can Feed the Planet”.

Si prosegue alle ore 15 con il Cooking show: BiOrganic LifeStyle presenta Bio Live Show – degustazione di prodotti biologici – Stand FederBio: pad 32 – stand C1 – C11.

In contemporanea si terrà sempre alle 15.00 -il Convegno: Biologico, la parola alla scienza – Sala Melodia – Centro Servizi,1° piano, Blocco B

Il convegno è organizzato e promosso da AssoBio, l’associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione di prodotti biologici. Per registrazione: info@assobio.it

Lunedì 14

La mattinata si apre alle ore 10.30 – con il Convegno:The Green Italian Hospitality: il biologico e la gestione ambientale per le strutture ricettive – Sala Vivace, Centro Servizi, 1° piano – Blocco D

Si prosegue alle ore 14.30 si terrà il convegno “Il Nuovo Regolamento Europeo: le esigenze del settore per il bio di domani”, a cura di Federbio, in cui verrà offerto un aggiornamento sullo stato del negoziato sul nuovo regolamento sull’agricoltura e gli alimenti biologici che sostituirà gli attuali regolamento CE n. 834/2007 e CE n.889/2008.

Nei quattro giorni di manifestazione sono 65 i convegni di SANA, con i più accreditati esperti nazional. Quelli in ambito sanitario, per i professionisti ma aperti anche ad un pubblico generico, sono certificati per il rilascio di crediti ECM. Dieta mediterranea e intolleranze alimentari, integratori e attività fisica, mercato e tendenze dell’agricoltura biologica in Italia e all’estero e nutraceutica, certificazioni ed etichettature, cosmesi naturale e tessuti ecologici, alimentazione e prevenzione sono solo alcuni dei temi su cui si focalizzeranno le decine di incontri di SANA 2015.

Un’ampia offerta che metterà in luce esperienze, nazionali ed internazionali, sul tema del bio e del vivere naturale in ambito alimentare e non, che testimonino come l’incremento e la diffusione dell’agricoltura biologica siano condizioni essenziali non solo ai fini di un’alimentazione più sana, ma anche della tutela della biodiversità, aspetti entrambi strategici rispetto al tema “Nutrire il pianeta” di EXPO 2015 dove BolognaFiere ha realizzato una delle aree tematiche, il Parco della Biodiversità con il Padiglione del Biologico, nel quale anche Suolo e Salute sarà presente per tutto il mese di settembre 2015 con un proprio spazio espositivo.

Per il programma completo e gli orari vai su http://www.sana.it/eventi/programma-corsi-e-convegni/4735.html.

28 Aprile: Tavolo Tecnico FederBio sul fenomeno della Xylella in Puglia

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INCONTRO TECNICO SU METODOLOGIE DI PREVENZIONE E DI DIFESA DEL COMPLESSO DEL DISSECCAMENTO RAPIDO DELL’OLIVO ( CoDiRo) NEL TERRITORIO DELLA REGIONE PUGLIA

FederBio in qualità di organizzazione interprofessionale del settore biologico ha ritenuto necessario attivarsi per tutelare gli interessi delle imprese biologiche del territorio pugliese e per dare un contributo fattivo alla gestione di tale particolare emergenza organizza un incontro tecnico presso:

Sala Kalì Zoì – c/o Palazzo Granafei – via Eugenio Perrone -Sternatia (LE)

28 aprile 2015 -ore 18.00

All’incontro interverranno esperti indicati dalle organizzazioni dei produttori agricoli, dagli organismi di certificazione autorizzati, dall’associazione dei produttori di mezzi tecnici biologici e dal mondo scientifico e della ricerca.
Saranno illustrate le attività e le tecniche di prevenzione e difesa del CoDiRO compatibili con il metodo biologico ad oggi disponibili e di quelle in corso di sperimentazione.

Programma

§ Saluti di Massimo Manera Sindaco del Comune di Sternatia
§ Saluti di Paolo Carnemolla Presidente di FederBio
§ Relazione tecnica sulla diffusione del CoDiRo: Francesco Porcelli, professore associato di Entomologia presso l’UNIBA
§ Le proposte di FederBio per fronteggiare il CoDiRO con metodi biologici
§ Le richieste dei produttori Biologici e Biodinamici: Pino Mele UPBio – Antonello Russo Demeter Italia
§ I mezzi tecnici a disposizione per il biologico: Massimo Benuzzi IBMA
§ La gestione dell’emergenza e il sistema di certificazione biologico: rappresentante Sezione Soci Organismi di Certficazione Federbio
§ Intervento di un funzionario della Regione Puglia
La partecipazione è libera e si prega di divulgare l’evento
Per informazioni contattare FederBio
Tel. 051.4210272 info@federbio.it www.federbio.it
COSA E’ SUCCESSO NEL TERRITORIO? I PARAOCCHI DELL’EUROPA e LE SOLUZIONI ALTERNATIVE DEGLI STUDIOSI
Altissima la preoccupazione degli ultimi mesi relativi ai danni causati dal batterio Xylella Fastidiosa ( subspecie pauca ceppo CoDiRO) che ha colpito numerosi alberi della regione Puglia. In particolare, sono allarmanti le misure imposte dall’Europa che costringono l’Italia allo sterminio di numerosi esemplari di ulivi, anche secolari; una misura che, a detta di molti, potrebbe essere inutile.
Ma l’Europa sembra ferma nella sua decisione potrebbe imporre la rimozione di tutti gli alberi colpiti dal batterio, pena l’avvio di una procedura d’infrazione comunitaria. Un incubo per il territorio, visto che la Xylella non attacca solamente gli alberi di ulivo, ma anche altre piante, appartenenti almeno a 150 specie.
Secondo quanto stabilito dal commissario straordinario nominato dal governo, Giuseppe Silletti, comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato, le operazioni sono partite, per essere completate entro il mese di maggio. Il suo piano è stato già sottoposto all’approvazione del Dipartimento della protezione civile.
Un diktat ben preciso che prevede, come abbiamo accennato prima, delle sanzioni dure e interventi in sostituzione da parte dell’agenzia regionale Arif per quanti si opporranno a questa strage. Non andrà meglio per chi non effettuerà le arature entro aprile e per chi si rifiuterà da maggio di usare insetticidi chimici.
Un bel dilemma da affrontare e al quale il convegno proposto da Federbio si propone di dare delle risposte concrete.
Nel frattempo, vari artisti, associazioni e gruppi ambientalisti si sono fatti avanti per opporsi a questo scempio.
Ma ormai la macchina di distruzione si è messa in moto: a poco vale il fatto che non sia nemmeno sicuro che a far morire gli alberi sia Xylella.
Lo ha ripetuto Kristos Xiloyannis, ordinario dell’Università di Foggia e nome di punta nel campo dell’agricoltura sostenibile, che ha affermato: “L’esperienza in tutte le altre parti del mondo ci insegna che, di fronte a batteri come questo, l’abbattimento delle piante è inutile. Nel Lazio, dopo aver distrutto mille ettari di kiwi, ci si è fermati perché si è capito che era tutto superfluo”.
Nel frattempo ciò che preoccupa non sono solamente gli interventi imposti dall’Europa, ma anche le reazioni dei diversi stati membri. La Francia, ad esempio, per mano del ministro dell’agricoltura Stephane Le Foll, ha varato il divieto che impedisce le importazioni delle piante a rischio Xylella fastidiosa.
“In attesa dell’attuazione di un dispositivo europeo – riporta il Fatto Quotidiano – il ministro ha deciso di adottare misure nazionali. Un decreto è stato firmato oggi e verrà pubblicato domani al fine di interdire l’importazione in Francia di piante che possono essere infettate dalla Xylella fastidiosa e provenienti dallezone colpite dal batterio. Questo divieto riguarda il commercio intra-europeo dalla regione Puglia e le importazioni da zone infette da paesi terzi interessati”. Un duro colpo all’economia pugliese, ma anche ai diversi rapporti di commercio agroalimentare presenti tra Italia e Francia.

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Ma non finisce qui: fonti ministeriali confermano al IlFattoQuotidiano.it la possibilità di nuovi blocchi in arrivo sull’esportazione di piante ornamentali dai vivai di altre regioni italiane, come, ad esempio, quelli di Jesi.
Nel frattempo l’Italia promette reazioni dure contro “queste azioni di concorrenza sleale”. Secondo Enzo Lavarra, consigliere del ministro Martina, “è inaccettabile che l’Ue avalli la posizione francese e al contempo imponga misure drastiche per contenere la Xylella, senza far nulla per finanziare la ricerca e riconoscere un adeguato ristoro di danni che sono enormi, visto che ha anche la responsabilità di un deficit di controllo alle frontiere”.
Ma un’alternativa all’eradicazione di tutte le piante malate ci sarebbe e come.
Del resto, lo stesso CNR ha affermato che abbattere tutte le piante sarebbe non solo un’impresa titanica, ma anche del tutto inutile.
Una delle alternative sarebbe quella di effettuare delle eradicazioni sulla parte più avanzata dell’epidemia, intervenendo poi sull’insetto vettore della malattia. Come afferma Donato Boscia, responsabile dell’Istituto di Virologia del Cnr di Bari, “Il Ceppo presente in Puglia è stato individuato in Costa Rica e si diffonde grazie a un insetto, la Sputacchina, un insettino innocuo che ha la capacità di contaminarsi di questo batterio, quando si nutre su piante malate, contaminando poi le piante sane. Per contenere l’insetto è necessario ricorrere a trattamenti insetticidi meccanici che consistono nella pratica dell’erpicatura e aratura perché in questa fase l’insetto si trova sull’erba (all’interno di una schiuma).
Un’altra soluzione sarebbe quella profilata dai primi risultati di uno studio realizzato dalle Università di Bari, Foggia e Lecce, dal Cnr e dal Centro di ricerca Basile Caramia di Bari: nanovettori pieni di prodotti tradizionalmente usati nell’agricoltura biologica, come ioni rame, ioni zinco, solfato di rame. Queste sostanze, una volta inoculate negli ulivi infetti sarebbero capaci di raggiungere velocemente e colpire selettivamente la xylella laddove si annida, ovvero negli xilemi.
L’obiettivo è il risanamento delle piante che si trovano in uno stato iniziale dell’infezione. Una soluzione che tutelerebbe il patrimonio olivicolo e paesaggistico della Puglia, limitando il ricorso a insetticidi.
Resta il dubbio che Bruxelles decida di ascoltare la voce degli agricoltori italiani, evitando il rischio di desertificare zone di grande bellezza e storia.
Nel frattempo, la battaglia prosegue anche attraverso le vie legali. Durante una causa intentata da due proprietari terrieri di Oria contro il Piano Silletti, sono stati posti dei paletti importanti.
Pur dichiarando di non essere competente sul caso, e rimandando la decisione al Tribunale amministrativo del Lazio, il giudice leccese Antonio Cavallari ha depositato una sentenza che rigetta alla base il piano del Commissario: gli abbattimenti degli ulivi sarebbero infatti non motivati, dal momento che sarebbero basati solo su un esame ispettivo delle piante e non su analisi approfondite. Come sostengono i proprietari terrieri, non ci sarebbero dunque prove sufficienti che giustifichino l’eradicazione degli alberi.