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L’ETICHETTA UNICA VALORIZZA TUTTO L’OLIO DI CALABRIA IGP

L’ETICHETTA UNICA VALORIZZA TUTTO L’OLIO DI CALABRIA IGP

Un grande traguardo per la produzione Igp certificata da Suolo e Salute: l’iniziativa del Consorzio di tutela presieduto da Massimino Magliocchi mira ad aumentare la riconoscibilità della qualità della produzione regionale sui mercati nazionali e internazionali

Un’etichetta unica per identificare tutte le bottiglie dell’olio di Calabria Igp. La svolta, voluta dal Consorzio di tutela, è stata ufficializzata con l’evento di presentazione presso la Cittadella Regionale Jole Santelli a Catanzaro.

Una qualità da riconoscere

«Si tratta di una scelta importante – spiega Massimino Magliocchi, presidente del Consorzio Olio di Calabria IGP- condivisa con i produttori, che ci permette di affrontare con un umore nuovo la campagna olivicola di quest’anno e di presentare un’etichetta unica che darà maggiore visibilità ad un prodotto eccezionale come il nostro olio di oliva calabrese».

«L’obiettivo è quello di essere recepiti dal consumatore come prodotto di qualità del quale essere sicuri al 100%».

«Inoltre, la certificazione Igp rappresenta la garanzia di consumare un olio genuino, di qualità e calabrese in ogni goccia».

L’olio di Calabria è una delle indicazioni geografiche protette certificate da Suolo e Salute, la cui attività di Ente di controllo e certificazione è basilare per la valorizzazione dell’origine, qualità e reputazione di queste produzioni. Suolo e Salute è stato designato fin dalla prima autorizzazione, dal 30/07/2015 che ha riguardato la protezione nazionale transitoria. Il coordinamento delle attività di controllo sono affidate direttamente alla sede regionale di Suolo e Salute di Caraffa di Catanzaro.

Un’immagine da valorizzare

«Poter fare riferimento a un’etichetta unica – commenta Gianluca Gallo, Assessore all’Agricoltura della Regione Calabria – consente di valorizzare la nostra immagine e di avviare un percorso di riconoscibilità per il nostro olio di qualità al di fuori dei confini regionali».

«L’etichetta unica del Consorzio Olio di Calabria Igp sarà indice di una tendenza sempre più improntata alla ricerca assoluta della qualità, unica ambizione da coltivare oltre a quella delle olive».

Cinque Province unite

Sull’etichetta, oltre al marchio di Indicazione Geografica Protetta, è presente il logo dell’olio di Calabria IGP, caratterizzato dall’immagine stilizzata di un ulivo, il cui tronco è composto da cinque tratti che conducono alle cinque province della Regione (Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia). Un simbolo che vuole rendere il prodotto facilmente riconoscibile e accattivante per i consumatori, promuovendo contemporaneamente l’intero territorio calabrese e mettendo in risalto la secolare tradizione olivicola della Regione.

L’impegno del Consorzio va così a premiare la dedizione e il sacrificio degli agricoltori nell’offrire prodotti di qualità. Mettendo in rilievo un prodotto unico e distintivo che racconta una storia, ha un’origine e segue una tradizione.

CONSUMO RESPONSABILE: LA SVOLTA DELLA GENERAZIONE Z, SECONDO EUTOPIA

CONSUMO RESPONSABILE: LA SVOLTA DELLA GENERAZIONE Z, SECONDO EUTOPIA

Eutopia, fondo di venture capital focalizzato nel finanziamento di start up e nuove imprese dall’impronta sostenibile, ha rilevato attraverso la conduzione di un sondaggio, quanto: il consumo responsabile e la consapevolezza nella selezione dei prodotti, sia un fattore determinante sulle scelte legate all’acquisto.

Ma cosa si intende per consapevolezza nel consumo o consumo responsabile?

Si intende la conoscenza di tutti quei fattori non evidenti al momento dell’acquisto: talvolta riconoscibili attraverso le informazioni riportate sull’etichetta (è il caso del 22% dei prodotti oggi in commercio); altre legate all’esperienza pregressa del marchio e ad un approfondimento del background etico, che l’azienda che vi è dietro esercita nel modo di organizzare il lavoro.

Il rispetto dei diritti dei contadini e dei lavoratori che operano all’interno dell’impresa; la cura e tutela delle ricadute sull’ambiente; il benessere degli animali e la loro salvaguardia: questi elementi, sono tutti fattori invisibili al momento dell’acquisto del prodotto, ma che secondo il sondaggio riportato da Eutopia, diventano sempre più determinanti per le nuove generazioni di acquirenti.

In Italia, la conoscenza di tali aspetti, non solo ha registrato una crescita continuativa, ma ha generato un aumento del fatturato nel 2020 del 7,6%, corrispondente al valore di 10 miliardi di euro.

La pandemia da Covid-19 ha certamente svolto un ruolo centrale nelle cause dell’incremento. Secondo un rapporto Coop, durante il periodo dei lockdown, i consumatori eco-friendly sono cresciuti in Italia del 27%. Gli acquirenti francesi e quelli spagnoli, non sono stati da meno.

Eutopia ha infatti deciso di avviare lo stesso processo anche in Francia, dove il fenomeno di modifica del trend è similare. Ha incaricato OpinionWay (ente francese specializzato in sondaggi di politica e consumo), di monitorare i comportamenti degli acquirenti proprio in termini di consapevolezza e responsabilità rispetto all’acquisto; classificandoli per fascia d’età.

Nel porre alcuni quesiti, il primo tra questi verteva sulla richiesta di preferenza tra marchi nuovi e consolidati. È emerso che nel settore alimentare, la preferenza del marchio consolidato raggiunge il 61% (versus il 35% per quelli di nuovo inizio); nei prodotti per l’igiene personale e cosmetica, il 60% (versus il 35% dei nuovi marchi); per l’abbigliamento il 54% (contro il 42%) e nei prodotti per la casa il 55% (contro il 41%).

Il sondaggio rileva non solo un’attenzione senza precedenti verso la sostenibilità delle produzioni, ma anche un riguardo particolare nell’attitudine a una spesa sostenibile, da parte di una fascia d’età inconsueta: i ragazzi tra i 18 e i 24 anni, la cosiddetta Generazione Z.

Il 72% di questi infatti, passa in rassegna la composizione dei prodotti acquistati, che siano alimentari, igienici o cosmetici. Nel resto della popolazione quest’accuratezza è esercitata solo dal 64% delle persone;

Il 69% di loro si preoccupa di utilizzare mezzi di trasporto il meno possibile inquinanti;

Sempre il 64% pone attenzione nel limitare il consumo di proteine animali, preoccupazione che sorge nelle altre fasce di età, solo nel 51% della popolazione;

Sempre il 64% predilige oggetti di seconda mano a quelli nuovi di zecca;

E infine il 56% ha fatto esperienza di autoproduzione di cosmetici, capi d’abbigliamento e bijoux home made.

Se il consumo responsabile è quindi un traino per le vendite, l’intervento trainante in questo momento storico, sembra essere svolto da chi forse, meno ci aspettavamo: giovani adulti adolescenti.

 

Fonte: Great italian food trade