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IL BIOLOGICO CANADESE SI AGGREGA E LANCIA PROPOSTE

IL BIOLOGICO CANADESE SI AGGREGA E LANCIA PROPOSTE

Ogni dollaro investito nella transizione al biologico ne rende 8 in benefici agli agricoltori (senza contare i benefici ambientali e sociali)

 

La Canadian Organic Alliance ha pubblicato in rapporto “Cultivating the Organic Opportunity for Canadian Farmers and Consumers” in cui esamina l’impatto economico e ambientale dell’agricoltura biologica e propone delle raccomandazioni politiche al governo.

Il rapporto, la cui realizzazione ha impegnato la task force per 2 anni dimostra che l’agricoltura biologica offrire contributi fondamentali per il clima, per i redditi agricoli, per la salute del suolo e per la biodiversità anche in Canada e documenta un forte ritorno sugli investimenti pubblici e privati nella produzione biologica.

In particolare:

  • l’incremento della produzione biologica può aumentare la redditività e la resilienza delle aziende agricole, incrementando del 117% il rendimento netto della SAU (aumentando di tre volte l’attuale superficie si aggiungerebbero 173 milioni di dollari all’anno di reddito agricolo)
  • la produzione biologica fornisce benefici climatici (a parità di superficie taglia le emissioni di gas serra del 35% e del 15% per unità di produzione) migliorando al contempo il sequestro di carbonio, la salute e la biodiversità del suolo
  • contribuisce alla diversificazione del mercato, riduce la dipendenza dall’estero e migliora l’autonomia alimentare
  • Ogni dollaro investito nella transizione al biologico dà 8 dollari di benefici per gli agricoltori

La task force non si limita all’analisi dello stato dell’arte, ma propone un piano d’azione sul biologico descrivendo politiche e iniziative che possono tradurre le opportunità in realtà articolato su tre pilastri:

Accelerare la crescita e l’innovazione nella produzione biologica – Ampliare la ricerca, la formazione e i sostegni alla transizione per aumentare la produttività, investendo nei giovani agricoltori biologici e nel materiale riproduttivo biologici.
Coltivare i mercati e la domanda di prodotti biologici – Investire in partnership coi dettaglianti, nella trasformazione e in filiere regionali, potenziare il peso del biologico negli appalti pubblici e sostenere lo sviluppo del mercato in patria e all’estero.
Rafforzare l’infrastruttura di trasformazione – Dar vita a un quadro politico nazionale coordinato, modernizzare le normative, costruire competenze sul biologico nelle organizzazioni governative e del settore, migliorare l’accesso a dati affidabili sul biologico.

Il piano è denso e articolato, ma, soprattutto, è espressione unitaria dell’intero settore, che s’impegnerà ora affinché il governo canadese riconosca i benefici economici, ambientali e sociali dell’agricoltura biologica e investa di conseguenza.

Leggi qui il rapporto: https://cog.ca/policy/organic-action-plan/

IFOAM: agricoltura ruolo chiave nel taglio delle emissioni

L’Unione europea ha reso note le sue proposte, Stato per Stato, per ridurre le emissioni di gas serra entro il 2030, in funzione dei diversi pil. Questi tagli dovranno rendere possibile all’Ue di mantenere l’impegno preso al vertice sul clima di Parigi per una riduzione globale delle emissioni del 40%, rispetto ai livelli registrati nel 2005.

La riduzione delle emissioni riguarda i settori non coperti dal mercato europeo dell’anidride carbonica: l’edilizia, l’agricoltura, i rifiuti e i trasporti, che rappresentavano nel 2014 il 60% del totale della produzione di gas serra nel continente.

IFOAM ha accolto con favore la proposta della Commissione, ribadendo il ruolo centrale svolto dal settore agricolo.

Jan Plagge, vicepresidente di IFOAM UE afferma: “Il settore agricolo soffrirà più di ogni altro gli impatti dei cambiamenti climatici. Allo stesso tempo, ci sono diverse pratiche agricole che possono ridurre le emissioni, molte delle quali offrono ulteriori benefici ambientali e un reddito supplementare per gli agricoltori“.

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Il vecchio modello di produzione, continua Plagge, si è rivelato un vicolo cieco. Una cosa resa ancora più evidente dall’attuale crisi nel settore del latte e della carne. Per far fronte a questa situazione, incalza il vicepresidente della Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica, le Istituzioni dovrebbero promuovere servizi ambientali e sostegni a un sistema produttivo agricolo orientato alla qualità e alla sostenibilità.

E in questo, un ruolo centrale è occupato dalla prossima PAC, come afferma Eric Gall, policy manager di IFOAM: “La prossima riforma della PAC dovrebbe tener conto dell’impatto totale di sistemi agricoli e di allevamento, guardando al potenziale di mitigazione dei gas serra delle pratiche agricole, insieme con il loro impatto sulla biodiversità, la salute del suolo, l’inquinamento delle acque, il benessere degli animali e il loro potenziale per aiutare le aziende agricole ad adattarsi ai cambiamenti climatici“.

A livello globale, il settore agricolo è responsabile del 10% delle emissioni di gas a effetto serra, ma considerando anche il consumo del suolo indiretto, come ad esempio la deforestazione legata alla produzione di mangimi e le importazioni, questa percentuale aumenta in modo significativo, fino al 25%.

Fonti:

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2016/07/20/press-release-effort-sharing-decision-agriculture-should-play-its-part-emissions

http://www.askanews.it/esteri/bruxelles-presenta-quote-taglio-emissioni-fino-al-40-entro-2030_711862679.htm