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IL NUOVO DDL SULL’AGRICOLTURA BIOLOGICA E GLI ATTACCHI AL BIODINAMICO

IL NUOVO DDL SULL’AGRICOLTURA BIOLOGICA E GLI ATTACCHI AL BIODINAMICO

Il nuovo disegno di legge appena entrato in campo, per legittimare e strutturare il settore biologico, è una conquista degli ultimi 15 anni.

15 anni di lotte e resistenze da parte di chi, nel mondo agricolo, ha continuato a perseguire strade meno battute, non corrispondenti a quella principale dell’agricoltura intensiva. Tra queste vie “alternative” vi è quella del metodo biodinamico, in un comma del ddl equiparato al metodo biologico.

Tale equiparazione ha sollevato polemiche importanti per l’attacco di una parte della scienza al ruolo del metodo biodinamico e della sua presenza all’interno del ddl.

Inutile dire che le polemiche si sono collocate al centro della comunicazione mediatica, andando a velare l’importanza del passaggio al Senato di una legge per il settore; con l’aggiuntiva conseguenza di un possibile stravolgimento della legge in oggetto, durante il vaglio del disegno alla Camera.

La quasi unanimità riscontrata rispetto all’approvazione della legge al Senato, conferma la necessità e forse anche una nuova maturità, nel voler realizzare un quadro di sistema che favorisca il percorso di transizione ecologica in atto, nonché misure a favore dell’ambiente, del clima e della salute alimentare in generale.

Nata circa un secolo fa – spiega Carlo Triarico, Presidente APAB – l’agricoltura biodinamica ha gettato le basi della bioagricoltura e gli stessi regolamenti europei derivano per buona parte dai disciplinari Demeter.

In questo senso il metodo biodinamico è parte costituente del metodo biologico, poiché si basa sul modello di “organismo agricolo” a ciclo chiuso, finalità dell’intero settore. I preparati tacciati di stregoneria, sono contenuti tali e quali, nei regolamenti del biologico e usati da tantissime realtà certificate a metodo bio.

Le discriminazioni inerenti il metodo biodinamico, non nascono con questa legge, racconta il Presidente dell’Associazione, ma durante il primo convegno Expo sul tema, tenutosi a Milano nel 2015.

Il congresso divenne un pretesto per concretizzare l’impegno da parte di tutte le parti del settore, a prendere in carico il futuro agroalimentare del paese.

In questa occasione iniziarono le prime accuse di stregoneria a discapito del biodinamico. Accuse che, come vediamo nel caso del ddl n. 988, possono avere il potere di rallentare il processo emancipatorio di un settore, dissuadendo le istituzioni da una possibile riforma e favorendo la caduta in prescrizione una legge che al Senato ha raggiunto l’unanimità.

La posizione della scienza all’interno del conflitto (vivo già dal 2015), dovrebbe essere di supporto, aggiunge Triarico, non di ostacolo. Il mondo del biodinamico domanda alla ricerca di approfondire gli studi sul metodo poiché in altri paesi le università in questo senso dedicate, sono numerose e le pubblicazioni censite che approfondiscono il tema forniscono risultati promettenti.

L’obiettivo di fondo, teso alla salvaguardia dell’ambiente e a provvedimenti intelligenti che lo preservino, è troppo importante perché prevalgano le parti con i loro singoli interessi.

Fonte: Slow food

Consumo di suolo agricolo: 25mila ettari persi ogni anno. Legge bloccata in Parlamento

Il consumo di suolo è una delle malattie del nostro mondo. Un problema che riguarda da vicino anche l’Italia.

Il rapporto 2015 dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sul consumo di suolo parla di 55 ettari di Penisola, ingoiati dal cemento ogni giorno. Un consumo dovuto principalmente alla costruzione di nuove infrastrutture, di insediamenti commerciali e all’espansione di aree urbane a bassa densità.

La perdita di territorio riguarda prevalentemente le aree agricole, seguite dalle aree urbane e dalle terre naturali.

Di questo ha parlato Mario Catania, ministro delle Politiche agricole durante il Governo Monti, in una sua intervista ad Agronotizie.

Catania, che segue da tempo la questione, parla di una perdita annuale di 25mila ettari di terreno che potrebbe essere destinato diversamente, ad esempio alla produzione di cibo.

Se la sfida per il 2050 è quella di sfamare 9 miliardi di persone, attraverso l’aumento di una produttività agricola sostenibile, il nostro Paese si sta muovendo nella direzione sbagliata.

cementificazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come spiega Catania, il terreno perso è un “suolo particolarmente pregiato, pianeggiante, fertile, fondamentale per la produzione di cibo e per le funzioni ecosistemiche come l’assorbimento delle acque piovane. Terreni persi irreversibilmente, perché, una volta cementificato, il suolo non potrà mai più tornare come prima. Questo comporta, ovviamente, non solo una perdita di terreni coltivabili,essenziali per l’auto approvvigionamento alimentare di un Paese, ma anche il venir meno di una protezione naturale in caso di eventi climatici avversi“.

E parla anche di un ddl sul consumo di suolo, licenziato dalle Commissioni competenti dopo un anno impiegato per il voto degli emendamenti, che giace arenato in attesa di approdare alla Camera.

Nella legge, afferma l’ex ministro, è previsto un meccanismo che pone dei paletti al nuovo consumo di suolo. In particolare, si fa riferimento al “divieto quinquennale di mutamento di destinazione d’uso previsto per tutte le aree coltivate in favore delle quali sono stati erogati gli aiuti dell’Unione europea“.

Un ulteriore presidio, in attesa che entri in funzione la procedura di riduzione progressiva del consumo di suolo, – continua Catania – è fornito dalle disposizioni transitorie che vietano per tre anni il consumo di nuovo suolo, ad eccezione di quello necessario per i lavori già previsti dai piani regolatori“.

Il testo attuale, precisa l’ex ministro, è frutto di un compromesso, quindi molto lontano da come era stato pensato in origine. Può comunque essere migliorato, quando e se riuscirà ad arrivare in aula.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2016/02/29/consumo-di-suolo-parla-catania-quotaccelerare-sul-ddlquot/47715

http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/il-consumo-di-suolo-in-italia-edizione-2015

http://www.lastampa.it/2015/05/07/scienza/ambiente/focus/rapporto-ispra-sul-consumo-di-suolo-italia-asfaltata-dal-cemento-tjfFP2BV6617DNo8aabfhN/pagina.html