Suolo e Salute

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Cop 21: accordo storico con l’occhio al picco delle emissioni

COP21Si è conclusa nei giorni scorsi la Cop21, la Conferenza internazionale che ha visti radunati a Parigi 195 Paesi per trovare un accordo che salvi il Pianeta. Con difficoltà, l’accordo è stato raggiunto. C’è chi parla di un “risultato storico”, chi invece che ci sia davvero poco da festeggiare.

Così, i singoli Stati, che si chiamano INDC “Intended Nationally Determined Contributions”, hanno prodotto dei documenti dove indicano i loro piani operativi per ridurre le emissioni di gas serra a livello nazionale.

Ma sta qui parte dei limiti dell’accordo: non c’è nessun obbligo per gli Stati di mantenere le loro promesse e, comunque, anche se lo facessero, siamo lontani dal raggiungere gli obiettivi di abbattimento delle emissioni.  I 29 articoli dell’accordo, infatti, si limitano a raccomandare alle nazioni di tenere comportamenti virtuosi ma non prevedono sanzioni in caso contrario.

Nel frattempo, comunque, il presidente della Cop21, Laurent Fabius, ha descritto in questo modo il testo: “Questo accordo è necessario per il mondo intero e per ciascuno dei nostri paesi. Aiuterà gli stati insulari a tutelarsi davanti all’avanzare dei mari che minacciano le loro coste; darà mezzi finanziari all’Africa, sosterrà l’America Latina nella protezione delle sue foreste e appoggerà i produttori di petrolio nella diversificazione della loro produzione energetica. Questo testo sarà al servizio delle grandi cause: sicurezza alimentare, lotta alla povertà, diritti essenziali e alla fine dei conti, la pace. Siamo arrivati alla fine di un percorso ma anche all’inizio di un altro. Il mondo trattiene il fiato e conta su tutti noi“.

Ma vediamo, in sintesi, cosa è stato deciso. Come abbiamo accennato, l’obiettivo focale del patto è il contenimento della temperatura: rimanere ben al di sotto dei 2 gradi centigradi entro il 2020, forse fino agli 1,5 gradi.

Poi, ci sono i 100 miliardi di dollari da destinare ai paesi in via di sviluppo, da qui al 2020. Un nuovo obiettivo finanziario sarà fissato più tardi nel 2025.

Infine, le emissioni nocive: i piani nazionali per il taglio dei gas serra saranno sottoposti a revisione ogni cinque anni. Comunque, è richiesto che le parti “puntino a raggiungere il picco delle emissioni di gas serra il più presto possibile“, e di proseguire con “rapide riduzioni dopo quel momento” per arrivare a “un equilibrio tra le emissioni da attività umane e le rimozioni di gas serra nella seconda metà di questo secolo“.

La preoccupazione per la nostra “casa comune” è alla base anche dell’enciclica di Papa Francesco, pubblicata quest’anno, “Laudato Sì”. Un’esortazione affinchè la politica mondiale prenda a cuore la necessità di proteggere il nostro pianeta sia dal punto di vista ambientale che sociale. L’enciclica sottolinea, infatti, come senza giustizia sociale, e soprattutto verso i più poveri, non sia possibile proteggere le varie forme di vita che caratterizzano la nostra terra, le materie prime di cui noi stessi siamo fatti. Occorre cambiare i nostri atteggiamenti di dominatore, di consumatore o mero sfruttatore di risorse naturali, incapace di porre un limite agli interessi immediati. Viceversa, è necessario assumere il ruolo di buoni amministratori di ricchezze naturali che ci sono state concesse temporaneamente in gestione per tramandarle ai posteri. Una preoccupazione che deve alimentare i cervelli e i cuori di chi responsabilmente partecipa alla COP 21 ed ha il compito di definire le tappe per raggiungere l’obiettivo “planetario”.

In molte occasioni abbiamo definito la sostenibilità e le modalità per raggiungerla, ne abbiamo fatto motivo professionale ed ogni giorno cerchiamo di alimentarla con il nostro impegno. Un impegno che può vederci personalmente coinvolti perché i grandi obiettivi si possono raggiungere anche con le scelte personali che quotidianamente ognuno di noi compie.

 

fonti: http://www.ccpb.it/blog/2015/12/11/cop-21-laudato-si-sostenibilita-passando-per-biologico/

http://ambientebio.it/cop21-accordo-sul-clima-possiamo-veramente-dirci-soddisfatti/

Agricoltura biologica: unica strada contro i cambiamenti climatici

L’agricoltura biologica è la soluzione ai cambiamenti climatici. Ne sono fermamente convinti Aiab e FederBio, che riportano alcuni dati di uno studio pubblicato nel 2013 e diretto da Andreas Gattinger (FiBL – Istituto di ricerca per l’agricoltura biologica). Secondo lo studio, infatti, se tutte le superfici agricole fossero coltivate con metodi biologici, le emissioni di CO2 potrebbero ridursi del 23% in Europa e del 36% negli Usa.

Una provocazione, e al tempo stesso una proposta, che arriva mentre gli occhi di tutto il mondo sono puntati sulla COP21 di Parigi.

Che agricoltura e allevamenti intensivi generino un forte impatto nocivo sull’ambiente è ormai cosa risaputa. In questi giorni, ad esempio, l’Enpa ha distribuito a tutti i nostri deputati un documento ricco di autorevoli riferimenti scientifici che evidenzia come il 20% dei gas serra provenga proprio dagli allevamenti intensivi. E le coltivazioni non sono da meno. Ma scegliere il tipo giusto di agricoltura potrebbe ridimensionare il problema.

Lo studio diretto da Gattinger ha esaminato i risultati di 74 indagini internazionali che hanno messo a confronto gli effetti sul terreno delle coltivazioni biologiche e di quelle convenzionali. L’analisi ha portato alla conclusione che l’agricoltura biologica permette di fissare nel terreno quantità di carbonio significativamente superiori, offrendo un importante contributo per frenare il riscaldamento globale. Coltivare biologico corrisponderebbe a circa il 13% della riduzione complessiva di CO2 necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici fissati per il 2030.

cambiamenti climatici

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma non è tutto. Un altro studio comparso sulla rivista Critical reviews in plant sciences, e realizzato dai ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova in collaborazione con l’Università di Cornell, conferma che i terreni coltivati con metodo biologico hanno una maggiore capacità di stoccaggio di CO2 e al tempo stesso trattengono acqua, generando un miglior rendimento in caso di siccità.

Le tecniche agricole sostenibili garantiscono non solo un’attività produttiva duratura, ma accrescono la fertilità dei suoli, salvaguardano la biodiversità. Accrescere il tasso di sostanza organica nel terreno, inoltre, rappresenta il più importante sistema di assorbimento di carbonio sul nostro pianeta.

Promuovere metodi di coltivazione sostenibili non è solo una possibilità è un’esigenza.

Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio afferma: “Come abbiamo dimostrato con la Carta del Bio in EXPO, il modello agricolo e alimentare biologico è la risposta più efficace alle sfide del futuro in quanto capace di conciliare la tutela dell’ambiente, la salute e la nutrizione adeguata della popolazione con un’economia rurale equa e migliore. Questo anche perché le tecniche di agricoltura e allevamento biologico possono concretamente contribuire alla lotta al cambiamento climatico“.

Il modello biologico, dunque, è l’unico in grado di salvare il pianeta dai cambiamenti climatici. Per poter abbracciare il cambiamento, però, è necessario l’intervento delle forze politiche in gioco, affinché diano il sostegno economico che necessita e una normativa seria e rigorosa che non dia più voce a nessuna ambiguità.

Fonti:

http://www.adnkronos.com/sostenibilita/world-in-progress/2015/11/30/clima-soluzione-bio-con-agricoltura-naturale-solo-usa_3zytgXenGcUsWY6b3WTgKO.html?refresh_ce

http://www.askanews.it/cop-21/clima-cia-cop21-valorizzi-ruolo-agricoltura-anti-effetto-serra_711676626.htm

http://www.repubblica.it/ambiente/2015/11/27/news/pericoli_industria_carne-128274534/

Biologico e ambiente: occhi puntati sulla COP21 di Parigi

Gli occhi del mondo sono tutti puntati su Parigi, dove dal 30 novembre all’11 dicembre si terrà la Conferenza internazionale sul clima ().

La speranza comune è quella di riuscire a raggiungere un accordo, applicabile a tutte le nazioni, che riesca a contenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi, come richiesto da alcuni Paesi, in particolare le piccole isole che altrimenti rischiano di scomparire a causa dei cambiamenti climatici in atto.

IFOAM, la Federazione internazionale del movimento per l’agricoltura biologica, e IFOAM EU saranno sul posto per proporre un accordo internazionale che riconosca l’importanza del settore per la sicurezza alimentare e per combattere i cambiamenti climatici.

Secondo la Federazione, il tema del biologico è un punto di partenza dal quale non si può prescindere se si vuole migliorare la situazione climatica a livello mondiale.

COP21

 

 

 

 

 

 

 

 

Con quasi 800 milioni di persone che soffrono la fame, sottolinea IFOAM sul suo sito ufficiale, è necessario dare la priorità al diritto al cibo e alla sicurezza alimentare.

È necessario, continua la Federazione, che ci sia un impegno effettivo nell’affrontare e regolamentare le attività che producono le emissioni più elevate, come ad esempio l’uso di fertilizzanti.

Ecco un elenco di alcuni dei principali eventi a cui IFOAM parteciperà.

21 ° SESSIONE DELLA CONFERENZA DELLE PARTI 30 NOVEMBRE 11 DICEMBRE – PARIGI LE BOURGET

La COP21, come accennato, sarà un appuntamento cruciale. A questo appuntamento, il Segretariato UNFCCC.  IFOAM – Organics International interverrà nei negoziati.

CLIMATE GENERATIONS AREA – nei pressi di PARIGI LE BOURGET

Quest’area è dedicata ai progetti proposti dalla società civile e legati alla lotta contro il cambiamento climatico. Gli incontri sono aperti al pubblico.

4/1000 INITIATIVE: SOILS FOR FOOD SECURITY AND CLIMATE,  1 dicembre, PARIGI LE BOURGET

L ‘Iniziativa “4/1000: terreni per la sicurezza alimentare e climatica” mira a garantire che l’agricoltura svolga la sua parte nella lotta al cambiamento climatico. Qui si intende mostrare che anche un piccolo aumento del carbonio stoccato nel suolo (suoli agricoli, in particolare prati e pascoli, e suoli forestali) è di fondamentale importanza per migliorare la fertilità del suolo e la produzione agricola e per raggiungere l’obiettivo a lungo termine di limitare l’aumento della temperatura.   Il ripristino dei terreni agricoli degradati e l’aumento del tasso di carbonio nel suolo svolgono un ruolo importante per affrontare la triplice sfida della sicurezza alimentare, dell’adattamento dei sistemi alimentari e delle persone al cambiamento climatico, e della mitigazione delle emissioni di origine antropica.

FESTA DEL CONTADINO A COP21, IL 2 DICEMBRE, PARIGI LE BOURGET

Gruppi, ricercatori, persone comuni e altri sostenitori dell’agricoltura interverranno insieme per condividere le prospettive per l’agricoltura, alla luce delle trattative delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

INTERNATIONAL RIGHTS OF NATURE TRIBUNAL, 4-5 DICEMBRE,  PARIGI

È un’iniziativa creata dai e per i cittadini: fornisce alla gente di tutto il mondo l’opportunità di testimoniare pubblicamente come in alcuni casi governi e aziende non solo permettono, ma incoraggiano la distruzione della Terra. È aperta al pubblico, ma è richiesta la registrazione. IFOAM parteciperà a questo evento.

RAFFREDDARE IL PIANETA, NUTRIRE IL MONDO, 7 DICEMBRE, PARIGI

È un incontro volto a discutere su come invertire l’innalzamento delle temperature attraverso l’agricoltura biologica rigenerativa. Andre Leu, presidente di IFOAM interverrà assieme a Vandana Shiva, Ronnie Cummins, Tom Newmark e Hans Herren.

Fonti:

http://www.ifoam.bio/en/news/2015/11/16/ifoam-organics-international-cop-21-climate-conference-paris

http://newsroom.unfccc.int/lpaa/agriculture/join-the-41000-initiative-soils-for-food-security-and-climate/