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25milioni in più per l’agricoltura biologica

Toscana: saranno 25 milioni le risorse in più stanziate per l’agricoltura biologica. La decisione è stata presa in questi giorni dalla giunta, su iniziativa dell’assessore Marco Remaschi.

La Regione Toscana ha deciso di aumentare i fondi messi a disposizione dell’agricoltura biologica di altri 25 milioni di euro. La decisione, presa nei giorni scorsi su un’iniziativa partita dall’assessore regionale all’agricoltura e foreste Marco Remaschi, è apparsa necessaria per far fronte all’ampia risposta degli operatori di settore alla pubblicazione del bando del 2015. A fronte di una dotazione finanziaria della misura di 17 milioni di euro, infatti, sono pervenute richieste di poco inferiori ai 23 milioni di euro per 2.059 aziende, a dimostrazione dell’interesse delle imprese agricole nei confronti del metodo di coltivazione biologico.

Per poter soddisfare tutte le domande ammesse, dunque, la giunta ha deciso di aumentare l’impegno finanziario di ulteriori 25milioni di euro rispetto a quanto previsto.

Come afferma lo stesso Remaschi, la decisione è stata “assunta in considerazione del fatto che la valorizzazione dell’agricoltura biologica ha un ruolo fondamentale per favorire e incentivare un processo di cambiamento delle pratiche agricole, puntando come obiettivo sulla conservazione della biodiversità a livello di agroecosistema, sulla conservazione dei paesaggi, sulla riduzione dell’inquinamento delle risorse idriche, sul contenimento dell’erosione e della perdita di fertilità dei suoli, contribuendo anche alla riduzione dell’emissione dei gas serra“.

I vigneti del Chianti - Toscana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In Toscana – aggiunge Remaschi – sono circa 4.500 le aziende biologiche che fanno parte del sistema agricolo regionale e che contribuiscono quindi all’immagine della Regione Toscana quale territorio attento al vivere sano, alla cultura e alla tutela del paesaggio. Di qui l’impegno della Regione a incentivarle e sostenerle, in quanto valore aggiunto del settore“.

La conferma del crescente interesse della Regione nei confronti del settore arriva anche da un’analisi di Coldiretti Toscana effettuata sulla base dell’ultimo rapporto Sinab. Dai dati diffusi emerge infatti un aumento del 12,3% dei produttori e del 15,8% di superfici e colture, in particolare olivicoltura, cereali e vite.

Come afferma il presidente Tulio Marcelli: “È un exploit da ricondurre all’attenzione per il benessere, la forma fisica e la salute, oltre che la crescente diffusione di intolleranze alimentari. In Toscana le aziende agricole hanno scommesso, già da molto tempo, sulle produzioni biologiche ed i risultati di oggi dimostrano che hanno avuto ragione. È stata importante, per incentivare il bio, anche la politica della Regione Toscana che ha messo a disposizione delle imprese risorse importanti”.

Fonti:

http://www.lanazione.it/agricoltura-biologica-1.2078974

http://www.askanews.it/regioni/toscana/agricoltura-biologica-da-giunta-toscana-25-milioni-in-piu_711790419.htm

http://www.toscanamedianews.it/il-balzo-bio-della-toscana.htm

Emilia Romagna: crescono le superfici coltivate con cereali biologici

Nell’ultimo anno, in Emilia Romagna, la superficie agricola coltivata con il metodo biologico è cresciuta del 9,8%; il 2% è occupata da cereali biologici. A ricordarlo in una nota Paolo Parisini, presidente della Sezione biologica di Confagricoltura Emilia Romagna.

La domanda crescente di farine di grano tenero, anche per la preparazione del pane in casa, ha fatto lievitare i prezzi alla produzione: da 370 a 410 euro/ton nel periodo marzo 2015-marzo 2016. Forte richiesta di grani antichi quali, il Gentil rosso ed il Marzuolo del Cimone”, spiega Parisini.

I dati a cui si riferisce il presidente della Sezione biologica di Confagricoltura sono quelli contenuti nel rapporto “Bio in cifre 2015” redatto dal Sinab, il Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica.

Non solo. Il rapporto rende noto che in Emilia Romagna sono circa 40.279 gli ettari complessivi di colture foraggere (incluse quelle destinate agli allevamenti di bovini da latte per la produzione di Parmigiano Reggiano); 12.800 ettari di cereali; 2.500 ettari di orticole e 2.300 ettari di colture frutticole. Oltre a 1.200 ettari coltivati a noce e nocciolo e 2.600 ettari di viti biologiche e biodinamiche.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le domande di conversione al biologico, inoltre, sono aumentate in Regione del 25%, grazie anche agli incentivi offerti dal nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2014-220. Il tutto in un anno durante il quale il numero dei produttori è passato da 2.700 a 3.300.

Numeri importanti che, però, devono essere accompagnati da interventi concreti che permettano una crescita costante del settore. Ne è convinta Confagricoltura Emilia Romagna, che evidenzia la necessità di puntare all’alta specializzazione dei terreni vocati.

Soprattutto la zootecnica è limitata dalla scarsa disponibilità di alimenti proteici e per favorire il reale incremento delle stalle bio, bisogna creare fin d’ora tutti i presupposti affinché tali allevamenti possano essere autosufficienti nell’alimentazione degli animali, arrivando fino al 100% di alimenti autoprodotti”, precisa Parisini.

Fonti:

http://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/ortofrutta/2016/03/21/confagricoltura-e-r-98-superficie-bio-nellultimo-anno_c5746362-fe4d-43a5-8473-beb97f1cd312.html

http://www.confagricoltura.org/blog/2016/03/21/cereali-bio-balzo-dei-prezzi-alla-produzione-della-superficie-agricola-emilia-romagna/

Eurispes: italiani sempre più vegetariani e attenti alla qualità

Sempre più italiani amano l’alimentazione sana e verde. Secondo il Rapporto Italia 2016 dell’Eurispes, infatti, nel Belpaese cresce il numero di vegetariani e vegani che nel 2015 arrivano a coprire l’8% della popolazione.

In particolare, il 7,1% dei cittadini italiani si dichiara vegetariano: il 2016 registra così un aumento di quasi 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente (5,7% nel 2015).

Il rapporto Eurispes fotografa di anno in anno il cambiamento dello stile di vita e dei comportamenti degli italiani.

La vera novità di quest’anno è rappresentata dalla percentuale di vegani che, pur rimanendo una minoranza della popolazione, raggiunge ben l’1%.

Le ragioni che spingono gli italiani a scegliere un’alimentazione priva di prodotti di origine animale ha a che fare soprattutto con la salute e il benessere. Il 46,7% della popolazione sceglie prodotti vegetali per stare meglio; il 30%, invece, lo fa mosso dalla sensibilità nei confronti degli animali; infine, poco più del 12% dichiara di scegliere un’alimentazione priva di carne per tutelare l’ambiente.

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Ma non solo alimenti verdi, sempre più italiani orientano i loro acquisti verso prodotti Made in Italy e dalla provenienza certa.

Oltre la metà dei consumatori, infatti, acquista con frequenza prodotti a marchio DOP e IGP (53,8%), una quota che sale del +7,4% rispetto al 2012 (46,4%).

Il 74,7% degli italiani controlla l’etichettatura e la provenienza dei prodotti, prediligendo frutta e verdura di stagione (81%) e a km 0 (55,9%). Oltre un terzo dei consumatori, inoltre, (37,1%) si affida a prodotti biologici.

Così, il Rapporto Italia 2016, presentato nei giorni scorsi dall’istituto di ricerca, evidenzia come la qualità e la sicurezza alimentare siano due principi chiave che guidano le scelte degli acquirenti e che vengono prima del risparmio economico.

I più attenti nella scelta di prodotti di qualità sono i consumatori con un’età compresa tra i 35 e i 44 anni (62,1%), mentre i prodotti a marchio d’origine trovano minore diffusione tra i giovanissini (45,2%), meno orientati verso il Made in Italy e i prodotti di qualità.

Rispetto alle zone geografiche, invece, nel centro si registrano i comportamenti nei consumi più “attenti” alla qualità e all’origine dei prodotti.

Fonti:

http://www.adnkronos.com/sostenibilita/tendenze/2016/01/28/crescono-vegetariani-vegani-italia-sono-della-popolazione_At8SsntHpLwpN7pCCemxYN.html?refresh_ce

http://www.ilfattoalimentare.it/vegetariani-vegani-eurispes-italia-2016.html

http://www.qualivita.it/news/eurispes-sempre-piu-qualita-nei-consumi-agroalimentari-degli-italiani/

Il biologico conquista la Gdo: +20% di vendite in un anno

Il biologico conquista sempre più consumatori italiani. È quanto evidenziato dai dati sulla crescita del bio nel 2015, elaborati di ricerche di mercato Nielsen.

Secondo l’analisi presentata a BolognaFiere, in occasione di Marca, Salone internazionale sui prodotti a Marca del Distributore, il mercato del biologico italiano continua a rappresentare una grande opportunità per la distribuzione organizzata.

Nell’ultimo anno (novembre 2014 – novembre 2015) il valore delle vendite di prodotti biologici nella GDO è cresciuto di ben il 20%, raggiungendo un valore complessivo di 863,8 milioni di euro.

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Il podio dei prodotti più venduti in Gdo vede piazzarsi al primo posto le uova biologiche  (vendite per oltre 61 milioni, +8,4% sull’anno precedente), seguite dall’alternativa a confetture e marmellate, le composte di frutta (oltre 60 milioni, +8,2%). Al terzo posto, invece, si piazzano le gallette di riso (sfiorano i 50 milioni, con un +21,4% rispetto all’anno precedente), seguite da frutta fresca (42 milioni, +12,4%), brick di bevande alla soia (+25,2% per un valore di oltre 37 milioni), pasta di semola (+29%, anche in questo caso 37 milioni), alimenti a base di soia (+37,3%, 35 milioni), ortaggi (+8,3%, oltre 30 milioni), latte fresco (+4,3%, 29 milioni).

In sintesi, nella Grande distribuzione organizzata, l’incremento medio per le prime 15 categorie è del 18,6%, con un mimino del +4,3% per il latte e un massimo del +47,7% per l’olio extravergine d’oliva. Non male, per un settore che esprime da un decennio tassi di crescita a due cifre, anche negli anni dell’ultima crisi dei consumi.

Ma non ci si può fermare a crogiolarsi sui dati. Secondo le organizzazioni di settore, infatti, è necessario tutelare il settore, favorendo il confronto tra gli attori protagonisti e utilizzando al meglio gli strumenti a disposizione, al fine di garantire qualità e integrità delle produzioni.

Per raggiungere questo scopo è necessaria inoltre la collaborazione delle istituzioni, che devono essere sollecitate al fine di favorire un approccio meno burocratico e più orientato allo sviluppo: magari prevedendo nel Piano d’azione nazionale iniziative di informazione al pubblico di cui diventino protagonisti gli operatori dello specializzato e della grande distribuzione.

Fonti:

http://www.focus.it/ambiente/ecologia/dalle-uova-all-olio-il-mercato-del-bio-vale-oltre-860-milioni-20percent-in-un-anno

http://www.greenstyle.it/prodotti-biologici-20-vendite-nel-2015-uova-al-primo-posto-182542.html

Organic Innovation Day: a Bruxelles per parlare di biologico e innovazione

logo_tp-organics_500 x 250L’1 e il 2 dicembre i responsabili del settore biologico e i leader politici si sono incontrati a Bruxelles per prendere parte all’Organic Innovation Day, l’incontro organizzato dalla Piattaforma tecnologica europea per l’agricoltura biologica ricerca e innovazione (TP Organics). Durante l’evento, si è discusso del potenziale del sistema produttivo biologico e di opportunità e rischi legati a innovazioni sviluppate al di fuori del settore, come le bio-plastiche, le proteine ricavate da insetti o alghe e il riciclo dei rifiuti urbani e umani. 

Gli “Organic Innovation Days” sono stati organizzati in collaborazione con il network Mediterraneo per l’Agricoltura Biologica (Moan) e Unioncamere Lombardia.

I lavori sono stati introdotti dal parlamentare europeo Paolo De Castro.

Durante gli incontri sono stati premiati tre progetti innovativi inerenti soluzioni alternative nella gestione delle specie nocive, trasformazione dei prodotti alimentari e modelli di business di valore aggiunto a livello locale. Infine, stakeholders e politici si sono confrontati per discutere come aumentare e migliorare gli investimenti per la ricerca nel campo del biologico. 

In un suo intervento, Eduardo Cuoco, responsabile del segretariato TP Organics, ha sottolineato l’importanza di tenere lo sguardo ben fisso sul biologico, per garantire soluzioni concrete alla crescente domanda della popolazione mondiale. “L’innovazione è essenziale per lo sviluppo dell’intero sistema agroalimentare europeo,l’agricoltura e i prodotti biologici  possono  creare soluzioni innovative per aumentare la sostenibilità della produzione – ha affermato Cuoco –  Il biologico offre già contributi concreti alle sfide del cambiamento climatico, della sicurezza alimentare e  dell’uso efficiente delle risorse. TP Organics chiede che il prossimo programma Horizon 2020 per il 2018-2020 recepisca pienamente i contributi del biologico. E’ cruciale che non solo l’agricoltura ma anche i processi di trasformazione bio ricevano adeguati finanziamenti per la ricerca. Il bio è un settore che ha il potenziale per incontrare la crescente domanda dei consumatori di cibo sostenibile e sano”. 

In occasione dell’incontro, l’assessore regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca dell’Emilia Romagna, Simona Caselli, ha espresso la volontà della Regione di raddoppiare le superfici biologiche entro il 2020. “Per fare questo – ha precisato – abbiamo  confermato anche nel  nuovo Programma regionale di sviluppo rurale una priorità in tutte le misure per chi fa agricoltura biologica. Allo stesso tempo è fondamentale lavorare sull’innovazione. Abbiamo destinato cinquanta milioni di euro alla creazione di Gruppi operativi nell’ambito del Partenariato europeo per l’innovazione e  nel primo bando di imminente uscita stiamo facendo dell’agricoltura biologica una priorità  finanziando progetti al 90% del costo totale. Siamo molto orgogliosi che  Horta srl,  spin-off dell’Università Cattolica di Piacenza  abbia vinto il concorso TP Organics sulle tecnologie innovative per il controllo degli infestanti  nel sistema delle coltivazioni biologiche”.

Fonti:

http://notizie.tiscali.it/regioni/emilia_romagna/articoli/Biologico-a-Bruxelles-gli-Organic-Innovation-days/

http://www.tporganics.eu/

http://www.ifoam-eu.org/en/events/organic-innovation-days

Biologico e ambiente: occhi puntati sulla COP21 di Parigi

Gli occhi del mondo sono tutti puntati su Parigi, dove dal 30 novembre all’11 dicembre si terrà la Conferenza internazionale sul clima ().

La speranza comune è quella di riuscire a raggiungere un accordo, applicabile a tutte le nazioni, che riesca a contenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi, come richiesto da alcuni Paesi, in particolare le piccole isole che altrimenti rischiano di scomparire a causa dei cambiamenti climatici in atto.

IFOAM, la Federazione internazionale del movimento per l’agricoltura biologica, e IFOAM EU saranno sul posto per proporre un accordo internazionale che riconosca l’importanza del settore per la sicurezza alimentare e per combattere i cambiamenti climatici.

Secondo la Federazione, il tema del biologico è un punto di partenza dal quale non si può prescindere se si vuole migliorare la situazione climatica a livello mondiale.

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Con quasi 800 milioni di persone che soffrono la fame, sottolinea IFOAM sul suo sito ufficiale, è necessario dare la priorità al diritto al cibo e alla sicurezza alimentare.

È necessario, continua la Federazione, che ci sia un impegno effettivo nell’affrontare e regolamentare le attività che producono le emissioni più elevate, come ad esempio l’uso di fertilizzanti.

Ecco un elenco di alcuni dei principali eventi a cui IFOAM parteciperà.

21 ° SESSIONE DELLA CONFERENZA DELLE PARTI 30 NOVEMBRE 11 DICEMBRE – PARIGI LE BOURGET

La COP21, come accennato, sarà un appuntamento cruciale. A questo appuntamento, il Segretariato UNFCCC.  IFOAM – Organics International interverrà nei negoziati.

CLIMATE GENERATIONS AREA – nei pressi di PARIGI LE BOURGET

Quest’area è dedicata ai progetti proposti dalla società civile e legati alla lotta contro il cambiamento climatico. Gli incontri sono aperti al pubblico.

4/1000 INITIATIVE: SOILS FOR FOOD SECURITY AND CLIMATE,  1 dicembre, PARIGI LE BOURGET

L ‘Iniziativa “4/1000: terreni per la sicurezza alimentare e climatica” mira a garantire che l’agricoltura svolga la sua parte nella lotta al cambiamento climatico. Qui si intende mostrare che anche un piccolo aumento del carbonio stoccato nel suolo (suoli agricoli, in particolare prati e pascoli, e suoli forestali) è di fondamentale importanza per migliorare la fertilità del suolo e la produzione agricola e per raggiungere l’obiettivo a lungo termine di limitare l’aumento della temperatura.   Il ripristino dei terreni agricoli degradati e l’aumento del tasso di carbonio nel suolo svolgono un ruolo importante per affrontare la triplice sfida della sicurezza alimentare, dell’adattamento dei sistemi alimentari e delle persone al cambiamento climatico, e della mitigazione delle emissioni di origine antropica.

FESTA DEL CONTADINO A COP21, IL 2 DICEMBRE, PARIGI LE BOURGET

Gruppi, ricercatori, persone comuni e altri sostenitori dell’agricoltura interverranno insieme per condividere le prospettive per l’agricoltura, alla luce delle trattative delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

INTERNATIONAL RIGHTS OF NATURE TRIBUNAL, 4-5 DICEMBRE,  PARIGI

È un’iniziativa creata dai e per i cittadini: fornisce alla gente di tutto il mondo l’opportunità di testimoniare pubblicamente come in alcuni casi governi e aziende non solo permettono, ma incoraggiano la distruzione della Terra. È aperta al pubblico, ma è richiesta la registrazione. IFOAM parteciperà a questo evento.

RAFFREDDARE IL PIANETA, NUTRIRE IL MONDO, 7 DICEMBRE, PARIGI

È un incontro volto a discutere su come invertire l’innalzamento delle temperature attraverso l’agricoltura biologica rigenerativa. Andre Leu, presidente di IFOAM interverrà assieme a Vandana Shiva, Ronnie Cummins, Tom Newmark e Hans Herren.

Fonti:

http://www.ifoam.bio/en/news/2015/11/16/ifoam-organics-international-cop-21-climate-conference-paris

http://newsroom.unfccc.int/lpaa/agriculture/join-the-41000-initiative-soils-for-food-security-and-climate/