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IL NUOVO SVILUPPO RURALE INVESTE SUL BIOLOGICO (MA I CONTI IN MOLTE REGIONI GIÀ NON TORNANO)

IL NUOVO SVILUPPO RURALE INVESTE SUL BIOLOGICO (MA I CONTI IN MOLTE REGIONI GIÀ NON TORNANO)

Intervento di Angelo Frascarelli che su Terra e Vita spiega come si realizzerà il trasferimento di 360 milioni dal primo al secondo pilastro per sostenere l’agricoltura bio. Ma in nove Regioni la dotazione risulta già tagliata

Le strategie dell’Unione europea, Green Deal e “Farm to Fork”, spingono per una crescita dell’agricoltura biologica nei prossimi anni. Alla luce di questa scelta, l’agricoltura biologica sarà particolarmente sostenuta nella futura Pac, con dotazioni aggiuntive nel periodo 2023-2027. È quanto ricorda Angelo Frascarelli, presidente di Ismea, in un articolo pubblicato sul settimanale Terra e Vita.

Entro il prossimo 30 settembre il nostro Paese deve consegnare a Bruxelles il piano strategico nazionale emendato delle osservazioni apportate dalla Commissione alla prima versione. Una delle più importanti riguarda proprio il bio (con quali azioni concrete puntate ad anticipare al 2027 l’obiettivo del 25% della Sau nazionale?).

Il nostro Paese ha scelto di sostenere il bio solo attraverso lo Sviluppo Rurale (nessun ecoschema dedicato) ma ha previsto il trasferimento di 360 milioni di euro dal 1° al 2° pilastro (90 ogni anno), destinati a sostenere la conversione e il mantenimento del metodo di produzione biologico.

«Il maggior sostegno – commenta il professore – potrebbe essere salutato come un successo per l’agricoltura biologica, ma le risorse pubbliche non bastano, anzi possono creare pericolose illusioni, se non sono accompagnate da una crescita del mercato».

Farm to fork

Bruxelles ha innescato un deciso cambiamento di prospettive per il biologico, diventato in poco tempo da movimento alternativo a strumento politico per realizzare la strategia Farm to Fork (25% di sau bio).

Al 2020, le superfici biologiche occupano il 9,1% della Sau europea, con notevoli differenze tra gli Stati membri. Mentre alcuni presentano percentuali molto vicine all’obiettivo target del 25% (l’Austria ad esempio lo ha già superato), altri registrano valori molto bassi, in particolare quelli dell’Est Europa. L’Italia si trova tra i Paesi più “virtuosi”, con una percentuale del 17,4% di biologico sulla Sau totale (Sinab 2021).

Il piano europeo per il bio

L’attuale trend di crescita delle superfici biologiche a livello di Ue non è sufficiente per raggiungere l’obiettivo della strategia Farm to Fork. Per incentivare ulteriormente lo sviluppo del biologico Frascarelli ricorda che Commissione Ue ha pubblicato, nel marzo 2021, un piano di sviluppo per l’agricoltura biologica che si basa su tre assi (e 18 azioni):

  • alimenti e prodotti biologici per tutti: stimolare la domanda e garantire la fiducia dei consumatori;
  • stimolare la conversione e rafforzare l’intera catena del valore;
  • migliorare il contributo dell’agricoltura biologica alla sostenibilità.

Il concetto è quello che la semplice conversione di nuovi terreni al metodo di produzione biologico non sia sufficiente per la crescita del settore, ma dovrà essere accompagnata da un aumento dei consumi e della domanda di prodotti biologici.

Un trasferimento di 360 milioni

Bruxelles nel regolamento attuativo della nuov Pac Il Reg. Ue 2021/2115 (art. 103) prevede la possibilità per uno Stato membro di trasferire al Feasr (Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale) fino al 25% della dotazione dei pagamenti diretti (Feaga – Fondo europeo agricolo di garanzia).

L’Italia ha deciso un trasferimento di risorse dal Feaga (1° pilastro) al Feasr (2° pilastro) per 505.141.168 di euro, corrispondenti a 126.285.292 di euro annui. I trasferimenti sono destinati ai seguenti interventi (tab. 1):

– giovani agricoltori per 36,2 milioni di euro annui dal 2024 al 2027, per un totale di 145,14 milioni;

– interventi sull’agricoltura biologica per 90 milioni di euro annui dal 2024 al 2027, per un totale di 360 milioni.

Risorse sottratte dalle Regioni

La dotazione aggiuntiva di 90 milioni per l’agricoltura bio è stata ripartita tra le Regioni.

Il 2° pilastro della Pac, finanziato dal Feasr, prevede l’obbligo di un cofinanziamento nazionale di circa il 50%; di conseguenza, il trasferimento di 360 milioni di euro dal 1° pilastro genera una dotazione di circa 720 milioni nel 2° pilastro a disposizione degli interventi per l’agricoltura biologica. Tale cifra si aggiunge alle risorse che le Regioni hanno impegnato per la Misura 11 dei Psr a sostegno dell’agricoltura biologica nella programmazione 2014-2022. Oltre ai sostegni diretti, l’agricoltura biologica potrà beneficiare di altri importanti Interventi della nuova politica di sviluppo rurale, tra cui lo scambio di conoscenza e informazioni, nel nuovo sistema dell’Akis (Agricultural Knowledge Innovation Systems), che dovrà accrescere le conoscenze sulle pratiche agricole biologiche per aumentare produttività e sostenibilità.

Una recente lettera inviata a tutte le Regioni italiane dalle associazioni del biologico denuncia che dall’analisi della ripartizione delle risorse per la prossima programmazione dello Sviluppo rurale, ben nove amministrazioni regionali hanno deciso di corrispondere al bio meno risorse rispetto a quanto concordato con il Governo.

La nuova misura 11 si chiamerà SRA29

Nella programmazione dello sviluppo rurale 2023-2027 non si parla più di misure e quindi di Misura 11 “Agricoltura biologica”, ma di tipologie di Intervento.

Il sostegno all’agricoltura biologica rientra all’interno del Piano Strategico Pac (Psp) nella tipologia di Intervento A) pagamenti per Impegni ambientali, climatici e altri impegni in materia di gestione, con un apposito Intervento SRA29 “Pagamento al fine di adottare e mantenere pratiche e metodi di produzione biologica”.

SRA29 sarà quindi il codice identificativo del sostegno all’agricoltura biologica nello sviluppo rurale 2023-2027.

L’intervento si applica a tutte le tipologie colturali e ai prati permanenti, prati pascoli e pascoli, esclusi i terreni a riposo, e si articola in due azioni:

– Azione 1 Conversione all’agricoltura biologica;
– Azione 2 Mantenimento dell’agricoltura biologica.

 

«LA TRANSIZIONE ECOLOGIA SIA ACCOMPAGNATA DA UNA TRANSIZIONE ENERGETICA SOSTENIBILE»

«LA TRANSIZIONE ECOLOGIA SIA ACCOMPAGNATA DA UNA TRANSIZIONE ENERGETICA SOSTENIBILE»

Copagri-Anaprobio chiede misure fiscali ad hoc per il biologico. E il coordinatore Ignazio Cirronis al Sana chiede di rimuovere i nodi burocratici che non consentono all’agricoltura di contribuire alla transizione green dell’energia

«Al governo chiediamo di impegnarsi affinché il Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica individui interventi strutturali che vadano a rafforzare le filiere e favoriscano l’abbattimento dei costi di produzione».

«Anche attraverso una manovra in campo fiscale e con l’adozione di impianti di energia rinnovabile». È quanto ha chiesto Ignazio Cirronis, presidente di Anaprobio Italia, l’associazione dei produttori biologici della Copagri, nell’ambito degli Stati Generali del comparto al Sana di Bologna.

Pronti a dare il nostro contributo

«Le aziende agricole biologiche sono pronte a contribuire attivamente alla transizione ecologica del Paese – ha spiegato il presidente – ma chiedono di essere messe nelle condizioni di poter programmare il loro futuro a rischio dagli incrementi record dei costi di produzione e dell’energia». Un comparto che, secondo Cirronis, «ha le carte in regola per contribuire anche alla transizione energetica e decarbonizzazione, essendo uno degli strumenti chiave per dare impulso all’economia locale e mantenere o migliorare la qualità del territorio, in alcuni casi minacciato dall’abbandono delle campagne o sotto la pressione di un’agricoltura intensiva».

Cresce l’attesa per il piano

Da qui la necessità di incrementare gli sforzi per raggiungere l’obiettivo comunitario del 25% dei terreni bio entro il 2030, facendo crescere l’offerta e i consumi. Per questo, secondo il presidente «si dovrà arrivare dalla definizione, nell’ambito del Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica di azioni efficaci in grado di sostenere il ruolo del biologico».

BIOLOGICO, IL PIANO IN 5 PUNTI DI ALLEANZA COOPERATIVE

BIOLOGICO, IL PIANO IN 5 PUNTI DI ALLEANZA COOPERATIVE

La ricetta della cooperazione presentata dal coordinatore Francesco Torriani al Sana di Bologna

«Solo la filiera è in grado di tenere insieme la produzione con la trasformazione e la commercializzazione, erogando al contempo tutti i servizi necessari alle aziende agricole che si convertono al biologico, dalla consulenza alla digitalizzazione».

Filiere forti

«Anche nel bio bisogna quindi costruire filiere forti ed efficienti, basate sulla capacità di progettazione e innovazione in modo da essere più resilienti dinanzi alle distorsioni del mercato, specie in una situazione di crisi come quella attuale». È ciò che ha affermato Francesco Torriani, coordinatore Biologico di Alleanza Cooperative Agroalimentari il 9 settembre a Bologna al convegno Rivoluzione bio – crisi climatica, conflitti in Europa, transizione ecologica: il ruolo dell’agricoltura biologica.

Promozione compartecipata

Uno dei convegni di apertura del Sana, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale. Fra le proposte avanzate dalla cooperazione c’è quella di sostenere la domanda attraverso «campagne promozionali d’impatto, con la compartecipazione del pubblico e del privato».

Comunità energetiche

Per contenere l’impatto dei costi energetici sulle aziende biologiche l’Alleanza cooperative punta sulle comunità energetiche. «La crisi in atto rende necessario – ha spiegato Torriani – lo sviluppo di una visione olistica: nel nostro approccio di filiera la produzione di energia necessaria all’impresa per produrre cibo non può più essere considerata un input esterno. Le comunità energetiche rappresentano un modello innovativo per la produzione, la distribuzione e il consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili».

Sostegni fiscali e impegno nel biobreeding

Inoltre, l’introduzione di un credito di imposta a copertura delle spese di certificazione per i prodotti biologici potrebbe, secondo Torriani, «essere utile per alleggerire i costi a carico delle imprese e rendere i prodotti bio più competitivi”. Infine, dal momento che tra le maggiori sfide dell’agricoltura europea c’è anche quella di aumentare la produzione per essere meno dipendenti dall’estero, anche l’agricoltura biologica secondo l’Alleanza cooperative deve farsi carico di questa sfida. Come? «Puntando – secondo Torriani  -sull’innovazione, a partire dal biobreeding, ovvero la selezione di nuove varietà, che permettano di coniugare la qualità alla quantità nel rispetto dei principi dell’agroecologia».

LA PAC PREMIERÀ PIÙ L’INTEGRATO CHE IL BIOLOGICO?

LA PAC PREMIERÀ PIÙ L’INTEGRATO CHE IL BIOLOGICO?

Le associazioni di settore chiedono di garantire l’accordo Stato-Regioni per evitare la distorsione di una Pac che in Italia rischia di premiare più l’agricoltura integrata di quella bio

Piano d’azione per il biologico, Piano strategico nazionale per la nuova Pac: le scadenze sono vicine e la prossima edizione del Sana e dell’evento Rivoluzione bio offrirà l’occasione per conoscere in anteprima cosa bolle in pentola.

I programmi per il futuro

È infatti un periodo di intensa programmazione per il futuro dell’agricoltura biologica italiana, il piano strategico nazionale, in particolare, deve essere consegnato a Bruxelles entro il 30 settembre, ma le indiscrezioni finora filtrate su questi importanti documenti non sono all’altezza delle aspettative del settore.

L’intreccio tra ecoschemi e sviluppo rurale

Dal confronto tra Regioni e Ministero delle Politiche agricole sembra emergere infatti la distorsione di una politica agricola comunitaria che premierà in Italia più l’agricoltura integrata che quella biologica per effetto di un diabolico intreccio tra i contributi legati agli ecoschemi e a quelli per lo sviluppo rurale. Per questo le associazioni del biologico hanno inviato a fine agosto una lettera alle amministrazioni regionali per  garantire l’accordo Stato Regioni per incrementare gli stanziamenti dedicati al biologico.

L’obiettivo del Green deal

L’iniziativa è finalizzata anche a non pregiudicare il raggiungimento del 25% di superficie coltivata a bio entro il 2027 «come previsto dal Piano Strategico Nazionale, valutato positivamente dalla Commissione Ue». Alle Regioni che stanno definendo la destinazione delle risorse riservate allo sviluppo rurale, viene chiesto di confermare per il biologico gli stessi stanziamenti del periodo 2014-2022, oltre all’incremento necessario per il rispetto dell’accordo raggiunto in Conferenza Stato Regioni relativo ai 90 milioni di euro annui da trasferire dal primo al secondo pilastro con cofinanziamento delle Regioni.

«È indispensabile per le imprese agricole disporre di risorse adeguate a sostenere la conversione al biologico e a mantenere questa forma di agricoltura che tutela la fertilità del suolo, la biodiversità, oltre a contrastare il cambiamento climatico e supportare così la transizione ecologica tracciata dal Green Deal Europeo».

OK DI BRUXELLES AGLI STANZIAMENTI DELLA REGIONE TOSCANA PER IL BIO

OK DI BRUXELLES AGLI STANZIAMENTI DELLA REGIONE TOSCANA PER IL BIO

Via libera Ue alle modifiche del Psr della Toscana: novità per zone svantaggiate, biologico, benessere animale

È arrivata in porto la modifica al Piano di sviluppo rurale per il 2022 che la Giunta regionale ha presentato alla Commissione europea. Con la decisione n. 6113 del 22 agosto 2022 la Commissione europea ha infatti approvato tutte le modifiche al Programma presentate dalla Regione Toscana (ne avevamo parlato qui https://www.suoloesalute.it/la-toscana-prolunga-limpegno-economico-sul-bio/).

Le novità

Le principali novità introdotte per il settore agricolo toscano sono:

– l’incremento della dotazione finanziaria della misura 11 “Agricoltura biologica” – per il finanziamento della seconda annualità di impegno (2022) per tutte le aziende beneficiarie del bando 2021;

– l’introduzione della misura 14 “Benessere animale” per sostenere le imprese agro-zootecniche che si impegnano al raggiungimento di standard più avanzati di benessere animale, rispetto ai requisiti normativi di base, prevedendo una dotazione finanziaria di 3 milioni di euro. Nelle prossime settimane la Giunta regionale darà il via all’iter della pubblicazione del relativo bando;

– l’incremento della dotazione finanziaria della misura 13 “indennità compensative per le zone svantaggiate” che consente l’aumento della dotazione dei bandi già pubblicati nel 2022, per 19 milioni di euro, con lo scopo di attenuare il rischio di abbandono dell’attività agricola nelle zone svantaggiate con l’erogazione per un anno di un’indennità a ettaro di Sau (Superficie agricola utilizzata).

Altre novità riguardano l’introduzione della priorità della filiera castanicola da frutto nei principi di selezione dei bandi, l’innalzamento delle aliquote di sostegno al massimo per i giovani agricoltori, l’introduzione dei distretti biologici nei principi di selezione dell’operazione 4.2.1“Sostegno a investimenti a favore della trasformazione/ commercializzazione e/o dello sviluppo dei prodotti agricoli”.

Il commento dell’Assessora

Soddisfazione per le decisione comunitaria è stata espressa dall’assessora all’agricoltura della Regione Toscana Stefania Saccardi, la quale sottolinea come con le modifiche proposte dalla Giunta regionale e approvate dalla Commissione si potrà dare immediata risposta a due importanti comparti del mondo agricolo regionale, quello zootecnico, con l’emissione del bando sul benessere animale, e quello biologico con il reperimento dell’intera dotazione finanziaria per soddisfare tutte le richieste prodotte delle aziende biologiche.

IL PIANO D’AZIONE PER IL BIO HA IL SUO INDICE

IL PIANO D’AZIONE PER IL BIO HA IL SUO INDICE

Marchio bio, piano di promozione, azioni per lo sviluppo del comparto: i titoli dei capitoli del Piano d’azione ci sono ed entro settembre a Sana saranno illustrati tutti i contenuti. Il sottosegretatio Battistoni: «Abbiamo individuato le azioni per lo sviluppo del comparto»

«Il comparto del biologico oggi ha fatto un altro passo in avanti. Come Ministero abbiamo avuto modo di presentare alle Associazioni di settore, ‘l’indice’ del Piano d’azione nazionale sul biologico, una misura contenuta nella legge approvata dal Parlamento a marzo scorso». Lo ha riferito il sottosegretario al Mipaaf, Francesco Battistoni, a margine dell’incontro sul settore organizzato il 27 luglio da Coldiretti.

Il nodo della promozione

«L’indice – ha spiegato il sottosegretario – implica l’individuazione delle azioni future per lo sviluppo del comparto attraverso la sempre maggiore informazione del consumatore». L’incontro ha permesso di presentare i tre assi e le sette azioni di intervento, oltre alla ricerca per realizzare la strategia che nei prossimi anni supporterà il settore, in linea con gli obiettivi nazionali ed europei.

Il marchio per il bio made in Italy

«Oggi è stato un passaggio importante perché ha ci permesso di condividere i passi fatti e quelli ancora da compiere con le organizzazioni e le associazioni, tracciando una strada comune di interventi». «È mia intenzione – ha concluso Battistoni – coinvolgere quanto prima le Regioni affinché il percorso delineato oggi possa avere un iter condiviso e univoco nella cornice di una crescita comune. A settembre, poi, in occasione del Sana, – ha concluso Battistoni – illustrerò al mondo del biologico lo stato d’avanzamento dei lavori sul ‘marchio bio’ e sulla campagna di comunicazione per incentivare i consumi».