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AGRONOMO: IL LAVORO PIÙ BELLO DEL MONDO

AGRONOMO: IL LAVORO PIÙ BELLO DEL MONDO

Lo afferma Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute, partecipando al 18° Congresso nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali. «Il bio mette da sempre al centro il sistema delle competenze e le sinergie con i professionisti dell’agricoltura e delle foreste vanno incentivate anche in relazione agli obiettivi di Farm To Fork e Green Deal»

«Quello dell’agronomo è il mestiere più bello del mondo». Lo afferma con convinzione Alessandro D’Elia. Direttore generale di Suolo e Salute nel corso della sua partecipazione al 18° Congresso nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali. L’evento si è tenuto a Firenze dal 19 al 21 ottobre a distanza di tre anni dalla precedente edizione di Matera.

Competenze al centro

Al centro della manifestazione l’importanza del sistema delle competenze nell’assicurare un futuro di sostenibilità, prosperità e coesione sociale e di come il comparto primario: agricoltura, silvicoltura e zootecnia, possano contribuire a disegnare il mondo in cui vogliamo vivere.

– afferma D’Elia – mette da sempre le competenze dei professionisti al centro del suo sistema di gestione».

«L’assistenza tecnica in agricoltura biologica e l’attività professionale al servizio degli organismi di controllo e certificazione richiedono infatti specifiche competenze tecniche, normative e gestionali che possono essere approfondite solo attraverso una costante azione di formazione e aggiornamento».

«In tal senso – continua D’Elia – è meritevole l’eccellente lavoro svolto dagli Ordini degli Agronomi e dei Forestali sul territorio, un’attività in cui anche Suolo e Salute, in vari casi, ha fornito il suo supporto in termini di fattiva collaborazione».

Insomma, la competenza tecnica prima di tutto: dagli albori fino alla sua affermazione come metodo di riferimento per la svolta della transizione ecologica Ue il biologico ha allacciato uno stretto rapporto sinergico con i professionisti laureati nella Facoltà di Agraria e di Scienze forestali, dando una rinnovata dignità a competenze danneggiate dall’illusione che bastasse la scorciatoia del ricorso massiccio ai mezzi tecnici per piegare la natura al disegno produttivistico della rivoluzione verde.

Le sinergie con il bio

«Oggi l’agricoltura bio e, in particolare, il settore della certificazione rappresentano un importante sbocco professionale per molti laureati». «Una simbiosi che va incentivata alla luce degli obiettivi di crescita del bio dettati dalla strategia Farm to Fork e dall’European Green Deal».

Nella tre giorni di Firenze si è parlato di temi di forte attualità: dalle agroenergie al cambiamento climatico partendo dal contributo dell’energia solare fino alla risorsa legno. Si è discusso di verde urbano e di come rendere vivibili le città. Si è approfondito il tema dell’economia circolare e dell’impatto positivo che possono avere le aree interne, toccando temi molto delicati come la tutela del paesaggio e dei beni culturali e ambientali.

Verso la transizione ecologica

I cinque tavoli tematici allestiti dal Conaf (Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e forestali) hanno anche fornito spunti preziosi riguardo alla biodiversità e sostenibilità, servizi ecosistemici del bosco e della sua multifunzionalità, di innovazioni tecnologiche nel comparto agricolo.

Una sessione ha approfondito, con la partecipazione di Giuseppe Romano presidente di Aiab, il tema del credito all’agricoltura, dalla Pac ai moderni sistemi finanziari. Linfa vitale per sostenere un settore chiamato in prima linea per sostenere il peso della transizione ecologica e digitale e assicurare l’obiettivo della neutralità climatica del sistema produttivo.

«Negli ultimi 3 anni –ricorda Sabrina Diamanti, presidente del Consiglio dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali – abbiamo vissuto esperienze radicalmente nuove, acquisito abitudini e comportamenti prima ignoti, imparato a vivere in un mondo diverso da quello che abbiamo conosciuto fino a tre anni fa».

«Dopo questo radicale mutamento, il Congresso 2022, ha ripreso il filo degli impegni di sostenibilità presi a Matera proiettando l’intera categoria nel futuro di transizione ecologica e digitale che ci aspetta».