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Brevetti: novità UE sui prodotti agroalimentari

La notizia arriva da No Patents On Seeds!, coalizione di organizzazioni e associazioni preoccupate dall’impatto che i brevetti posti su piante, semi e animali da allevamento possono avere su allevatori, coltivatori e biodiversità.

La Commissione europea prende posizione sui brevetti nel settore agroalimentare.

Lo fa attraverso una nota esplicativa in cui si spiega che le piante e gli animali ottenuti attraverso tecniche di allevamento e coltivazione “essenzialmente biologiche” non possono essere sottoposti a brevetti.

Secondo la coalizione, la nota della Commissione UE si pone “in forte contraddizione con la pratica attuale dell’European Patent Office (EPO), che ha già concesso più di 100 brevetti sulla coltivazione convenzionale, come per esempio sui pomodori e sui broccoli”.

Brevetti su piante e animali: interpretazione inaccettabile

Stando ai rappresentanti di No Patents On Seeds!, l’EPO, l’ufficio dei brevetti europei, già nel marzo del 2015, confermava una “interpretazione inaccettabile” dell’attuale legge sull’esclusiva nei prodotti agricoli e da allevamento.

Mentre i processi di allevamento [e coltivazione] non possono essere brevettati, le piante e gli animai derivanti da tali processi sono brevettabili”, scrivevano Cristoph Then e Ruth Tippe, membri dell’associazione, in un report sull’argomento.

La dichiarazione della Commissione europea rappresenta quindi un passo in avanti importante. “È un successo enorme per le organizzazioni della società civile e le migliaia di persone che lottano contro i brevetti su piante e animali”, dichiara Christoph Then.

Gemse auf einem rustikalem Tisch aufgeschnitten“In ogni caso, la dichiarazione della Commissione non è legalmente vincolante e avrà bisogno di ulteriori definizioni per diventare efficace. Il compito dei governi europei è ora quello di riportare l’EPO sotto il controllo politico”.

La decisione, secondo gli attivisti, rispecchia le richieste del Parlamento europeo sull’argomento, nonché le posizioni ufficiali assunte dai governi di Austria, Germania, Olanda e Francia. In questi Paesi, la legge ha già proibito la registrazione di marchi su piante e animali.

Nel giugno di quest’anno, No Patents On Seeds! ha raccolto e consegnato all’EPO 800mila firme per mettere un freno alla sua politica sul brevetto dei prodotti agroalimentari.

Nuove richieste

La coalizione ha richiesto inoltre un’altra serie di chiarificazioni da parte della Commissione europea sul tema.

Richiedono in particolare che la definizione di “essenzialmente biologico”, includa tutti i metodi e i materiali bio utilizzati nella coltivazione tradizionale. Nuove misure legali, inoltre, sono necessarie “per assicurarci che le proibizioni non possano essere eluse”.

FONTI:

http://ec.europa.eu/DocsRoom/documents/19622?locale=it

http://no-patents-on-seeds.org/en/information/news/eu-commission-says-plants-and-animals-derived-conventional-breeding-should-be-regar

http://no-patents-on-seeds.org/sites/default/files/news/report_patents_on_seeds_time_to_act_2016.pdf

Continua a crescere l’export dei prodotti europei

Diffusi i dati dell’ultimo rapporto mensile sul commercio agroalimentare dell’Ue. Secondo il documento, l’export di prodotti agroalimentari da parte dell’Ue, verso Paesi terzi, ha raggiunto nel marzo 2016 un valore pari a 11,3 miliardi di euro, circa un miliardo in più rispetto a febbraio 2016.

Il settore che ha fatto registrare la percentuale di crescita più alta dei valori mensili riguarda le spedizioni effettuate verso la Cina (+11,8% rispetto all’anno precedente).

Nel corso degli ultimi 12 mesi, le esportazioni verso questo Paese hanno toccato un valore pari a 10,7 miliardi di euro. Bene anche quelle dirette verso l’Ucraina, la Giordania e la Cambogia.

Infine, anche il valore delle esportazioni verso La Russia ha subito un incremento a marzo 2016, registrando una crescita del 5,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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Ma quali sono i prodotti più richiesti?

Per valori mensili di esportazione, è la carne di maiale ad aggiudicarsi il primato, seguita da semi oleosi, preparati alimentari e vino. Quest’ultimo, si è aggiudicato un più 8% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore di mercato di ben 783 milioni di euro.

In calo invece, rispetto al 2015, l’andamento del grano e di altri cereali.

Per quanto riguarda le importazioni agroalimentari provenienti da Paesi terzi, nel periodo che va da aprile 2015 a marzo 2016, il loro valore ha raggiunto i 113 miliardi di euro,  pari a un aumento del 6,4% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. La crescita maggiore ha riguardato in questo caso i prodotti provenienti da Usa e Argentina.

Fonti:

http://ec.europa.eu/agriculture/newsroom/278_en.htm

http://ec.europa.eu/agriculture/trade-analysis/monitoring-agri-food-trade/2016-03_en.pdf

 

Giornata nazionale della qualità agroalimentare

Si terrà a Roma, il 17 febbraio ore 9.15 presso l’Hotel Quirinale, la “Giornata nazionale della qualità agroalimentare”, un’iniziativa promossa dal Ministero delle Politiche Agricole e realizzata da Ismea, con l’obiettivo di coinvolgere gli operatori del comparto DOP IGP italiano sui fattori strategici di sviluppo. All’incontro è stato invitato a partecipare anche Suolo e Salute. Durante la giornata saranno organizzati sette gruppi di lavoro sui temi specifici del settore delle Indicazioni geografiche e partecipati dai principali stakeholder, con lo scopo di individuare alcune delle direttrici di sviluppo del settore in un’ottica bottom-up. Ogni gruppo sarà coordinato da un esperto qualificato che, sulla base degli stimoli dei partecipanti al tavolo, realizzerà un documento sintetico di proposta che, integrato a quelli provenienti dagli altri tavoli, vada costituire l’agenda delle attività strategiche della qualità agroalimentare italiana.

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Il programma della giornata:

Ore 09.10 – Accredito partecipanti Luca Sani – Presidente Comagri Camera dei deputati Roberto Formigoni – Presidente Comagri Senato

Ore 09.30 – Relazioni introduttive Ferdinando Ferrara – Capo Gabinetto Ministero delle politiche agricole Raffaele Borriello – Direttore Generale Ismea

Ore 10.00 – Presentazione del Rapporto Ismea Qualivita 2015 Fabio del Bravo – Dirigente Ismea Alberto Mattiacci – Prof. Sapienza Università – Comitato scientifico Qualivita

Ore 10.30 – Riunione Gruppi di lavoro

Ore 12.00 – Interventi dei coordinatori dei gruppi di lavoro

Ore 12.30 – Linee per una strategia italiana per la qualità dell’agroalimentare Luca Bianchi – Capo dipartimento Ministero delle politiche agricole Stefano Vaccari – Capo dipartimento Ministero delle politiche agricole Giuseppe Blasi – Capo dipartimento Ministero delle politiche agricole Giuseppe Liberatore – Presidente Aicig Francesco Liantonio – Vice Presidente Federdoc Paolo De Castro – Comagri Parlamento europeo

Ore 13.30 – Conclusioni

Per iscriversi è necessario accreditarsi sul sito www.qualivita.it

Fonte: www.qualivita.it

Agroalimentare: finanziamenti Ue per promuovere latte, olio e comparto biologico

La Commissione Europea ha approvato 33 nuovi programmi volti ad aprire nuovi mercati ai prodotti dell’agroalimentare UE e ad aumentarne il consumo nell’Unione. In tutto saranno stanziati fondi pari a 108 milioni di euro su tre anni, di cui la metà (54 milioni) provenienti dal bilancio Ue.

Le misure finanziate possono consistere in campagne pubblicitarie diverse sui pregi dei prodotti dell’Unione, soprattutto in termini di qualità, igiene e sicurezza alimentare, nutrizione, etichettatura, benessere degli animali, metodi di produzione rispettosi dell’ambiente.

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In particolare, i programmi italiani che riceveranno i fondi europei sono quattro:

  • Apo Conerpo per la promozione di prodotti agroalimentari freschi in Italia, che riceverà un finanziamento Ue di 1 milione e 856mila euro;
  • l’unione dei consorzi Parmigiano Reggiano, Gorgonzola e Asiago per la promozione dei prodotti caseari in Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Austria, con un finanziamento Ue di 1 milione e 483mila euro;
  • l’Unaprol per la promozione dell’olio d’oliva e delle olive in Germania, Italia e Gran Bretagna, finanziato con 2 milioni e 147mila euro;
  • Federbio per i propri prodotti biologici in Cina, Giappone e Nord America, con un finanziamento di 2 milioni e 290mila euro.

I programmi selezionati riguardano varie categorie di prodotti. In particolare, si è cercato di intervenire su quegli alimenti colpiti da recenti difficoltà all’interno dei mercati, come ad esempio quelli appartenenti al settore lattiero-caseario, ortofrutticolo, l’olio d’oliva e il comparto biologico.

Come accennato all’inizio, i programmi sono volti alla promozione dei prodotti agricoli Ue all’interno degli Stati membri, ma anche al di fuori, verso nuovi scenari di mercato. Dei 33 programmi selezionati, infatti, 20 sono destinati al mercato interno e 13 a regioni e Paesi terzi: Cina, Medio Oriente, Nord America, Sud Est asiatico, Giappone, Corea del Sud, Africa, Russia, Bielorussia, Kazakhstan, Australia, Norvegia e Paesi Balcani non appartenenti all’Ue.

Secondo Phil Hogan, commissario Ue per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale “questi nuovi programmi sono assai benvenuti nel contesto delle recenti difficoltà incontrate dai mercati: occorre infatti creare nuove opportunità di mercato, in particolare nei mercati non appartenenti all’Ue, per contribuire a stimolare crescita e occupazione nel settore agroalimentare“.

Si tratta di proseguire la campagna dei prodotti unionali nei paesi terzi iniziata con i programmi approvati durante il primo ciclo promozionale del 2015. Questo finanziamento è l’ultimo ciclo di programmi del “vecchio” regime (regolamento 3/2008). Dal 1° dicembre, le nuove norme in ambito promozionale introdurranno vari importanti cambiamenti (tra cui un più ampio spettro di beneficiari e prodotti ammissibili, modifiche procedurali, un programma di lavoro annuale e inviti a presentare proposte, l’aumento del bilancio e delle percentuali di cofinanziamento UE) e un bilancio di 111 milioni di euro per il 2016.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2015/11/23/agroalimentare-in-arrivo-108-milioni-dall-ue-per-la-promozione/46400

http://europa.eu/rapid/press-release_IP-15-6061_it.htm

Molise: tutti i fondi disponibili per le aziende agricole

Procedono spedite le politiche in favore dello sviluppo agricolo della regione Molise. Al momento, sono due i Programmi di Sviluppo Rurale attivati e parzialmente sovrapposti.

Se non è infatti ancora concluso il Psr 2007/2013, è stato di recente approvato il nuovo Piano per i 7 anni successivi, dal 2014 al 2020. Vediamo nel dettaglio cosa prevedono le due manovre.

Il disimpegno automatico dei fondi del Piano 2007/2013 avverrà alla fine di quest’anno, il 31 dicembre. Si tratta di 34,9 milioni – di cui 15,7 di fondi Feasr – che dovranno essere restituiti se non saranno impiegati in tempo.

In questo senso è stato fatto un primo passo avanti lo scorso 2 luglio, con l’avanzamento della graduatoria relativa alla Misura 1.2.1 del Psr, “Ammodernamento delle aziende agricole”. Si tratta di un provvedimento del valore di 3,5 milioni di euro, che ha consentito alla Regione di scalare la graduatoria delle aziende agricole che avevano presentato domanda di finanziamento. Sono 50 le imprese destinatarie della misura.

L’Assessore regionale alle Politiche Agricole, Vittorino Facciolla, ha auspicato “un ulteriore scorrimento, in caso di una disponibilità di economie di gestione, in modo da soddisfare tutte le domande pervenute”.

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L’obiettivo del provvedimento, spiega ancora Facciolla, è quello di “incrementare il rendimento e l’innovazione tecnologica delle aziende agricole e, quindi, la loro competitività” attraverso diversi strumenti operativi, quali “l’ottimizzazione dei processi produttivi, la promozione della filiera corta e l’introduzione di sistemi di certificazione di qualità”.

Il 3 luglio, invece, lo stesso Facciolla, insieme a Paolo di Laura Frattura, presidente regionale del Molise, ha annunciato l’approvazione del Psr per gli anni 2014-2020 da parte della Commissione europea:

Tra i 118 programmi dei 28 Stati membri il Molise è tra le prime Regioni – sottolineano – a vedersi riconosciuto dall’Europa il nuovo Psr che delinea le priorità per l’utilizzo di 210 milioni di euro di spesa pubblica (101 milioni dal bilancio comunitario e 109 milioni di euro di cofinanziamento nazionale):  noi le abbiamo centrate, rispondendo con qualità alle indicazioni definite dall’Europa”.

Dal sito ufficiale della Regione, si apprendono gli obiettivi strategici di lungo periodo della politica di sviluppo rurale implementata, in un’ottica di miglioramento della competitività, unita alla gestione sostenibile delle risorse naturali. Gli obiettivi del nuovo Psr si articolano in sei punti:

  1. Trasferimento di conoscenze e innovazione verso il settore agricolo e forestale;
  2. Potenziamento della competitività agricola e della redditività delle aziende del settore;
  3. Organizzazione della filiera agroalimentare;
  4. Preservazione, ripristino e valorizzazione degli ecosistemi naturali di foreste e aree rurali;
  5. Incoraggiamento di modelli economici più sostenibili, a basse emissioni di carbonio e con l’uso efficiente di risorse e paesaggio;
  6. Promozione dell’inclusione sociale e riduzione della povertà nelle aree rurali.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2015/07/03/molise-psr-20072013-corre-la-spesa-obiettivo-vicino/44796

http://www3.regione.molise.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/7885

http://www3.regione.molise.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/12806

http://www3.regione.molise.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1871

http://www.regioni.it/dalleregioni/2015/07/02/misura-121-ammodernamento-aziende-agricole-disposto-lo-scorrimento-della-graduatoria-411363/

 

Export: decolla il Made in Italy agroalimentare

Export: decolla il Made in Italy agroalimentare

Export agroalimentare in crescita nel primo trimestre del 2015. L’Istat ha diffuso gli ultimi dati sulle esportazioni del Made in Italy verso l’estero, confermando l’agroalimentare come settore di traino per tutta l’economia italiana.I dati, consultabili sul sito ufficiale dell’Istituto, si riferiscono al primo trimestre di quest’anno.

I prodotti alimentari delle nostre terre si sono piazzati al terzo posto tra le voci dell’export italiano, con una crescita percentuale che sfiora l’8% (+7,8%). Certamente si tratta di un volano di sviluppo e occupazione, di cui l’Italia ha grande bisogno in un periodo in cui la crescita economica non è ancora forte. Al primo e al secondo posto della classifica, si piazzano invece i mezzi di trasporto e i prodotti per il trattamento dei rifiuti.

Rispetto agli ultimi tre mesi del 2014, le performance migliori sono registrate nelle regioni nord-orientali (+2,9%) e meridionali (+2,5%), che hanno spinto le vendite di beni nazionali all’estero.Nel dettaglio dei settori in esame, la vendita di prodotti agricoli aumenta del 2,1% a livello nazionale, mentre l’export alimentare globale vede un incremento del 2,5%. Il meridione, nonostante le difficoltà degli ultimi tempi tra Xylella e Terra dei Fuochi, fa segnare un eccezionale +18% nelle esportazioni agricole.

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D’altronde questi dati non devono stupire. Negli ultimi 8 anni, dal 2007 al 2014, malgrado la profonda crisi economica che ha colpito molte aree del pianeta, il comparto ha raggiunto un lusinghiero + 48%, a fronte di un export che a livello nazionale segnava “appena” il +9%. E nel primo trimestre 2015, l’Istat ha registrato una forte crescita dell’agricoltura globale anche a livello di Pil: il valore aggiunto è infatti salito del 6%, rispetto agli ultimi 3 mesi del 2014, facendo segnare quindi un aumento di 10 volte superiore rispetto all’industria.

Dino Scanavino, presidente nazionale della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), spiega le ragioni del successo: “Il settore sta raccogliendo la sfida dell’internazionalizzazione e i dati sono incoraggianti:la crescita della domanda globale di cibo, unita alla crescita dell’interesse dei consumatori verso prodotti ad elevato contenuto qualitativo e distintivo”.

Scanavino indica anche la strada per migliorare ancora il settore e raggiungere risultati persino migliori: “Ora è necessario che lo straordinario patrimonio Made in Italy venga affiancato da adeguati strumenti e interventi volti a consolidare la base strutturale delle aziende e la sfera organizzativa della filiera. Oltre a ciò, il calo drammatico delle vendite sul mercato russo, per effetto della crisi con l’Ucraina, rende urgente una revisione del quadro di strumenti per la gestione delle crisi e dei rischi in agricoltura”.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2015/06/15/l-export-agroalimentare-traino-dell-economia-italiana/44502

http://www.istat.it/it/archivio/162042

http://www.repubblica.it/economia/2015/05/29/news/pil_l_istat_conferma_l_inversione_di_rotta_0_3_nel_primo_trimestre-115545228/

http://www.tgcom24.mediaset.it/economia/i-numeri-dell-agroalimentare-italiano_2116904-201502a.shtml